In Italia brucia ancora la delusione per l'uscita agli Europei e le dimissioni di Gianmarco Pozzecco. Sostituire il "Poz" sulla panchina azzurra e nei cuori dei tifosi non è impresa facile. Ci vuole un profilo di alto livello. Il toto-nomi del nuovo coach è iniziato subito dopo l'annuncio dello stesso "Poz" anche se la Federazione di Gianni Petrucci, ovviamente già al corrente della decisione del ct uscente, si è mossa in anticipo. Il favorito è Luca Banchi, il 60enne tecnico grossetano che ha da poco lasciato la panchina della Lettonia. Allo stato attuale sarebbe lui il successore del c.t. "all'ottanta per cento di probabilità", a quanto emerge da ambienti della Fip, anche se non risulta presa una decisione definitiva. Il secondo nome che era circolato nell'immediato dopo Slovenia è quello di Sergio Scariolo che però dovrebbe ritagliarsi tempo e spazio dagli impegni con il Real Madrid. D'altronde l'addio del Poz prelude ad una rivoluzione totale sul parquet. Il giovane tecnico - sempre in elegante completo blu e camicia bianca ma con postura e urla da ultrà - ha seminato, e bene. Chi arriverà dovrà però utilizzare armi diverse rispetto a quelle da grande motivatore che rendono Pozzecco tuttora unico. Una sorta di José Mourinho della palla a spicchi. L'uscita dell'Italia agli ottavi degli Europei ad opera della Slovenia di Luka Doncic ha lasciato delusione e frustrazione in un ambiente, quello della pallacanestro, che sembrava finalmente aver ritrovato lo spirito degli anni d'oro. L'Italia ha fatto sognare e sperare i tifosi azzurri, giocandosi la qualificazione a viso aperto contro squadre probabilmente più strutturate a livello fisico. Questo è stato il merito di Pozzecco ovvero riportare entusiasmo laddove regnava l'eterna lamentela assurta a filastrocca, del tipo 'non abbiamo lunghi sotto canestro, non abbiamo giocatori Nba, gli atleti italiani non giocano neanche nella nostra Serie A'. Non è più così. Sarà dovuto anche al fatto che poi gli italiani hanno iniziato a giocare, e con successo, fuori dall'Italia. Ma tanto del merito è da ascrivere al 52enne allenatore di Gorizia. Le sue sfuriate in panchina, spesso e volentieri sanzionate con falli tecnici alla panchina, hanno caricato la squadra e creato spirito di gruppo. "Nessuna squadra ha giocatori così legati alla maglia della propria nazionale", ha detto Pozzecco nella sua ultima intervista. Chi verrà potrà partire da questa eredità. Ma non solo. L'ossatura della squadra è solida. Simone Fontecchio, a 28 anni, è nella sua piena maturità sportiva e avrà il compito di guidare la squadra. Nicolò Melli e Giampaolo Ricci hanno 34 anni e stanno facendo da chioccia ai nuovi "lunghi" da Nicola Akele a Mouhamet Rassoul Diouf che compirà 24 anni il 10 settembre. Il centro azzurro è esploso a questi Europei ed ha ampi margini di crescita. Non ci sarà più Danilo Gallinari che a 37 anni ha dato l'addio alla nazionale. Più minuti li avrà certamente Gabriele Procida che si è fatto spazio all'Alba Berlino e ora al Real Madrid. In regia ci sono gli intercambiabili Alessandro Pajola, Matteo Spagnolo e Massimo Spissu. E poi c'è il giocatore rivelazione del torneo ovvero Saliou Niang, capace a 21 anni di trascinare i compagni contro la Spagna e di "tenere" in difesa un mostro sacro come Doncic. Il prossimo anno giocherà a Bologna ma il suo futuro è in Nba. Soprattutto è il futuro dell'Italia. Poi ci sono i promettenti giovani delle nazionali giovanili: mai l'Italia aveva ottenuto tanti successi a livello juniores. Un futuro con tanti giocatori di colore e tanti talenti che gli osservatori Nba hanno già segnato sui propri taccuini.
