Attualità
L'INIZIATIVA - Mini satelliti su piccoli di tartarughe: la nuova frontiera nel monitoraggio della Caretta Caretta
20.06.2025 10:47 di Napoli Magazine

Al Centro Ricerche Tartarughe Marine di Portici (NA) della Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN), per la prima volta in Italia, piccoli esemplari di tartaruga marina Caretta caretta saranno monitorati tramite trasmettitori satellitari miniaturizzati a energia solare. I dispositivi, grandi quanto una moneta e dal peso inferiore ai 3 grammi (meno dell’1% del peso corporeo delle tartarughe), consentiranno di tracciare i loro spostamenti in mare, valutare la sopravvivenza e identificare le aree nursery del Mar Mediterraneo occidentale.

In particolare, 20 dei 28 giovani esemplari, allevati per un anno fino al raggiungimento di circa 800 g di peso e provenienti da 6 nidi della Campania schiusi tra luglio e settembre 2024, saranno rilasciati il 25 giugno prossimo nelle acque antistanti l’Isola di Ventotene.

L’iniziativa rappresenta un passo cruciale del progetto LIFE TURTLENEST, co-finanziato dall'Unione Europea e coordinato da Legambiente, che mira alla conservazione della specie e alla riduzione dell’impatto antropico nei siti di nidificazione del Mediterraneo occidentale.

Un laboratorio di innovazione: il programma di head-starting

Per aumentare le probabilità di sopravvivenza delle giovani tartarughe marine, il progetto ha introdotto anche in Italia la strategia dell’head-starting, un programma di allevamento in cattività per i primi mesi di vita, ispirato a modelli già consolidati in Spagna. Le attività sono iniziate nel giugno 2023 con una ricerca scientifica sui protocolli europei, seguita da visite tecniche presso i centri CRAM e Oceanogràfic grazie alla collaborazione con gli atenei spagnoli Universitat De Barcelona (UB) e Fundacio Universitaria Balmes  (UVIC-UCC).

Nel 2024, la SZN ha progettato e attrezzato la prima struttura italiana per l’head-starting. Ad inizio del 2025 è stata installata la prima incubatrice artificiale presso il Turtle Point, a supporto della gestione dei nidi in situazioni critiche o a fine stagione. I piccoli  sono stati accolti nella nursery, dotata di vasche e sistemi di supporto vitale, poi sostituiti da un moderno impianto di acquacoltura a ricircolo (RAS).

Tartarughe “atlete”: test di nuoto per valutare benessere e consumi energetici

Tra le attività sperimentali di maggiore rilevanza, figurano i test di nuoto controllato. A partire dal secondo mese di vita, i giovani esemplari di tartarughe sono stati inseriti in un mini canale sperimentale con corrente a 8 cm/sec per 30 minuti al giorno. I ricercatori hanno monitorato la frequenza respiratoria, la durata del nuoto continuo e la forza esercitata, misurata con una cella di carico. A inizio giugno 2025, è seguita una nuova fase sperimentale per verificare l’impatto energetico dei trasmettitori satellitari: le tartarughe hanno nuotato in canale con e senza il tag, per verificare che l’applicazione dei microtag satellitari non gli impediscano di muoversi adeguatamente.

Spiega Sandra Hochscheid, primo ricercatore Dipartimento di Conservazione Animali Marini e Public Engagement: “E’ la prima volta in assoluto che in Italia si liberano giovani tartarughe con applicati mini tag satellitari sul carapace per seguirli nella loro vita in mare. Ci auguriamo di identificare le loro aree di alimentazione e sviluppo delle quali non si sa ancora niente. L’obiettivo è di recuperare dati idonei a disegnare piani di conservazioni adatti a questo delicato stadio di vita delle tartarughe marine”.

