Mister Z
MR Z - Napoli, serve una scossa
25.02.2025 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Dolorosa premessa: il tanto decantato Como che a sentire entusiasti commentatori e aedi televisivi e non solo è più o meno sullo stesso piano, quanto a qualità tecniche della rosa e a organizzazione di gioco, del Real Madrid di Carlo Ancelotti, fino a domenica mattina era relegato a quattro punti dalla terzultima posizione di classifica, quella che a fine campionato condanna le squadre alla retrocessione in serie B. Questa considerazione rende ancor più amare le osservazioni che mi appresto a fare. Il Napoli ha perso la partita contro una squadra tutto sommato modesta che forse riuscirà a salvarsi e della quale, considerati i reali valori tecnici esistenti, avrebbe dovuto fare un sol boccone. Dunque c’è la conferma che nella gioiosa macchina da guerra che fino a un mese fa aveva dimostrato di essere la squadra di Antonio Conte qualcosa si è inceppato. Ce ne eravamo già accorti guardando ciò che era accaduto nelle precedenti tre giornate di campionato. Ma ora c’è una conferma. Ci sono troppe cose che non funzionano. È chiaro che non tutto è perduto e che non dobbiamo piangerci addosso perché la capolista Inter può essere battuta e nuovamente scavalcata già a partire da sabato prossimo. Tuttavia esaminare la situazione con crudo realismo e individuare quali siano le criticità emerse è un dovere comune per chi ha a cuore le sorti del Napoli. Il primo problema che balza evidente agli occhi è grave e al tempo stesso irrisolvibile: le carenze della rosa a disposizione dell’allenatore. Ne abbiamo già parlato diffusamente nelle passate settimane e non è il caso di tornarci su. Cosa fatta, capo ha. È chiaro che alla squadra serve una scossa e Conte non gliela può dare sul piano tattico perché le risorse umane sono quelle che sono e l’allenatore - che è uno dei migliori al mondo, ricordiamolo - non può fare miracoli. Però un po’ di coraggio nelle scelte lo può avere. Ad esempio è utile e produttivo continuare a schierare dal primo minuto Lukaku il cui apporto alla squadra è talmente scarso da apparire addirittura imbarazzante? E Lobotka? Lo slovacco è in questa fase della stagione la controfigura sbiadita del miglior regista del campionato che aveva dimostrato di essere fino a qualche tempo fa. E Politano? Mai incisivo e mai decisivo nelle ultime uscite e d’altro canto è più che giustificabile se si tiene conto della quantità enorme di energie che ha dovuto spendere fino a ora per la generosità sempre dimostrata in campo e per la tipologia del suo impegno sul piano tattico. Poiché il problema del Napoli sembra essere al momento una stanchezza psicofisica che probabilmente è figlia delle scarse disponibilità di ricambi, una soluzione potrebbe essere quella di privilegiare l’utilizzazione di chi dimostri di avere una buona condizione atletica e di essere motivato al punto giusto. Il migliore (o il meno peggiore) tra gli azzurri nell’infelice uscita al Sinigaglia mi è parso essere stato Billing (una vera sorpresa positiva, per quel che mi riguarda) e anche Okafor nei pochi minuti giocati ha dimostrato di avere nelle gambe spunto e velocità che gli hanno permesso di superare il diretto avversario e creare superiorità numerica. Cosa rara nel Napoli di quest’anno. Presumo che l’ex attaccante del Milan non sia ancora in grado di giocare per 90’ ma almeno per un tempo ci si potrebbe avvalere della sua freschezza di gambe e di testa, rispolverando il 4-3-3 un modulo che darebbe maggior sicurezza anche alla difesa, disorientata (vedi Rrahmani) da un modulo a tre al quale non è abituata. Rimane infine accesa la speranza che il preparatore atletico abbia preparato i calciatori a un finale di stagione nel quale siano in grado di correre di più degli avversari. Se così fosse a breve scadenza dovrebbe cominciare la risalita sul piano atletico anche di chi oggi appare più fermo sulle gambe. Certo il tempo a disposizione non è molto. Fino a prima delle ultime quattro partite (tre punti incamerati sui 12 disponibili) la distanza dalla quinta in classifica sembrava incolmabile. Oggi la Lazio è a 9 lunghezze. Non sono poche, ma per mantenere lontane le pretendenti a un posto nella Champions League del prossimo anno il Napoli non potrà più essere quello sbiadito e inconcludente che abbiamo visto a Como.

