Durante la trasmissione radiofonica "Black and White" di Nettuno Bologna Uno, Achille Polonara ha raccontato l'esperienza vissuta sin qui nella stagione della Virtus Segafredo Bologna, tra l'inizio con Banchi e il proseguimento con coach Ivanovic: "È bello giocare per la Virtus, è bello giocare in una città come Bologna dove la pallacanestro è sacra, nonostante la presenza di una squadra di Serie A di calcio. Bologna ha la fortuna di avere entrambi. Vedere il palazzo pieno quasi ogni partita in EuroLeague, con tanti tifosi sugli spalti anche in Serie A e con tanto seguito anche in trasferta, è motivo di grande energia e orgoglio. Non presto troppa attenzione ai giornali o agli articoli che vengono postati sui social o sul web: non lo faccio per polemica o per mancanza di rispetto ma perché quando la squadra sta andando bene c’è il rischio di esaltarsi, quando le cose vanno meno bene c’è il rischio di deprimersi. Penso che i veterani, quelli che hanno giocato all’estero e hanno sulle spalle tante partite di EuroLeague possano dare tanti consigli e trascinare il gruppo. A livello di leadership giocatori come Belinelli, Shengelia, Hackett, Clyburn, sono i più esperti, riescono a coinvolgere e trascinare giocatori alla prima esperienza in questa competizione. Ma ogni giocatore è importantissimo: Visconti, che gioca meno di tutti, è sempre il primo ad arrivare in palestra con il sorriso. Sono tutte cose importantissime per tenere alto il morale dopo una sconfitta o durante un periodo della stagione in cui le cose non vanno troppo bene. Ognuno di noi ha un ruolo diverso ma allo stesso tempo è importante per far sì che il gruppo sia sempre unito e proceda nella stessa direzione. Rapporto con Ivanovic? Quello che il Coach chiede a me è quello che chiede a tutti: massima positività, fiducia, perché vuole vedere in campo giocatori coraggiosi che si prendono responsabilità e iniziative, che lottano e che si buttano su ogni pallone, che cercano di trasmettere questa energia anche agli altri compagni. Il Coach è la stessa persona incontrata a Baskonia: penso che sia rimasto sempre sé stesso, un allenatore di poche parole ma esigente, che si fa rispettare da ogni giocatore, dal più giovane al veterano. È stato un giocatore: conosce alla perfezione la pallacanestro, e da quando è arrivato qui i risultati sono ben visibili".
di Napoli Magazine
11/02/2025 - 20:48
Durante la trasmissione radiofonica "Black and White" di Nettuno Bologna Uno, Achille Polonara ha raccontato l'esperienza vissuta sin qui nella stagione della Virtus Segafredo Bologna, tra l'inizio con Banchi e il proseguimento con coach Ivanovic: "È bello giocare per la Virtus, è bello giocare in una città come Bologna dove la pallacanestro è sacra, nonostante la presenza di una squadra di Serie A di calcio. Bologna ha la fortuna di avere entrambi. Vedere il palazzo pieno quasi ogni partita in EuroLeague, con tanti tifosi sugli spalti anche in Serie A e con tanto seguito anche in trasferta, è motivo di grande energia e orgoglio. Non presto troppa attenzione ai giornali o agli articoli che vengono postati sui social o sul web: non lo faccio per polemica o per mancanza di rispetto ma perché quando la squadra sta andando bene c’è il rischio di esaltarsi, quando le cose vanno meno bene c’è il rischio di deprimersi. Penso che i veterani, quelli che hanno giocato all’estero e hanno sulle spalle tante partite di EuroLeague possano dare tanti consigli e trascinare il gruppo. A livello di leadership giocatori come Belinelli, Shengelia, Hackett, Clyburn, sono i più esperti, riescono a coinvolgere e trascinare giocatori alla prima esperienza in questa competizione. Ma ogni giocatore è importantissimo: Visconti, che gioca meno di tutti, è sempre il primo ad arrivare in palestra con il sorriso. Sono tutte cose importantissime per tenere alto il morale dopo una sconfitta o durante un periodo della stagione in cui le cose non vanno troppo bene. Ognuno di noi ha un ruolo diverso ma allo stesso tempo è importante per far sì che il gruppo sia sempre unito e proceda nella stessa direzione. Rapporto con Ivanovic? Quello che il Coach chiede a me è quello che chiede a tutti: massima positività, fiducia, perché vuole vedere in campo giocatori coraggiosi che si prendono responsabilità e iniziative, che lottano e che si buttano su ogni pallone, che cercano di trasmettere questa energia anche agli altri compagni. Il Coach è la stessa persona incontrata a Baskonia: penso che sia rimasto sempre sé stesso, un allenatore di poche parole ma esigente, che si fa rispettare da ogni giocatore, dal più giovane al veterano. È stato un giocatore: conosce alla perfezione la pallacanestro, e da quando è arrivato qui i risultati sono ben visibili".