NAPOLI - Perdere non fa mai piacere, lo ha sottolineato anche Antonio Conte dopo la frenata di Como. E' stato un Napoli "double face" quello visto in riva al lago, capace di dominare nel primo tempo salvo poi farsi sormontare nella seconda frazione di gioco. Il rientro di Spinazzola, il buon esordio di Billing, la carica di McTominay e la grinta di Raspadori avevano lasciato ben sperare, soprattutto dopo il misunderstanding iniziale tra Rrahmani e Meret (troppo sicuro il difensore kosovaro, troppo defilato il portiere azzurro). Con Lukaku che, a parte qualche sponda, non è riuscito ad incidere, a riequilibrare momentaneamente le sorti dell'incontro ci aveva pensato l'81, abile a sfruttare e punire l'incertezza di Kempf. In quel momento, il Napoli avrebbe potuto e dovuto far sua la partita. Ed invece si è lasciato travolgere dagli eventi, tra i piedi di Politano prima, McTominay poi (con un super Butez) ed infine del subentrato Anguissa (evidentemente timoroso per la diffida sul groppone) non è riuscito ad invertire la tendenza e a mettere dell'ulteriore fieno in cascina. Finora il campionato del Napoli è stato di altissimo livello, per cui anche questa battuta d'arresto non deve far gridare allo scandalo. Piuttosto deve servire da monito in vista della prossima sfida di campionato contro l'Inter. Al Maradona, di sabato alle 18, c'è l'opportunità di togliersi uno sfizio contro la corazzata nerazzurra, inserendo nuovamente la freccia dopo essere stati scavalcati di un punto. D'altronde qui nessuno ha mai avuto come intento nella vita quello di mettere i bastoni tra le ruote a nessuno, è bene ribadirlo. Si svolge un mestiere con onestà intellettuale, amor proprio, tanti sacrifici e rispetto dei ruoli. Mi è pertanto sinceramente dispiaciuto, ed ho atteso il momento dell'editoriale per scriverlo anzichè rispondere sui social alla rinfusa alle tante pagine e profili personali che mi hanno dedicato riflessioni più o meno al vetriolo, che dopo 26 anni di attività quotidiana nel raccontare le vicende del Calcio Napoli, in tanti abbiano voluto un bel pò marciare sulla domanda che ho posto a Conte nel pre partita: l'intento, dopo una settimana di voci giunte da più parti d'Italia, non era quello di "destabilizzare" nessuno (mi viene un senso di nausea anche soltanto a pensarlo, non rientrando nel mio modo di essere) ma chiaramente quello di fornire un eventuale assist per una smentita, che per certi versi è pure arrivata con quel "concentriamoci sul lavorare e crescere, poi si vedrà", mentre tantissimi ci hanno voluto vedere il marcio che non c'è. Perchè Conte è fatto così, tira le somme sempre alla fine di ogni stagione, come anche molti altri allenatori ritengono giusto fare. Mi è sempre piaciuto il confronto pacifico e costruttivo con il pubblico che ci legge, ma onestamente aver ricevuto pesanti insulti e minacce gravissime l'ho trovato di pessimo gusto, a maggior ragione se l'idea era quella di spegnere una polemica relativa alle voci di mercato e, certamente, non di aizzare gli animi. Ho bloccato e segnalato questi personaggi. Ora testa a Napoli-Inter e lasciamo che sia il campo a parlare, dato che nulla è perduto, avendo la consapevolezza che, con grinta e cuore, il gruppo può giocarsela con chiunque superando le tante difficoltà che si sono presentate di volta in volta durante questo percorso non facile. Intanto l'unica certezza che posso garantire, per quel che mi riguarda, sia dal punto di vista personale che di "Napoli Magazine", in ogni caso, ci ritroveremo al fianco di squadra, allenatore e club, com'è sempre stato dal 1998 ad oggi. Tutto il resto sono chiacchiere che se le porta via il vento.
