Walter Besaggio, ex centrocampista di Anderlecht e Treviso, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 'Calcio Time' su EuropaCalcio.it:
Sul VAR: “Credo stia diventando più un problema, che una soluzione. Anche in Belgio abbiamo avuto e avremo le stesse problematiche. Mi viene subito da pensare che stia venendo meno il gioco del calcio, basti pensare al modo in cui un difensore sia costretto a difendere con le mani e le braccia legate, praticamente. Diventa complicato da gestire per tutti i protagonisti in campo, anche se comunque è innegabile possa essere utile per un episodio come un calcio di rigore. Viene quasi meno lo spirito del calcio, tant’è che, molte volte, si esulta con la consapevolezza che una rete possa essere annullata dopo minuti”.
Su Napoli-Udinese: “Partita molto complicata, soprattutto per merito dell’Udinese, squadra capace di cambiare il proprio sistema tattico in un 4-4-2 che ha chiuso benissimo gli spazi. Ovviamente, l’errore azzurro in disimpegno sul gol dei bianconeri ha inciso tantissimo sul risultato finale, anche perché le occasioni nel secondo tempo non sono state così nitide e numerose. Il Napoli non ha saputo sfruttare al massimo la situazione di vantaggio sull’1-0 e avrebbe dovuto chiudere la pratica nel primo tempo. Nel secondo, si è complicato tutto”.
Sul rendimento di Lukaku: “Lo vedo più un calciatore da transizione offensiva, con la fronte alla porta, piuttosto che in appoggio e spalle alla porta per gli inserimenti dei centrocampisti e gli esterni, anche se Anguissa e McTominay fanno un lavoro fantastico anche in quella fase. Ritengo che sia eccessivamente criticato perché gioca in un modo totalmente differente rispetto a quando si disimpegnava in coppia con Lautaro o Dybala, i quali, da seconde punte, ne giovavano notevolmente il compito in zona gol”.
Su De Ketelaere: “Quando arrivò al Milan, rilasciai un’intervista a La Gazzetta nel corso della quale esprimevo diversi dubbi in merito al costo del cartellino e al fatto che non fosse così pronto per un salto così grande in una big come il Milan. Probabilmente, avrebbe potuto scegliere una squadra come la Sampdoria o la Fiorentina, ad esempio, per un primo step intermedio in Italia prima di arrivare in un top club. All’Atalanta ha ritrovato se stesso e sta rendendo al meglio anche da seconda punta, grazie al calcio espresso da Gasperini. A questo punto, potrà tornare molto utile anche alla Nazionale, ma vedremo le idee di Garcia a riguardo. Di certo, anche lui potrà giovare a Lukaku, in appoggio, da rifinitore”.
Su Saelemaekers: “Fossi in lui, sinceramente, resterei alla Roma perché credo che Conceicao possa improntare un Milan con più portoghesi e l’acquisto di Joao Felix lo dimostra, ad esempio. Sto apprezzando tantissimo il suo rendimento alla Roma. Ha un ottimo motore, ottima tecnica di base e ritengo, al pari di De Ketelaere, che non fosse così pronto per un salto così importante nel 2020, quando arrivò in Italia. Conceicao è un allenatore molto speciale, ma Saelemaekers a Roma si trova benissimo e lo dimostra perfettamente sul campo. I giallorossi proveranno a tenerlo in estate, perché la società è soddisfatta del suo rendimento”.
Su Conceicao: “Tecnico molto preparato, che ha fatto un buonissimo lavoro al Porto e che può riproporlo al Milan: è l’uomo giusto per questa squadra, senza dubbio. Il Milan ha condotto un mercato incredibile a gennaio, il migliore in Italia e tra i migliori in Europa. Una partita tosta come quella di Empoli, ad esempio, il Milan di un mese fa non l’avrebbe vinta e non solo per un discorso di nuovi acquisti, ma anche per lo spirito che ha infuso il nuovo tecnico”.