di Napoli Magazine
09/09/2025 - 07:30
In Italia brucia ancora la delusione per l'uscita agli Europei e le dimissioni di Gianmarco Pozzecco. Sostituire il "Poz" sulla panchina azzurra e nei cuori dei tifosi non è impresa facile. Ci vuole un profilo di alto livello. Il toto-nomi del nuovo coach è iniziato subito dopo l'annuncio dello stesso "Poz" anche se la Federazione di Gianni Petrucci, ovviamente già al corrente della decisione del ct uscente, si è mossa in anticipo. Il favorito è Luca Banchi, il 60enne tecnico grossetano che ha da poco lasciato la panchina della Lettonia. Allo stato attuale sarebbe lui il successore del c.t. "all'ottanta per cento di probabilità", a quanto emerge da ambienti della Fip, anche se non risulta presa una decisione definitiva. Il secondo nome che era circolato nell'immediato dopo Slovenia è quello di Sergio Scariolo che però dovrebbe ritagliarsi tempo e spazio dagli impegni con il Real Madrid. D'altronde l'addio del Poz prelude ad una rivoluzione totale sul parquet. Il giovane tecnico - sempre in elegante completo blu e camicia bianca ma con postura e urla da ultrà - ha seminato, e bene. Chi arriverà dovrà però utilizzare armi diverse rispetto a quelle da grande motivatore che rendono Pozzecco tuttora unico. Una sorta di José Mourinho della palla a spicchi. L'uscita dell'Italia agli ottavi degli Europei ad opera della Slovenia di Luka Doncic ha lasciato delusione e frustrazione in un ambiente, quello della pallacanestro, che sembrava finalmente aver ritrovato lo spirito degli anni d'oro. L'Italia ha fatto sognare e sperare i tifosi azzurri, giocandosi la qualificazione a viso aperto contro squadre probabilmente più strutturate a livello fisico. Questo è stato il merito di Pozzecco ovvero riportare entusiasmo laddove regnava l'eterna lamentela assurta a filastrocca, del tipo 'non abbiamo lunghi sotto canestro, non abbiamo giocatori Nba, gli atleti italiani non giocano neanche nella nostra Serie A'. Non è più così. Sarà dovuto anche al fatto che poi gli italiani hanno iniziato a giocare, e con successo, fuori dall'Italia. Ma tanto del merito è da ascrivere al 52enne allenatore di Gorizia. Le sue sfuriate in panchina, spesso e volentieri sanzionate con falli tecnici alla panchina, hanno caricato la squadra e creato spirito di gruppo. "Nessuna squadra ha giocatori così legati alla maglia della propria nazionale", ha detto Pozzecco nella sua ultima intervista. Chi verrà potrà partire da questa eredità. Ma non solo. L'ossatura della squadra è solida. Simone Fontecchio, a 28 anni, è nella sua piena maturità sportiva e avrà il compito di guidare la squadra. Nicolò Melli e Giampaolo Ricci hanno 34 anni e stanno facendo da chioccia ai nuovi "lunghi" da Nicola Akele a Mouhamet Rassoul Diouf che compirà 24 anni il 10 settembre. Il centro azzurro è esploso a questi Europei ed ha ampi margini di crescita. Non ci sarà più Danilo Gallinari che a 37 anni ha dato l'addio alla nazionale. Più minuti li avrà certamente Gabriele Procida che si è fatto spazio all'Alba Berlino e ora al Real Madrid. In regia ci sono gli intercambiabili Alessandro Pajola, Matteo Spagnolo e Massimo Spissu. E poi c'è il giocatore rivelazione del torneo ovvero Saliou Niang, capace a 21 anni di trascinare i compagni contro la Spagna e di "tenere" in difesa un mostro sacro come Doncic. Il prossimo anno giocherà a Bologna ma il suo futuro è in Nba. Soprattutto è il futuro dell'Italia. Poi ci sono i promettenti giovani delle nazionali giovanili: mai l'Italia aveva ottenuto tanti successi a livello juniores. Un futuro con tanti giocatori di colore e tanti talenti che gli osservatori Nba hanno già segnato sui propri taccuini.