Nicola Ventola, ex attaccante, ha rilasciato un'intervista a Gazzetta.it: "Il 5 maggio è il più grande rimpianto insieme al non aver debuttato in Nazionale. Tutti ricordano la Lazio, ma noi lo buttammo via prima. Mentalmente avevamo vinto: ci eravamo portati le maglie, le telecamere. Ricordo le lacrime di Ronie e quelle dei tifosi all’aeroporto. Ci chiedemmo: 'Ma perché a noi?'. Le persone assalirono Gresko, il giorno dopo fu salvato dalla polizia. Ronaldo? Siamo fratelli. Una volta andai in Brasile e all’aeroporto nessuno mi controllò il passaporto. 'Io qui come Papa a Roma', rispose. La punizione contro lo Spartak? Si era fissato, voleva darmela di tacco per farmi tirare. 'Vedi che io non sono Ronaldo, se la tiro in curva mi fischiano', gli dicevo. Andò bene: segnai un gol incredibile. Ronie era così: aizzava i tifosi come un direttore d’orchestra, prendeva di mira il povero Taribo con dozzine di tunnel. Se n’è sempre fregato delle diete".
di Napoli Magazine
16/10/2025 - 23:46
Nicola Ventola, ex attaccante, ha rilasciato un'intervista a Gazzetta.it: "Il 5 maggio è il più grande rimpianto insieme al non aver debuttato in Nazionale. Tutti ricordano la Lazio, ma noi lo buttammo via prima. Mentalmente avevamo vinto: ci eravamo portati le maglie, le telecamere. Ricordo le lacrime di Ronie e quelle dei tifosi all’aeroporto. Ci chiedemmo: 'Ma perché a noi?'. Le persone assalirono Gresko, il giorno dopo fu salvato dalla polizia. Ronaldo? Siamo fratelli. Una volta andai in Brasile e all’aeroporto nessuno mi controllò il passaporto. 'Io qui come Papa a Roma', rispose. La punizione contro lo Spartak? Si era fissato, voleva darmela di tacco per farmi tirare. 'Vedi che io non sono Ronaldo, se la tiro in curva mi fischiano', gli dicevo. Andò bene: segnai un gol incredibile. Ronie era così: aizzava i tifosi come un direttore d’orchestra, prendeva di mira il povero Taribo con dozzine di tunnel. Se n’è sempre fregato delle diete".