A MENTE FREDDA
A MENTE FREDDA - Sibilla su "NM": "Milik va lasciato in pace, Sarri pure, e sul Club..."
26.02.2019 01:05 di Napoli Magazine

NAPOLI - Cominciamo da Goran Pandev: da oggi è cittadino italiano, anzi, napoletano (credo). Gli vogliamo ancora più bene, lo stimiamo ancora di più e sarebbe bello trovargli anche un bel nome, tipicamente partenopeo.

 

Continuiamo con Donna Marella Caracciolo di Castagneto, NobilDonna Napoletana, consorte dell’Avvocato (Gianni Agnelli, ndr). Icona immortale di eleganza, bellezza e signorilità, ha saputo vivere il suo ruolo (difficilissimo e pieno di momenti bui) con grande discrezione e sobrietà, una vera first lady, un esempio inimitabile, purtroppo…

 

Facebook, domenica scorsa, mi ha “ricordato” cosa scrivevo giusto un anno prima. Commentavo la sconfitta del Benevento a Milano, contro un’Inter brutta, cui fu spianata la strada da un pessimo arbitraggio, quello di Pairetto jr. (un nome, una famiglia, una garanzia…). Ricordo benissimo quella gara, sulla quale pesarono l’eccessivo riguardo (la sudditanza psicologica...) nei confronti del gioco più che maschio dei nerazzurri (ne fece le spese Sandro dopo un’entrata killer di Gagliardini) e la “solita” disattenzione su un rigore per i sanniti grosso quanto il Duomo di Milano, sul quale la VAR fu completamente dimenticata.

 

Quella stessa VAR che è stata la “prima donna” in Fiorentina-Inter che, obiettivamente, ha penalizzato i nerazzurri che però, non avevano bisogno di quelle dichiarazioni dei signori Marotta Giuseppe e Spalletti Luciano.

 

Il primo: forse dovrebbe ricordare cosa diceva fino a qualche mese fa quando era in forze alla Juventus (vi risparmio l’elenco, sarebbe troppo lungo).

 

Il secondo: dopo quella gara, ovviamente, l’arbitro non aveva condizionato la partita (quasi dimenticavo il rosso a Viola), tantomeno accusò lo studio del “Club di SKY” di faziosità (ma Bergomi e Cambiasso per chi tifano?).

 

In effetti, la memoria nel calcio è merce molto rara.

 

Ricordate il famoso gol di Muntari in Milan-Juventus? Ricordate cosa disse l’allora allenatore rossonero? Si, era Allegri, così come Gagliardini, che indicava, furioso, ad Abisso, le immagini che mostravano l’inesistenza del rigore che ha risolto la partita, è lo stesso che stese Sandro il 24 febbraio di un anno fa e la fece franca.

 

E se tra Milano e Torino la memoria latita, a Napoli è almeno ad intermittenza, modello “faro” (siamo o non siamo una città di mare?), un po’ come la classe di Milik: si accende e si spegne, secondo tifosi, semplici appassionati e addetti ai lavori a vario titolo. Resto fermo sulle mie convinzioni: lasciamolo giocare in pace, è giovane, non sarà mai un fuoriclasse ma sta dimostrando di meritare la maglia azzurra.

 

A proposito di giovani promettenti. Andrò controcorrente ma sono deluso da Zielinski. Sarri, in fondo, aveva ragione: quando si convincerà di essere un grandissimo giocatore diventerà tra i più forti al mondo. Ora che Marekse n’è andato e non ritorna più”, Piotr sembra essersi risvegliato da un lungo torpore. Meglio tardi che mai, peccato però, avrebbe potuto e dovuto farlo prima. Quando c’era Marek.

 

E chiudiamo proprio con Sarri. Non entro nel merito della diatriba con Kepa, ma sulle polemiche divampate dopo la finale con il City che, dopo quanto accaduto, sono normali. Trovo invece disgustoso, chi gode delle altrui disgrazie. Si commenta da solo.

 

Sarri, purtroppo, ha due grandi difetti: non è organico al sistema e “puzzadi sudore, quanto quello che ha versato (tanto) per affermarsi in un mondo e in un momento storico in cui il merito fatica ad e emergere e ad affermarsi.

 

Ma meno male che Carletto c’è!

 

Alla prossima…

 

P.S.: non ho parlato della partita con la Juventus. Non sarà mai una partita normale e per questo spero lo sia anche di pubblico.

