Agenda settimanale spettacoli dal 15 al 21 dicembre 2025 in Campania, programmati dal Circuito Teatro Pubblico Campano
Teatro Magic Vision di Casalnuovo
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Martedì 16 dicembre, ore 20.45
Teatro Italia di Acerra
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 dicembre, ore 20.45
Teatro Metropolitan di Sant’Anastasia
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Giovedì 18 e venerdì 19 dicembre, ore 20.45
Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Sabato 20 dicembre, ore 21.00
Gianfranco Gallo in
Ti ho sposato per ignoranza
scritto e diretto da Gianfranco Gallo
con Gianluca Di Gennaro
e con Lisa Imperatore, Bianca Gallo, Alessia Cacace, Alfonso Strumolo
scenografie Clelio Alfinito, costumi Anna Giordano
assistente alla regia Alfonso Le Boffe
produzione Immaginando Produzioni
Ritorna in Teatro dopo 15 anni quello che ormai è diventato uno spettacolo Cult grazie ai Social. Alcuni brani esilaranti tratti dalla commedia, su Youtube e su altri siti, hanno raggiunto milioni di visualizzazioni, cosa molto rara per piccoli frammenti di Teatro di prosa. Mi è capitato di lavorare con tanti colleghi attori e registi di fama nazionale e non pochi di loro, anche insospettabili dai Jackal a Frassica, ai registi Manfredonia o Garrone mi hanno confessato che, almeno una volta al mese, li vanno a rivedere per farsi quattro risate.
La messinscena è un omaggio al Teatro dal quale provengo e dal quale sono partito, quel Teatro comico napoletano di nobile tradizione che porto con me come un fiore all’occhiello. Un Teatro i cui eroi furono Antonio Petito e la sua famiglia, Cammarano, Eduardo Scarpetta e tanti altri che traghettarono il palcoscenico partenopeo dalla Commedia dell’Arte ai testi di Eduardo e dei nuovi drammaturghi. Una antica farsa di Pasquale Petito è lo spunto per un esilarante spettacolo, il cui titolo originale, “’A scarrecavarrile” (“A Scarica barile”), spiega tutta la trama: storia di tradimenti e
perdoni nel segno di una grande tradizione comica rinnovata, protagonista incolpevole un bastone da uomo che fa da asse per una serie di costruzioni comiche di grande eleganza ed efficacia.
Il lavoro di Pasquale Petito mi ha interessato subito perché riferendosi a suo modo alla classica pochade francese e dunque allontanandosi dalle farse del più rinomato fratello Antonio Petito, anticipa lo stile e la forma di colui il quale fu forse il più grande commediografo napoletano e cioè Eduardo Scarpetta. Io mi sono divertito a metterci del mio per cui lo spettacolo acquista modernità
e forza nella rielaborazione, quasi una riscrittura per un testo del quale più che altro ho conservato lo spunto centrale che è poi la vera macchina teatrale dell’antica farsa. Una messa in scena di sicuro effetto che trascinerà lo spettatore in un’epoca, passata e indefinita allo stesso tempo, nella quale ritroverà una vis comica, un linguaggio e un’attualità del tutto originali e vicini al moderno sentire.
Teatro Nuovo di Napoli
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Martedì 16 dicembre, ore 19.00
nell’ambito di “Storie dell’Arte”
ciclo di incontri a teatro sull’arte contemporaneaa cura di Eduardo Cicelyn
In nome del Madre. La nascita rocambolesca del primo
grande museo meridionale per l’arte contemporanea
ospiti Demetrio Paparoni ed Eugenio Viola
Il Madre fu progettato, realizzato e aperto al pubblico nel giro di meno di tre anni. Come è stato possibile un record del genere nella città che accarezza progetti per decenni ed è specializzata nel distruggerli a chiacchiere prima ancora di portarli a compimenti?
La sua nascita e il grande successo internazionale subito raccolto meritano un’analisi critica anche alla luce delle molte polemiche suscitate a livello locale. L’influenza che ebbe sui giovani curatori e sulle carriere di alcuni tra loro, oggi in giro per il mondo, è un altro aspetto da raccontare e da considerare con attenzione.
