Caterina Balivo, conduttrice tv, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha raccontato il suo rapporto con lo sport e la sua "fede innata" per il Napoli. Ecco le parole della conduttrice de La volta buona (dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 16 su Rai1):
"Sono molto competitiva e punto a dare tutti i giorni il meglio".
Proprio come gli atleti.
"Vero, anche se io arrivo da una realtà, quella di Aversa degli Anni 80, in cui per fare sport si dovevano macinare chilometri. Io mi facevo un’ora di autobus per arrivare in piscina a Caserta, mio padre mi obbligava a fare nuoto... Adesso lo capisco, l’attività fisica è una priorità per i miei figli: Guido Alberto, 13 anni, fa canoa a buon livello; Cora, 8, ha lasciato la ginnastica ritmica per fare Hwa Rand Do, una specie di karate coreano. Hanno preso dal padre, io ho un passato da campionessa mondiale di iscrizioni ad attività che poi interrompo - ho fatto pure la pole dance! - mio marito invece sa fare tutto, mi ha piazzato anche un ping pong in salotto, ma devo ammettere che è stato un bell’acquisto, è molto aggregante, lo consiglio. E poi lo puoi usare come tavolo buffet, io ci ho fatto la festa di novant’anni di mia suocera!".
Quanta generosità! È vero che vorrebbe condurre un programma sportivo?
"Non è esattamente così, io vorrei essere opinionista fissa di un programma sportivo in cui parlo solo bene del Napoli, infatti non invita nessuno!".
Il Napoli è una passione familiare?
"Quando nasci e vivi dalle nostre parti il Napoli è una fede. Ho uno zio che tifa Inter, per noi è sempre stato uno scandalo. Il Napoli è qualcosa che hai dentro, qualcosa di innato. Ho iniziato ad andare allo stadio con mio padre quando ero piccola, avrò avuto 6-7 anni, era il Napoli di Maradona... cioè ragazzi, io veramente ho visto Maradona, io c’ero! Ma c’ero anche con il Napoli di Naldi in Serie B, ho visto il fallimento e poi la risalita con De Laurentiis dalla Serie C. Nonostante la retrocessione terribile lo stadio era praticamente sempre pieno".
Un ricordo che sembra lontanissimo se pensiamo a che cosa è successo negli ultimi tre anni, con i due scudetti.
"Diciamo che siamo stati ripagati di tanta passione e anche di una buona dose di sfortuna che ci aveva colpito nelle stagioni precedenti. Due scudetti nel giro di tre anni sono qualcosa di enorme, se penso a come è andata con l’ultimo vorrei davvero fare una statua a Conte: la notizia più bella dell’anno è stata la sua riconferma, più della mia a La volta buona (ride, ndr). Guardate che con il Napoli non era facile! Al netto del fatto che De Laurentiis lo ha chiamato e lo paga, per me è stato un segno dall’alto, perché ce lo meritavamo! Era giusto dopo un anno di mer.. avere lui. Alle fine il calcio è un po’ come la vita, per questo mi piace tanto. C’è chi sale, c’è chi scende, chi cade, chi si riprende. Se tu pensi a quanto piangevamo dopo l’addio di Spalletti... invece è arrivato Conte e abbiamo vinto un altro scudetto. È incredibile no? Si è un sempre sulle montagne russe e quando sei su devi saper gioire, ricordandoti che non è per sempre, godendoti il momento. Io provo a farlo, in tutto".
Per lo scudetto di Spalletti ha fatto la pizza in piazza, per quello di Conte aveva promesso una canzone...
"Ho cantato Memole con Paola Barale, ma forse non vale... Facciamo così: per Natale canterò qualcosa di importante per Napoli e il mio Napoli tricolore".
E questa stagione?
"Con un allenatore come Conte come volete che vi risponda? E poi ho un rapporto dogmatico con il presidente, per me qualsiasi cosa faccia fa bene, non sono riuscita a criticarlo neanche quando ha inanellato una serie di allenatori sbagliati. Se ci pensate, in un calcio dove tantissime squadre sono in mano a fondi finanziari, De Laurentiis è un’eccezione. Ed è molto bello avere un uomo, una faccia che rappresenti il club. Resta il fatto che c’è una squadra del Sud che gareggia e vince pure, siamo tornati ai fasti delle Due Sicilie".
