Provate a pensare, per un attimo, di essere Massimiliano Allegri. Cestinato solo qualche mese fa nel "cassonetto" delle cose vecchie, bollato come massima espressione del gioco brutto e sorpassato e, in un amen, di nuovo accostato a due tra i più prestigiosi club del nostro campionato. Ecco, provate a immaginare il sorriso largo, il gusto profondo della rivincita, l'eco delle sue parole ("Il calcio è facile, non si inventa niente", una delle sue frasi cult), l'attesa della chiamata buona davanti al telefono. Fatto? Perfetto, perché è tutto vero. 

Non solo il Milan, per un profondo tuffo nel passato, ma anche, se non soprattutto la Juve, che si è cosparsa il capo di ceneri e dopo la decisa virata verso il nuovo incarnato da Thiago Motta è pronta a scegliere nuovamente il più rassicurante vecchio, l'uomo di tutte le stagioni, l'aggiustatore bianconero per eccellenza. Già, per buona pace dei tifosi che non lo volevano più vedere nemmeno dipinto e oggi ci hanno forse ripensato, e di quanti erano pronti a giurare che la corsa del buon Max fosse giunta al capolinea. 

Ovviamente Max Allegri non è la sola scelta della Signora. La concorrenza è nutrita e variegata. Ci sono Antonio Conte, che potrebbe magari decidere di tornare a casa dopo lo scudetto con il Napoli (non sarebbe la prima volta), ma anche De Zerbi o Italiano, altri due profili che la Juve considera intriganti sia pure accompagnati da un margine di rischio da considerare. In ogni caso, anche con una qualificazione in Champions in tasca, è oggi piuttosto improbabile che Thiago Motta possa restare dov'è. Era arrivato per inventarsi un futuro, ha finito per consigliare vivamente un ritorno al passato. Così è la vita, circolare.
I mesi che verranno serviranno per prendere la decisione migliore e infittire i contatti. Poi toccherà anche pensare alla squadra da (ri)fare e anche qui, a seconda della guida in panchina, il mercato dovrebbe prendere pieghe ben diverse.