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SPAZIO KORPER - Il Premio UBU Roberto Castello protagonista di 3 giornate dal 26 al 28 settembre
24.09.2025 11:59 di Napoli Magazine
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Lo Spazio Körper di Napoli dedica tre giorni, dal 26 al 28 settembre, a uno dei protagonisti dell’attuale panorama delle arti coreutiche e performative italiane: il coreografo torinese Roberto Castello, fondatore della casa di produzione ALDES, insignito per ben tre volte del Premio Ubu nel 1995, 2003 e 2018. Si parte venerdì 26 settembre, dalle ore 10 alle ore 12, con la masterclass tenuta dall’autore stesso e aperta a danzatori, performer, attori e curiosi. Il coreografo stesso ha così raccontato la masterclass: "Il laboratorio è l’occasione per la condivisione di un’esperienza di oltre 4 decenni di riflessioni e di pratica nel mondo dello spettacolo contemporaneo. Un periodo in cui vita, lavoro, pensiero artistico e politico si sono intrecciati dando vita a progetti che hanno toccato la pratica e l’insegnamento della danza, la coreografia, la regia, le tecnologie applicate alla scena, la produzione di spettacoli, la programmazione di eventi, l’editoria, l’intercultura. Esperienze solo apparentemente distinte in quanto tutte in realtà riconducibili alla ricerca di un approccio consapevole e responsabile alla pratica artistica". 

 

Si prosegue, sempre nello spazio del Centro Nazionale di Produzione della Danza, con due spettacoli firmati da Castello: Il sesso degli angeli (sabato 27, ore 19) e Mbira (domenica 28, ore 18).

 

Entrambi gli spettacoli partono da due espressioni linguistiche – la prima ovviamente italiana, la seconda proveniente dallo Zimbabwe – di cui vengono esplorate tutte le implicazioni, tutti i possibili slittamenti di senso. Se “discutere del sesso degli angeli”, infatti, significa dibattere su questioni irrisolvibili, ecco la scena assume le caratteristiche della nostra contemporaneità: il tempo diventa puro ritmo, scandito dagli scatti secchi di un metronomo, e lo spazio si misura con gesti accennati, come ispirazioni che nascono e muoiono in un istante, senza soluzione di continuità. 

Il sesso degli angeli è sopratutto un commento sul fare arte, oggi. Come spiega l’autore: “L’intento iniziale de Il sesso degli angeli era di ironizzare sulla propensione del mondo teatrale a ritirarsi in prudenti silenzi e riposizionamenti tattici nei momenti politicamente più delicati. Una volta iniziate le prove però la vis polemica ha cominciato a spegnersi mentre nel lavoro hanno iniziato ad emergere reminiscenze di anni lontani in cui, tra avanguardismo, teatro povero e influenze orientali, in molti erano alla ricerca della potenza espressiva dei corpi nella loro assoluta, nuda presenza. Un desiderio di centralità dell’umano che, combinando politica, mistica, filosofia e psicanalisi rispondeva a domande di un’altra epoca ma che torna forse ad avere un senso anche oggi”. 

 

Altrettanto contemporanei sono i temi di Mbira, incentrato sulle reciproche influenze che si instaurano nel rapporto tra colonizzatore e colonizzato. Il titolo fa riferimento a uno strumento musicale tipico dello Zimbabwe, scelto da Castello – da sempre attento agli sviluppi politici e culturali del continente africano – per la sua assonanza con la parola bira, il nome di una festa tradizionale del popolo Shona, in cui i cantastorie hanno il compito di tramandare culture e tradizioni del popolo. Non solo. “Mbira – spiega l’autore – è una parola intorno a cui si intreccia una sorprendente quantità di storie, musiche, balli, feste e riflessioni su arte e cultura che fanno da trama ad uno spettacolo che, combinando stili e forme, partiture minuziose e improvvisazioni, ha come inevitabile epilogo una festa. È insomma una parola che offre un pretesto ideale per parlare di Africa e per mettere in evidenza quanto poco se ne sappia, nella convinzione che il gesto più sovversivo oggi sia quello di ricordare che, prima di affermare certezze, in generale sarebbe saggio conoscere l’argomento di cui si parla".