"Con LIFE Turtlenest  - dichiara Stefano Di Marco, Coordinatore dell'Ufficio Progetti di LEgambiente e Project Manager del LIFE Turtlenest -introduciamo in Italia una tecnologia innovativa: micro-trasmettitori satellitari applicati a giovani esemplari di Caretta caretta. È una svolta nella conservazione della specie. I dati raccolti ci permetteranno, per la prima volta, di individuare le aree di crescita e alimentazione nel Mediterraneo occidentale, finora sconosciute. Questo significa poter pianificare azioni concrete e mirate anche a mare: protezione di habitat chiave, gestione più efficace delle aree marine protette e strategie di conservazione basate su evidenze scientifiche. Non è solo ricerca: è futuro operativo per la tutela delle tartarughe marine."

La liberazione dei piccoli a Ventotene

Il rilascio dei piccoli avverrà in collaborazione con l'Area Marina Protetta Isole di Ventotene e S. Stefano, con l'Ufficio Locale Marittimo della Guardia Costiera di Ventotene e con l’Ufficio Circondariale Marittimo Guardia Costiera di Ponza  TV CP Dario Nicosia. I giovani esemplari, equipaggiati  con i mini tag satellitari saranno “accompagnati” da boe “drifter”, dalla forma e dimensione di un frisbee, che saranno trasportate dalle correnti superficiali e tracciate tramite il sistema satellitare Iridium. Confrontando le rotte dei drifter e quelle delle tartarughe sarà possibile determinare quanto le correnti influenzano la dispersione dei giovani nel mare e quanto invece sono capaci di nuotare e direzionarsi indipendentemente dalle correnti.

Per Erik van Sebille, Docente di oceanografia e Public Engagement presso l'Università di Utrecht: “Questa è un’ottima opportunità per ridistribuire i nostri drifter Stokes. In precedenza li avevamo utilizzati nel Mare del Nord per tracciare i rifiuti di plastica, e molti di essi erano stati ritrovati da persone che li avevano avvistati sulle spiagge. In questo secondo esperimento, spero che i drifter ci forniscano innanzitutto molti dati utili, e che poi vengano ritrovati e restituiti nuovamente sulle spiagge italiane. In questo modo, possiamo ottenere un grande impatto a basso costo ambientale.”

Antonio Romano, Direttore dell’Area Marina Protetta delle Isole di Ventotene e Santo Stefano esprime: “grandissima soddisfazione per questa giornata di ricerca scientifica, divulgazione e sensibilizzazione che si affianca alla collaborazione con il Turtle Point della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli che da anni sulla base di un protocollo d’intesa con l’AMP conduce programmi di monitoraggio per valutare lo stato, la distribuzione e il comportamento delle tartarughe marine nelle acque circostanti le nostre isole. Queste iniziative che rappresentano un virtuoso esempio di collaborazione tra Guardia Costiera, Aree marine protette, Enti di Ricerca ed Associazioni del Territorio”.

“L'Ufficio Circondariale Marittimo di Ponza e l'Ufficio Locale di Ventotene – spiega TV CP Dario Nicosia dell’Ufficio Circondariale Marittimo Guardia Costiera di Ponza - sono orgogliosi di prendere parte a questa iniziativa che unisce ricerca scientifica, impegno ambientalista e operatività sul territorio. L'azione della Guardia Costiera va ben oltre l'attività di controllo e la sorveglianza nelle Aree marine protette: ci sentiamo parte attiva di un sistema che lavora ogni giorno per la tutela dell’ambiente marino e costiero, principio consolidato nella Costituzione da oltre 3 anni. Progetti come questo, oltre a rappresentare un’occasione concreta per dimostrare che fare rete funziona, sono un volano di sviluppo per le nostre comunità insulari”.

 

IL PROGETTO LIFE TURTLENEST 

Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di informazione e sensibilizzazione. Oltre al coordinatore Legambiente, partecipano al progetto europeo la Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; Università La Sapienza di Roma; Università di Barcellona; BETA Technological Centre (UVic-UCC); ENCI; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Regione Lazio, Agenzie per la protezione ambientale della Toscana. Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrà nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna, Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.  

