A MENTE FREDDA
A MENTE FREDDA - Sibilla su "NM": "Non era meglio dimostrare che la sacrosanta lotta contro il razzismo la si deve fare anche facendo partecipare chi non è d’accordo?"
15.10.2018 21:48 di Napoli Magazine

NAPOLI - Dopo una settimana di pausa torna la nostra riflessione del lunedì.

 

Non parleremo del Napoli stavolta, ma della vicenda di Titty Astarita la capitana della squadra femminile dell’AfroNapoli United che ha fatto il “giro d’Italia” in men che non si dica, diventando un caso che, oramai, di sportivo, purtroppo, non ha più nulla.

 

Forse proprio per questo motivo qualche riflessione o spunto di pacata discussione, possiamo provare a farli.

 

Premesso che tutti sanno che la società AfroNapoli ha una funzione che va ben al di là dello sport, calciatori e calciatrici compresi, sarebbe interessante sapere se c’è un codice etico che le atlete (ma anche gli atleti) devono sottoscrivere al momento dell’ingaggio. Perché delle due l’una: se non c’è, non è corretto chiedere di rinunciare alla vita di tutti i giorni, compresa una candidatura politica non gradita, se c’è al contrario ed è stato sottoscritto, allora tutto cambia.

 

Intanto, la “capitanaribadisce di non essere razzista (e fino a prova contraria dobbiamo crederle), ma quello che sorprende di più è la ferma solidarietà incassata dal resto della squadra, comprese le calciatrici extracomunitarie, sfociata in un vero e proprio ammutinamento che ha impedito alla squadra di scendere in campo con il conseguente ritiro dal campionato.

 

Ma con quale motivazione?

 

Semplice, logica e forse, a causa di questo travagliato e confuso momento storico, inaspettata e paradossale: la politica deve restare fuori dallo sport.

 

E allora, se tutte le ragazze (bianche e nere, italiane e non) erano d’accordo, non sarebbe stato meglio ragionare, discutere e prendere una decisione con un pizzico di buon senso? Non sarebbe stato meglio assecondare la volontà di un gruppo unito, voglio immaginare, ben al di là dell’impresa sportiva, ma davvero per un nobile intento di vera integrazione? Non sarebbe stato meglio, casomai, dimostrare con i fatti che esiste una politica che davvero mette al centro l’uomo in quanto tale e non un’idea che per quanto bella e nobile, è sempre soggettiva? Non era meglio dimostrare che la sacrosanta lotta contro il razzismo la si deve fare anche facendo partecipare chi non è d’accordo, chi ha dei dubbi, ma senza imporreuna idea” (Petisso, cit.)?

 

Ma forse la risposta l’abbiamo già data. In realtà l’AfroNapoli United, con tutte le straordinarie culture che si porta dietro, Titty Astarita, Antonio Gargiulo, Sow Hamath e Watt Samba Babaly sono finiti tutti in un gioco molto più grande di una “partita di pallone”, risucchiati in quel vortice impazzito che è l’Italia in questo momento.

 

Ma a proposito di sport e integrazione, avete visto come sono belle (e forti) le nostre ragazze del Volley? Avete visto quanto è bella Paola Egonu, con la sua pelle d’ebano e l’accento veneto?

 

E avete visto la Nazionale? Avete visto che bella partita ha giocato “il Magnifico” e anche Jorginho (che resterà per sempre nei nostri cuori...)? E forse non è un caso che sia arrivata anche la prima vittoria.

 

Alla prossima...

 

 

Michele Sibilla

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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15/10/2024 - 21:48

NAPOLI - Dopo una settimana di pausa torna la nostra riflessione del lunedì.

 

Non parleremo del Napoli stavolta, ma della vicenda di Titty Astarita la capitana della squadra femminile dell’AfroNapoli United che ha fatto il “giro d’Italia” in men che non si dica, diventando un caso che, oramai, di sportivo, purtroppo, non ha più nulla.

 

Forse proprio per questo motivo qualche riflessione o spunto di pacata discussione, possiamo provare a farli.

 

Premesso che tutti sanno che la società AfroNapoli ha una funzione che va ben al di là dello sport, calciatori e calciatrici compresi, sarebbe interessante sapere se c’è un codice etico che le atlete (ma anche gli atleti) devono sottoscrivere al momento dell’ingaggio. Perché delle due l’una: se non c’è, non è corretto chiedere di rinunciare alla vita di tutti i giorni, compresa una candidatura politica non gradita, se c’è al contrario ed è stato sottoscritto, allora tutto cambia.

 

Intanto, la “capitanaribadisce di non essere razzista (e fino a prova contraria dobbiamo crederle), ma quello che sorprende di più è la ferma solidarietà incassata dal resto della squadra, comprese le calciatrici extracomunitarie, sfociata in un vero e proprio ammutinamento che ha impedito alla squadra di scendere in campo con il conseguente ritiro dal campionato.

 

Ma con quale motivazione?

 

Semplice, logica e forse, a causa di questo travagliato e confuso momento storico, inaspettata e paradossale: la politica deve restare fuori dallo sport.

 

E allora, se tutte le ragazze (bianche e nere, italiane e non) erano d’accordo, non sarebbe stato meglio ragionare, discutere e prendere una decisione con un pizzico di buon senso? Non sarebbe stato meglio assecondare la volontà di un gruppo unito, voglio immaginare, ben al di là dell’impresa sportiva, ma davvero per un nobile intento di vera integrazione? Non sarebbe stato meglio, casomai, dimostrare con i fatti che esiste una politica che davvero mette al centro l’uomo in quanto tale e non un’idea che per quanto bella e nobile, è sempre soggettiva? Non era meglio dimostrare che la sacrosanta lotta contro il razzismo la si deve fare anche facendo partecipare chi non è d’accordo, chi ha dei dubbi, ma senza imporreuna idea” (Petisso, cit.)?

 

Ma forse la risposta l’abbiamo già data. In realtà l’AfroNapoli United, con tutte le straordinarie culture che si porta dietro, Titty Astarita, Antonio Gargiulo, Sow Hamath e Watt Samba Babaly sono finiti tutti in un gioco molto più grande di una “partita di pallone”, risucchiati in quel vortice impazzito che è l’Italia in questo momento.

 

Ma a proposito di sport e integrazione, avete visto come sono belle (e forti) le nostre ragazze del Volley? Avete visto quanto è bella Paola Egonu, con la sua pelle d’ebano e l’accento veneto?

 

E avete visto la Nazionale? Avete visto che bella partita ha giocato “il Magnifico” e anche Jorginho (che resterà per sempre nei nostri cuori...)? E forse non è un caso che sia arrivata anche la prima vittoria.

 

Alla prossima...

 

 

Michele Sibilla

 

Napoli Magazine 

 

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