 

 

 

Michele Sibilla

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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A MENTE FREDDA - Sibilla su "NM": "Milik va lasciato in pace, Sarri pure, e sul Club..."

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26/02/2024 - 01:05

NAPOLI - Cominciamo da Goran Pandev: da oggi è cittadino italiano, anzi, napoletano (credo). Gli vogliamo ancora più bene, lo stimiamo ancora di più e sarebbe bello trovargli anche un bel nome, tipicamente partenopeo.

 

Continuiamo con Donna Marella Caracciolo di Castagneto, NobilDonna Napoletana, consorte dell’Avvocato (Gianni Agnelli, ndr). Icona immortale di eleganza, bellezza e signorilità, ha saputo vivere il suo ruolo (difficilissimo e pieno di momenti bui) con grande discrezione e sobrietà, una vera first lady, un esempio inimitabile, purtroppo…

 

Facebook, domenica scorsa, mi ha “ricordato” cosa scrivevo giusto un anno prima. Commentavo la sconfitta del Benevento a Milano, contro un’Inter brutta, cui fu spianata la strada da un pessimo arbitraggio, quello di Pairetto jr. (un nome, una famiglia, una garanzia…). Ricordo benissimo quella gara, sulla quale pesarono l’eccessivo riguardo (la sudditanza psicologica...) nei confronti del gioco più che maschio dei nerazzurri (ne fece le spese Sandro dopo un’entrata killer di Gagliardini) e la “solita” disattenzione su un rigore per i sanniti grosso quanto il Duomo di Milano, sul quale la VAR fu completamente dimenticata.

 

Quella stessa VAR che è stata la “prima donna” in Fiorentina-Inter che, obiettivamente, ha penalizzato i nerazzurri che però, non avevano bisogno di quelle dichiarazioni dei signori Marotta Giuseppe e Spalletti Luciano.

 

Il primo: forse dovrebbe ricordare cosa diceva fino a qualche mese fa quando era in forze alla Juventus (vi risparmio l’elenco, sarebbe troppo lungo).

 

Il secondo: dopo quella gara, ovviamente, l’arbitro non aveva condizionato la partita (quasi dimenticavo il rosso a Viola), tantomeno accusò lo studio del “Club di SKY” di faziosità (ma Bergomi e Cambiasso per chi tifano?).

 

In effetti, la memoria nel calcio è merce molto rara.

 

Ricordate il famoso gol di Muntari in Milan-Juventus? Ricordate cosa disse l’allora allenatore rossonero? Si, era Allegri, così come Gagliardini, che indicava, furioso, ad Abisso, le immagini che mostravano l’inesistenza del rigore che ha risolto la partita, è lo stesso che stese Sandro il 24 febbraio di un anno fa e la fece franca.

 

E se tra Milano e Torino la memoria latita, a Napoli è almeno ad intermittenza, modello “faro” (siamo o non siamo una città di mare?), un po’ come la classe di Milik: si accende e si spegne, secondo tifosi, semplici appassionati e addetti ai lavori a vario titolo. Resto fermo sulle mie convinzioni: lasciamolo giocare in pace, è giovane, non sarà mai un fuoriclasse ma sta dimostrando di meritare la maglia azzurra.

 

A proposito di giovani promettenti. Andrò controcorrente ma sono deluso da Zielinski. Sarri, in fondo, aveva ragione: quando si convincerà di essere un grandissimo giocatore diventerà tra i più forti al mondo. Ora che Marekse n’è andato e non ritorna più”, Piotr sembra essersi risvegliato da un lungo torpore. Meglio tardi che mai, peccato però, avrebbe potuto e dovuto farlo prima. Quando c’era Marek.

 

E chiudiamo proprio con Sarri. Non entro nel merito della diatriba con Kepa, ma sulle polemiche divampate dopo la finale con il City che, dopo quanto accaduto, sono normali. Trovo invece disgustoso, chi gode delle altrui disgrazie. Si commenta da solo.

 

Sarri, purtroppo, ha due grandi difetti: non è organico al sistema e “puzzadi sudore, quanto quello che ha versato (tanto) per affermarsi in un mondo e in un momento storico in cui il merito fatica ad e emergere e ad affermarsi.

 

Ma meno male che Carletto c’è!

 

Alla prossima…

 

P.S.: non ho parlato della partita con la Juventus. Non sarà mai una partita normale e per questo spero lo sia anche di pubblico.

 

 

 

Michele Sibilla

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com