Il 19 marzo è un giorno da ricordare perché nello stesso giorno del 1955 – era un sabato – nasceva a Napoli Pino Daniele, che questo 19 marzo avrebbe compiuto settant’anni.
Tra i diversi, dovuti omaggi alla memoria e alla figura del grande artista partenopeo scomparso il 4 gennaio del 2015 a Roma, lo chansonnier e nusicista Canio Loguercio è il promotore del Flashmob NAPOLITERRAMIA, previsto mercoledì 19 marzo alle 14.30 a Piazza Municipio, ispirato a Terra mia, tra i più struggenti titoli di Pino Daniele.
Al flashmob interverrà il numeroso gruppo di ragazze e donne del progetto I SUD – da tre anni promosso dal Teatro di Napoli-Teatro Nazionale con la direzione della regista Alessandra Cutolo e il sostegno dell’Associazione Imparare Fare-IF – provenienti da Nigeria, Ucraina, Georgia e naturalmente Napoli.
«Le canzoni di Pino Daniele sono un grande patrimonio collettivo e uno straordinario messaggio di inclusione, rispetto delle diversità e amore per la propria terra. Invitiamo pertanto musicisti, artisti e chiunque voglia ricordare Pino e festeggiarlo insieme, a partecipare, magari con percussioni e strumenti acustici».
Canio Loguercio
Alessandra Cutolo
«Cittadini del mondo, ecco chi siamo. Liberi, non solo dalle catene, ma anche dagli obblighi e dall’incertezza di un futuro: andremo dove vogliamo, parleremo tutte le lingue che vogliamo, e tutti i dialetti che giungeranno alle nostre orecchie saranno nostri», scrive Sabrina Efionayi nata nel 1999 a Castel Volturno autrice del libro Addio, a domani (Einaudi Stile Libero Extra, 2022) e del podcast Italianah prodotto da Chora Media, che collabora al progetto I SUD.
«”Oggi è diritto, dimane è stuorto” cantava ieri Pino Daniele, e continuano a cantare oggi le popolazioni che si incrociano sulla terra nostra, su Napoli» prosegue la scrittrice. E ancora: «tutta l’arte è unione, pertanto artisti, cantanti e musicisti sono invitati a prendere parte a questo flashmob per unirsi alle nostre voci e restituirgli forza e legame. Un legame che non sia solo teorico, che sfidi nel pratico una terra che si definisce unita ma che viene sradicata nel momento in cui a una parte dei suoi figli non vengono riconosciuti i diritti degli altri. Stare insieme è la più grande testimonianza di una rivolta e una rivoluzione non solo politica ma sociale. Napoli non dimentica chi ieri ha cantato per lei, chi l’ha fatta innamorare e chi ha sempre creduto nelle persone. Questa terra mia è nostra se siamo insieme…La presenza delle comunità migranti è necessaria per apportare valore a quella che è sempre stata una terra propensa all’abbraccio, all’interazione tra culture diverse. È necessario ricordare chi siamo e, per farlo, riconoscersi nell’altro e saperlo accogliere nella sua molteplicità è inevitabile. Su questa terra abbiamo camminato in molti e continueremo a farlo per sempre, in una migrazione che non si può fermare, in un cambiamento e in una lotta che ci vede tutti insieme».
«A volte – dichiara Igiaba Scego, scrittrice italosomala, che collabora con testate come Internazionale, il manifesto, La lettura, autrice di racconti e romanzi Il cui ultimo pubblicato in Italia è Adua – vorrei essere nata prima, solo per vivermi sulla pelle la stagione superba che Pino Daniele ha dato a Napoli e al mondo. Di Pino mi ha sempre colpito la voce. Una voce calda, autentica, che ti scuote e entra in luoghi in cui non sei mai entrato. Terra mia in particolare sono le viscere di Napoli, di gente che voleva rivoltare la città, nel senso non solo musicale, ma politico, etico, sociale. Un album che parlando di diseguaglianze mette al centro l’uguaglianza. Un album che culla, schiaffeggia, prende al petto, a quel Core che è napoletano, che parla ai napoletani per primi, ma che ha racchiuso dentro di sé tutti i sud del mondo, che lottano, amano, resistono. In un mondo votato all’annientamento e al genocidio come quello in cui viviamo, riprendere in mano, in testa, nel cuore Terra mia, significa voler sognare non l’impossibile, ma il possibile. Perché è il possibile che spesso ci sfugge di mano. Pino Daniele lo sapeva, lo sa. Perché Pino è sempre con noi, sempre il più amato».
di Napoli Magazine
13/03/2025 - 11:31
Il 19 marzo è un giorno da ricordare perché nello stesso giorno del 1955 – era un sabato – nasceva a Napoli Pino Daniele, che questo 19 marzo avrebbe compiuto settant’anni.
