A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto, in esclusiva radiofonica nazionale, Ivano Trotta, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Si è conclusa ieri la due giorni di Champions League, dal tracollo del Napoli ad una Juventus che non sta meglio: di fatto i bianconeri hanno addirittura meno punti in classifica dei partenopei: si aspetta un avvicendamento in panchina?
“Onestamente la situazione non è delle migliori. Però ieri ho visto qualcosa di diverso, anche se chiaramente giocare contro il Real Madrid non è semplice. Ho notato un piccolo cambiamento, soprattutto in Vlahovic: l’ho visto più dentro al gioco, più coinvolto. Io credo che Tudor avrà ancora qualche altra possibilità dopo la partita di ieri, ma se i risultati — al di là di un leggero miglioramento nel gioco — non dovessero arrivare, credo che a un certo punto l’esonero diventi inevitabile. In società come la Juve non c’è tutto questo tempo per aspettare: quando non arrivano risultati e crescita nel gioco, il cambio diventa obbligato".
Nel caso in cui dovesse verificarsi questo avvicendamento, ci sono liberi Luciano Spalletti e Mancini, oltre a Thiago Motta ancora sotto contratto. Che cosa potrebbe accadere in casa Juventus in caso di esonero?
“Spalletti potrebbe essere sicuramente una buona idea, nel senso che come allenatore ha esperienza e sa gestire piazze importanti come Roma e Napoli. Di conseguenza potrebbe adattarsi bene anche alla Juventus. Non credo, invece, a un ritorno di Thiago Motta, assolutamente no".
Gian Piero Gasperini, impegnato stasera in Europa League contro il Viktoria Plzen, ha dichiarato che ‘il calcio italiano è in difficoltà anche perché è presuntuoso’. Che cosa ne pensa di queste parole?
“Non so se si riferisse a qualcuno in particolare, ma non credo che il calcio italiano sia presuntuoso. In Europa ci sono altri modi di giocare che possono sembrare tali, ma dipende sempre da come si imposta una squadra. Se un allenatore insiste su un certo assetto tattico e la squadra non è in grado di interpretarlo, allora sì, può sembrare presunzione. Forse Gasperini intendeva questo: perseverare in un’idea di gioco anche quando i risultati non arrivano. L’anno scorso, ad esempio, Thiago Motta è stato criticato perché cambiava spesso formazione, anche quando le cose andavano bene. Ma non credo che ci sia più o meno presunzione in Italia rispetto ad altri Paesi. È semplicemente una questione di scelte tecniche".
Possiamo dire che senza Rrahmani, Lobotka e Lukaku il Napoli perde un po’ la sua spina dorsale?
“Sono tre giocatori che non si possono concedere a nessuno, contro nessuna squadra. Tuttavia, non credo che il problema delle ultime partite del Napoli sia solo questo. Lukaku, per esempio, manca da un po’, quindi magari ci si aspettava qualcosa in più da Lucca. Rrahmani, invece, è fondamentale: quando manca, la difesa balla di più. È chiaro che il suo apporto è determinante. Detto ciò, il Napoli ha una rosa ampia e competitiva, e queste assenze dovrebbero essere compensate da altri giocatori comunque importanti".
Conte, nella stessa frase dice che l’anno scorso erano pochi e ora sono troppi, e aggiunge che i napoletani non devono essere presi in giro…
“Allora, passo per passo. Sulla frase dei napoletani ‘presi in giro', sinceramente non ho ben capito a chi o a cosa si riferisse. Forse voleva dire che serve pazienza, che non bisogna drammatizzare. Ma le sue parole non mi sono sembrate chiarissime. Poi, è vero che l’anno scorso la rosa era corta e che questo è stato un limite, ma c’era solo una competizione da affrontare. Il Napoli ha vinto un campionato straordinario, e questo gli va riconosciuto. Oggi, con la Champions, la Coppa Italia e tanti impegni ravvicinati, la società ha accontentato il mister, che aveva espresso chiaramente la necessità di ampliare la rosa, altrimenti sarebbe andato via. Sono arrivati nove giocatori in più: è normale che serva tempo per inserirli. Non me la sento di dare contro alla società, perché ha fatto ciò che Conte chiedeva. Se questi ragazzi non sono ancora al passo con i titolari, è compito dell’allenatore e del suo staff portarli al livello giusto. Per questo dico che Conte debba guardare anche il bicchiere mezzo pieno: il Napoli ha margini di crescita ed il mister, secondo me, è l’unico in grado di gestire una situazione del genere. È un allenatore fortissimo e saprà uscire anche da momenti difficili come il 6-2 in Champions o la sconfitta con il Torino".
Senza mercato, Conte sarebbe andato via?
“Sì, ma non parlerei di ricatto, bensì di condivisione di idee. Dopo la vittoria dello scudetto, il presidente si è reso conto che la squadra andava rinforzata. Magari in passato non lo aveva fatto in modo così importante, ma quest’anno sì, perché voleva che il Napoli fosse competitivo anche in Champions e nelle altre competizioni. È stata una scelta comune, fatta per mantenere il Napoli forte e competitivo, in Italia e in Europa".
di Napoli Magazine
23/10/2025 - 11:26
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto, in esclusiva radiofonica nazionale, Ivano Trotta, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Si è conclusa ieri la due giorni di Champions League, dal tracollo del Napoli ad una Juventus che non sta meglio: di fatto i bianconeri hanno addirittura meno punti in classifica dei partenopei: si aspetta un avvicendamento in panchina?