Teatro Pasolini di Salerno
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 e giovedì 18 dicembre, ore 20.00
Teatro Nuovo di Napoli
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Da venerdì 19 domenica 21 dicembre
(venerdì e domenica ore 18.30, sabato ore 19.00)
Valerio Aprea in
Lapocalisse
testi Makkox e Valerio Aprea
produzione Argot e Dada
L’ apocalisse è imminente.
L’ apocalisse è prossima.
L’apocalisse è inevitabile.
Ma siamo proprio sicuri? Davvero non c’è un barlume di speranza? Un minimo spiraglio di possibile intervento per scongiurare un destino che sembra ineluttabile?
E se sì, a quali condizioni? Attraverso quali ostacoli? Siamo ancora in tempo per correggere la rotta? Ma poi, soprattutto, la vogliamo davvero correggere questa rotta?
Dalla scienza al suo opposto, dagli algoritmi alle abitudini quotidiane, dalla politica al progresso e l’inerzia che lo frena, Valerio Aprea porta in scena una serie di monologhi scritti per lui da Marco Dambrosio, in arte Makkox in un assolo iperbolico attorno al concetto di cambiamento, necessario ad affrontare il buio che ci minaccia, laddove comicità e assurdo divengono strumenti affilati per affrontare e provare a scongiurare il grande spauracchio dell’apocalisse.
Dall’incontro tra l’attore e il disegnatore all’interno di Propaganda live su La7 nasce questo spettacolo che inserisce alcuni dei monologhi più significativi di quell’esperienza all’interno di un discorso più ampio, fatto direttamente al pubblico coinvolto a più riprese in quello che si può definire un assolo a metà tra il recital e la stand–up.
Cinema Teatro Italia di Eboli
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 dicembre, ore 20.45
Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Giovedì 18 dicembre, ore 21.00
Teatro delle Arti di Salerno
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Venerdì 19 e sabato 20, ore 20.45, e domenica 21 dicembre, ore 18.00
Biagio Izzo in
Finchè giudice non ci separi
di Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli
con
Adriano Falivene, Carla Ferraro, Roberto Giordano, Adele Vitale
e la partecipazione straordinaria di Augusto Fornari
scene Massimo Comune
disegno luci Luigi Raia
costumi Federica Calabrese
musiche Gruppo SMP
regia Augusto Fornari
produzione A.G. Spettacoli
Mauro, Paolo, Roberto e Massimo sono quattro amici, tutti separati.
Massimo, libraio antiquario, è fresco di separazione e ha appena tentato il togliersi la vita. Il giudice gli ha levato tutto: la casa, la figlia e lo ha costretto a versare un cospicuo assegno mensile alla moglie.
Con quello che resta del suo stipendio gli amici gli hanno trovato uno squallido appartamento, 35 mq. Massimo è disperato e i tre amici gli stanno vicino per rincuorarlo e controllare che non riprovi a mettere in atto l’insensato gesto.
Ognuno dà consigli su come affrontare la separazione, questa nuova situazione e come ritornare a vivere una vita normale. Proprio quando i tre sembrano essere riusciti a riportare alla ragione il loro amico, un’avvenente vicina di casa suona alla porta. All’apparire dell’affascinante donna, gli amici hanno un guizzo. Ma la sorpresa sarà grande quando i 4 amici scopriranno chi è la donna misteriosa.
Teatro Nexus di Torre Annunziata
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 dicembre, ore 21.00
La cantata dei pastori
Nuova Edizione
di Peppe Barra e Lamberto Lambertini
con Peppe Barra, Lalla Esposito
regia Lamberto Lambertini
musiche Giorgio Mellone
scene Carlo De Marino
costumi Annalisa Giacci
disegno Luci Francesco Adinolfi
produzione Ag Spettacoli, Tradizione e Turismo Centro di Produzione Teatrale,
Teatro Sannazaro
“A Messa, o a Teatro!” Questo dilemma, al termine della cena della Vigilia, negli anni passati, metteva in crisi il popolo napoletano. Messa di mezzanotte o “La Cantata dei Pastori”, sempre a mezzanotte, ma a teatro?
Peppe Barra è riuscito a mantenere questo appuntamento rituale, questa rappresentazione popolare, per più di quaranta anni. Prima con Roberto De Simone, che l’aveva riscritta come spettacolo della Tradizione musicale Campana, poi con la madre Concetta Barra e Lamberto Lambertini, nei teatri d’Italia e d’Europa, infine da solo per tutti gli anni seguenti.
