Prosegue la stagione dello SpazioKörper, che domenica 6 aprile, alle ore 18.00, inaugura la programmazione del mese di aprile con lo spettacolo “Mercurio”, una coproduzione We-Start, Centro di Produzione Piemonte Orientale, Bolzano Danza | Tanz Bozen, OperaEstate Festival e FDE Festival Danza Estate Bergamo in collaborazione con Bergamo Jazz Festival nell'ambito del progetto BoNo!.
“Mercurio” nasce dall’incontro tra la coreografa e performer Luna Cenere e il compositore, improvvisatore e sassofonista Antonio Raia, entrambi napoletani, e presenta una ricerca che prende spunto da molteplici ambiti, dall’astronomia alla mitologia. Emblema di dualità e versatilità, unico nel suo persistere allo stato liquido a temperatura ambiente, manifestando una peculiare combinazione di fluidità e coesione, il mercurio diviene rappresentazione di “opposti conciliati”, così come l’omonima performance si sviluppa attraverso il fluire di componenti eterogenei. Le riflessioni e azioni scelte nascono dalla fusione di pratiche, posture e saperi dei due giovani artisti che trasformano la scena in un luogo di indagine senza confini creando un linguaggio universale di esplorazione e riflessione a sostegno di una fluidità dell'arte che scorre senza restrizioni o banali combinazioni tra suono e gesto. La ricerca dei due performers trova linfa anche nel contesto mitologico dove il dio Mercurio è spesso associato alla fusione di caratteristiche contrapposte. Infatti, come messaggero degli dèi nella mitologia romana, Mercurio funge da tramite tra il divino e l'umano, unendo mondi diversi, simboleggia la dualità tra cielo e terra, tra maschile e femminile, tra luce e oscurità. La performance Mercurio diventa così metafora potente per l'armonizzazione degli elementi contrastanti, rappresentando un equilibrio tra dualità apparentemente inconciliabili divenendo un simbolo affascinante di connessione e conciliazione. L'azione si trasforma continuamente in una celebrazione della trasformazione, delle obliquità di senso e l'audace esperimento dimostra che la forza della musica risiede così come nell'assenza di suoni quanto nelle crepe di melodie fatte emergere dalle ombre e che la danza può brillare anche quando privata di movimenti prevedibili.
La serata si concluderà con "''nciuc", un talk di approfondimento sullo spettacolo che coinvolgerà gli artisti e il pubblico presente.
Luna Cenere, danzatrice e coreografa, è vincitrice del Premio Nuove Coreografie 2023 della Biennale di Venezia con il progetto Vanishing Place e premio Danza&Danza come Coreografa Emergente 2020 con lo spettacolo Genealogia_Time Specific. Artista AEROWAVES TWENTY18 con Kokoro, Luna riceve il Premio Speciale Positano Léonide Massine come Talento Campano. Nel 2021 debutta con Zoé produzione al Festival Oriente Occidente ed è selezionato alla NID Platform 2021.
Antonio Raia compositore, improvvisatore e sassofonista. Nasce a Napoli il 22/03/1988. Si laurea a pieni voti presso il Conservatorio di Musica “G. Martucci” di Salerno nel 2013 e da quel momento è impegnato in attività concertistica, performance ed installazioni artistiche per oltre 500 live in tutta Europa tra festival, musei d’arte contemporanea e club. Ama i rapporti tra la musica e le altre arti, non ama essere etichettato in un genere specifico. La prestigiosa rivista The Wire definisce Raia «wind trough metal».
Nell’ambito delle produzioni del Centro Körper, il 4 aprile presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, nella stagione “Orbita”, andrà in scena “Vanitas”, un progetto di Giovanfrancesco Giannini, Fabio Novembrini e Roberta Racis. Partendo da una riflessione sulla vanitas come genere pittorico, i tre artisti declinano nel contemporaneo l’iconografia della vanità in relazione al macro tema della crisi del nostro tempo. In un Eden immaginario, figure archetipe si perdono in sé stesse e, attraversando atmosfere cupe e devianti, scandiscono l’inesorabilità di un tempo funesto, morente. La violenza, la morte e il carattere effimero della vita e della giovinezza si dispongono in composizioni icastiche che emergono dal buio dello sfondo. Le immagini filmate dal vivo si costellano di fiori e frutti recisi, candele e clessidre che alludono alla finitudine umana, a una realtà e a una storia che periscono. Ma nel monito della morte c’è un inno alla vita che parla di un binomio indissolubile: non ci può essere futuro senza la morte del mondo così come lo abbiamo conosciuto fino ad ora.