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L'INIZIATIVA - Mini satelliti su piccoli di tartarughe: la nuova frontiera nel monitoraggio della Caretta Caretta

di Napoli Magazine

20/06/2025 - 10:47

Al Centro Ricerche Tartarughe Marine di Portici (NA) della Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN), per la prima volta in Italia, piccoli esemplari di tartaruga marina Caretta caretta saranno monitorati tramite trasmettitori satellitari miniaturizzati a energia solare. I dispositivi, grandi quanto una moneta e dal peso inferiore ai 3 grammi (meno dell’1% del peso corporeo delle tartarughe), consentiranno di tracciare i loro spostamenti in mare, valutare la sopravvivenza e identificare le aree nursery del Mar Mediterraneo occidentale.

In particolare, 20 dei 28 giovani esemplari, allevati per un anno fino al raggiungimento di circa 800 g di peso e provenienti da 6 nidi della Campania schiusi tra luglio e settembre 2024, saranno rilasciati il 25 giugno prossimo nelle acque antistanti l’Isola di Ventotene.

L’iniziativa rappresenta un passo cruciale del progetto LIFE TURTLENEST, co-finanziato dall'Unione Europea e coordinato da Legambiente, che mira alla conservazione della specie e alla riduzione dell’impatto antropico nei siti di nidificazione del Mediterraneo occidentale.

Un laboratorio di innovazione: il programma di head-starting

Per aumentare le probabilità di sopravvivenza delle giovani tartarughe marine, il progetto ha introdotto anche in Italia la strategia dell’head-starting, un programma di allevamento in cattività per i primi mesi di vita, ispirato a modelli già consolidati in Spagna. Le attività sono iniziate nel giugno 2023 con una ricerca scientifica sui protocolli europei, seguita da visite tecniche presso i centri CRAM e Oceanogràfic grazie alla collaborazione con gli atenei spagnoli Universitat De Barcelona (UB) e Fundacio Universitaria Balmes  (UVIC-UCC).

Nel 2024, la SZN ha progettato e attrezzato la prima struttura italiana per l’head-starting. Ad inizio del 2025 è stata installata la prima incubatrice artificiale presso il Turtle Point, a supporto della gestione dei nidi in situazioni critiche o a fine stagione. I piccoli  sono stati accolti nella nursery, dotata di vasche e sistemi di supporto vitale, poi sostituiti da un moderno impianto di acquacoltura a ricircolo (RAS).

Tartarughe “atlete”: test di nuoto per valutare benessere e consumi energetici

Tra le attività sperimentali di maggiore rilevanza, figurano i test di nuoto controllato. A partire dal secondo mese di vita, i giovani esemplari di tartarughe sono stati inseriti in un mini canale sperimentale con corrente a 8 cm/sec per 30 minuti al giorno. I ricercatori hanno monitorato la frequenza respiratoria, la durata del nuoto continuo e la forza esercitata, misurata con una cella di carico. A inizio giugno 2025, è seguita una nuova fase sperimentale per verificare l’impatto energetico dei trasmettitori satellitari: le tartarughe hanno nuotato in canale con e senza il tag, per verificare che l’applicazione dei microtag satellitari non gli impediscano di muoversi adeguatamente.

Spiega Sandra Hochscheid, primo ricercatore Dipartimento di Conservazione Animali Marini e Public Engagement: “E’ la prima volta in assoluto che in Italia si liberano giovani tartarughe con applicati mini tag satellitari sul carapace per seguirli nella loro vita in mare. Ci auguriamo di identificare le loro aree di alimentazione e sviluppo delle quali non si sa ancora niente. L’obiettivo è di recuperare dati idonei a disegnare piani di conservazioni adatti a questo delicato stadio di vita delle tartarughe marine”.

