A "1 Football Club" su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano "La Verità".
La partita di stasera per il Napoli vale una stagione? È una gara da vincere ad ogni costo se si vuole continuare a sognare lo scudetto?
“In realtà no. Considerando il risultato dell’Inter e il calendario che c’è da qui alla fine, non è una partita da vincere ad ogni costo. È, almeno sulla carta, la più difficile che ci attende da qui alla fine del campionato. È una gara che, se la vinci, fai un passo enorme verso il sogno scudetto. Ma anche con un pareggio lasci tutto invariato e superi un turno favorevole all’Inter.Onestamente, non è questa la partita da vincere a ogni costo. Tra l’altro, non può esserlo: si gioca in trasferta, contro una squadra in una forma strepitosa. Le vere partite da vincere a ogni costo sarebbero state altre, ma ormai è inutile tornare indietro. E ci saranno altre gare decisive da qui alla fine della stagione. Anche perché, lo dicevamo da mesi: l’Inter ha le coppe, e quando arrivano, Inzaghi è costretto a fare delle scelte… e poi le paga, come è successo a Parma.”
Queste scelte di Inzaghi sono dettate dalla società, in relazione alla condizione economica del club? Considerando che andare avanti in Champions porta molti più introiti rispetto a vincere lo scudetto.
“Io credo che, al di là di questo, ci sia anche una volontà personale sua, e della squadra, di andare avanti in Champions. L’Inter non è una corazzata in grado di gestire due competizioni ai massimi livelli. Era tutto previsto: per mesi abbiamo detto che il Napoli non aveva le coppe e l’Inter sì. Ecco, siamo arrivati a quel punto. È un effetto inevitabile.”
Se il Napoli non accorcia oggi sull’Inter, quando e dove, secondo lei, l’Inter potrebbe perdere punti?
“Io una giornata me la sono segnata: Bologna-Inter e Monza-Napoli: per me quella può essere una giornata chiave. Poi non dimentichiamo che devono andare a Roma. Io ho visto la voglia dei giallorossi in casa, secondo me difficilmente perderanno. Molto difficilmente. Ci sono delle giornate, ma questa non è una di quelle. Non è Bologna-Napoli la giornata in cui dobbiamo guadagnare punti sull’Inter. Poi, se ci riusciamo, sarà una grandissima cosa.”
C'è il ballottaggio tra Anguissa e Gilmour: chi schiererebbe?
“Secondo me Anguissa. Bisognerebbe andare sulle certezze.”
Manna è volato in Inghilterra: brama qualche calciatore in Premier League?
“Mi piacerebbe che Manna si fermasse a Roma e prendesse Zaccagni, mi piace molto. Se mi chiedi un nome in particolare — ovviamente senza andare su superstar, perché abbiamo il bilancio e tutto il resto — dico Zaccagni. Mi piacerebbe molto.”
Però Zaccagni andrebbe ad occupare lo slot già occupato da Neres, no?
“Sì, ma noi abbiamo bisogno di un’alternativa valida, perché non puoi affrontare un’intera stagione con un solo calciatore in quel ruolo. Quando abbiamo avuto la frenata? Quando sei rimasto senza Kvaratskhelia, poi Neres si è fatto male e non c’hai capito più niente. Devi avere la panchina lunga. Serviva un sostituto alla Kvara di turno, qualcuno che potesse reggere quando il titolare non c’è. E Zaccagni è una valida alternativa. Avresti risolto il mercato di gennaio con un solo nome. Se vogliamo essere un po’ maliziosi, era anche facilmente raggiungibile dal Napoli, visto il rapporto con Lotito e con il procuratore, che ha già diversi giocatori al Napoli. Penso che fosse assolutamente raggiungibile. Se avevi la possibilità di investire dei soldi, quello era il profilo giusto. Non parliamo di un top player straniero da 60 milioni. Sicuramente non prende 5-6 milioni netti l’anno. Magari ci avranno provato, magari Baroni non l’ha voluto cedere. Giustamente, magari. Però ecco, quelli sono i profili alla Napoli: concreti, funzionali, senza troppi fronzoli. Non faranno impazzire, ma servono.”
Qual è risultato minimo che Conte deve ottenere per dimostrare di valere l’ingaggio percepito?
“Deve arrivare tra le prime quattro. Solo così fa guadagnare 40 milioni alla società. Non puoi chiedere a un tecnico di vincere lo scudetto al primo anno, soprattutto se ha preso in mano una squadra devastata dalla passata stagione. Si poteva fare, certo, ma bisogna riequilibrare le aspettative. Per me, entrare tra le prime quattro è già un ottimo risultato. E questo è un esercizio di obiettività. Perché, se Conte fosse stato aiutato, magari oggi il Napoli era più avanti. Ma siccome la squadra è stata indebolita a stagione in corso, l’obiettivo resta quello iniziale: il posizionamento Champions. Per come si è mossa la società, l’obiettivo era ed è la Champions. In estate si è fatto un mercato da Champions, con investimenti importanti. A gennaio, invece, si è fatto un mercato pessimo, quindi non da scudettoIo non sono un fanatico estimatore di Antonio Conte, non mi importa nulla, ma se dobbiamo essere obiettivi, credo che fino a questo momento il suo lavoro lo stia facendo egregiamente".
di Napoli Magazine
07/04/2025 - 11:40
A "1 Football Club" su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano "La Verità".
