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MARADONA - Lo storico agente Coppola: "Col suo giocattolo rotondo era sempre felice"
01.10.2025 13:56 di Napoli Magazine
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Guillermo Coppola, storico agente di Diego Armando Maradona, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Bisogna tornare a Napoli, la città più bella del mondo, perché è lei che spiega Maradona. Una volta Giovanni Paolo II gli disse: 'Tu sei più famoso di me...'. Dal 1985 al 1990 il nostro è stato un rapporto puramente professionale, fatto di tanti successi. Poi ci siamo separati bruscamente e ritrovati dopo il Mondiale del ’94. Da lì è stato tutto diverso. È mancato solo il sesso tra di noi, è vero, ma se fosse successo lo ammetterei senza problemi...Quando aveva vicino il suo giocattolo rotondo, che fosse nel fango o nella finale Mundial, Diego è stato felice. Anche se inquieto: lo era quando ha sposato Claudia, quando nascevano le figlie, quando scopriva Napoli. E quando, a 5 mesi da Messico ’86, mi disse: 'Guillote, vinceremo e sarò il migliore'. Il più triste? A inizio 2000 a Punta del Este, quando rischiò di morire dopo giorni di eccessi di ogni tipo. Aveva una dipendenza, ma anche la forza per combatterla e rinascere sempre".

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MARADONA - Lo storico agente Coppola: "Col suo giocattolo rotondo era sempre felice"

di Napoli Magazine

01/10/2025 - 13:56

Guillermo Coppola, storico agente di Diego Armando Maradona, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Bisogna tornare a Napoli, la città più bella del mondo, perché è lei che spiega Maradona. Una volta Giovanni Paolo II gli disse: 'Tu sei più famoso di me...'. Dal 1985 al 1990 il nostro è stato un rapporto puramente professionale, fatto di tanti successi. Poi ci siamo separati bruscamente e ritrovati dopo il Mondiale del ’94. Da lì è stato tutto diverso. È mancato solo il sesso tra di noi, è vero, ma se fosse successo lo ammetterei senza problemi...Quando aveva vicino il suo giocattolo rotondo, che fosse nel fango o nella finale Mundial, Diego è stato felice. Anche se inquieto: lo era quando ha sposato Claudia, quando nascevano le figlie, quando scopriva Napoli. E quando, a 5 mesi da Messico ’86, mi disse: 'Guillote, vinceremo e sarò il migliore'. Il più triste? A inizio 2000 a Punta del Este, quando rischiò di morire dopo giorni di eccessi di ogni tipo. Aveva una dipendenza, ma anche la forza per combatterla e rinascere sempre".