Mister Z
MISTER Z - Napoli, lode a Luciano Spalletti, lacrime di gioia
01.03.2022 23:31 di Napoli Magazine

NAPOLI - Luciano Spalletti domenica sera nel commentare la vittoria della sua squadra contro la Lazio si è tolto qualche sassolino dalle scarpe e ha criticato coloro i quali avevano accusato il Napoli per essersi mostrato molle e senza attributi. Io ero stato tra questi. Poiché nella vita bisogna essere seri e riconoscere quando si sbaglia, dico oggi, a una settimana di distanza, che quel giudizio era stato realistico ma severo, troppo ultimativo. Perciò ora correggo il tiro e dico che la squadra a Roma con la Lazio ha dimostrato che, se vuole e quando vuole, quegli attributi li ha e sa anche tirarli fuori. Quel che scrissi in questa rubrica martedì’ scorso lo confermo e cioè che il Napoli, che si trovava in una situazione favorevole per il pareggio del Milan con la Salernitana e la sconfitta interna dell’Inter con il Sassuolo, avrebbe dovuto aggredire il Cagliari e farne un sol boccone. Essersi fatto mettere sotto dai sardi e aver trovato il pareggio solo grazie a una super giocata di Osimhen aveva dimostrato un deficit di personalità che non prometteva (e non promette) nulla di buono per il prosieguo della stagione. Poi è venuta la sconfitta e la deludente prova in Europa League con il Barcellona ma questa, data la levatura dell’avversario, fa storia a sé. E veniamo a domenica scorsa. Per un’ora scarsa il Napoli mi è sembrata, più o meno, la stessa squadra vista con il Cagliari che ha dato la possibilità alla Lazio di presentarsi cinque o sei volte davanti a Ospina creando chiarissime occasioni per sbloccare la partita. Se i biancocelesti non sono riusciti a sfondare è solo per colpa della loro imprecisione, ma se fossero passati in vantaggio non ci sarebbe stato nulla da recriminare. Nella mezz’ora finale la situazione è cambiata da così a così. Che cosa è accaduto? La Lazio si è spompata? Non credo. E’ stato il Napoli a trovare finalmente il coraggio giusto, a venir fuori dalla propria area di rigore (a proposito, continuo a non condividere questa benedetta fisima della partenza dell’azione per forza dal portiere al quale è severamente vietato fare un bel lancio che scavalchi il centrocampo) con maggiore sicurezza. Il gol di Insigne ha fatto il resto. La squadra ha trovato la giusta dimensione in campo e ha cominciato a dominare, grazie anche al fatto che Zielinski era stato sostituito con uno scatenato Elmas (a tal proposito mi pare di aver capito che quella di centrale dietro a Osimhen sia la posizione giusta per il macedone). Politano avrebbe potuto chiudere il match. Non lo ha fatto e, come spesso avviene nel calcio, la sua squadra è stata punita dal gol di Pedro, bellissimo ma casuale (anche se ci riprovasse altre cento volte un tiro così non lo indovinerebbe più). Ecco, a questo punto della partita (mancava un minuto più quattro di recupero) finalmente ho visto una squadra con le palle. Evidentemente furenti per la vittoria che stava sfuggendo, gli azzurri si sono riversati nella metà campo della Lazio e hanno trovato il gol decisivo con la solita, splendida conclusione di Ruiz. Allora, per concludere, ha ragione Spalletti quando dice che la squadra ha gli attributi perché il finale della gara dell’Olimpico lo dimostra. E’ anche vero, però, che questi attributi vanno mostrati in tutte le partite e per tutti i 90’ di una gara. Con la Lazio è andata di lusso, con il Cagliari non era successo. Da ora in poi ci saranno solo spareggi-scudetto e la squadra dovrà mostrare la faccia feroce con tutti sin dal primo minuto delle partite. Smarrire di nuovo la strada, per come si son messe le cose, sarebbe davvero insopportabile.

