"Non conosco gli elementi ma se il ministro Salvini li ha pronunciati qualcosa ci sarà ed è sintomatico che ci sia un sistema dell'intelligence, quindi dell'autorità delegata, fino anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, che sia andato qualcosa in tilt. L'utilizzo di un sistema così invasivo (Paragon, ndr) utilizzato nei confronti di giornalisti, non capisco che cosa si voglia scoprire da questi giornalisti, quindi mi sembra veramente una cosa abbastanza strana. Fare e svolgere accertamenti sul capo di gabinetto, persona scelta dal Presidente del Consiglio, è abbastanza inquietante, occorreva forse un po' più di prudenza. Tutto questo mette insieme un dato, che è sparita la riservatezza ed è sparita la segretezza quella che è diciamo la matrice essenziale per poter svolgere attività di intelligence in Italia e all'estero. Sembra sia un po' decaduta quella riservatezza che è insita nei servizi segreti. Non abbiamo notizie uguali da altri Stati europei di altri servizi segreti e la situazione mi sembra veramente preoccupante”. Lo ha detto Marco Mancini, ex responsabile controspionaggio SISMI, a 24 Mattino su Radio 24.
"Forse ci sono state sottovalutazioni, riferite magari anche a scelte che come obiettivi da raggiungere per poter acquisire informazioni. Io noto che l'immigrazione illegale è un problema effettivo non solo dell'Italia, ma dell'Europa. Certamente non si può avere notizie per fermare queste immigrazioni illegale attraverso l'utilizzo di questi sistemi così invasivi, sto parlando di Paragon ovviamente, che non hanno nulla a che fare con la vera soluzione e con i metodi che si dovrebbero utilizzare. Svolgere accertamenti su persone di riferimento del Presidente del Consiglio, come è emerso dai quotidiani che leggiamo tutti, vuol dire che effettivamente c'è una colpa da parte di chi li svolge e non si è capito per quale motivo ha svolto questi accertamenti. Il governo ha dichiarato che non c'entrava nulla, nessun accertamento da svolgere sul dottor Caputi. Se nessuno ha chiesto niente, non si capisce perché si sono mossi in maniera così invasiva, ma anche in maniera così dilettantesca. Effettivamente c'è stata poca professionalità in questo".
"In Italia è entrato un cittadino, Almasri, che un delinquente, un assassino, sappiamo tutti chi è questa persona. Ora è possibile che nessuno sapesse che questa persona stesse per entrare in Italia? Mi sembra veramente assurdo che ci sia una sottovalutazione e un modo di operare dilettantesco. Questa persona se è pericolosa, come è stato dichiarato da alcuni ministri, è pericolosa anche quando sta in Libia. I target vanno allargati, questo è il problema della sicurezza nazionale. La sicurezza nazionale può essere messa in pericolo da cittadini che stanno all'estero, da strumenti evasivi come Paragon. Bisogna affrontare questi argomenti nella riservatezza, ma con professionalità e con chi sa operare in questi sistemi. Forse ci sarà stata una mancanza di controllo da parte degli organi preposti. È Abbastanza difficile capire cosa sta succedendo, ma mi fa paura quello che dice il ministro Salvini che poi ha indietreggiato sulle sue posizioni riguardo questo scontro all'interno dei servizi. Occorrerebbe una politica più audace, più ferma con un controllo più efficace. L'autorità politica deve dare delle direttive precise e chiare rispetto ai target da raggiungere e l'attività informativa da svolgere all'interno dei servizi ". Lo ha detto Marco Mancini, ex militare ed ex agente dei Servizi Segreti a 24 Mattino su Radio 24
“Vedo una sottovalutazione dei problemi, vengono fuori notizie che possono uscire solo da ambiente dell’Intelligence. Mi sembra abbastanza strano che il ministro Salvini parli di contrasti nei Servizi, chi ha detto questo al Ministro Salvini? Chi ha riferito questo al ministro Salvini? Lui dovrebbe dire nome e cognome di chi gli ha riferito queste parole, non credo che abbia parlato così di sua iniziativa, qualcuno si sarà lamentato con lui e forse quel qualcuno è all’interno dei Servizi”.
“Aver denunciato il procuratore Lo Voi credo che non vada da nessuna parte, in 40 anni nei Servizi non ho mai visto una situazione del simile. Scontri si, vedute diversi si, ma fare un esposto alla Procura di Perugia sul procuratore di Roma mi sembra che ci sia qualcosa di eccessivo. Ritorniamo alla riservatezza che fondamentale, e che deve essere in primis da parte degli operatori dei Servizi, della politica, non si può ascoltare che ci sia un ministro che parli di “guerra dei Servizi” come ha fatto il ministro Salvini. Se c’è una guerra la sicurezza nazionale che fine fa? Allora si capisce perché un tagliatore di gole come Almasri possa entrare in Italia in maniera indisturbata”. Lo ha detto Marco Mancini, ex responsabile controspionaggio SISMI, a 24 Mattino su Radio 24.