Potrebbe essere “La volta buona” per vincere la Champions?
"Mi volete fare morire con una domanda così? Diciamo che sarebbe molto bello, ma è già stato tanto bello avere due scudetti in tre anni per il mio Napoli, alla faccia di tutti".
C’è uno sportivo che vorrebbe portare nel suo studio?
"Sì, io voglio intervistare Julio Velasco, è da un anno che lo cerco! So tutto di lui, mi piace tantissimo, mi piace la sua storia, mi piacciono le scelte che ha fatto e quello che sta continuando a realizzare con le ragazze del volley. La vittoria al Mondiale è stata stupenda, ma per l’oro olimpico mi sono ritrovata a singhiozzare davanti al televisore mignon della cucina della nostra casa al mare. Quando la Orro ha dedicato la medaglia ai nonni poi... scusate, mi viene da piangere anche adesso! Sono un disastro".
Tra i campioni che ha già incontrato chi le è rimasto particolarmente impresso?
"Sono stata contentissima di avere ospite Filippo Ganna, è veramente un figo questo ragazzo, un supercampione con cui mi sono divertita moltissimo. Alla prima puntata post Giochi di Parigi ho voluto Alice Volpi, la schermitrice argento nel fioretto a squadre. Poi ho avuto sia Federica Pellegrini sia Matteo Giunta, insieme e separatamente, poi Stefano Tacconi, Clemente Russo, i Maddaloni con cui a Detto Fatto abbiamo fatto dei tutorial di judo. È bello ospitare gli sportivi perché si vede che hanno una testa quadrata che a me piace. E poi lo sport è una delle poche cose che mette tutti sullo stesso livello: in un mondo dove l’ascensore sociale non c’è più, lo sport resta uno degli ultimi spazi in cui se sei bravo emergi. Per questo va protetto".
di Napoli Magazine
27/09/2025 - 10:59
Caterina Balivo, conduttrice tv, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha raccontato il suo rapporto con lo sport e la sua "fede innata" per il Napoli. Ecco le parole della conduttrice de La volta buona (dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 16 su Rai1):
"Sono molto competitiva e punto a dare tutti i giorni il meglio".
Proprio come gli atleti.
"Vero, anche se io arrivo da una realtà, quella di Aversa degli Anni 80, in cui per fare sport si dovevano macinare chilometri. Io mi facevo un’ora di autobus per arrivare in piscina a Caserta, mio padre mi obbligava a fare nuoto... Adesso lo capisco, l’attività fisica è una priorità per i miei figli: Guido Alberto, 13 anni, fa canoa a buon livello; Cora, 8, ha lasciato la ginnastica ritmica per fare Hwa Rand Do, una specie di karate coreano. Hanno preso dal padre, io ho un passato da campionessa mondiale di iscrizioni ad attività che poi interrompo - ho fatto pure la pole dance! - mio marito invece sa fare tutto, mi ha piazzato anche un ping pong in salotto, ma devo ammettere che è stato un bell’acquisto, è molto aggregante, lo consiglio. E poi lo puoi usare come tavolo buffet, io ci ho fatto la festa di novant’anni di mia suocera!".
Quanta generosità! È vero che vorrebbe condurre un programma sportivo?
"Non è esattamente così, io vorrei essere opinionista fissa di un programma sportivo in cui parlo solo bene del Napoli, infatti non invita nessuno!".
Il Napoli è una passione familiare?
"Quando nasci e vivi dalle nostre parti il Napoli è una fede. Ho uno zio che tifa Inter, per noi è sempre stato uno scandalo. Il Napoli è qualcosa che hai dentro, qualcosa di innato. Ho iniziato ad andare allo stadio con mio padre quando ero piccola, avrò avuto 6-7 anni, era il Napoli di Maradona... cioè ragazzi, io veramente ho visto Maradona, io c’ero! Ma c’ero anche con il Napoli di Naldi in Serie B, ho visto il fallimento e poi la risalita con De Laurentiis dalla Serie C. Nonostante la retrocessione terribile lo stadio era praticamente sempre pieno".