Un aneddoto di mercato dal passato: “Sì, è vero, fui molto vicino a vestire la maglia del Napoli, nel momento in cui la squadra dalla C lottava per la Serie B, e quella del Palermo, ai tempi di Rino Foschi, in Serie A. Inutile dire che sarebbe stato un sogno indossare la maglia azzurra, perché il Napoli è la squadra per la quale faccio il tifo fin da bambino”.
Su cos’è mancato al Belgio per conquistare un Mondiale o un Europeo: “Credo che sia mancato un allenatore che potesse fare la differenza nei momenti clou delle partite e delle competizioni. A volte, era troppo semplice giocare con individualità e affidarsi ai singoli, ma il calcio non è solo questo. La mentalità del tecnico è fondamentale, proprio nella misura in cui trasmette un’identità alla propria squadra. Con un allenatore italiano, il Belgio avrebbe fatto quel passettino in più per conquistare una grande manifestazione internazionale. Gli allenatori italiani hanno qualcosa in più, c’è poco da fare”.
Su Marco Baroni: “A proposito di ciò, vi racconto quest’aneddoto: all’Anderlecht avevo proposto il profilo di Marco Baroni, tecnico della Lazio che ritengo tra i più preparati in assoluto. Ha ricevuto critiche la scelta di Lotito, ma sta dimostrando tutta la propria capacità in una grande piazza come quella biancoceleste”.
Su Aster Vranckx, ex conoscenza del Milan: “Stesso discorso affrontato con De Ketelaere e Saelemaekers: è arrivato troppo presto in Italia e avrebbe dovuto completare uno step in più e diventare più forte in un’altra realtà. Ha una qualità incredibile e la sua crescita costante veniva seguita da chiunque: se ne parlava perché aveva doti tecniche e fisiche fuori dal comune”.
Su Hazard vicino all’Inter e un aneddoto su Trossard: “Ci sono volte in cui, al contrario, i club italiani attendono troppo prima di affondare per un calciatore belga che dimostra ampiamente le proprie qualità. Tempo fa, ad esempio, nel 2015, consigliai fortemente Trossard: all’epoca giocava nell’OH Leuven. Per non parlare di Eden Hazard in orbita Inter: suo padre è il presidente della società della città in cui vivo, a Tubize. L’Inter non era convinta del prezzo del cartellino, nonostante il calciatore avesse una qualità incredibile. Tant’è che, poi, arrivò il Chelsea e prese il calciatore dal Lille, ma i discorsi con i nerazzurri erano avviati da tempo. I fondi in Premier League sono molto diversi rispetto a quelli italiani, ma è una questione più ampia, fatta di stadi, strutture e tutto il resto. In ambito mercato, ad esempio, si richiedono informazioni su calciatori non ancora pronti, come Amuzu per il Napoli: non era pronto ed è finito al Gremio”.
Su De Cuyper: “Calciatore pronto per una big, assolutamente: esperienza europea e mentalità tipica del Brugge. Quando un club completa trasferimenti da 25-30 milioni di euro, percepisci davvero il modo di lavorare di queste società”.
Su Mbangula: “Mi chiedo ancora come sia possibile farsi scappare un calciatore simile dal Belgio. Calciatore fortissimo e in orbita Nazionale. Credo che con Motta non possa trovare così tanto spazio. Una possibile soluzione potrebbe riguardare un prestito in un’altra società per maturare ulteriormente e presentarsi, poi, al cospetto di una big come la Juventus. Mbangula è un ottimo prospetto, non devo certamente sostituire Giuntoli nel proprio lavoro, ma la Juventus non farebbe bene a cederlo a titolo definitivo, come si sentiva a gennaio”.