La partita di stasera per il Napoli vale una stagione? È una gara da vincere ad ogni costo se si vuole continuare a sognare lo scudetto?
“In realtà no. Considerando il risultato dell’Inter e il calendario che c’è da qui alla fine, non è una partita da vincere ad ogni costo. È, almeno sulla carta, la più difficile che ci attende da qui alla fine del campionato. È una gara che, se la vinci, fai un passo enorme verso il sogno scudetto. Ma anche con un pareggio lasci tutto invariato e superi un turno favorevole all’Inter.Onestamente, non è questa la partita da vincere a ogni costo. Tra l’altro, non può esserlo: si gioca in trasferta, contro una squadra in una forma strepitosa. Le vere partite da vincere a ogni costo sarebbero state altre, ma ormai è inutile tornare indietro. E ci saranno altre gare decisive da qui alla fine della stagione. Anche perché, lo dicevamo da mesi: l’Inter ha le coppe, e quando arrivano, Inzaghi è costretto a fare delle scelte… e poi le paga, come è successo a Parma.”
Queste scelte di Inzaghi sono dettate dalla società, in relazione alla condizione economica del club? Considerando che andare avanti in Champions porta molti più introiti rispetto a vincere lo scudetto.
“Io credo che, al di là di questo, ci sia anche una volontà personale sua, e della squadra, di andare avanti in Champions. L’Inter non è una corazzata in grado di gestire due competizioni ai massimi livelli. Era tutto previsto: per mesi abbiamo detto che il Napoli non aveva le coppe e l’Inter sì. Ecco, siamo arrivati a quel punto. È un effetto inevitabile.”
Se il Napoli non accorcia oggi sull’Inter, quando e dove, secondo lei, l’Inter potrebbe perdere punti?
“Io una giornata me la sono segnata: Bologna-Inter e Monza-Napoli: per me quella può essere una giornata chiave. Poi non dimentichiamo che devono andare a Roma. Io ho visto la voglia dei giallorossi in casa, secondo me difficilmente perderanno. Molto difficilmente. Ci sono delle giornate, ma questa non è una di quelle. Non è Bologna-Napoli la giornata in cui dobbiamo guadagnare punti sull’Inter. Poi, se ci riusciamo, sarà una grandissima cosa.”
C'è il ballottaggio tra Anguissa e Gilmour: chi schiererebbe?
“Secondo me Anguissa. Bisognerebbe andare sulle certezze.”
Manna è volato in Inghilterra: brama qualche calciatore in Premier League?
“Mi piacerebbe che Manna si fermasse a Roma e prendesse Zaccagni, mi piace molto. Se mi chiedi un nome in particolare — ovviamente senza andare su superstar, perché abbiamo il bilancio e tutto il resto — dico Zaccagni. Mi piacerebbe molto.”
Però Zaccagni andrebbe ad occupare lo slot già occupato da Neres, no?
“Sì, ma noi abbiamo bisogno di un’alternativa valida, perché non puoi affrontare un’intera stagione con un solo calciatore in quel ruolo. Quando abbiamo avuto la frenata? Quando sei rimasto senza Kvaratskhelia, poi Neres si è fatto male e non c’hai capito più niente. Devi avere la panchina lunga. Serviva un sostituto alla Kvara di turno, qualcuno che potesse reggere quando il titolare non c’è. E Zaccagni è una valida alternativa. Avresti risolto il mercato di gennaio con un solo nome. Se vogliamo essere un po’ maliziosi, era anche facilmente raggiungibile dal Napoli, visto il rapporto con Lotito e con il procuratore, che ha già diversi giocatori al Napoli. Penso che fosse assolutamente raggiungibile. Se avevi la possibilità di investire dei soldi, quello era il profilo giusto. Non parliamo di un top player straniero da 60 milioni. Sicuramente non prende 5-6 milioni netti l’anno. Magari ci avranno provato, magari Baroni non l’ha voluto cedere. Giustamente, magari. Però ecco, quelli sono i profili alla Napoli: concreti, funzionali, senza troppi fronzoli. Non faranno impazzire, ma servono.”
Qual è risultato minimo che Conte deve ottenere per dimostrare di valere l’ingaggio percepito?
“Deve arrivare tra le prime quattro. Solo così fa guadagnare 40 milioni alla società. Non puoi chiedere a un tecnico di vincere lo scudetto al primo anno, soprattutto se ha preso in mano una squadra devastata dalla passata stagione. Si poteva fare, certo, ma bisogna riequilibrare le aspettative. Per me, entrare tra le prime quattro è già un ottimo risultato. E questo è un esercizio di obiettività. Perché, se Conte fosse stato aiutato, magari oggi il Napoli era più avanti. Ma siccome la squadra è stata indebolita a stagione in corso, l’obiettivo resta quello iniziale: il posizionamento Champions. Per come si è mossa la società, l’obiettivo era ed è la Champions. In estate si è fatto un mercato da Champions, con investimenti importanti. A gennaio, invece, si è fatto un mercato pessimo, quindi non da scudettoIo non sono un fanatico estimatore di Antonio Conte, non mi importa nulla, ma se dobbiamo essere obiettivi, credo che fino a questo momento il suo lavoro lo stia facendo egregiamente".