Calcio
ON AIR - Rea: "Partita bellissima tra Roma e Napoli, entrambe possono lanciare un segnale"
27.11.2025 12:13 di Napoli Magazine
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A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto il giornalista Vincenzo Rea.

Il Napoli, per circa vent’anni, è stato un faro per chi investiva sui giovani futuribili. Da quando c’è mister Conte è arrivato anche un upgrade nella gestione, perché sappiamo come lavori: cura soprattutto giocatori fatti e finiti. Lei la vede come un bene per il Napoli questa situazione, o è preoccupato per il futuro? 

“Se non sbaglio il Napoli oggi ha la rosa più anziana della Serie A, ed è un dato che un po’ stupisce perché per anni si era seguita la tendenza opposta, puntando molto sui giovani. Con Conte la strategia è chiarissima: vincere subito. Prendi Conte perché, per curriculum e valore, è abituato a ottenere tutto e subito. Lui viene a Napoli per vincere, non per un progetto a lunga scadenza. Per ora la scelta ha pagato: è arrivato Conte e dal decimo posto il Napoli ha vinto lo scudetto. Però un po’ mi preoccupa, perché avere una rosa così “anziana” potrebbe diventare un problema. Servirebbero giovani di prospettiva per garantire continuità in futuro. Sì, oggi il Napoli vive una fase da Instant Team, che non assicura quella futuribilità di cui ci sarebbe bisogno. Però, d’altra parte, parliamo di Conte: deve portare a casa l’obiettivo e possibilmente un trofeo".

Chi arriva meglio alla gara di domenica tra Roma e Napoli? Il Napoli veniva da un periodo di crisi, acuito dalle parole di Conte post-Bologna. La Roma era in grande crescita. Dopo la sosta, però, il Napoli ha fatto due ottime prestazioni: il primo tempo con l’Atalanta e il secondo in Champions contro il Qarabag. I valori si sono un po’ equilibrati o la Roma resta favorita?

“Se consideriamo gli ultimi dieci giorni ti direi che possono partire alla pari. Il primo tempo del Napoli con l’Atalanta è stato molto positivo; nel secondo, a parer mio, i giocatori avevano già la testa alla gara col Qarabag. Nonostante il ritorno dell’Atalanta, era un calo comprensibile dopo il 3-0 maturato nella prima frazione. Col Qarabag mi ha colpito il secondo tempo: il Napoli stava bene atleticamente, quindi non era un problema fisico quello visto a Bologna. La Roma, dall’altra parte, continua a macinare risultati e sembra davvero in palla. Sarà una partita bellissima. In caso di vittoria della Roma andare a +5 sul Napoli peserebbe tanto. Se vincesse il Napoli, invece, si riaprirebbero scenari importanti per Conte. Poi bisogna vedere cosa farà la Roma stasera in Europa League, se Gasperini farà turnover per risparmiare i big. Però rispetto a dieci giorni fa le vedo abbastanza alla pari".

C’è un calciatore che si è preso la copertina nelle ultime due uscite, contro Atalanta e Qarabag: David Neres. Che ne pensa di questa rinascita? 

“È stata una bella sorpresa. Negli ultimi anni il problema di Neres era sempre stato fisico: dava tanto per quattro o cinque partite e poi si fermava. Quest’anno lo vedo più prolifico, finalmente più vicino alla porta, anche per necessità, perché il Napoli ha dovuto fare di necessità virtù per via della lunga lista di infortuni. Lui e Lang stanno dimostrando di stare bene in questo nuovo modulo che Conte ha disegnato. Non mi aspettavo un impatto così positivo. È sicuramente una nota molto lieta".

Parliamo del progetto che la coinvolge in prima persona legato allo Stadera. Di cosa si tratta? 