Tra i diversi, dovuti omaggi alla memoria e alla figura del grande artista partenopeo scomparso il 4 gennaio del 2015 a Roma, lo chansonnier e nusicista Canio Loguercio è il promotore del Flashmob NAPOLITERRAMIA, previsto mercoledì 19 marzo alle 14.30 a Piazza Municipio, ispirato a Terra mia, tra i più struggenti titoli di Pino Daniele.
Al flashmob interverrà il numeroso gruppo di ragazze e donne del progetto I SUD – da tre anni promosso dal Teatro di Napoli-Teatro Nazionale con la direzione della regista Alessandra Cutolo e il sostegno dell’Associazione Imparare Fare-IF – provenienti da Nigeria, Ucraina, Georgia e naturalmente Napoli.
«Le canzoni di Pino Daniele sono un grande patrimonio collettivo e uno straordinario messaggio di inclusione, rispetto delle diversità e amore per la propria terra. Invitiamo pertanto musicisti, artisti e chiunque voglia ricordare Pino e festeggiarlo insieme, a partecipare, magari con percussioni e strumenti acustici».
Canio Loguercio
Alessandra Cutolo
«Cittadini del mondo, ecco chi siamo. Liberi, non solo dalle catene, ma anche dagli obblighi e dall’incertezza di un futuro: andremo dove vogliamo, parleremo tutte le lingue che vogliamo, e tutti i dialetti che giungeranno alle nostre orecchie saranno nostri», scrive Sabrina Efionayi nata nel 1999 a Castel Volturno autrice del libro Addio, a domani (Einaudi Stile Libero Extra, 2022) e del podcast Italianah prodotto da Chora Media, che collabora al progetto I SUD.
«”Oggi è diritto, dimane è stuorto” cantava ieri Pino Daniele, e continuano a cantare oggi le popolazioni che si incrociano sulla terra nostra, su Napoli» prosegue la scrittrice. E ancora: «tutta l’arte è unione, pertanto artisti, cantanti e musicisti sono invitati a prendere parte a questo flashmob per unirsi alle nostre voci e restituirgli forza e legame. Un legame che non sia solo teorico, che sfidi nel pratico una terra che si definisce unita ma che viene sradicata nel momento in cui a una parte dei suoi figli non vengono riconosciuti i diritti degli altri. Stare insieme è la più grande testimonianza di una rivolta e una rivoluzione non solo politica ma sociale. Napoli non dimentica chi ieri ha cantato per lei, chi l’ha fatta innamorare e chi ha sempre creduto nelle persone. Questa terra mia è nostra se siamo insieme…La presenza delle comunità migranti è necessaria per apportare valore a quella che è sempre stata una terra propensa all’abbraccio, all’interazione tra culture diverse. È necessario ricordare chi siamo e, per farlo, riconoscersi nell’altro e saperlo accogliere nella sua molteplicità è inevitabile. Su questa terra abbiamo camminato in molti e continueremo a farlo per sempre, in una migrazione che non si può fermare, in un cambiamento e in una lotta che ci vede tutti insieme».
«A volte – dichiara Igiaba Scego, scrittrice italosomala, che collabora con testate come Internazionale, il manifesto, La lettura, autrice di racconti e romanzi Il cui ultimo pubblicato in Italia è Adua – vorrei essere nata prima, solo per vivermi sulla pelle la stagione superba che Pino Daniele ha dato a Napoli e al mondo. Di Pino mi ha sempre colpito la voce. Una voce calda, autentica, che ti scuote e entra in luoghi in cui non sei mai entrato. Terra mia in particolare sono le viscere di Napoli, di gente che voleva rivoltare la città, nel senso non solo musicale, ma politico, etico, sociale. Un album che parlando di diseguaglianze mette al centro l’uguaglianza. Un album che culla, schiaffeggia, prende al petto, a quel Core che è napoletano, che parla ai napoletani per primi, ma che ha racchiuso dentro di sé tutti i sud del mondo, che lottano, amano, resistono. In un mondo votato all’annientamento e al genocidio come quello in cui viviamo, riprendere in mano, in testa, nel cuore Terra mia, significa voler sognare non l’impossibile, ma il possibile. Perché è il possibile che spesso ci sfugge di mano. Pino Daniele lo sapeva, lo sa. Perché Pino è sempre con noi, sempre il più amato».