E' stata posticipata all'11 dicembre l'uscita dell'atteso L’Ombra del corvo, il nuovo film di Dylan Southern con protagonista Benedict Cumberbatch, tratto dal romanzo di Max Porter Il dolore è una cosa con le piume, distribuito da Adler Entertainment.
Il film – che segna l’esordio nella finzione del regista e documentarista britannico Dylan Southern, noto per lavori come Shut Up and Play the Hits e Meet Me in the Bathroom –, è una potente riflessione sul lutto, sull’immaginazione e sull’amore come forma di rinascita.
L’Ombra del corvo, infatti, racconta la storia di un padre e dei suoi due figli piccoli che, dopo la morte improvvisa della madre, si trovano a fronteggiare un dolore indicibile. Nelle loro vite irrompe un’enigmatica creatura – un corvo parlante, saggio e feroce – che diventa guida e minaccia, costringendoli ad affrontare la perdita e a ricomporre il proprio mondo attraverso la memoria e la parola.
Cumberbatch firma una delle sue interpretazioni più intense e controllate, sostenuta da una regia che alterna realismo e visione, luce e oscurità. Accanto a lui, i giovanissimi Henry e Richard Boxall, al loro esordio cinematografico, danno corpo con sorprendente autenticità alla vulnerabilità dell’infanzia e alla forza della resilienza.
Tratto dal celebre romanzo di Max Porter Il dolore è una cosa con le piume (pubblicato in Italia da Guanda), il film conserva lo spirito poetico e sperimentale dell’opera letteraria, trasformandolo in una vera e propria un’esperienza cinematografica autonoma, visivamente audace e profondamente umana.
Nel film, infatti, il Corvo, figura ambigua tra realtà e fantasia, prende forma concreta grazie al lavoro fisico di Eric Lampaert e alla voce di David Thewlis, in un approccio che rifiuta la digitalizzazione per privilegiare presenza e materia, restituendo così fisicità e verità emotiva al racconto.
Max Porter ha seguito l’intero precesso creativo dell’adattamento, e compare anche in un piccolo cameo nel film.
Questo dialogo fra l’autore e il regista, ha permesso la realizzazione di una sintesi armoniosa fra scrittura e cinema che tiene insieme fedeltà e libertà creativa, restituendo sullo schermo la stessa tensione vitale e ironica del libro.
L’Ombra del corvo è un film sul dolore, ma anche sulla sua trasformazione. Un racconto che osserva la fragilità umana senza indulgere, trovando nella parola, nel ricordo e nella condivisione la possibilità di continuare a vivere.
di Napoli Magazine
06/11/2025 - 13:05
E' stata posticipata all'11 dicembre l'uscita dell'atteso L’Ombra del corvo, il nuovo film di Dylan Southern con protagonista Benedict Cumberbatch, tratto dal romanzo di Max Porter Il dolore è una cosa con le piume, distribuito da Adler Entertainment.
Il film – che segna l’esordio nella finzione del regista e documentarista britannico Dylan Southern, noto per lavori come Shut Up and Play the Hits e Meet Me in the Bathroom –, è una potente riflessione sul lutto, sull’immaginazione e sull’amore come forma di rinascita.
L’Ombra del corvo, infatti, racconta la storia di un padre e dei suoi due figli piccoli che, dopo la morte improvvisa della madre, si trovano a fronteggiare un dolore indicibile. Nelle loro vite irrompe un’enigmatica creatura – un corvo parlante, saggio e feroce – che diventa guida e minaccia, costringendoli ad affrontare la perdita e a ricomporre il proprio mondo attraverso la memoria e la parola.
Cumberbatch firma una delle sue interpretazioni più intense e controllate, sostenuta da una regia che alterna realismo e visione, luce e oscurità. Accanto a lui, i giovanissimi Henry e Richard Boxall, al loro esordio cinematografico, danno corpo con sorprendente autenticità alla vulnerabilità dell’infanzia e alla forza della resilienza.
Tratto dal celebre romanzo di Max Porter Il dolore è una cosa con le piume (pubblicato in Italia da Guanda), il film conserva lo spirito poetico e sperimentale dell’opera letteraria, trasformandolo in una vera e propria un’esperienza cinematografica autonoma, visivamente audace e profondamente umana.
Nel film, infatti, il Corvo, figura ambigua tra realtà e fantasia, prende forma concreta grazie al lavoro fisico di Eric Lampaert e alla voce di David Thewlis, in un approccio che rifiuta la digitalizzazione per privilegiare presenza e materia, restituendo così fisicità e verità emotiva al racconto.
Max Porter ha seguito l’intero precesso creativo dell’adattamento, e compare anche in un piccolo cameo nel film.
Questo dialogo fra l’autore e il regista, ha permesso la realizzazione di una sintesi armoniosa fra scrittura e cinema che tiene insieme fedeltà e libertà creativa, restituendo sullo schermo la stessa tensione vitale e ironica del libro.
L’Ombra del corvo è un film sul dolore, ma anche sulla sua trasformazione. Un racconto che osserva la fragilità umana senza indulgere, trovando nella parola, nel ricordo e nella condivisione la possibilità di continuare a vivere.