“Onestamente la situazione non è delle migliori. Però ieri ho visto qualcosa di diverso, anche se chiaramente giocare contro il Real Madrid non è semplice. Ho notato un piccolo cambiamento, soprattutto in Vlahovic: l’ho visto più dentro al gioco, più coinvolto. Io credo che Tudor avrà ancora qualche altra possibilità dopo la partita di ieri, ma se i risultati — al di là di un leggero miglioramento nel gioco — non dovessero arrivare, credo che a un certo punto l’esonero diventi inevitabile. In società come la Juve non c’è tutto questo tempo per aspettare: quando non arrivano risultati e crescita nel gioco, il cambio diventa obbligato".
Nel caso in cui dovesse verificarsi questo avvicendamento, ci sono liberi Luciano Spalletti e Mancini, oltre a Thiago Motta ancora sotto contratto. Che cosa potrebbe accadere in casa Juventus in caso di esonero?
“Spalletti potrebbe essere sicuramente una buona idea, nel senso che come allenatore ha esperienza e sa gestire piazze importanti come Roma e Napoli. Di conseguenza potrebbe adattarsi bene anche alla Juventus. Non credo, invece, a un ritorno di Thiago Motta, assolutamente no".
Gian Piero Gasperini, impegnato stasera in Europa League contro il Viktoria Plzen, ha dichiarato che ‘il calcio italiano è in difficoltà anche perché è presuntuoso’. Che cosa ne pensa di queste parole?
“Non so se si riferisse a qualcuno in particolare, ma non credo che il calcio italiano sia presuntuoso. In Europa ci sono altri modi di giocare che possono sembrare tali, ma dipende sempre da come si imposta una squadra. Se un allenatore insiste su un certo assetto tattico e la squadra non è in grado di interpretarlo, allora sì, può sembrare presunzione. Forse Gasperini intendeva questo: perseverare in un’idea di gioco anche quando i risultati non arrivano. L’anno scorso, ad esempio, Thiago Motta è stato criticato perché cambiava spesso formazione, anche quando le cose andavano bene. Ma non credo che ci sia più o meno presunzione in Italia rispetto ad altri Paesi. È semplicemente una questione di scelte tecniche".
Possiamo dire che senza Rrahmani, Lobotka e Lukaku il Napoli perde un po’ la sua spina dorsale?
“Sono tre giocatori che non si possono concedere a nessuno, contro nessuna squadra. Tuttavia, non credo che il problema delle ultime partite del Napoli sia solo questo. Lukaku, per esempio, manca da un po’, quindi magari ci si aspettava qualcosa in più da Lucca. Rrahmani, invece, è fondamentale: quando manca, la difesa balla di più. È chiaro che il suo apporto è determinante. Detto ciò, il Napoli ha una rosa ampia e competitiva, e queste assenze dovrebbero essere compensate da altri giocatori comunque importanti".
Conte, nella stessa frase dice che l’anno scorso erano pochi e ora sono troppi, e aggiunge che i napoletani non devono essere presi in giro…
“Allora, passo per passo. Sulla frase dei napoletani ‘presi in giro', sinceramente non ho ben capito a chi o a cosa si riferisse. Forse voleva dire che serve pazienza, che non bisogna drammatizzare. Ma le sue parole non mi sono sembrate chiarissime. Poi, è vero che l’anno scorso la rosa era corta e che questo è stato un limite, ma c’era solo una competizione da affrontare. Il Napoli ha vinto un campionato straordinario, e questo gli va riconosciuto. Oggi, con la Champions, la Coppa Italia e tanti impegni ravvicinati, la società ha accontentato il mister, che aveva espresso chiaramente la necessità di ampliare la rosa, altrimenti sarebbe andato via. Sono arrivati nove giocatori in più: è normale che serva tempo per inserirli. Non me la sento di dare contro alla società, perché ha fatto ciò che Conte chiedeva. Se questi ragazzi non sono ancora al passo con i titolari, è compito dell’allenatore e del suo staff portarli al livello giusto. Per questo dico che Conte debba guardare anche il bicchiere mezzo pieno: il Napoli ha margini di crescita ed il mister, secondo me, è l’unico in grado di gestire una situazione del genere. È un allenatore fortissimo e saprà uscire anche da momenti difficili come il 6-2 in Champions o la sconfitta con il Torino".
Senza mercato, Conte sarebbe andato via?
“Sì, ma non parlerei di ricatto, bensì di condivisione di idee. Dopo la vittoria dello scudetto, il presidente si è reso conto che la squadra andava rinforzata. Magari in passato non lo aveva fatto in modo così importante, ma quest’anno sì, perché voleva che il Napoli fosse competitivo anche in Champions e nelle altre competizioni. È stata una scelta comune, fatta per mantenere il Napoli forte e competitivo, in Italia e in Europa".