Su Ngonge: “Personalmente, nella sua attitudine lo vedo come una punta, un attaccante, più che un esterno. Quando è troppo lontano dalla porta, non riesce a esprimere al meglio le proprie qualità. Non ha le stesse peculiarità di Politano, ad esempio, ma credo debba entrare in partita giocando più a ridosso dell’area, magari sostituendo o coadiuvando Lukaku”.
di Napoli Magazine
11/02/2025 - 13:15
Walter Besaggio, ex centrocampista di Anderlecht e Treviso, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 'Calcio Time' su EuropaCalcio.it:
Sul VAR: “Credo stia diventando più un problema, che una soluzione. Anche in Belgio abbiamo avuto e avremo le stesse problematiche. Mi viene subito da pensare che stia venendo meno il gioco del calcio, basti pensare al modo in cui un difensore sia costretto a difendere con le mani e le braccia legate, praticamente. Diventa complicato da gestire per tutti i protagonisti in campo, anche se comunque è innegabile possa essere utile per un episodio come un calcio di rigore. Viene quasi meno lo spirito del calcio, tant’è che, molte volte, si esulta con la consapevolezza che una rete possa essere annullata dopo minuti”.
Su Napoli-Udinese: “Partita molto complicata, soprattutto per merito dell’Udinese, squadra capace di cambiare il proprio sistema tattico in un 4-4-2 che ha chiuso benissimo gli spazi. Ovviamente, l’errore azzurro in disimpegno sul gol dei bianconeri ha inciso tantissimo sul risultato finale, anche perché le occasioni nel secondo tempo non sono state così nitide e numerose. Il Napoli non ha saputo sfruttare al massimo la situazione di vantaggio sull’1-0 e avrebbe dovuto chiudere la pratica nel primo tempo. Nel secondo, si è complicato tutto”.
Sul rendimento di Lukaku: “Lo vedo più un calciatore da transizione offensiva, con la fronte alla porta, piuttosto che in appoggio e spalle alla porta per gli inserimenti dei centrocampisti e gli esterni, anche se Anguissa e McTominay fanno un lavoro fantastico anche in quella fase. Ritengo che sia eccessivamente criticato perché gioca in un modo totalmente differente rispetto a quando si disimpegnava in coppia con Lautaro o Dybala, i quali, da seconde punte, ne giovavano notevolmente il compito in zona gol”.
Su De Ketelaere: “Quando arrivò al Milan, rilasciai un’intervista a La Gazzetta nel corso della quale esprimevo diversi dubbi in merito al costo del cartellino e al fatto che non fosse così pronto per un salto così grande in una big come il Milan. Probabilmente, avrebbe potuto scegliere una squadra come la Sampdoria o la Fiorentina, ad esempio, per un primo step intermedio in Italia prima di arrivare in un top club. All’Atalanta ha ritrovato se stesso e sta rendendo al meglio anche da seconda punta, grazie al calcio espresso da Gasperini. A questo punto, potrà tornare molto utile anche alla Nazionale, ma vedremo le idee di Garcia a riguardo. Di certo, anche lui potrà giovare a Lukaku, in appoggio, da rifinitore”.
Su Saelemaekers: “Fossi in lui, sinceramente, resterei alla Roma perché credo che Conceicao possa improntare un Milan con più portoghesi e l’acquisto di Joao Felix lo dimostra, ad esempio. Sto apprezzando tantissimo il suo rendimento alla Roma. Ha un ottimo motore, ottima tecnica di base e ritengo, al pari di De Ketelaere, che non fosse così pronto per un salto così importante nel 2020, quando arrivò in Italia. Conceicao è un allenatore molto speciale, ma Saelemaekers a Roma si trova benissimo e lo dimostra perfettamente sul campo. I giallorossi proveranno a tenerlo in estate, perché la società è soddisfatta del suo rendimento”.
Su Conceicao: “Tecnico molto preparato, che ha fatto un buonissimo lavoro al Porto e che può riproporlo al Milan: è l’uomo giusto per questa squadra, senza dubbio. Il Milan ha condotto un mercato incredibile a gennaio, il migliore in Italia e tra i migliori in Europa. Una partita tosta come quella di Empoli, ad esempio, il Milan di un mese fa non l’avrebbe vinta e non solo per un discorso di nuovi acquisti, ma anche per lo spirito che ha infuso il nuovo tecnico”.