Uno spettacolo che, pur attenendo al poema religioso, al dramma pastorale e alla commedia dell’arte, il popolino aveva trasformato, nel corso del settecento, dell’ottocento e del novecento, in un gustoso e glorioso pasticcio di sentimento religioso e di teatro comico.
Peppe Barra, di nuovo insieme con Lamberto Lambertini, la ripropone quest’anno in una nuovissima edizione, per offrire all’affezionatissimo pubblico sorprese continue, colpi di scena imprevisti, risate irrefrenabili e lacrime di commozione, come quando il papà o la nonna decidevano a mezzanotte di optare per il Teatro, portando noi bambini, senza più sonno, ad attendere, tremanti d’eccitazione e anche di paura, che l’enorme sipario si aprisse.
Peppe indosserà l’amata maschera di Razzullo, pulcinellesco scrivano, mentre i panni di Sarchiapone li indosserà Lalla Esposito, ricomponendo così la coppia teatrale che ha riscosso tanto successo nella scorsa stagione, per reinventare le buffe vicissitudini dei due poveracci napoletani catapultati in Palestina, dalla fame il primo, dai suoi crimini il secondo, proprio nei giorni dello scontro titanico tra gli Angeli e i Demoni, mentre Maria e Giuseppe cercano un riparo per la nascita del Figlio di Dio.
Teatro Auditorium Tommasiello di Teano
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 dicembre, ore 20.45
Teatro Ricciardi di Capua
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Giovedì 18 dicembre, ore 20.30
Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Da venerdì 19 a domenica 21 dicembre
(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)
Maria Amelia Monti e Cristina Chinaglia in
Strappo alla regola
scritto e diretto da Edoardo Erba
con
Daniele Gaggianesi, Giuseppe Lelli, Francesco Meoni, Sabina Vannucchi, Fabio Zulli
con la partecipazione in video di
Asia Argento, Marina Massironi, Sebastiano Somma
scene Luigi Ferrigno, Sara Palmieri
luci David Barittoni
costumi Grazia Materia
musiche Massimiliano Gagliardi
produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo
Siamo in un cinema e sullo schermo proiettano un film dell’orrore. Orietta, un personaggio secondario del film, sta per essere raggiunta da un misterioso assassino, ma riesce inaspettatamente a sfuggirgli… uscendo da uno strappo dello schermo. Si ritrova nella sala cinematografica deserta dove incontra Moira, la maschera del cinema.
Moira pensa di essere impazzita, ma deve ricredersi perché Orietta è viva e le chiede aiuto. Temendo di perdere il posto di lavoro, Moira cerca di convincere Orietta a ritornare nel film per farsi assassinare. Ma Orietta è decisa a cambiare il suo destino. Mentre sullo schermo i personaggi del film girano a vuoto, Moira si confida: è una donna disperata, che vive una relazione tossica, da cui non riesce a uscire. Ora è Orietta a incoraggiare Moira a trovare lo “strappo” per scappare da una storia dell’orrore. E alla fine sarà proprio lei a salvarla.
Con una inedita interazione fra Teatro e Cinema, con una comicità dai ritmi incalzanti, la nuova commedia di Edoardo Erba ci tiene sospesi in un mondo di mezzo fra realtà e fantasia, e va dritta al cuore, attraversando con leggerezza i nostri incubi peggiori.
Teatro Diana di Nocera Inferiore
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Venerdì 19 dicembre, ore 20.45, fuori abbonamento
Je te vurria parlà
Cronache da una canzone napoletana
da un’idea di Antonio Ciccarelli, scritto con Cosimo Lieto
con Piero Marrazzo
in scena
Leo D'Angelo, voce
Gianni Guarracino, chitarra
Andrea Carboni, percussioni
Patrizia Mancini, quadri coreografici
Essere artisti confina da sempre con l’essere economicamente “precari”. Non avere un contratto a tempo indeterminato, non essere quasi mai considerati lavoratori a pieno titolo, non ricevere le tutele ovvie per qualunque altro lavoratore sono destini comuni di chi - per talento, scelta o necessità – vive da artista.
E lo fa, naturalmente nutrendosi di estemporaneità, col “genius loci” che trasfroma in poeti e musicisti pescatori e guantai. Una realtà di oggi, ma anche una convinzione del passato: quasi un tabù e più di un luogo comune, già diffusi lontano nel tempo in misura inimmaginabile.
