Dopo la sua prima convocazione con la maglia della Germania, il difensore dell’Inter, Yann Bisseck, ha raccontato le sue emozioni ai microfoni di Sportschau: “Non mi sento ancora un vero giocatore della Nazionale, prima devo scendere in campo. Ma già essere convocato è un grande riconoscimento, un segnale che il mio percorso sta dando i suoi frutti. Ho tanti obiettivi, ma in questo momento voglio solo godermi l’esperienza".
Bisseck, che gioca in Italia, riconosce di avere meno visibilità in patria: “Non tutti seguono la Serie A o il campionato danese, quindi è normale che all’inizio non fossi molto considerato. Ma l’importante è continuare a lavorare per migliorare".
Parlando delle difficoltà affrontate in carriera, ha aggiunto: “Non giocare è il problema minore, il vero ostacolo sono gli infortuni. In Portogallo mi sono dovuto fermare per otto mesi ed è stato molto duro, soprattutto lontano dalla mia famiglia. Per fortuna avevo due compagni tedeschi con esperienze simili, e il loro supporto è stato fondamentale".
Infine, un ricordo dei momenti più difficili: “Dopo il terzo o quarto prestito andato male, ho pensato di lasciare il calcio e studiare medicina. Oggi sono felice di non averlo fatto".
E su San Siro: “Quando entri lì, senti la storia che trasuda da ogni angolo. I tifosi sono incredibili, dentro e fuori dallo stadio. Domani tutta questa energia si farà sentire".
di Napoli Magazine
19/03/2025 - 22:23
Dopo la sua prima convocazione con la maglia della Germania, il difensore dell’Inter, Yann Bisseck, ha raccontato le sue emozioni ai microfoni di Sportschau: “Non mi sento ancora un vero giocatore della Nazionale, prima devo scendere in campo. Ma già essere convocato è un grande riconoscimento, un segnale che il mio percorso sta dando i suoi frutti. Ho tanti obiettivi, ma in questo momento voglio solo godermi l’esperienza".
Bisseck, che gioca in Italia, riconosce di avere meno visibilità in patria: “Non tutti seguono la Serie A o il campionato danese, quindi è normale che all’inizio non fossi molto considerato. Ma l’importante è continuare a lavorare per migliorare".
Parlando delle difficoltà affrontate in carriera, ha aggiunto: “Non giocare è il problema minore, il vero ostacolo sono gli infortuni. In Portogallo mi sono dovuto fermare per otto mesi ed è stato molto duro, soprattutto lontano dalla mia famiglia. Per fortuna avevo due compagni tedeschi con esperienze simili, e il loro supporto è stato fondamentale".
Infine, un ricordo dei momenti più difficili: “Dopo il terzo o quarto prestito andato male, ho pensato di lasciare il calcio e studiare medicina. Oggi sono felice di non averlo fatto".
E su San Siro: “Quando entri lì, senti la storia che trasuda da ogni angolo. I tifosi sono incredibili, dentro e fuori dallo stadio. Domani tutta questa energia si farà sentire".