"Con LIFE Turtlenest  - dichiara Stefano Di Marco, Coordinatore dell'Ufficio Progetti di LEgambiente e Project Manager del LIFE Turtlenest -introduciamo in Italia una tecnologia innovativa: micro-trasmettitori satellitari applicati a giovani esemplari di Caretta caretta. È una svolta nella conservazione della specie. I dati raccolti ci permetteranno, per la prima volta, di individuare le aree di crescita e alimentazione nel Mediterraneo occidentale, finora sconosciute. Questo significa poter pianificare azioni concrete e mirate anche a mare: protezione di habitat chiave, gestione più efficace delle aree marine protette e strategie di conservazione basate su evidenze scientifiche. Non è solo ricerca: è futuro operativo per la tutela delle tartarughe marine."

La liberazione dei piccoli a Ventotene

Il rilascio dei piccoli avverrà in collaborazione con l'Area Marina Protetta Isole di Ventotene e S. Stefano, con l'Ufficio Locale Marittimo della Guardia Costiera di Ventotene e con l’Ufficio Circondariale Marittimo Guardia Costiera di Ponza  TV CP Dario Nicosia. I giovani esemplari, equipaggiati  con i mini tag satellitari saranno “accompagnati” da boe “drifter”, dalla forma e dimensione di un frisbee, che saranno trasportate dalle correnti superficiali e tracciate tramite il sistema satellitare Iridium. Confrontando le rotte dei drifter e quelle delle tartarughe sarà possibile determinare quanto le correnti influenzano la dispersione dei giovani nel mare e quanto invece sono capaci di nuotare e direzionarsi indipendentemente dalle correnti.

Per Erik van Sebille, Docente di oceanografia e Public Engagement presso l'Università di Utrecht: “Questa è un’ottima opportunità per ridistribuire i nostri drifter Stokes. In precedenza li avevamo utilizzati nel Mare del Nord per tracciare i rifiuti di plastica, e molti di essi erano stati ritrovati da persone che li avevano avvistati sulle spiagge. In questo secondo esperimento, spero che i drifter ci forniscano innanzitutto molti dati utili, e che poi vengano ritrovati e restituiti nuovamente sulle spiagge italiane. In questo modo, possiamo ottenere un grande impatto a basso costo ambientale.”

Antonio Romano, Direttore dell’Area Marina Protetta delle Isole di Ventotene e Santo Stefano esprime: “grandissima soddisfazione per questa giornata di ricerca scientifica, divulgazione e sensibilizzazione che si affianca alla collaborazione con il Turtle Point della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli che da anni sulla base di un protocollo d’intesa con l’AMP conduce programmi di monitoraggio per valutare lo stato, la distribuzione e il comportamento delle tartarughe marine nelle acque circostanti le nostre isole. Queste iniziative che rappresentano un virtuoso esempio di collaborazione tra Guardia Costiera, Aree marine protette, Enti di Ricerca ed Associazioni del Territorio”.

“L'Ufficio Circondariale Marittimo di Ponza e l'Ufficio Locale di Ventotene – spiega TV CP Dario Nicosia dell’Ufficio Circondariale Marittimo Guardia Costiera di Ponza - sono orgogliosi di prendere parte a questa iniziativa che unisce ricerca scientifica, impegno ambientalista e operatività sul territorio. L'azione della Guardia Costiera va ben oltre l'attività di controllo e la sorveglianza nelle Aree marine protette: ci sentiamo parte attiva di un sistema che lavora ogni giorno per la tutela dell’ambiente marino e costiero, principio consolidato nella Costituzione da oltre 3 anni. Progetti come questo, oltre a rappresentare un’occasione concreta per dimostrare che fare rete funziona, sono un volano di sviluppo per le nostre comunità insulari”.

 

IL PROGETTO LIFE TURTLENEST 

Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di informazione e sensibilizzazione. Oltre al coordinatore Legambiente, partecipano al progetto europeo la Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; Università La Sapienza di Roma; Università di Barcellona; BETA Technological Centre (UVic-UCC); ENCI; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Regione Lazio, Agenzie per la protezione ambientale della Toscana. Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrà nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna, Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.