“Vi ringrazio innanzitutto per avermi ospitato, perché per me è importantissimo parlare di questo progetto che mette davvero al centro i giovani. Parliamo di un quartiere di Napoli troppo spesso associato a fatti negativi. Invece, grazie a un progetto serio, stiamo dimostrando che anche nelle periferie si può unire sport ed educazione, trasmettendo ai ragazzi valori fondamentali come il rispetto degli avversari e degli arbitri. Il progetto parte dai più piccoli, dai 4 anni, con la scuola calcio al centro sportivo Jepson, a Casoria, in via Cupa San Marciano. L’obiettivo è far avvicinare i bambini allo sport in modo sano, naturale e spensierato. Poi c’è il settore agonistico, dall’Under 14 fino alla prima squadra allo Stadera Center, in via della Bussola a Napoli. La prima squadra milita in Promozione con l’obiettivo di una salvezza tranquilla. L’obiettivo principale è offrire ai giovani un percorso completo, anche attraverso un’opportunità lavorativa grazie a una nostra agenzia del lavoro. Siccome parliamo di categorie dilettantistiche, vogliamo dare ai ragazzi un futuro stabile, toglierli dalla strada e garantirgli un “piano B”, un futuro sicuro anche fuori dal campo. Questo progetto ha pochi eguali non solo in Campania ma in tutta Italia. Cerchiamo di trasmettere un valore identitario: chi è del quartiere Stadera, quando indossa quella maglia, deve sentirla come una seconda pelle ed essere orgoglioso di rappresentare il proprio territorio. In un quartiere dove troppo spesso si è parlato solo di altro, il messaggio è chiaro: si può arrivare al risultato sportivo attraverso valori sani. Oggi nel calcio maggiore vediamo simulazioni, eccessi, comportamenti antisportivi. Noi vogliamo l’esatto contrario. Il sogno è trasformare la struttura attuale, oggi fatiscente, in un vero polo sportivo Stadera: calcio a 5, pallavolo, basket. Un centro per il quartiere. Serve l’aiuto delle istituzioni, perché il progetto merita attenzione, sostegno e dignità. È qualcosa che può davvero cambiare un territorio".

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ON AIR - Rea: "Partita bellissima tra Roma e Napoli, entrambe possono lanciare un segnale"

di Napoli Magazine

27/11/2025 - 12:13

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto il giornalista Vincenzo Rea.

Il Napoli, per circa vent’anni, è stato un faro per chi investiva sui giovani futuribili. Da quando c’è mister Conte è arrivato anche un upgrade nella gestione, perché sappiamo come lavori: cura soprattutto giocatori fatti e finiti. Lei la vede come un bene per il Napoli questa situazione, o è preoccupato per il futuro? 

“Se non sbaglio il Napoli oggi ha la rosa più anziana della Serie A, ed è un dato che un po’ stupisce perché per anni si era seguita la tendenza opposta, puntando molto sui giovani. Con Conte la strategia è chiarissima: vincere subito. Prendi Conte perché, per curriculum e valore, è abituato a ottenere tutto e subito. Lui viene a Napoli per vincere, non per un progetto a lunga scadenza. Per ora la scelta ha pagato: è arrivato Conte e dal decimo posto il Napoli ha vinto lo scudetto. Però un po’ mi preoccupa, perché avere una rosa così “anziana” potrebbe diventare un problema. Servirebbero giovani di prospettiva per garantire continuità in futuro. Sì, oggi il Napoli vive una fase da Instant Team, che non assicura quella futuribilità di cui ci sarebbe bisogno. Però, d’altra parte, parliamo di Conte: deve portare a casa l’obiettivo e possibilmente un trofeo".

Chi arriva meglio alla gara di domenica tra Roma e Napoli? Il Napoli veniva da un periodo di crisi, acuito dalle parole di Conte post-Bologna. La Roma era in grande crescita. Dopo la sosta, però, il Napoli ha fatto due ottime prestazioni: il primo tempo con l’Atalanta e il secondo in Champions contro il Qarabag. I valori si sono un po’ equilibrati o la Roma resta favorita?