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SPAZIO KORPER - Il Premio UBU Roberto Castello protagonista di 3 giornate dal 26 al 28 settembre

di Napoli Magazine

24/09/2025 - 11:59

Lo Spazio Körper di Napoli dedica tre giorni, dal 26 al 28 settembre, a uno dei protagonisti dell’attuale panorama delle arti coreutiche e performative italiane: il coreografo torinese Roberto Castello, fondatore della casa di produzione ALDES, insignito per ben tre volte del Premio Ubu nel 1995, 2003 e 2018. Si parte venerdì 26 settembre, dalle ore 10 alle ore 12, con la masterclass tenuta dall’autore stesso e aperta a danzatori, performer, attori e curiosi. Il coreografo stesso ha così raccontato la masterclass: "Il laboratorio è l’occasione per la condivisione di un’esperienza di oltre 4 decenni di riflessioni e di pratica nel mondo dello spettacolo contemporaneo. Un periodo in cui vita, lavoro, pensiero artistico e politico si sono intrecciati dando vita a progetti che hanno toccato la pratica e l’insegnamento della danza, la coreografia, la regia, le tecnologie applicate alla scena, la produzione di spettacoli, la programmazione di eventi, l’editoria, l’intercultura. Esperienze solo apparentemente distinte in quanto tutte in realtà riconducibili alla ricerca di un approccio consapevole e responsabile alla pratica artistica". 

 

Si prosegue, sempre nello spazio del Centro Nazionale di Produzione della Danza, con due spettacoli firmati da Castello: Il sesso degli angeli (sabato 27, ore 19) e Mbira (domenica 28, ore 18).

 

Entrambi gli spettacoli partono da due espressioni linguistiche – la prima ovviamente italiana, la seconda proveniente dallo Zimbabwe – di cui vengono esplorate tutte le implicazioni, tutti i possibili slittamenti di senso. Se “discutere del sesso degli angeli”, infatti, significa dibattere su questioni irrisolvibili, ecco la scena assume le caratteristiche della nostra contemporaneità: il tempo diventa puro ritmo, scandito dagli scatti secchi di un metronomo, e lo spazio si misura con gesti accennati, come ispirazioni che nascono e muoiono in un istante, senza soluzione di continuità. 

Il sesso degli angeli è sopratutto un commento sul fare arte, oggi. Come spiega l’autore: “L’intento iniziale de Il sesso degli angeli era di ironizzare sulla propensione del mondo teatrale a ritirarsi in prudenti silenzi e riposizionamenti tattici nei momenti politicamente più delicati. Una volta iniziate le prove però la vis polemica ha cominciato a spegnersi mentre nel lavoro hanno iniziato ad emergere reminiscenze di anni lontani in cui, tra avanguardismo, teatro povero e influenze orientali, in molti erano alla ricerca della potenza espressiva dei corpi nella loro assoluta, nuda presenza. Un desiderio di centralità dell’umano che, combinando politica, mistica, filosofia e psicanalisi rispondeva a domande di un’altra epoca ma che torna forse ad avere un senso anche oggi”. 

 

Altrettanto contemporanei sono i temi di Mbira, incentrato sulle reciproche influenze che si instaurano nel rapporto tra colonizzatore e colonizzato. Il titolo fa riferimento a uno strumento musicale tipico dello Zimbabwe, scelto da Castello – da sempre attento agli sviluppi politici e culturali del continente africano – per la sua assonanza con la parola bira, il nome di una festa tradizionale del popolo Shona, in cui i cantastorie hanno il compito di tramandare culture e tradizioni del popolo. Non solo. “Mbira – spiega l’autore – è una parola intorno a cui si intreccia una sorprendente quantità di storie, musiche, balli, feste e riflessioni su arte e cultura che fanno da trama ad uno spettacolo che, combinando stili e forme, partiture minuziose e improvvisazioni, ha come inevitabile epilogo una festa. È insomma una parola che offre un pretesto ideale per parlare di Africa e per mettere in evidenza quanto poco se ne sappia, nella convinzione che il gesto più sovversivo oggi sia quello di ricordare che, prima di affermare certezze, in generale sarebbe saggio conoscere l’argomento di cui si parla".