 


Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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01/03/2022 - 23:31

NAPOLI - Luciano Spalletti domenica sera nel commentare la vittoria della sua squadra contro la Lazio si è tolto qualche sassolino dalle scarpe e ha criticato coloro i quali avevano accusato il Napoli per essersi mostrato molle e senza attributi. Io ero stato tra questi. Poiché nella vita bisogna essere seri e riconoscere quando si sbaglia, dico oggi, a una settimana di distanza, che quel giudizio era stato realistico ma severo, troppo ultimativo. Perciò ora correggo il tiro e dico che la squadra a Roma con la Lazio ha dimostrato che, se vuole e quando vuole, quegli attributi li ha e sa anche tirarli fuori. Quel che scrissi in questa rubrica martedì’ scorso lo confermo e cioè che il Napoli, che si trovava in una situazione favorevole per il pareggio del Milan con la Salernitana e la sconfitta interna dell’Inter con il Sassuolo, avrebbe dovuto aggredire il Cagliari e farne un sol boccone. Essersi fatto mettere sotto dai sardi e aver trovato il pareggio solo grazie a una super giocata di Osimhen aveva dimostrato un deficit di personalità che non prometteva (e non promette) nulla di buono per il prosieguo della stagione. Poi è venuta la sconfitta e la deludente prova in Europa League con il Barcellona ma questa, data la levatura dell’avversario, fa storia a sé. E veniamo a domenica scorsa. Per un’ora scarsa il Napoli mi è sembrata, più o meno, la stessa squadra vista con il Cagliari che ha dato la possibilità alla Lazio di presentarsi cinque o sei volte davanti a Ospina creando chiarissime occasioni per sbloccare la partita. Se i biancocelesti non sono riusciti a sfondare è solo per colpa della loro imprecisione, ma se fossero passati in vantaggio non ci sarebbe stato nulla da recriminare. Nella mezz’ora finale la situazione è cambiata da così a così. Che cosa è accaduto? La Lazio si è spompata? Non credo. E’ stato il Napoli a trovare finalmente il coraggio giusto, a venir fuori dalla propria area di rigore (a proposito, continuo a non condividere questa benedetta fisima della partenza dell’azione per forza dal portiere al quale è severamente vietato fare un bel lancio che scavalchi il centrocampo) con maggiore sicurezza. Il gol di Insigne ha fatto il resto. La squadra ha trovato la giusta dimensione in campo e ha cominciato a dominare, grazie anche al fatto che Zielinski era stato sostituito con uno scatenato Elmas (a tal proposito mi pare di aver capito che quella di centrale dietro a Osimhen sia la posizione giusta per il macedone). Politano avrebbe potuto chiudere il match. Non lo ha fatto e, come spesso avviene nel calcio, la sua squadra è stata punita dal gol di Pedro, bellissimo ma casuale (anche se ci riprovasse altre cento volte un tiro così non lo indovinerebbe più). Ecco, a questo punto della partita (mancava un minuto più quattro di recupero) finalmente ho visto una squadra con le palle. Evidentemente furenti per la vittoria che stava sfuggendo, gli azzurri si sono riversati nella metà campo della Lazio e hanno trovato il gol decisivo con la solita, splendida conclusione di Ruiz. Allora, per concludere, ha ragione Spalletti quando dice che la squadra ha gli attributi perché il finale della gara dell’Olimpico lo dimostra. E’ anche vero, però, che questi attributi vanno mostrati in tutte le partite e per tutti i 90’ di una gara. Con la Lazio è andata di lusso, con il Cagliari non era successo. Da ora in poi ci saranno solo spareggi-scudetto e la squadra dovrà mostrare la faccia feroce con tutti sin dal primo minuto delle partite. Smarrire di nuovo la strada, per come si son messe le cose, sarebbe davvero insopportabile.

 


Mario Zaccaria

 

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