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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli brutto ma cinico, Buongiorno giganteggia, Gilmour e Lukaku troppo timidi, ma si vola con la stoccata di Kvara stropicciandosi gli occhi per la manciata di bel calcio griffata Neres"
21.10.2024 09:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Tre punti d'oro a Empoli, anche se molto sofferti e (come si suol dire) di corto muso. Per oltre 60 minuti il Napoli è apparso timido, con il baricentro troppo basso e, pertanto, eccessivamente rispettoso nei confronti dei padroni di casa. Con il trascorrere del tempo, infatti, i toscani hanno più volte preso coraggio, tentando iniziative inconcludenti (per scarse doti tecniche) che si sono spesso e volentieri scontrate contro il muro eretto da Caprile e soprattutto dall'insormontabile Buongiorno. Non impeccabili Rrahmani e Spinazzola (nonostante una buona diagonale difensiva all'altezza del dischetto da rigore), con Di Lorenzo (sul pezzo) e il subentrato Olivera sugli scudi. Si è avvertita maledettamente l'assenza di Lobotka, un gigante nel suo ruolo, ormai tra i migliori in Europa e praticamente insostituibile. Tant'è che Gilmour, evidentemente emozionato nel tentativo di non far rimpiangere l'assenza dello slovacco, non è riuscito ad opporre grande resistenza, lasciando liberi i varchi ai centrocampisti dell'Empoli che lo hanno superato in scioltezza più di una volta. E proprio in una di queste circostanze che è arrivata, infatti, l'ammonizione di Anguissa, bravo a mettere una pezza in seguito alle amnesie dei mediani scozzesi che lo hanno anche leggermente destabilizzato, non trovandosi più accanto un punto di riferimento essenziale come Lobo ma distanze da colmare a raffica, senza poter contare per l'appunto sulla solita spalla forte. Lo stesso McTominay, inizialmente molto avanzato per cercare di assistere lo statico Lukaku, non è riuscito ad incidere più di tanto. Il tutto mentre Kvara viaggiava a fari spenti e Politano percorreva l'intera fascia di competenza senza riuscire a pungere gli avversari. Il risultato? Un Napoli abulico, che solo dopo le correzioni del tecnico all'intervallo, e soprattutto gli inserimenti di Simeone (fondamentale per aprire gli spazi) e Olivera (utile ed efficace con semplici appoggi), ha iniziato a cambiare volto. Da una difesa sostanzialmente a cinque, con i tre mediani e i due attaccanti (Lukaku e Kvara) isolati, si è passati al consolidato 4-3-3, che ha allontanato definitivamente l'inutile paura assiepatasi nella testa e nelle gambe dei calciatori. Non amo fare paragoni, ma il Napoli di due anni fa andava su tutti i campi rispettando l'avversario ma senza alcun timore reverenziale, perchè consapevole della propria forza. Ecco, considerando che per grandi linee molti di quei calciatori sono ancora in rosa, bisogna ritornare a quella sfrontatezza, perchè le qualità ci sono e non bisogna smettere di giocare a calcio, principalmente senza correre rischi ma pur sempre divertendosi. A tal proposito, alzi la mano chi non si è incantato ammirando le serpentine di Neres tra 5 empolesi senza perdere palla. Il brasiliano (che all'occorrenza vedrei bene anche come falso nueve) è indubbiamente forte, ha delle qualità evidenti e, in termini di personalità, lancia a tutti il segnale che il Napoli è di un'altra categoria. Da quegli spunti di bel calcio bisogna ripartire, forgiando (e ritrovando) sempre di più il carattere di una squadra solida e, nei fatti, indubbiamente vincente. Conte sa suonare le corde giuste, e con questi ragazzi osare si può. Intanto la classifica parla chiaro. Non sarà stata una vittoria rotonda (come quella della Fiorentina che, in trasferta, ha rifilato 6 pappine al Lecce prossimo avversario degli azzurri), ma è apparsa meritata considerando che nel secondo tempo la squadra di D'Aversa è visibilmente calata. No comment invece sulle recriminazioni del d.s. Gemmi per il rigore concesso al Napoli: non scherziamo, step on foot di Anjorin su Politano più scontro tra ginocchia, è rigore tutta la vita, senza se e senza ma. Mi diverte comunque poter analizzare il pelo nell'uovo, perchè di base si parla di una capolista che non ha bisogno di orrori di arbitri o VAR per vincere le partite. Tra un mese ne sapremo di più, ma le premesse sono ottime.