di Napoli Magazine
24/02/2025 - 10:00
NAPOLI - Perdere non fa mai piacere, lo ha sottolineato anche Antonio Conte dopo la frenata di Como. E' stato un Napoli "double face" quello visto in riva al lago, capace di dominare nel primo tempo salvo poi farsi sormontare nella seconda frazione di gioco. Il rientro di Spinazzola, il buon esordio di Billing, la carica di McTominay e la grinta di Raspadori avevano lasciato ben sperare, soprattutto dopo il misunderstanding iniziale tra Rrahmani e Meret (troppo sicuro il difensore kosovaro, troppo defilato il portiere azzurro). Con Lukaku che, a parte qualche sponda, non è riuscito ad incidere, a riequilibrare momentaneamente le sorti dell'incontro ci aveva pensato l'81, abile a sfruttare e punire l'incertezza di Kempf. In quel momento, il Napoli avrebbe potuto e dovuto far sua la partita. Ed invece si è lasciato travolgere dagli eventi, tra i piedi di Politano prima, McTominay poi (con un super Butez) ed infine del subentrato Anguissa (evidentemente timoroso per la diffida sul groppone) non è riuscito ad invertire la tendenza e a mettere dell'ulteriore fieno in cascina. Finora il campionato del Napoli è stato di altissimo livello, per cui anche questa battuta d'arresto non deve far gridare allo scandalo. Piuttosto deve servire da monito in vista della prossima sfida di campionato contro l'Inter. Al Maradona, di sabato alle 18, c'è l'opportunità di togliersi uno sfizio contro la corazzata nerazzurra, inserendo nuovamente la freccia dopo essere stati scavalcati di un punto. D'altronde qui nessuno ha mai avuto come intento nella vita quello di mettere i bastoni tra le ruote a nessuno, è bene ribadirlo. Si svolge un mestiere con onestà intellettuale, amor proprio, tanti sacrifici e rispetto dei ruoli. Mi è pertanto sinceramente dispiaciuto, ed ho atteso il momento dell'editoriale per scriverlo anzichè rispondere sui social alla rinfusa alle tante pagine e profili personali che mi hanno dedicato riflessioni più o meno al vetriolo, che dopo 26 anni di attività quotidiana nel raccontare le vicende del Calcio Napoli, in tanti abbiano voluto un bel pò marciare sulla domanda che ho posto a Conte nel pre partita: l'intento, dopo una settimana di voci giunte da più parti d'Italia, non era quello di "destabilizzare" nessuno (mi viene un senso di nausea anche soltanto a pensarlo, non rientrando nel mio modo di essere) ma chiaramente quello di fornire un eventuale assist per una smentita, che per certi versi è pure arrivata con quel "concentriamoci sul lavorare e crescere, poi si vedrà", mentre tantissimi ci hanno voluto vedere il marcio che non c'è. Perchè Conte è fatto così, tira le somme sempre alla fine di ogni stagione, come anche molti altri allenatori ritengono giusto fare. Mi è sempre piaciuto il confronto pacifico e costruttivo con il pubblico che ci legge, ma onestamente aver ricevuto pesanti insulti e minacce gravissime l'ho trovato di pessimo gusto, a maggior ragione se l'idea era quella di spegnere una polemica relativa alle voci di mercato e, certamente, non di aizzare gli animi. Ho bloccato e segnalato questi personaggi. Ora testa a Napoli-Inter e lasciamo che sia il campo a parlare, dato che nulla è perduto, avendo la consapevolezza che, con grinta e cuore, il gruppo può giocarsela con chiunque superando le tante difficoltà che si sono presentate di volta in volta durante questo percorso non facile. Intanto l'unica certezza che posso garantire, per quel che mi riguarda, sia dal punto di vista personale che di "Napoli Magazine", in ogni caso, ci ritroveremo al fianco di squadra, allenatore e club, com'è sempre stato dal 1998 ad oggi. Tutto il resto sono chiacchiere che se le porta via il vento.