Ancora il 4 aprile, il Collège Sainte-Croix di Friburgo ospiterà, per il festival “Libri sulla Scena”, il lavoro di Adriano Bolognino “Samia”: il lavoro parte da una storia vera, quella di Samia Yusuf Omar, la giovane atleta somala morta nelle acque di Lampedusa mentre cercava di raggiungere l’Europa per qualificarsi alle Olimpiadi. Bolognino porta in scena sei corpi di donne diverse tra loro per rappresentare quella di una vita spezzata, simbolo di una disuguaglianza ed emergenza del nostro presente, dove la libertà di scegliere chi vuoi essere in molti paesi è ancora negato. «Nonostante lottiamo per questo – racconta il coreografo nelle note – non siamo ancora tutti uguali. Eppure, tutti, ancora, desideriamo. Corriamo. Con questo lavoro non posso riscrivere una vita che non ho vissuto, ma posso contribuire a ricordare Samia Yusuf Omar e chi, come lei, lotta ogni giorno per la propria corsa, non solo come una vittima. Bensì come persone che s’impegnano a scegliere chi vogliono diventare. In sala ho lavorato con le performer riflettendo sui nostri desideri e sui limiti che il mondo ci pone per forzare i confini dentro e fuori dal corpo e provare a inseguire la libertà che dà l’autodeterminazione. Una conquista che, nonostante il privilegio di poter guardare il mare, resta ancora un sogno, ancora un’utopia».
Il 10 aprile, per il Festival “Prospettiva Danza”, alla Fondazione Peruzzo di Padova sarà rappresentata una seconda performance di Bolognino, dal titolo “Come Neve”. Nell’ideazione di questo lavoro, il coreografo ha preso le mosse dal concetto di benessere, e dall’immagine della neve osservata da bambini dalla finestra. Come raccontato dallo stesso Bolognino, “Ho contemplato il bianco del fuori e il caldo del dentro, il senso di protezione e di comunità che spesso si prova in questi momenti. Prima di iniziare a lavorare con i corpi dei danzatori, ho pensato a creare un ambiente che rispecchiasse già l'idea della creazione, a cominciare dai loro abiti. Così Ho deciso di coinvolgere nel progetto “Il club dell’uncinetto”, un gruppo di donne che, durante la pandemia, si è ritrovato per reinventarsi, riscoprendo un’arte, trasformandola in un nuovo lavoro. Trovando coraggiosamente una nuova luce da cui ripartire e trarre benessere in un momento così buio per tutti. Questo prezioso ricamo artigianale, mi fa pensare ai corpi dei danzatori, artigiani anch’essi, che con corpo e movimento sono capaci di dare vita a qualcosa di nuovo, creativo, originale. Qualcosa di unico, come un fiocco di neve che cade al suolo”.
di Napoli Magazine
01/04/2025 - 12:10
Prosegue la stagione dello SpazioKörper, che domenica 6 aprile, alle ore 18.00, inaugura la programmazione del mese di aprile con lo spettacolo “Mercurio”, una coproduzione We-Start, Centro di Produzione Piemonte Orientale, Bolzano Danza | Tanz Bozen, OperaEstate Festival e FDE Festival Danza Estate Bergamo in collaborazione con Bergamo Jazz Festival nell'ambito del progetto BoNo!.
“Mercurio” nasce dall’incontro tra la coreografa e performer Luna Cenere e il compositore, improvvisatore e sassofonista Antonio Raia, entrambi napoletani, e presenta una ricerca che prende spunto da molteplici ambiti, dall’astronomia alla mitologia. Emblema di dualità e versatilità, unico nel suo persistere allo stato liquido a temperatura ambiente, manifestando una peculiare combinazione di fluidità e coesione, il mercurio diviene rappresentazione di “opposti conciliati”, così come l’omonima performance si sviluppa attraverso il fluire di componenti eterogenei. Le riflessioni e azioni scelte nascono dalla fusione di pratiche, posture e saperi dei due giovani artisti che trasformano la scena in un luogo di indagine senza confini creando un linguaggio universale di esplorazione e riflessione a sostegno di una fluidità dell'arte che scorre senza restrizioni o banali combinazioni tra suono e gesto. La ricerca dei due performers trova linfa anche nel contesto mitologico dove il dio Mercurio è spesso associato alla fusione di caratteristiche contrapposte. Infatti, come messaggero degli dèi nella mitologia romana, Mercurio funge da tramite tra il divino e l'umano, unendo mondi diversi, simboleggia la dualità tra cielo e terra, tra maschile e femminile, tra luce e oscurità. La performance Mercurio diventa così metafora potente per l'armonizzazione degli elementi contrastanti, rappresentando un equilibrio tra dualità apparentemente inconciliabili divenendo un simbolo affascinante di connessione e conciliazione. L'azione si trasforma continuamente in una celebrazione della trasformazione, delle obliquità di senso e l'audace esperimento dimostra che la forza della musica risiede così come nell'assenza di suoni quanto nelle crepe di melodie fatte emergere dalle ombre e che la danza può brillare anche quando privata di movimenti prevedibili.
La serata si concluderà con "''nciuc", un talk di approfondimento sullo spettacolo che coinvolgerà gli artisti e il pubblico presente.