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
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21/10/2024 - 09:00

NAPOLI - Tre punti d'oro a Empoli, anche se molto sofferti e (come si suol dire) di corto muso. Per oltre 60 minuti il Napoli è apparso timido, con il baricentro troppo basso e, pertanto, eccessivamente rispettoso nei confronti dei padroni di casa. Con il trascorrere del tempo, infatti, i toscani hanno più volte preso coraggio, tentando iniziative inconcludenti (per scarse doti tecniche) che si sono spesso e volentieri scontrate contro il muro eretto da Caprile e soprattutto dall'insormontabile Buongiorno. Non impeccabili Rrahmani e Spinazzola (nonostante una buona diagonale difensiva all'altezza del dischetto da rigore), con Di Lorenzo (sul pezzo) e il subentrato Olivera sugli scudi. Si è avvertita maledettamente l'assenza di Lobotka, un gigante nel suo ruolo, ormai tra i migliori in Europa e praticamente insostituibile. Tant'è che Gilmour, evidentemente emozionato nel tentativo di non far rimpiangere l'assenza dello slovacco, non è riuscito ad opporre grande resistenza, lasciando liberi i varchi ai centrocampisti dell'Empoli che lo hanno superato in scioltezza più di una volta. E proprio in una di queste circostanze che è arrivata, infatti, l'ammonizione di Anguissa, bravo a mettere una pezza in seguito alle amnesie dei mediani scozzesi che lo hanno anche leggermente destabilizzato, non trovandosi più accanto un punto di riferimento essenziale come Lobo ma distanze da colmare a raffica, senza poter contare per l'appunto sulla solita spalla forte. Lo stesso McTominay, inizialmente molto avanzato per cercare di assistere lo statico Lukaku, non è riuscito ad incidere più di tanto. Il tutto mentre Kvara viaggiava a fari spenti e Politano percorreva l'intera fascia di competenza senza riuscire a pungere gli avversari. Il risultato? Un Napoli abulico, che solo dopo le correzioni del tecnico all'intervallo, e soprattutto gli inserimenti di Simeone (fondamentale per aprire gli spazi) e Olivera (utile ed efficace con semplici appoggi), ha iniziato a cambiare volto. Da una difesa sostanzialmente a cinque, con i tre mediani e i due attaccanti (Lukaku e Kvara) isolati, si è passati al consolidato 4-3-3, che ha allontanato definitivamente l'inutile paura assiepatasi nella testa e nelle gambe dei calciatori. Non amo fare paragoni, ma il Napoli di due anni fa andava su tutti i campi rispettando l'avversario ma senza alcun timore reverenziale, perchè consapevole della propria forza. Ecco, considerando che per grandi linee molti di quei calciatori sono ancora in rosa, bisogna ritornare a quella sfrontatezza, perchè le qualità ci sono e non bisogna smettere di giocare a calcio, principalmente senza correre rischi ma pur sempre divertendosi. A tal proposito, alzi la mano chi non si è incantato ammirando le serpentine di Neres tra 5 empolesi senza perdere palla. Il brasiliano (che all'occorrenza vedrei bene anche come falso nueve) è indubbiamente forte, ha delle qualità evidenti e, in termini di personalità, lancia a tutti il segnale che il Napoli è di un'altra categoria. Da quegli spunti di bel calcio bisogna ripartire, forgiando (e ritrovando) sempre di più il carattere di una squadra solida e, nei fatti, indubbiamente vincente. Conte sa suonare le corde giuste, e con questi ragazzi osare si può. Intanto la classifica parla chiaro. Non sarà stata una vittoria rotonda (come quella della Fiorentina che, in trasferta, ha rifilato 6 pappine al Lecce prossimo avversario degli azzurri), ma è apparsa meritata considerando che nel secondo tempo la squadra di D'Aversa è visibilmente calata. No comment invece sulle recriminazioni del d.s. Gemmi per il rigore concesso al Napoli: non scherziamo, step on foot di Anjorin su Politano più scontro tra ginocchia, è rigore tutta la vita, senza se e senza ma. Mi diverte comunque poter analizzare il pelo nell'uovo, perchè di base si parla di una capolista che non ha bisogno di orrori di arbitri o VAR per vincere le partite. Tra un mese ne sapremo di più, ma le premesse sono ottime.

Antonio Petrazzuolo

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