di Napoli Magazine
10/02/2025 - 12:50
"Non conosco gli elementi ma se il ministro Salvini li ha pronunciati qualcosa ci sarà ed è sintomatico che ci sia un sistema dell'intelligence, quindi dell'autorità delegata, fino anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, che sia andato qualcosa in tilt. L'utilizzo di un sistema così invasivo (Paragon, ndr) utilizzato nei confronti di giornalisti, non capisco che cosa si voglia scoprire da questi giornalisti, quindi mi sembra veramente una cosa abbastanza strana. Fare e svolgere accertamenti sul capo di gabinetto, persona scelta dal Presidente del Consiglio, è abbastanza inquietante, occorreva forse un po' più di prudenza. Tutto questo mette insieme un dato, che è sparita la riservatezza ed è sparita la segretezza quella che è diciamo la matrice essenziale per poter svolgere attività di intelligence in Italia e all'estero. Sembra sia un po' decaduta quella riservatezza che è insita nei servizi segreti. Non abbiamo notizie uguali da altri Stati europei di altri servizi segreti e la situazione mi sembra veramente preoccupante”. Lo ha detto Marco Mancini, ex responsabile controspionaggio SISMI, a 24 Mattino su Radio 24.
"Forse ci sono state sottovalutazioni, riferite magari anche a scelte che come obiettivi da raggiungere per poter acquisire informazioni. Io noto che l'immigrazione illegale è un problema effettivo non solo dell'Italia, ma dell'Europa. Certamente non si può avere notizie per fermare queste immigrazioni illegale attraverso l'utilizzo di questi sistemi così invasivi, sto parlando di Paragon ovviamente, che non hanno nulla a che fare con la vera soluzione e con i metodi che si dovrebbero utilizzare. Svolgere accertamenti su persone di riferimento del Presidente del Consiglio, come è emerso dai quotidiani che leggiamo tutti, vuol dire che effettivamente c'è una colpa da parte di chi li svolge e non si è capito per quale motivo ha svolto questi accertamenti. Il governo ha dichiarato che non c'entrava nulla, nessun accertamento da svolgere sul dottor Caputi. Se nessuno ha chiesto niente, non si capisce perché si sono mossi in maniera così invasiva, ma anche in maniera così dilettantesca. Effettivamente c'è stata poca professionalità in questo".
"In Italia è entrato un cittadino, Almasri, che un delinquente, un assassino, sappiamo tutti chi è questa persona. Ora è possibile che nessuno sapesse che questa persona stesse per entrare in Italia? Mi sembra veramente assurdo che ci sia una sottovalutazione e un modo di operare dilettantesco. Questa persona se è pericolosa, come è stato dichiarato da alcuni ministri, è pericolosa anche quando sta in Libia. I target vanno allargati, questo è il problema della sicurezza nazionale. La sicurezza nazionale può essere messa in pericolo da cittadini che stanno all'estero, da strumenti evasivi come Paragon. Bisogna affrontare questi argomenti nella riservatezza, ma con professionalità e con chi sa operare in questi sistemi. Forse ci sarà stata una mancanza di controllo da parte degli organi preposti. È Abbastanza difficile capire cosa sta succedendo, ma mi fa paura quello che dice il ministro Salvini che poi ha indietreggiato sulle sue posizioni riguardo questo scontro all'interno dei servizi. Occorrerebbe una politica più audace, più ferma con un controllo più efficace. L'autorità politica deve dare delle direttive precise e chiare rispetto ai target da raggiungere e l'attività informativa da svolgere all'interno dei servizi ". Lo ha detto Marco Mancini, ex militare ed ex agente dei Servizi Segreti a 24 Mattino su Radio 24
“Vedo una sottovalutazione dei problemi, vengono fuori notizie che possono uscire solo da ambiente dell’Intelligence. Mi sembra abbastanza strano che il ministro Salvini parli di contrasti nei Servizi, chi ha detto questo al Ministro Salvini? Chi ha riferito questo al ministro Salvini? Lui dovrebbe dire nome e cognome di chi gli ha riferito queste parole, non credo che abbia parlato così di sua iniziativa, qualcuno si sarà lamentato con lui e forse quel qualcuno è all’interno dei Servizi”.
“Aver denunciato il procuratore Lo Voi credo che non vada da nessuna parte, in 40 anni nei Servizi non ho mai visto una situazione del simile. Scontri si, vedute diversi si, ma fare un esposto alla Procura di Perugia sul procuratore di Roma mi sembra che ci sia qualcosa di eccessivo. Ritorniamo alla riservatezza che fondamentale, e che deve essere in primis da parte degli operatori dei Servizi, della politica, non si può ascoltare che ci sia un ministro che parli di “guerra dei Servizi” come ha fatto il ministro Salvini. Se c’è una guerra la sicurezza nazionale che fine fa? Allora si capisce perché un tagliatore di gole come Almasri possa entrare in Italia in maniera indisturbata”. Lo ha detto Marco Mancini, ex responsabile controspionaggio SISMI, a 24 Mattino su Radio 24.