NAPOLI - La notte da incubo olandese ci riporta indietro nel tempo e la pioggia torrenziale di schiaffi in faccia presi ad Eindhoven ha ricordato i disastri della terribile annata 1997-1998 del peggior Napoli degli ultimi 40 anni o per andare più avanti l’ultimo Napoli (poi ammutinato) di Ancelotti. E’ chiaro e innegabile che siamo di fronte a una crisi di tenuta difensiva e di gioco, ma prima ancora di approccio alla gara. Giriamo il bicchiere e pensiamo in positivo che però in questo Napoli - per fortuna - non ci sono Calderon e Prunier e in panchina c’è il miglior allenatore italiano, che resta tale e non e’ diventato improvvisamente un dilettante allo sbaraglio. Calma e gesso, evitiamo sceneggiate disfattiste, facciamo tutta la critica costruttiva del mondo, ma senza inutili processi inquisitori e senza scatenare la caccia al bersaglio.
Ad Eindhoven il Napoli e’ crollato per una serie di problemi che abbiamo visto tutti. Ma e’ la punta dell’iceberg e i campanelli di allarme li avevamo già visti da settimane. Ora bisogna ripartire come nel dopo Verona del 2024 e come in un’altra occasione che molti dimenticano: 13 ottobre 2013. Quel pomeriggio la Juve invincibile stava vincendo 2-0 a Firenze al 61’ ma in quel momento crollo’ e prese quattro reti in venti minuti dai viola (con una tripletta dello scatenato 'Pepito' Rossi). Non fu la Caporetto bianconera come qualcuno ipotizzava al fischio finale. In panchina c’era un certo Antonio Conte, che sferzo’ lo spogliatoio e lo rivolto’ come un calzino, vincendo poi anche quel campionato.
Ecco perché l’Inter diventa la prova del nove da non fallire. Ma anche la chance per fare reset e ripartire. Diceva qualcuno che e’ sempre meglio perdere una partita con sei reti che 6 partite consecutive per uno a zero.
Attenzione comunque alle parole di Conte nel dopo Eindhoven perché già da sabato potrebbero arrivare i primi segnali al gruppo. Se per puro caso qualcuno pensa di rompere lo spogliatoio e anteporre i personalismi alla squadra, e’ fuori strada. Se qualcuno pensa che ci potrebbe essere un ammutinamento come fu con Ancelotti, allora non conosce Conte. Su questo ho qualche convincimento di cosa potrebbe essere accaduto ma me lo tengo per me. Conte non farà sconti e non farà “prigionieri”.
Di certo non c’è tempo per piangersi addosso, bisogna aspettarsi subito una reazione vera, di carattere, anche perché si e’ perso malissimo, e poteva persino finire peggio, contro un PSV che - bisogna ammetterlo - era il più modesto che c’era da parecchi anni a questa parte. Figuriamoci se fosse stato un PSV davvero forte e se in campo con l’Inter dovesse presentarsi quello stesso Napoli. In campionato il Napoli e’ a un punto dalla vetta e in Champions le top 8 sono andate ma resta la possibilità di entrare nel gruppone per fare il playoff. Nulla e’ perduto, si deve rimettere il piede sull’acceleratore.
Gennaio potrebbe diventare un mercato importante. Per apportare correttivi ma anche per qualche movimento a sorpresa in uscita. Conte farà le sue riflessioni e due o tre calciatori ora sono sotto osservazione. Il mercato del vice Di Lorenzo e del vice Anguissa potrebbe anche diventare uno snodo in uscita se Conte dovesse ravvisare che qualcuno non e’ in linea con il progetto o che qualche pezzo di spogliatoio e’ scontento o non lo segue.
Emanuele Cammaroto
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
23/10/2025 - 16:00
NAPOLI - La notte da incubo olandese ci riporta indietro nel tempo e la pioggia torrenziale di schiaffi in faccia presi ad Eindhoven ha ricordato i disastri della terribile annata 1997-1998 del peggior Napoli degli ultimi 40 anni o per andare più avanti l’ultimo Napoli (poi ammutinato) di Ancelotti. E’ chiaro e innegabile che siamo di fronte a una crisi di tenuta difensiva e di gioco, ma prima ancora di approccio alla gara. Giriamo il bicchiere e pensiamo in positivo che però in questo Napoli - per fortuna - non ci sono Calderon e Prunier e in panchina c’è il miglior allenatore italiano, che resta tale e non e’ diventato improvvisamente un dilettante allo sbaraglio. Calma e gesso, evitiamo sceneggiate disfattiste, facciamo tutta la critica costruttiva del mondo, ma senza inutili processi inquisitori e senza scatenare la caccia al bersaglio.
Ad Eindhoven il Napoli e’ crollato per una serie di problemi che abbiamo visto tutti. Ma e’ la punta dell’iceberg e i campanelli di allarme li avevamo già visti da settimane. Ora bisogna ripartire come nel dopo Verona del 2024 e come in un’altra occasione che molti dimenticano: 13 ottobre 2013. Quel pomeriggio la Juve invincibile stava vincendo 2-0 a Firenze al 61’ ma in quel momento crollo’ e prese quattro reti in venti minuti dai viola (con una tripletta dello scatenato 'Pepito' Rossi). Non fu la Caporetto bianconera come qualcuno ipotizzava al fischio finale. In panchina c’era un certo Antonio Conte, che sferzo’ lo spogliatoio e lo rivolto’ come un calzino, vincendo poi anche quel campionato.
Ecco perché l’Inter diventa la prova del nove da non fallire. Ma anche la chance per fare reset e ripartire. Diceva qualcuno che e’ sempre meglio perdere una partita con sei reti che 6 partite consecutive per uno a zero.
Attenzione comunque alle parole di Conte nel dopo Eindhoven perché già da sabato potrebbero arrivare i primi segnali al gruppo. Se per puro caso qualcuno pensa di rompere lo spogliatoio e anteporre i personalismi alla squadra, e’ fuori strada. Se qualcuno pensa che ci potrebbe essere un ammutinamento come fu con Ancelotti, allora non conosce Conte. Su questo ho qualche convincimento di cosa potrebbe essere accaduto ma me lo tengo per me. Conte non farà sconti e non farà “prigionieri”.
Di certo non c’è tempo per piangersi addosso, bisogna aspettarsi subito una reazione vera, di carattere, anche perché si e’ perso malissimo, e poteva persino finire peggio, contro un PSV che - bisogna ammetterlo - era il più modesto che c’era da parecchi anni a questa parte. Figuriamoci se fosse stato un PSV davvero forte e se in campo con l’Inter dovesse presentarsi quello stesso Napoli. In campionato il Napoli e’ a un punto dalla vetta e in Champions le top 8 sono andate ma resta la possibilità di entrare nel gruppone per fare il playoff. Nulla e’ perduto, si deve rimettere il piede sull’acceleratore.
Gennaio potrebbe diventare un mercato importante. Per apportare correttivi ma anche per qualche movimento a sorpresa in uscita. Conte farà le sue riflessioni e due o tre calciatori ora sono sotto osservazione. Il mercato del vice Di Lorenzo e del vice Anguissa potrebbe anche diventare uno snodo in uscita se Conte dovesse ravvisare che qualcuno non e’ in linea con il progetto o che qualche pezzo di spogliatoio e’ scontento o non lo segue.
Emanuele Cammaroto
Napoli Magazine
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