Mister Z
MR Z - Napoli fabbro delle sue fortune
22.04.2025 09:20 di Napoli Magazine

NAPOLI - Esordisco con un breve appunto di letteratura latina e capirete subito perché lo faccio in una rubrica, come quella di Mister Z, che parla solo di calcio e del Napoli. Appio Claudio Cieco (perse la vista negli ultimi anni della sua vita), un patrizio di origini sabine – nascita 350 a.C.; morte 271 a.C. - fu oratore, tribuno, comandante e console. Scrisse tra l’altro "Carmen de sententiis”, una raccolta di massime, di cui ci sono giunte solo tre sententiae; la più famosa è “Fabrum esse suae quemque fortunae” nella quale spiega che ciascuno è artefice della propria sorte. E’ diventata, con il trascorrere dei secoli, una frase che viene usata nel parlare comune quando si vuole sottolineare che ciascuno di noi può ottenere il risultato desiderato soltanto avvalendosi del proprio impegno e delle proprie forze, senza dover contare su ‘aiuti’ esterni. Ho fatto questo riferimento all’antica civiltà di Roma per lanciarmi in un acrobatico accostamento alla situazione del Napoli che da domenica scorsa, come avrebbe detto appunto Appio Claudio Cieco, si può considerare fabbro delle sue fortune. Sono finiti gli affannosi inseguimenti alla capolista, è finito lo stress del distacco da colmare. Tutto è azzerato, da domenica prossima si riprende come se si fosse al primo minuto di una partita con il risultato bloccato sullo 0-0. Grazie al colpo di testa di terminator McTominay a Monza e alla fantasmagorica sforbiciata dell’acrobatico Orsolini a Bologna, gli azzurri di Conte per arrivare a cucirsi lo scudetto sulle magliette non devono più sperare, negli altri cinque turni che rimangono da giocare, nelle disgrazie altrui ma possono contare anche soltanto ed esclusivamente sulle proprie forze. E se permettete c’è una bella differenza. Vincendo tutte e cinque le gare residue gli azzurri si garantirebbero quantomeno di poter disputare lo spareggio con l’Inter e di potersi eventualmente andare a prendere il tricolore nello scontro diretto. A meno che qualcun altro (Roma e Lazio tanto per fare un paio di nomi a caso…) non dia una mano lungo il cammino, bloccando i nerazzurri e impedendo loro di fare un filotto di vittorie fino alla fine del torneo. A questo punto del campionato diventa importantissimo e forse decisivo il calendario delle ultime cinque giornate che è il seguente: 27 aprile Inter-Roma e Napoli-Torino; 4 maggio Inter-Verona e Lecce-Napoli; 11 maggio Torino-Inter e Napoli-Genoa; 18 maggio Inter-Lazio e Parma-Napoli; 25 maggio Como-Inter e Napoli-Cagliari. Nelle ultime ore si è aperto un ampio dibattito su chi sia favorita tra le due antagoniste, relativamente alla forza e alla pericolosità delle avversarie da affrontare. Il Napoli dovrà giocare sul campo di una squadra, il Lecce fortemente impegnata nella lotta per la salvezza nella quale anche il Parma potrebbe rimanere impelagato (il Cagliari presumibilmente sarà già salvo il giorno della partita con gli azzurri, ultima di campionato). L’Inter se la dovrà vedere, in entrambi i casi a San Siro, con Roma e Lazio squadre che fino alla fine lotteranno per qualificarsi a una delle tre competizioni europee. Sento dire in giro che il Napoli sarebbe avvantaggiato, trovandosi in una condizione migliore. Probabilmente è vero, ma quel che conterà di più sarà lo spirito con il quale la squadra di Conte saprà affrontare queste cinque e forse sei sfide se si arrivasse allo spareggio. Se lo farà con l’intensità e la voglia di prevalere che si è vista quest’anno in tante circostanze, lo scudetto potrà essere conquistato. Se invece si mostrerà molle e scarsamente concentrato, come pure è apparso in tante occasioni, potrebbe finire per perdere un’occasione clamorosa e sicuramente non pronosticabile a inizio stagione. Perché tra le tante cose che Conte ha detto e continua a dire da mesi, ce ne è una che difficilmente potrà essere contestata da chicchessia: comunque andrà a finire lui e la squadra quest’anno avranno compiuto davvero un miracolo!

