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IL PENSIERO - De Magistris: "Liberare lo Stato da mafiosi e corrotti non può che essere un imperativo categorico"
22.10.2024 08:47 di Napoli Magazine

Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli, scrive su Facebook: "Post personale, ma non troppo. Ieri sono stato al palazzo di giustizia alla cerimonia di insediamento di Aldo Policastro, nuovo procuratore generale della repubblica presso la corte d’appello di Napoli. Aldo è un ottimo magistrato, di sani principi democratici, corretto ed equilibrato, a lui mi legano indagini e lotte per l’indipendenza esterna ed interna della magistratura quando svolgevo le funzioni di PM presso la procura della repubblica di Napoli. Non potevo non andare. Ma ogni volta che entro in quel luogo vengo travolto da un’ondata di emozioni, nostalgiche, belle, felici, tristi, brutte, dolorose. Tutte potenti, una tempesta nel cuore e nella testa. La verità l’ho detta più volte e la ripeterò sempre: volevo fare il magistrato, il mio sogno appena iscritto a giurisprudenza, per poter dare il mio contributo alla giustizia. Non troverò mai pace interiore per questo, perché lo Stato non mi ha più consentito di fare il lavoro proprio per avere servito lo Stato con disciplina ed onore e rispettato la Costituzione fino in fondo. Avrei forse trovato pace se avessi errato, deragliato dalla strada della giustizia. Ed invece no, ho pagato proprio per la fedeltà allo Stato, alla Costituzione, alla Repubblica. È vero, la vita mi ha poi riservato tante cose belle dopo che mi hanno scaraventato a terra. In primis essere stato sindaco della mia amata Napoli. Ma nulla potrà mai ripagare il prezzo che ho pagato e la sofferenza che patisco. Nulla. Perché il sogno che mi ero conquistato con tanta fatica era la toga, al servizio dei diritti e della giustizia, che volevo continuare ad indossare con amore, dignità, onestà, umiltà e coraggio fino alla fine. Ma sono anche responsabile del mio destino, non mi lamenterò mai, lo avevo capito bene che mi avrebbero fatto fuori con i proiettili istituzionali per avere osato indagare il sistema criminale che arrivava sino al cuore dello Stato, ma ho scelto di non fermarmi sapendo il prezzo altissimo che avrei pagato. Non ho avuto paura, non sono stato indifferente, men che mai complice, non mi sono girato dall’altra parte, non ho fatto valutazioni di opportunità. Ho seguito solo la coscienza e la Costituzione. Con serenità d’animo. Nella vita ho deciso di combattere sempre e comunque per la giustizia e lo farò sempre, nelle istituzioni e fuori le istituzioni, ma la toga strappata e la ferita aperta rappresentano per me la fine di un sogno e di un ideale. Non per colpa del popolo, ma di uno Stato corroso da un frutteto contaminato di traditori che sa uccidere anche i sogni dei più giovani. Liberare lo Stato da mafiosi e corrotti non può che essere un imperativo categorico".

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IL PENSIERO - De Magistris: "Liberare lo Stato da mafiosi e corrotti non può che essere un imperativo categorico"

di Napoli Magazine

22/10/2024 - 08:47

Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli, scrive su Facebook: "Post personale, ma non troppo. Ieri sono stato al palazzo di giustizia alla cerimonia di insediamento di Aldo Policastro, nuovo procuratore generale della repubblica presso la corte d’appello di Napoli. Aldo è un ottimo magistrato, di sani principi democratici, corretto ed equilibrato, a lui mi legano indagini e lotte per l’indipendenza esterna ed interna della magistratura quando svolgevo le funzioni di PM presso la procura della repubblica di Napoli. Non potevo non andare. Ma ogni volta che entro in quel luogo vengo travolto da un’ondata di emozioni, nostalgiche, belle, felici, tristi, brutte, dolorose. Tutte potenti, una tempesta nel cuore e nella testa. La verità l’ho detta più volte e la ripeterò sempre: volevo fare il magistrato, il mio sogno appena iscritto a giurisprudenza, per poter dare il mio contributo alla giustizia. Non troverò mai pace interiore per questo, perché lo Stato non mi ha più consentito di fare il lavoro proprio per avere servito lo Stato con disciplina ed onore e rispettato la Costituzione fino in fondo. Avrei forse trovato pace se avessi errato, deragliato dalla strada della giustizia. Ed invece no, ho pagato proprio per la fedeltà allo Stato, alla Costituzione, alla Repubblica. È vero, la vita mi ha poi riservato tante cose belle dopo che mi hanno scaraventato a terra. In primis essere stato sindaco della mia amata Napoli. Ma nulla potrà mai ripagare il prezzo che ho pagato e la sofferenza che patisco. Nulla. Perché il sogno che mi ero conquistato con tanta fatica era la toga, al servizio dei diritti e della giustizia, che volevo continuare ad indossare con amore, dignità, onestà, umiltà e coraggio fino alla fine. Ma sono anche responsabile del mio destino, non mi lamenterò mai, lo avevo capito bene che mi avrebbero fatto fuori con i proiettili istituzionali per avere osato indagare il sistema criminale che arrivava sino al cuore dello Stato, ma ho scelto di non fermarmi sapendo il prezzo altissimo che avrei pagato. Non ho avuto paura, non sono stato indifferente, men che mai complice, non mi sono girato dall’altra parte, non ho fatto valutazioni di opportunità. Ho seguito solo la coscienza e la Costituzione. Con serenità d’animo. Nella vita ho deciso di combattere sempre e comunque per la giustizia e lo farò sempre, nelle istituzioni e fuori le istituzioni, ma la toga strappata e la ferita aperta rappresentano per me la fine di un sogno e di un ideale. Non per colpa del popolo, ma di uno Stato corroso da un frutteto contaminato di traditori che sa uccidere anche i sogni dei più giovani. Liberare lo Stato da mafiosi e corrotti non può che essere un imperativo categorico".