“Se consideriamo gli ultimi dieci giorni ti direi che possono partire alla pari. Il primo tempo del Napoli con l’Atalanta è stato molto positivo; nel secondo, a parer mio, i giocatori avevano già la testa alla gara col Qarabag. Nonostante il ritorno dell’Atalanta, era un calo comprensibile dopo il 3-0 maturato nella prima frazione. Col Qarabag mi ha colpito il secondo tempo: il Napoli stava bene atleticamente, quindi non era un problema fisico quello visto a Bologna. La Roma, dall’altra parte, continua a macinare risultati e sembra davvero in palla. Sarà una partita bellissima. In caso di vittoria della Roma andare a +5 sul Napoli peserebbe tanto. Se vincesse il Napoli, invece, si riaprirebbero scenari importanti per Conte. Poi bisogna vedere cosa farà la Roma stasera in Europa League, se Gasperini farà turnover per risparmiare i big. Però rispetto a dieci giorni fa le vedo abbastanza alla pari".

C’è un calciatore che si è preso la copertina nelle ultime due uscite, contro Atalanta e Qarabag: David Neres. Che ne pensa di questa rinascita? 

“È stata una bella sorpresa. Negli ultimi anni il problema di Neres era sempre stato fisico: dava tanto per quattro o cinque partite e poi si fermava. Quest’anno lo vedo più prolifico, finalmente più vicino alla porta, anche per necessità, perché il Napoli ha dovuto fare di necessità virtù per via della lunga lista di infortuni. Lui e Lang stanno dimostrando di stare bene in questo nuovo modulo che Conte ha disegnato. Non mi aspettavo un impatto così positivo. È sicuramente una nota molto lieta".

Parliamo del progetto che la coinvolge in prima persona legato allo Stadera. Di cosa si tratta? 

“Vi ringrazio innanzitutto per avermi ospitato, perché per me è importantissimo parlare di questo progetto che mette davvero al centro i giovani. Parliamo di un quartiere di Napoli troppo spesso associato a fatti negativi. Invece, grazie a un progetto serio, stiamo dimostrando che anche nelle periferie si può unire sport ed educazione, trasmettendo ai ragazzi valori fondamentali come il rispetto degli avversari e degli arbitri. Il progetto parte dai più piccoli, dai 4 anni, con la scuola calcio al centro sportivo Jepson, a Casoria, in via Cupa San Marciano. L’obiettivo è far avvicinare i bambini allo sport in modo sano, naturale e spensierato. Poi c’è il settore agonistico, dall’Under 14 fino alla prima squadra allo Stadera Center, in via della Bussola a Napoli. La prima squadra milita in Promozione con l’obiettivo di una salvezza tranquilla. L’obiettivo principale è offrire ai giovani un percorso completo, anche attraverso un’opportunità lavorativa grazie a una nostra agenzia del lavoro. Siccome parliamo di categorie dilettantistiche, vogliamo dare ai ragazzi un futuro stabile, toglierli dalla strada e garantirgli un “piano B”, un futuro sicuro anche fuori dal campo. Questo progetto ha pochi eguali non solo in Campania ma in tutta Italia. Cerchiamo di trasmettere un valore identitario: chi è del quartiere Stadera, quando indossa quella maglia, deve sentirla come una seconda pelle ed essere orgoglioso di rappresentare il proprio territorio. In un quartiere dove troppo spesso si è parlato solo di altro, il messaggio è chiaro: si può arrivare al risultato sportivo attraverso valori sani. Oggi nel calcio maggiore vediamo simulazioni, eccessi, comportamenti antisportivi. Noi vogliamo l’esatto contrario. Il sogno è trasformare la struttura attuale, oggi fatiscente, in un vero polo sportivo Stadera: calcio a 5, pallavolo, basket. Un centro per il quartiere. Serve l’aiuto delle istituzioni, perché il progetto merita attenzione, sostegno e dignità. È qualcosa che può davvero cambiare un territorio".