Storie di vita, che procedono all’unisono con storie di voci e di canzoni. Come quella di un giovane poeta, Edoardo Nicolardi, che nel lontano 1903 ritrae in uno dei brani più suggestivi della tradizione napoletana (“Voce ‘e notte”, pubblicato nel 1904 - 120 anni fa) il suo disagio di “giovane artista precario”, malvisto dal padre della donna che ama.
Una storia come tante e senza tempo dalla quale nasce l'idea di raccontare - in una serata di teatro canzone - una lunga storia, partendo da una delle più celebri melodie narrate del ‘900 e usando la musica tanto come colonna sonora di una “narrazione per tappe”, quanto come “macchina del tempo” dalla potenza evocativa fenomenale.
Iniziando da una vicenda, datata 1904, per raccontare altri classici dell’infinito patrimonio musicale partenopeo, legati tra loro da un comune filo: la speranza. Quella di un innamorato di sposare la sua amata, quella di un emigrante di ritornare presto nella sua terra, quella di un esule che - lontano dalla sua città – affida al sole –uguale per tutti, ad ogni latitudine - l’eterno messaggio di splendere senza mai smettere, portando con sè amore, pace e fratellanza universali.
Un appassionante racconto affidato a Piero Marrazzo – giornalista e conduttore tv, al suo ritorno sulle scene - che sarà il “cronista” delle storie di canzoni che hanno fatto da sfondo a momenti di grande attualità (ancora vivi e presenti, nonostante le guerre, le emigrazioni e le precarietà dei sentimenti), convogliando tutto in un “bolla fantastica” di musica e parole, fatta d’amore, impeto, devozione e mille altri sentimenti ed emozioni.
Un “viaggio sospeso” su di un “ponte immaginario”, dove un ostinato napoletano incrocia figure del passato e sequenze del presente, parole di ieri e visioni di oggi: partendo dagli inizi del ’900, per arrivare alle canzoni di autori più recenti, passando da Roberto De Simone e la NCCP e spingersi fino a Pino Daniele.
di Napoli Magazine
13/12/2025 - 12:30
Agenda settimanale spettacoli dal 15 al 21 dicembre 2025 in Campania, programmati dal Circuito Teatro Pubblico Campano
Teatro Magic Vision di Casalnuovo
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Martedì 16 dicembre, ore 20.45
Teatro Italia di Acerra
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 dicembre, ore 20.45
Teatro Metropolitan di Sant’Anastasia
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Giovedì 18 e venerdì 19 dicembre, ore 20.45
Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Sabato 20 dicembre, ore 21.00
Gianfranco Gallo in
Ti ho sposato per ignoranza
scritto e diretto da Gianfranco Gallo
con Gianluca Di Gennaro
e con Lisa Imperatore, Bianca Gallo, Alessia Cacace, Alfonso Strumolo
scenografie Clelio Alfinito, costumi Anna Giordano
assistente alla regia Alfonso Le Boffe
produzione Immaginando Produzioni
Ritorna in Teatro dopo 15 anni quello che ormai è diventato uno spettacolo Cult grazie ai Social. Alcuni brani esilaranti tratti dalla commedia, su Youtube e su altri siti, hanno raggiunto milioni di visualizzazioni, cosa molto rara per piccoli frammenti di Teatro di prosa. Mi è capitato di lavorare con tanti colleghi attori e registi di fama nazionale e non pochi di loro, anche insospettabili dai Jackal a Frassica, ai registi Manfredonia o Garrone mi hanno confessato che, almeno una volta al mese, li vanno a rivedere per farsi quattro risate.
La messinscena è un omaggio al Teatro dal quale provengo e dal quale sono partito, quel Teatro comico napoletano di nobile tradizione che porto con me come un fiore all’occhiello. Un Teatro i cui eroi furono Antonio Petito e la sua famiglia, Cammarano, Eduardo Scarpetta e tanti altri che traghettarono il palcoscenico partenopeo dalla Commedia dell’Arte ai testi di Eduardo e dei nuovi drammaturghi. Una antica farsa di Pasquale Petito è lo spunto per un esilarante spettacolo, il cui titolo originale, “’A scarrecavarrile” (“A Scarica barile”), spiega tutta la trama: storia di tradimenti e
perdoni nel segno di una grande tradizione comica rinnovata, protagonista incolpevole un bastone da uomo che fa da asse per una serie di costruzioni comiche di grande eleganza ed efficacia.