Mario Zaccaria

Napoli Magazine

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NAPOLI - Esordisco con un breve appunto di letteratura latina e capirete subito perché lo faccio in una rubrica, come quella di Mister Z, che parla solo di calcio e del Napoli. Appio Claudio Cieco (perse la vista negli ultimi anni della sua vita), un patrizio di origini sabine – nascita 350 a.C.; morte 271 a.C. - fu oratore, tribuno, comandante e console. Scrisse tra l’altro "Carmen de sententiis”, una raccolta di massime, di cui ci sono giunte solo tre sententiae; la più famosa è “Fabrum esse suae quemque fortunae” nella quale spiega che ciascuno è artefice della propria sorte. E’ diventata, con il trascorrere dei secoli, una frase che viene usata nel parlare comune quando si vuole sottolineare che ciascuno di noi può ottenere il risultato desiderato soltanto avvalendosi del proprio impegno e delle proprie forze, senza dover contare su ‘aiuti’ esterni. Ho fatto questo riferimento all’antica civiltà di Roma per lanciarmi in un acrobatico accostamento alla situazione del Napoli che da domenica scorsa, come avrebbe detto appunto Appio Claudio Cieco, si può considerare fabbro delle sue fortune. Sono finiti gli affannosi inseguimenti alla capolista, è finito lo stress del distacco da colmare. Tutto è azzerato, da domenica prossima si riprende come se si fosse al primo minuto di una partita con il risultato bloccato sullo 0-0. Grazie al colpo di testa di terminator McTominay a Monza e alla fantasmagorica sforbiciata dell’acrobatico Orsolini a Bologna, gli azzurri di Conte per arrivare a cucirsi lo scudetto sulle magliette non devono più sperare, negli altri cinque turni che rimangono da giocare, nelle disgrazie altrui ma possono contare anche soltanto ed esclusivamente sulle proprie forze. E se permettete c’è una bella differenza. Vincendo tutte e cinque le gare residue gli azzurri si garantirebbero quantomeno di poter disputare lo spareggio con l’Inter e di potersi eventualmente andare a prendere il tricolore nello scontro diretto. A meno che qualcun altro (Roma e Lazio tanto per fare un paio di nomi a caso…) non dia una mano lungo il cammino, bloccando i nerazzurri e impedendo loro di fare un filotto di vittorie fino alla fine del torneo. A questo punto del campionato diventa importantissimo e forse decisivo il calendario delle ultime cinque giornate che è il seguente: 27 aprile Inter-Roma e Napoli-Torino; 4 maggio Inter-Verona e Lecce-Napoli; 11 maggio Torino-Inter e Napoli-Genoa; 18 maggio Inter-Lazio e Parma-Napoli; 25 maggio Como-Inter e Napoli-Cagliari. Nelle ultime ore si è aperto un ampio dibattito su chi sia favorita tra le due antagoniste, relativamente alla forza e alla pericolosità delle avversarie da affrontare. Il Napoli dovrà giocare sul campo di una squadra, il Lecce fortemente impegnata nella lotta per la salvezza nella quale anche il Parma potrebbe rimanere impelagato (il Cagliari presumibilmente sarà già salvo il giorno della partita con gli azzurri, ultima di campionato). L’Inter se la dovrà vedere, in entrambi i casi a San Siro, con Roma e Lazio squadre che fino alla fine lotteranno per qualificarsi a una delle tre competizioni europee. Sento dire in giro che il Napoli sarebbe avvantaggiato, trovandosi in una condizione migliore. Probabilmente è vero, ma quel che conterà di più sarà lo spirito con il quale la squadra di Conte saprà affrontare queste cinque e forse sei sfide se si arrivasse allo spareggio. Se lo farà con l’intensità e la voglia di prevalere che si è vista quest’anno in tante circostanze, lo scudetto potrà essere conquistato. Se invece si mostrerà molle e scarsamente concentrato, come pure è apparso in tante occasioni, potrebbe finire per perdere un’occasione clamorosa e sicuramente non pronosticabile a inizio stagione. Perché tra le tante cose che Conte ha detto e continua a dire da mesi, ce ne è una che difficilmente potrà essere contestata da chicchessia: comunque andrà a finire lui e la squadra quest’anno avranno compiuto davvero un miracolo!

Mario Zaccaria

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