Mario Zaccaria

Napoli Magazine

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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25/02/2025 - 23:55

NAPOLI - Dolorosa premessa: il tanto decantato Como che a sentire entusiasti commentatori e aedi televisivi e non solo è più o meno sullo stesso piano, quanto a qualità tecniche della rosa e a organizzazione di gioco, del Real Madrid di Carlo Ancelotti, fino a domenica mattina era relegato a quattro punti dalla terzultima posizione di classifica, quella che a fine campionato condanna le squadre alla retrocessione in serie B. Questa considerazione rende ancor più amare le osservazioni che mi appresto a fare. Il Napoli ha perso la partita contro una squadra tutto sommato modesta che forse riuscirà a salvarsi e della quale, considerati i reali valori tecnici esistenti, avrebbe dovuto fare un sol boccone. Dunque c’è la conferma che nella gioiosa macchina da guerra che fino a un mese fa aveva dimostrato di essere la squadra di Antonio Conte qualcosa si è inceppato. Ce ne eravamo già accorti guardando ciò che era accaduto nelle precedenti tre giornate di campionato. Ma ora c’è una conferma. Ci sono troppe cose che non funzionano. È chiaro che non tutto è perduto e che non dobbiamo piangerci addosso perché la capolista Inter può essere battuta e nuovamente scavalcata già a partire da sabato prossimo. Tuttavia esaminare la situazione con crudo realismo e individuare quali siano le criticità emerse è un dovere comune per chi ha a cuore le sorti del Napoli. Il primo problema che balza evidente agli occhi è grave e al tempo stesso irrisolvibile: le carenze della rosa a disposizione dell’allenatore. Ne abbiamo già parlato diffusamente nelle passate settimane e non è il caso di tornarci su. Cosa fatta, capo ha. È chiaro che alla squadra serve una scossa e Conte non gliela può dare sul piano tattico perché le risorse umane sono quelle che sono e l’allenatore - che è uno dei migliori al mondo, ricordiamolo - non può fare miracoli. Però un po’ di coraggio nelle scelte lo può avere. Ad esempio è utile e produttivo continuare a schierare dal primo minuto Lukaku il cui apporto alla squadra è talmente scarso da apparire addirittura imbarazzante? E Lobotka? Lo slovacco è in questa fase della stagione la controfigura sbiadita del miglior regista del campionato che aveva dimostrato di essere fino a qualche tempo fa. E Politano? Mai incisivo e mai decisivo nelle ultime uscite e d’altro canto è più che giustificabile se si tiene conto della quantità enorme di energie che ha dovuto spendere fino a ora per la generosità sempre dimostrata in campo e per la tipologia del suo impegno sul piano tattico. Poiché il problema del Napoli sembra essere al momento una stanchezza psicofisica che probabilmente è figlia delle scarse disponibilità di ricambi, una soluzione potrebbe essere quella di privilegiare l’utilizzazione di chi dimostri di avere una buona condizione atletica e di essere motivato al punto giusto. Il migliore (o il meno peggiore) tra gli azzurri nell’infelice uscita al Sinigaglia mi è parso essere stato Billing (una vera sorpresa positiva, per quel che mi riguarda) e anche Okafor nei pochi minuti giocati ha dimostrato di avere nelle gambe spunto e velocità che gli hanno permesso di superare il diretto avversario e creare superiorità numerica. Cosa rara nel Napoli di quest’anno. Presumo che l’ex attaccante del Milan non sia ancora in grado di giocare per 90’ ma almeno per un tempo ci si potrebbe avvalere della sua freschezza di gambe e di testa, rispolverando il 4-3-3 un modulo che darebbe maggior sicurezza anche alla difesa, disorientata (vedi Rrahmani) da un modulo a tre al quale non è abituata. Rimane infine accesa la speranza che il preparatore atletico abbia preparato i calciatori a un finale di stagione nel quale siano in grado di correre di più degli avversari. Se così fosse a breve scadenza dovrebbe cominciare la risalita sul piano atletico anche di chi oggi appare più fermo sulle gambe. Certo il tempo a disposizione non è molto. Fino a prima delle ultime quattro partite (tre punti incamerati sui 12 disponibili) la distanza dalla quinta in classifica sembrava incolmabile. Oggi la Lazio è a 9 lunghezze. Non sono poche, ma per mantenere lontane le pretendenti a un posto nella Champions League del prossimo anno il Napoli non potrà più essere quello sbiadito e inconcludente che abbiamo visto a Como.

Mario Zaccaria

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