Un ricordo che sembra lontanissimo se pensiamo a che cosa è successo negli ultimi tre anni, con i due scudetti.
"Diciamo che siamo stati ripagati di tanta passione e anche di una buona dose di sfortuna che ci aveva colpito nelle stagioni precedenti. Due scudetti nel giro di tre anni sono qualcosa di enorme, se penso a come è andata con l’ultimo vorrei davvero fare una statua a Conte: la notizia più bella dell’anno è stata la sua riconferma, più della mia a La volta buona (ride, ndr). Guardate che con il Napoli non era facile! Al netto del fatto che De Laurentiis lo ha chiamato e lo paga, per me è stato un segno dall’alto, perché ce lo meritavamo! Era giusto dopo un anno di mer.. avere lui. Alle fine il calcio è un po’ come la vita, per questo mi piace tanto. C’è chi sale, c’è chi scende, chi cade, chi si riprende. Se tu pensi a quanto piangevamo dopo l’addio di Spalletti... invece è arrivato Conte e abbiamo vinto un altro scudetto. È incredibile no? Si è un sempre sulle montagne russe e quando sei su devi saper gioire, ricordandoti che non è per sempre, godendoti il momento. Io provo a farlo, in tutto".
Per lo scudetto di Spalletti ha fatto la pizza in piazza, per quello di Conte aveva promesso una canzone...
"Ho cantato Memole con Paola Barale, ma forse non vale... Facciamo così: per Natale canterò qualcosa di importante per Napoli e il mio Napoli tricolore".
E questa stagione?
"Con un allenatore come Conte come volete che vi risponda? E poi ho un rapporto dogmatico con il presidente, per me qualsiasi cosa faccia fa bene, non sono riuscita a criticarlo neanche quando ha inanellato una serie di allenatori sbagliati. Se ci pensate, in un calcio dove tantissime squadre sono in mano a fondi finanziari, De Laurentiis è un’eccezione. Ed è molto bello avere un uomo, una faccia che rappresenti il club. Resta il fatto che c’è una squadra del Sud che gareggia e vince pure, siamo tornati ai fasti delle Due Sicilie".
Potrebbe essere “La volta buona” per vincere la Champions?
"Mi volete fare morire con una domanda così? Diciamo che sarebbe molto bello, ma è già stato tanto bello avere due scudetti in tre anni per il mio Napoli, alla faccia di tutti".
C’è uno sportivo che vorrebbe portare nel suo studio?
"Sì, io voglio intervistare Julio Velasco, è da un anno che lo cerco! So tutto di lui, mi piace tantissimo, mi piace la sua storia, mi piacciono le scelte che ha fatto e quello che sta continuando a realizzare con le ragazze del volley. La vittoria al Mondiale è stata stupenda, ma per l’oro olimpico mi sono ritrovata a singhiozzare davanti al televisore mignon della cucina della nostra casa al mare. Quando la Orro ha dedicato la medaglia ai nonni poi... scusate, mi viene da piangere anche adesso! Sono un disastro".
Tra i campioni che ha già incontrato chi le è rimasto particolarmente impresso?
"Sono stata contentissima di avere ospite Filippo Ganna, è veramente un figo questo ragazzo, un supercampione con cui mi sono divertita moltissimo. Alla prima puntata post Giochi di Parigi ho voluto Alice Volpi, la schermitrice argento nel fioretto a squadre. Poi ho avuto sia Federica Pellegrini sia Matteo Giunta, insieme e separatamente, poi Stefano Tacconi, Clemente Russo, i Maddaloni con cui a Detto Fatto abbiamo fatto dei tutorial di judo. È bello ospitare gli sportivi perché si vede che hanno una testa quadrata che a me piace. E poi lo sport è una delle poche cose che mette tutti sullo stesso livello: in un mondo dove l’ascensore sociale non c’è più, lo sport resta uno degli ultimi spazi in cui se sei bravo emergi. Per questo va protetto".