NAPOLI - Alla fine del primo tempo della partita giocata dal Napoli a Monza ero stato tentato anche io (come ho letto aver fatto il mio caro amico e collega Rosario Pastore) di cambiare canale e spostarmi sulla finale di tennis del torneo di Marrakech nella quale era impegnato Matteo Berrettini. Poi, come Rosario Pastore, spinto da un anelito di speranza, ho soprasseduto e ho potuto godermi lo spettacolo di quei 20’ in cui la scena è cambiata da così a così e gli azzurri hanno dato finalmente spettacolo. Ora a bocce ferme mi domando: sono stato un uomo di poca fede? L’esame di coscienza al quale mi sono sottoposto si è concluso con un’assoluzione piena. Come non disamorarsi di una squadra molle, scombinata, senza impeto e senza passione quale era quella mostratasi nel primo tempo? Avevamo dunque pienamente ragione (io, Rosario Pastore e qualche altro migliaio di tifosi) a venir tentati dal cambiare canale. Resta ora da valutare se quanto ci è stato mostrato nella ripresa della gara di Monza è legato al caso o piuttosto se possa rappresentare una svolta che, sia pur estremamente tardiva, potrebbe quantomeno servire a concludere la stagione con una qualificazione per una competizione europea, traguardo considerato minimo a luglio, ma che ora faremmo carte false per raggiungere. Molto dipenderà dalla capacità che Calzona avrà nel cambiare i connotati psicologici della squadra. I difetti non si possono cancellare con un colpo di spugna, né tantomeno con una sfuriata nello spogliatoio tra un tempo e un altro. I difetti sono cronici e i limiti della difesa sono sotto gli occhi di tutti e si possono curare solo con un adeguato intervento sul mercato. Ma qui c’è da salvare (si fa per dire…) una stagione intera e soprattutto c’è da salvaguardare l’onore di un gruppo che soltanto pochi mesi fa ha fatto sognare un’intera città e una sterminata moltitudine di tifosi sparsi in ogni angolo del mondo. Non ci resta che sperare in Calzona e in quello che con la sua riconosciuta serietà e bravura professionale sarà capace di mettere in campo.

Mario Zaccaria

Napoli Magazine 

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