Luna Cenere, danzatrice e coreografa, è vincitrice del Premio Nuove Coreografie 2023 della Biennale di Venezia con il progetto Vanishing Place e premio Danza&Danza come Coreografa Emergente 2020 con lo spettacolo Genealogia_Time Specific. Artista AEROWAVES TWENTY18 con Kokoro, Luna riceve il Premio Speciale Positano Léonide Massine come Talento Campano. Nel 2021 debutta con Zoé produzione al Festival Oriente Occidente ed è selezionato alla NID Platform 2021.
Antonio Raia compositore, improvvisatore e sassofonista. Nasce a Napoli il 22/03/1988. Si laurea a pieni voti presso il Conservatorio di Musica “G. Martucci” di Salerno nel 2013 e da quel momento è impegnato in attività concertistica, performance ed installazioni artistiche per oltre 500 live in tutta Europa tra festival, musei d’arte contemporanea e club. Ama i rapporti tra la musica e le altre arti, non ama essere etichettato in un genere specifico. La prestigiosa rivista The Wire definisce Raia «wind trough metal».
Nell’ambito delle produzioni del Centro Körper, il 4 aprile presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, nella stagione “Orbita”, andrà in scena “Vanitas”, un progetto di Giovanfrancesco Giannini, Fabio Novembrini e Roberta Racis. Partendo da una riflessione sulla vanitas come genere pittorico, i tre artisti declinano nel contemporaneo l’iconografia della vanità in relazione al macro tema della crisi del nostro tempo. In un Eden immaginario, figure archetipe si perdono in sé stesse e, attraversando atmosfere cupe e devianti, scandiscono l’inesorabilità di un tempo funesto, morente. La violenza, la morte e il carattere effimero della vita e della giovinezza si dispongono in composizioni icastiche che emergono dal buio dello sfondo. Le immagini filmate dal vivo si costellano di fiori e frutti recisi, candele e clessidre che alludono alla finitudine umana, a una realtà e a una storia che periscono. Ma nel monito della morte c’è un inno alla vita che parla di un binomio indissolubile: non ci può essere futuro senza la morte del mondo così come lo abbiamo conosciuto fino ad ora.
Ancora il 4 aprile, il Collège Sainte-Croix di Friburgo ospiterà, per il festival “Libri sulla Scena”, il lavoro di Adriano Bolognino “Samia”: il lavoro parte da una storia vera, quella di Samia Yusuf Omar, la giovane atleta somala morta nelle acque di Lampedusa mentre cercava di raggiungere l’Europa per qualificarsi alle Olimpiadi. Bolognino porta in scena sei corpi di donne diverse tra loro per rappresentare quella di una vita spezzata, simbolo di una disuguaglianza ed emergenza del nostro presente, dove la libertà di scegliere chi vuoi essere in molti paesi è ancora negato. «Nonostante lottiamo per questo – racconta il coreografo nelle note – non siamo ancora tutti uguali. Eppure, tutti, ancora, desideriamo. Corriamo. Con questo lavoro non posso riscrivere una vita che non ho vissuto, ma posso contribuire a ricordare Samia Yusuf Omar e chi, come lei, lotta ogni giorno per la propria corsa, non solo come una vittima. Bensì come persone che s’impegnano a scegliere chi vogliono diventare. In sala ho lavorato con le performer riflettendo sui nostri desideri e sui limiti che il mondo ci pone per forzare i confini dentro e fuori dal corpo e provare a inseguire la libertà che dà l’autodeterminazione. Una conquista che, nonostante il privilegio di poter guardare il mare, resta ancora un sogno, ancora un’utopia».
Il 10 aprile, per il Festival “Prospettiva Danza”, alla Fondazione Peruzzo di Padova sarà rappresentata una seconda performance di Bolognino, dal titolo “Come Neve”. Nell’ideazione di questo lavoro, il coreografo ha preso le mosse dal concetto di benessere, e dall’immagine della neve osservata da bambini dalla finestra. Come raccontato dallo stesso Bolognino, “Ho contemplato il bianco del fuori e il caldo del dentro, il senso di protezione e di comunità che spesso si prova in questi momenti. Prima di iniziare a lavorare con i corpi dei danzatori, ho pensato a creare un ambiente che rispecchiasse già l'idea della creazione, a cominciare dai loro abiti. Così Ho deciso di coinvolgere nel progetto “Il club dell’uncinetto”, un gruppo di donne che, durante la pandemia, si è ritrovato per reinventarsi, riscoprendo un’arte, trasformandola in un nuovo lavoro. Trovando coraggiosamente una nuova luce da cui ripartire e trarre benessere in un momento così buio per tutti. Questo prezioso ricamo artigianale, mi fa pensare ai corpi dei danzatori, artigiani anch’essi, che con corpo e movimento sono capaci di dare vita a qualcosa di nuovo, creativo, originale. Qualcosa di unico, come un fiocco di neve che cade al suolo”.