Un aneddoto di mercato dal passato: “Sì, è vero, fui molto vicino a vestire la maglia del Napoli, nel momento in cui la squadra dalla C lottava per la Serie B, e quella del Palermo, ai tempi di Rino Foschi, in Serie A. Inutile dire che sarebbe stato un sogno indossare la maglia azzurra, perché il Napoli è la squadra per la quale faccio il tifo fin da bambino”.
Su cos’è mancato al Belgio per conquistare un Mondiale o un Europeo: “Credo che sia mancato un allenatore che potesse fare la differenza nei momenti clou delle partite e delle competizioni. A volte, era troppo semplice giocare con individualità e affidarsi ai singoli, ma il calcio non è solo questo. La mentalità del tecnico è fondamentale, proprio nella misura in cui trasmette un’identità alla propria squadra. Con un allenatore italiano, il Belgio avrebbe fatto quel passettino in più per conquistare una grande manifestazione internazionale. Gli allenatori italiani hanno qualcosa in più, c’è poco da fare”.
Su Marco Baroni: “A proposito di ciò, vi racconto quest’aneddoto: all’Anderlecht avevo proposto il profilo di Marco Baroni, tecnico della Lazio che ritengo tra i più preparati in assoluto. Ha ricevuto critiche la scelta di Lotito, ma sta dimostrando tutta la propria capacità in una grande piazza come quella biancoceleste”.
Su Aster Vranckx, ex conoscenza del Milan: “Stesso discorso affrontato con De Ketelaere e Saelemaekers: è arrivato troppo presto in Italia e avrebbe dovuto completare uno step in più e diventare più forte in un’altra realtà. Ha una qualità incredibile e la sua crescita costante veniva seguita da chiunque: se ne parlava perché aveva doti tecniche e fisiche fuori dal comune”.
Su Hazard vicino all’Inter e un aneddoto su Trossard: “Ci sono volte in cui, al contrario, i club italiani attendono troppo prima di affondare per un calciatore belga che dimostra ampiamente le proprie qualità. Tempo fa, ad esempio, nel 2015, consigliai fortemente Trossard: all’epoca giocava nell’OH Leuven. Per non parlare di Eden Hazard in orbita Inter: suo padre è il presidente della società della città in cui vivo, a Tubize. L’Inter non era convinta del prezzo del cartellino, nonostante il calciatore avesse una qualità incredibile. Tant’è che, poi, arrivò il Chelsea e prese il calciatore dal Lille, ma i discorsi con i nerazzurri erano avviati da tempo. I fondi in Premier League sono molto diversi rispetto a quelli italiani, ma è una questione più ampia, fatta di stadi, strutture e tutto il resto. In ambito mercato, ad esempio, si richiedono informazioni su calciatori non ancora pronti, come Amuzu per il Napoli: non era pronto ed è finito al Gremio”.
Su De Cuyper: “Calciatore pronto per una big, assolutamente: esperienza europea e mentalità tipica del Brugge. Quando un club completa trasferimenti da 25-30 milioni di euro, percepisci davvero il modo di lavorare di queste società”.
Su Mbangula: “Mi chiedo ancora come sia possibile farsi scappare un calciatore simile dal Belgio. Calciatore fortissimo e in orbita Nazionale. Credo che con Motta non possa trovare così tanto spazio. Una possibile soluzione potrebbe riguardare un prestito in un’altra società per maturare ulteriormente e presentarsi, poi, al cospetto di una big come la Juventus. Mbangula è un ottimo prospetto, non devo certamente sostituire Giuntoli nel proprio lavoro, ma la Juventus non farebbe bene a cederlo a titolo definitivo, come si sentiva a gennaio”.
Su Ngonge: “Personalmente, nella sua attitudine lo vedo come una punta, un attaccante, più che un esterno. Quando è troppo lontano dalla porta, non riesce a esprimere al meglio le proprie qualità. Non ha le stesse peculiarità di Politano, ad esempio, ma credo debba entrare in partita giocando più a ridosso dell’area, magari sostituendo o coadiuvando Lukaku”.