Il lavoro di Pasquale Petito mi ha interessato subito perché riferendosi a suo modo alla classica pochade francese e dunque allontanandosi dalle farse del più rinomato fratello Antonio Petito, anticipa lo stile e la forma di colui il quale fu forse il più grande commediografo napoletano e cioè Eduardo Scarpetta. Io mi sono divertito a metterci del mio per cui lo spettacolo acquista modernità
e forza nella rielaborazione, quasi una riscrittura per un testo del quale più che altro ho conservato lo spunto centrale che è poi la vera macchina teatrale dell’antica farsa. Una messa in scena di sicuro effetto che trascinerà lo spettatore in un’epoca, passata e indefinita allo stesso tempo, nella quale ritroverà una vis comica, un linguaggio e un’attualità del tutto originali e vicini al moderno sentire.
Teatro Nuovo di Napoli
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Martedì 16 dicembre, ore 19.00
nell’ambito di “Storie dell’Arte”
ciclo di incontri a teatro sull’arte contemporaneaa cura di Eduardo Cicelyn
In nome del Madre. La nascita rocambolesca del primo
grande museo meridionale per l’arte contemporanea
ospiti Demetrio Paparoni ed Eugenio Viola
Il Madre fu progettato, realizzato e aperto al pubblico nel giro di meno di tre anni. Come è stato possibile un record del genere nella città che accarezza progetti per decenni ed è specializzata nel distruggerli a chiacchiere prima ancora di portarli a compimenti?
La sua nascita e il grande successo internazionale subito raccolto meritano un’analisi critica anche alla luce delle molte polemiche suscitate a livello locale. L’influenza che ebbe sui giovani curatori e sulle carriere di alcuni tra loro, oggi in giro per il mondo, è un altro aspetto da raccontare e da considerare con attenzione.
Teatro Pasolini di Salerno
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 e giovedì 18 dicembre, ore 20.00
Teatro Nuovo di Napoli
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Da venerdì 19 domenica 21 dicembre
(venerdì e domenica ore 18.30, sabato ore 19.00)
Valerio Aprea in
Lapocalisse
testi Makkox e Valerio Aprea
produzione Argot e Dada
L’ apocalisse è imminente.
L’ apocalisse è prossima.
L’apocalisse è inevitabile.
Ma siamo proprio sicuri? Davvero non c’è un barlume di speranza? Un minimo spiraglio di possibile intervento per scongiurare un destino che sembra ineluttabile?
E se sì, a quali condizioni? Attraverso quali ostacoli? Siamo ancora in tempo per correggere la rotta? Ma poi, soprattutto, la vogliamo davvero correggere questa rotta?
Dalla scienza al suo opposto, dagli algoritmi alle abitudini quotidiane, dalla politica al progresso e l’inerzia che lo frena, Valerio Aprea porta in scena una serie di monologhi scritti per lui da Marco Dambrosio, in arte Makkox in un assolo iperbolico attorno al concetto di cambiamento, necessario ad affrontare il buio che ci minaccia, laddove comicità e assurdo divengono strumenti affilati per affrontare e provare a scongiurare il grande spauracchio dell’apocalisse.
Dall’incontro tra l’attore e il disegnatore all’interno di Propaganda live su La7 nasce questo spettacolo che inserisce alcuni dei monologhi più significativi di quell’esperienza all’interno di un discorso più ampio, fatto direttamente al pubblico coinvolto a più riprese in quello che si può definire un assolo a metà tra il recital e la stand–up.
Cinema Teatro Italia di Eboli
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 dicembre, ore 20.45
Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Giovedì 18 dicembre, ore 21.00
Teatro delle Arti di Salerno
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Venerdì 19 e sabato 20, ore 20.45, e domenica 21 dicembre, ore 18.00
Biagio Izzo in
Finchè giudice non ci separi
di Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli
con
Adriano Falivene, Carla Ferraro, Roberto Giordano, Adele Vitale
e la partecipazione straordinaria di Augusto Fornari
scene Massimo Comune
disegno luci Luigi Raia
costumi Federica Calabrese
musiche Gruppo SMP
regia Augusto Fornari
produzione A.G. Spettacoli
Mauro, Paolo, Roberto e Massimo sono quattro amici, tutti separati.
