Alessandro Buongiorno, difensore dell'Italia e del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Vivo Azzurro TV durante il ritiro della Nazionale Italiana per le sfide di Nations League disputate: "Rappresentare la maglia azzurra è un onore e un sogno. Ho sempre fatto l'album delle figurine che i miei nonni mi compravano quando ero piccolino, vedi quei calciatori come degli eroi e quando vidi la mia prima figurina mi emozionai. Speravo di poter arrivare a essere uno di quei calciatori che finisce sugli album dei calciatori e ce l'ho fatta. La primissima esperienza fatta è stata in porta, poi mia mamma aveva paura che prendessi freddo in porta e mi hanno spostato in difesa dove ho continuato a giocare e non ho più smesso. Studiare è importante, sono sempre andato bene a scuola e facevo anche le 2-3 di notte per studiare. Mi sono diplomato e poi ho deciso di continuare con triennale e magistrale in Management dello Sport. Studiare aiuta nella velocità di pensiero in campo e anche nella vita. Stare vicino ai bambini meno fortunati è una cosa che mi piace fare, girando negli ospedali e nelle associazioni ho capito che a volte ci preoccupiamo di tante cose inutili, mentre questi ragazzi riescono a sorridere anche per le piccole cose. A volte andavo a trovarli per potergli strappare un sorriso, ma finiva sempre che erano loro a insegnare qualcosa a me. La convocazione in Nazionale? Ero in vacanza in Spagna, feci uno scherzo ai miei amici dicendo che ero stato convocato e incredibilmente il giorno dopo è successo davvero".
di Napoli Magazine
25/09/2024 - 13:48
Alessandro Buongiorno, difensore dell'Italia e del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Vivo Azzurro TV durante il ritiro della Nazionale Italiana per le sfide di Nations League disputate: "Rappresentare la maglia azzurra è un onore e un sogno. Ho sempre fatto l'album delle figurine che i miei nonni mi compravano quando ero piccolino, vedi quei calciatori come degli eroi e quando vidi la mia prima figurina mi emozionai. Speravo di poter arrivare a essere uno di quei calciatori che finisce sugli album dei calciatori e ce l'ho fatta. La primissima esperienza fatta è stata in porta, poi mia mamma aveva paura che prendessi freddo in porta e mi hanno spostato in difesa dove ho continuato a giocare e non ho più smesso. Studiare è importante, sono sempre andato bene a scuola e facevo anche le 2-3 di notte per studiare. Mi sono diplomato e poi ho deciso di continuare con triennale e magistrale in Management dello Sport. Studiare aiuta nella velocità di pensiero in campo e anche nella vita. Stare vicino ai bambini meno fortunati è una cosa che mi piace fare, girando negli ospedali e nelle associazioni ho capito che a volte ci preoccupiamo di tante cose inutili, mentre questi ragazzi riescono a sorridere anche per le piccole cose. A volte andavo a trovarli per potergli strappare un sorriso, ma finiva sempre che erano loro a insegnare qualcosa a me. La convocazione in Nazionale? Ero in vacanza in Spagna, feci uno scherzo ai miei amici dicendo che ero stato convocato e incredibilmente il giorno dopo è successo davvero".