Calcio
L'OPINIONE - Vettosi: "La FIGC riduce i costi del lavoro dei calciatori, ma il vero nodo restano le plusvalenze”
27.11.2025 15:41 di Napoli Magazine
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A Radio Napoli Centrale, nel corso di “Un calcio alla radio”, è intervenuto l’economista Fabrizio Vettosi: “Il tema della riduzione del costo del lavoro è un tema che tratto da molti anni, e poi è diventato un parametro fondamentale per iscriversi ai campionati. Si tratta di costi che riguardano l’area tecnica, vale a dire lo stipendio del calciatore più la quota di ammortamento, quello che una volta si chiamava “cartellino”. Il costo spalmato negli anni delle prestazioni sportive. Non si possono avere questi costi superiori ai ricavi, altrimenti la strada sarebbe il fallimento. Nel calcio questo fattore viene imposta con una norma dell’ordinamento federale. Questo parametro era dello 0.8%. Questo parametro è sceso dal’80% al 70% ed è più rigido. La norma serve a obbligare le società a gestire meglio gli aspetti aziendali. Sono esclusi gli under 23 da questi parametri, e questa è una cosa potenzialmente a rischio. Mi riferisco a mistificazioni, per questo eviterei le plusvalenze dai ricavi. Il player trading non dovrebbe essere il focus principio delle società calcistiche. Le plusvalenze sono un terreno grigio. Questo dovrebbe essere la creazione di uno spettacolo con equilibrio finanziario. L’obiettivo è non incentrare gli equilibri economici sulle plusvalenze, altrimenti si rischia di alimentare un enorme buco”. 

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L'OPINIONE - Vettosi: "La FIGC riduce i costi del lavoro dei calciatori, ma il vero nodo restano le plusvalenze”

di Napoli Magazine

27/11/2025 - 15:41

A Radio Napoli Centrale, nel corso di “Un calcio alla radio”, è intervenuto l’economista Fabrizio Vettosi: “Il tema della riduzione del costo del lavoro è un tema che tratto da molti anni, e poi è diventato un parametro fondamentale per iscriversi ai campionati. Si tratta di costi che riguardano l’area tecnica, vale a dire lo stipendio del calciatore più la quota di ammortamento, quello che una volta si chiamava “cartellino”. Il costo spalmato negli anni delle prestazioni sportive. Non si possono avere questi costi superiori ai ricavi, altrimenti la strada sarebbe il fallimento. Nel calcio questo fattore viene imposta con una norma dell’ordinamento federale. Questo parametro era dello 0.8%. Questo parametro è sceso dal’80% al 70% ed è più rigido. La norma serve a obbligare le società a gestire meglio gli aspetti aziendali. Sono esclusi gli under 23 da questi parametri, e questa è una cosa potenzialmente a rischio. Mi riferisco a mistificazioni, per questo eviterei le plusvalenze dai ricavi. Il player trading non dovrebbe essere il focus principio delle società calcistiche. Le plusvalenze sono un terreno grigio. Questo dovrebbe essere la creazione di uno spettacolo con equilibrio finanziario. L’obiettivo è non incentrare gli equilibri economici sulle plusvalenze, altrimenti si rischia di alimentare un enorme buco”.