Massimo, libraio antiquario, è fresco di separazione e ha appena tentato il togliersi la vita. Il giudice gli ha levato tutto: la casa, la figlia e lo ha costretto a versare un cospicuo assegno mensile alla moglie.
Con quello che resta del suo stipendio gli amici gli hanno trovato uno squallido appartamento, 35 mq. Massimo è disperato e i tre amici gli stanno vicino per rincuorarlo e controllare che non riprovi a mettere in atto l’insensato gesto.
Ognuno dà consigli su come affrontare la separazione, questa nuova situazione e come ritornare a vivere una vita normale. Proprio quando i tre sembrano essere riusciti a riportare alla ragione il loro amico, un’avvenente vicina di casa suona alla porta. All’apparire dell’affascinante donna, gli amici hanno un guizzo. Ma la sorpresa sarà grande quando i 4 amici scopriranno chi è la donna misteriosa.
Teatro Nexus di Torre Annunziata
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 dicembre, ore 21.00
La cantata dei pastori
Nuova Edizione
di Peppe Barra e Lamberto Lambertini
con Peppe Barra, Lalla Esposito
regia Lamberto Lambertini
musiche Giorgio Mellone
scene Carlo De Marino
costumi Annalisa Giacci
disegno Luci Francesco Adinolfi
produzione Ag Spettacoli, Tradizione e Turismo Centro di Produzione Teatrale,
Teatro Sannazaro
“A Messa, o a Teatro!” Questo dilemma, al termine della cena della Vigilia, negli anni passati, metteva in crisi il popolo napoletano. Messa di mezzanotte o “La Cantata dei Pastori”, sempre a mezzanotte, ma a teatro?
Peppe Barra è riuscito a mantenere questo appuntamento rituale, questa rappresentazione popolare, per più di quaranta anni. Prima con Roberto De Simone, che l’aveva riscritta come spettacolo della Tradizione musicale Campana, poi con la madre Concetta Barra e Lamberto Lambertini, nei teatri d’Italia e d’Europa, infine da solo per tutti gli anni seguenti.
Uno spettacolo che, pur attenendo al poema religioso, al dramma pastorale e alla commedia dell’arte, il popolino aveva trasformato, nel corso del settecento, dell’ottocento e del novecento, in un gustoso e glorioso pasticcio di sentimento religioso e di teatro comico.
Peppe Barra, di nuovo insieme con Lamberto Lambertini, la ripropone quest’anno in una nuovissima edizione, per offrire all’affezionatissimo pubblico sorprese continue, colpi di scena imprevisti, risate irrefrenabili e lacrime di commozione, come quando il papà o la nonna decidevano a mezzanotte di optare per il Teatro, portando noi bambini, senza più sonno, ad attendere, tremanti d’eccitazione e anche di paura, che l’enorme sipario si aprisse.
Peppe indosserà l’amata maschera di Razzullo, pulcinellesco scrivano, mentre i panni di Sarchiapone li indosserà Lalla Esposito, ricomponendo così la coppia teatrale che ha riscosso tanto successo nella scorsa stagione, per reinventare le buffe vicissitudini dei due poveracci napoletani catapultati in Palestina, dalla fame il primo, dai suoi crimini il secondo, proprio nei giorni dello scontro titanico tra gli Angeli e i Demoni, mentre Maria e Giuseppe cercano un riparo per la nascita del Figlio di Dio.
Teatro Auditorium Tommasiello di Teano
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Mercoledì 17 dicembre, ore 20.45
Teatro Ricciardi di Capua
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Giovedì 18 dicembre, ore 20.30
Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Da venerdì 19 a domenica 21 dicembre
(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)
Maria Amelia Monti e Cristina Chinaglia in
Strappo alla regola
scritto e diretto da Edoardo Erba
con
Daniele Gaggianesi, Giuseppe Lelli, Francesco Meoni, Sabina Vannucchi, Fabio Zulli
con la partecipazione in video di
Asia Argento, Marina Massironi, Sebastiano Somma
scene Luigi Ferrigno, Sara Palmieri
luci David Barittoni
costumi Grazia Materia
musiche Massimiliano Gagliardi
produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo
Siamo in un cinema e sullo schermo proiettano un film dell’orrore. Orietta, un personaggio secondario del film, sta per essere raggiunta da un misterioso assassino, ma riesce inaspettatamente a sfuggirgli… uscendo da uno strappo dello schermo. Si ritrova nella sala cinematografica deserta dove incontra Moira, la maschera del cinema.
