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IL PENSIERO - Buongiorno: "Solo per il Napoli avrei potuto lasciare il Torino! ADL mi ha subito fatto una grande impressione, l'avere una proprietà italiana dà forza al progetto"
12.03.2025 08:19 di Napoli Magazine

Alessandro Buongiorno, difensore del Napoli, ha rilasciato una intervista ad Il Mattino. Eccone alcuni passaggi.

«E non c'è voluto molto per capire che solo per il Napoli avrei potuto lasciare il Toro. Anche il presidente De Laurentiis mi ha subito fatto una grande impressione».

Lei è laureato in Economia aziendale: è affascinato dal modello Napoli?

«L'avere una proprietà italiana non è solo un segno distintivo, ormai, ma è anche un elemento di ulteriore forza al progetto».

Perchè ha deciso di andare all'Università?

«Mi sono diplomato al liceo pubblico, tra enormi fatiche perchè già giocavo a tempo pieno. Peraltro, pure con un bel voto alla maturità , 86. Allora mi sono preso un anno sabbatico ma in quei mesi di pomeriggi liberi, quando ero a Carpi, mi sembrava di buttare via il mio tempo per giocare alla Playstation. E allora è scattata la molla: anche perchè ho notato che grazie allo studio, ai libri, migliorava il mio rendimento e apprendimento sul campo e fuori. Capivo più facilmente le richieste degli allenatori, anticipavo le cose. Ho notato, insomma, che con lo studio riuscivo a essere persino migliore come calciatore. E infatti ogni volta che vengono da me quelli più piccoli a farsi firmare gli autografi gli dico spesso "mi raccomando, divertiti con il calcio ma devi sempre andare bene a scuola. E impegnarti"».

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IL PENSIERO - Buongiorno: "Solo per il Napoli avrei potuto lasciare il Torino! ADL mi ha subito fatto una grande impressione, l'avere una proprietà italiana dà forza al progetto"

di Napoli Magazine

12/03/2025 - 08:19

Alessandro Buongiorno, difensore del Napoli, ha rilasciato una intervista ad Il Mattino. Eccone alcuni passaggi.

«E non c'è voluto molto per capire che solo per il Napoli avrei potuto lasciare il Toro. Anche il presidente De Laurentiis mi ha subito fatto una grande impressione».

Lei è laureato in Economia aziendale: è affascinato dal modello Napoli?

«L'avere una proprietà italiana non è solo un segno distintivo, ormai, ma è anche un elemento di ulteriore forza al progetto».

Perchè ha deciso di andare all'Università?

«Mi sono diplomato al liceo pubblico, tra enormi fatiche perchè già giocavo a tempo pieno. Peraltro, pure con un bel voto alla maturità , 86. Allora mi sono preso un anno sabbatico ma in quei mesi di pomeriggi liberi, quando ero a Carpi, mi sembrava di buttare via il mio tempo per giocare alla Playstation. E allora è scattata la molla: anche perchè ho notato che grazie allo studio, ai libri, migliorava il mio rendimento e apprendimento sul campo e fuori. Capivo più facilmente le richieste degli allenatori, anticipavo le cose. Ho notato, insomma, che con lo studio riuscivo a essere persino migliore come calciatore. E infatti ogni volta che vengono da me quelli più piccoli a farsi firmare gli autografi gli dico spesso "mi raccomando, divertiti con il calcio ma devi sempre andare bene a scuola. E impegnarti"».