Calcio
Calcio, Napoli: fallimento, Naldi risarcira' 18 milioni, assolti Corbelli e Ferlaino
06.04.2012 04:47 di Napoli Magazine Fonte: Il Mattino


Se il Napoli fosse fallito prima del 30 giugno 2004, la squadra avrebbe mantenuto il posto in serie B. E, secondo il curatore fallimentare Nicola Rascio, sarebbe stato possibile cedere il titolo cadetto per 49 milioni di euro, mentre per quello di serie C1 Aurelio De Laurentiis ne sborsò 31. Una differenza di 18 milioni, destinati ai creditori, che dovranno coprire l’ex presidente Salvatore Naldi e sei ex componenti del consiglio d’amministrazione e del collegio sindacale: sono stati condannati «in solido» a versare questa cifra dal presidente della Settima sezione civile del tribunale, Gian Piero Scoppa, che ha depositato la sentenza di 165 pagine sull’azione di risarcimento danni avviata l’8 luglio 2005 dal professor Rascio e dal suo consulente legale Riccardo Sgobbo. Oltre all’ex presidente, alla guida della società dal 2002 al 2004, sono stati condannati Giovanni Naldi, Bruno Matera e Luigi Albisinni (ex consiglieri); Paolo Stampacchia, Corrado Pane e Fabio Cecere (ex componenti del collegio sindacale). Il fallimento del Napoli venne decretato a Castelcapuano il 2 agosto 2004. Da molti mesi, però, la società aveva sospeso il pagamento degli stipendi ai giocatori, che avevano effettuato la messa in mora del club. Il debito ammontava a 69 milioni e i creditori erano circa 300. Il professor Rascio aveva avviato l’azione di risarcimento danni anche nei confronti di altri due ex presidenti, Giorgio Corbelli e Corrado Ferlaino, difeso dall’avvocato Fabio Franchini. Il tribunale ha respinto la richiesta nei confronti dei due ex soci, al vertice del club dal 1999 al 2002, e di dodici ex componenti del consiglio d’amministrazione (tra i quali l’ex ministro Clemente Mastella e l’ex presidente della Consulta Antonio Baldassarre) e del collegio sindacale. Nei confronti di quel gruppo dirigenziale avevano avviato un’azione legale anche Salvatore e Giovanni Naldi: respinta. Giovedì il presidente della Sesta sezione penale, Maddalena Salvati, aveva firmato le condanne per Corbelli (3 anni e 6 mesi) e Ferlaino (3 anni) per bancarotta fraudolenta e per Cesare Naldi (1 anno e 4 mesi) per bancarotta preferenziale. L’avvocato Lucio Majorano, legale di Naldi jr, assolto dall’accusa della gestione dei marchi del Napoli, ha puntualizzato: «Si è dimostrato che non si è voluto sottrarre niente ai beni della società». Ricevuta la notizia dell’assoluzione in sede civile, Ferlaino ha commentato: «Dopo una giornata molto brutta ne è arrivata una bella. Al Napoli ho dedicato 33 anni della mia vita e ho esclusivamente operato nell’interesse della società. Probabilmente non sono state comprese bene alcune di queste operazioni, come quella relativa al centro sportivo Paradiso, acquistato per 3 miliardi di lire e venduto per 12: quella plusvalenza ci consentì di pagare l’Irpef e di iscrivere la squadra al campionato. E adesso, da tifoso, mi auguro che il Napoli batta la Roma».

 


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Calcio, Napoli: fallimento, Naldi risarcira' 18 milioni, assolti Corbelli e Ferlaino

di Napoli Magazine

06/04/2012 - 04:47


Se il Napoli fosse fallito prima del 30 giugno 2004, la squadra avrebbe mantenuto il posto in serie B. E, secondo il curatore fallimentare Nicola Rascio, sarebbe stato possibile cedere il titolo cadetto per 49 milioni di euro, mentre per quello di serie C1 Aurelio De Laurentiis ne sborsò 31. Una differenza di 18 milioni, destinati ai creditori, che dovranno coprire l’ex presidente Salvatore Naldi e sei ex componenti del consiglio d’amministrazione e del collegio sindacale: sono stati condannati «in solido» a versare questa cifra dal presidente della Settima sezione civile del tribunale, Gian Piero Scoppa, che ha depositato la sentenza di 165 pagine sull’azione di risarcimento danni avviata l’8 luglio 2005 dal professor Rascio e dal suo consulente legale Riccardo Sgobbo. Oltre all’ex presidente, alla guida della società dal 2002 al 2004, sono stati condannati Giovanni Naldi, Bruno Matera e Luigi Albisinni (ex consiglieri); Paolo Stampacchia, Corrado Pane e Fabio Cecere (ex componenti del collegio sindacale). Il fallimento del Napoli venne decretato a Castelcapuano il 2 agosto 2004. Da molti mesi, però, la società aveva sospeso il pagamento degli stipendi ai giocatori, che avevano effettuato la messa in mora del club. Il debito ammontava a 69 milioni e i creditori erano circa 300. Il professor Rascio aveva avviato l’azione di risarcimento danni anche nei confronti di altri due ex presidenti, Giorgio Corbelli e Corrado Ferlaino, difeso dall’avvocato Fabio Franchini. Il tribunale ha respinto la richiesta nei confronti dei due ex soci, al vertice del club dal 1999 al 2002, e di dodici ex componenti del consiglio d’amministrazione (tra i quali l’ex ministro Clemente Mastella e l’ex presidente della Consulta Antonio Baldassarre) e del collegio sindacale. Nei confronti di quel gruppo dirigenziale avevano avviato un’azione legale anche Salvatore e Giovanni Naldi: respinta. Giovedì il presidente della Sesta sezione penale, Maddalena Salvati, aveva firmato le condanne per Corbelli (3 anni e 6 mesi) e Ferlaino (3 anni) per bancarotta fraudolenta e per Cesare Naldi (1 anno e 4 mesi) per bancarotta preferenziale. L’avvocato Lucio Majorano, legale di Naldi jr, assolto dall’accusa della gestione dei marchi del Napoli, ha puntualizzato: «Si è dimostrato che non si è voluto sottrarre niente ai beni della società». Ricevuta la notizia dell’assoluzione in sede civile, Ferlaino ha commentato: «Dopo una giornata molto brutta ne è arrivata una bella. Al Napoli ho dedicato 33 anni della mia vita e ho esclusivamente operato nell’interesse della società. Probabilmente non sono state comprese bene alcune di queste operazioni, come quella relativa al centro sportivo Paradiso, acquistato per 3 miliardi di lire e venduto per 12: quella plusvalenza ci consentì di pagare l’Irpef e di iscrivere la squadra al campionato. E adesso, da tifoso, mi auguro che il Napoli batta la Roma».

 


Fonte: Il Mattino