Moira pensa di essere impazzita, ma deve ricredersi perché Orietta è viva e le chiede aiuto. Temendo di perdere il posto di lavoro, Moira cerca di convincere Orietta a ritornare nel film per farsi assassinare. Ma Orietta è decisa a cambiare il suo destino. Mentre sullo schermo i personaggi del film girano a vuoto, Moira si confida: è una donna disperata, che vive una relazione tossica, da cui non riesce a uscire. Ora è Orietta a incoraggiare Moira a trovare lo “strappo” per scappare da una storia dell’orrore. E alla fine sarà proprio lei a salvarla.
Con una inedita interazione fra Teatro e Cinema, con una comicità dai ritmi incalzanti, la nuova commedia di Edoardo Erba ci tiene sospesi in un mondo di mezzo fra realtà e fantasia, e va dritta al cuore, attraversando con leggerezza i nostri incubi peggiori.
Teatro Diana di Nocera Inferiore
stagione teatrale 2025/2026 a cura del Teatro Pubblico Campano
Venerdì 19 dicembre, ore 20.45, fuori abbonamento
Je te vurria parlà
Cronache da una canzone napoletana
da un’idea di Antonio Ciccarelli, scritto con Cosimo Lieto
con Piero Marrazzo
in scena
Leo D'Angelo, voce
Gianni Guarracino, chitarra
Andrea Carboni, percussioni
Patrizia Mancini, quadri coreografici
Essere artisti confina da sempre con l’essere economicamente “precari”. Non avere un contratto a tempo indeterminato, non essere quasi mai considerati lavoratori a pieno titolo, non ricevere le tutele ovvie per qualunque altro lavoratore sono destini comuni di chi - per talento, scelta o necessità – vive da artista.
E lo fa, naturalmente nutrendosi di estemporaneità, col “genius loci” che trasfroma in poeti e musicisti pescatori e guantai. Una realtà di oggi, ma anche una convinzione del passato: quasi un tabù e più di un luogo comune, già diffusi lontano nel tempo in misura inimmaginabile.
Storie di vita, che procedono all’unisono con storie di voci e di canzoni. Come quella di un giovane poeta, Edoardo Nicolardi, che nel lontano 1903 ritrae in uno dei brani più suggestivi della tradizione napoletana (“Voce ‘e notte”, pubblicato nel 1904 - 120 anni fa) il suo disagio di “giovane artista precario”, malvisto dal padre della donna che ama.
Una storia come tante e senza tempo dalla quale nasce l'idea di raccontare - in una serata di teatro canzone - una lunga storia, partendo da una delle più celebri melodie narrate del ‘900 e usando la musica tanto come colonna sonora di una “narrazione per tappe”, quanto come “macchina del tempo” dalla potenza evocativa fenomenale.
Iniziando da una vicenda, datata 1904, per raccontare altri classici dell’infinito patrimonio musicale partenopeo, legati tra loro da un comune filo: la speranza. Quella di un innamorato di sposare la sua amata, quella di un emigrante di ritornare presto nella sua terra, quella di un esule che - lontano dalla sua città – affida al sole –uguale per tutti, ad ogni latitudine - l’eterno messaggio di splendere senza mai smettere, portando con sè amore, pace e fratellanza universali.
Un appassionante racconto affidato a Piero Marrazzo – giornalista e conduttore tv, al suo ritorno sulle scene - che sarà il “cronista” delle storie di canzoni che hanno fatto da sfondo a momenti di grande attualità (ancora vivi e presenti, nonostante le guerre, le emigrazioni e le precarietà dei sentimenti), convogliando tutto in un “bolla fantastica” di musica e parole, fatta d’amore, impeto, devozione e mille altri sentimenti ed emozioni.
Un “viaggio sospeso” su di un “ponte immaginario”, dove un ostinato napoletano incrocia figure del passato e sequenze del presente, parole di ieri e visioni di oggi: partendo dagli inizi del ’900, per arrivare alle canzoni di autori più recenti, passando da Roberto De Simone e la NCCP e spingersi fino a Pino Daniele.