In Evidenza
IL COMMENTO - Cobolli Gigli: "De Laurentiis impeccabile, stima Conte e lo lascia lavorare"
24.04.2025 11:45 di Napoli Magazine

A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus. 

La sconfitta contro il Parma abbassa le possibilità della Juventus di arrivare in Champions? 

“Certamente, le probabilità diminuiscono, anche perché le altre squadre sono agguerrite. Il quarto posto sostanzialmente vede una lotta tra tre o quattro squadre, e questa partita col Parma avrebbe dovuto essere una di quelle da vincere per stare più tranquilli. È giusto guardare avanti, però non è facile spiegare la mancanza di grinta che si è notata ieri. Capisco il pareggio, capisco anche la sconfitta, ma sembra proprio che sia mancata la vera grinta.” 

Secondo lei, alla fine, Igor Tudor è un traghettatore o sarà l’allenatore della Juventus anche nella prossima stagione? 

“Tudor mi piace come modo di fare, anche perché ha un passato juventino che lui stesso ricorda con orgoglio. Tuttavia, è chiaro che se la Juventus non dovesse arrivare al quarto posto, è possibile, anzi probabile, che la società pensi di affidarsi a qualcun altro. Non qualificarsi significherebbe anche una rivoluzione interna, con un ridimensionamento generale e problematiche economiche non trascurabili.” 

La chiave di tutto potrebbe essere proprio lui, perché sull’Atalanta incombe l'incognita Gian Piero Gasperini. Potrebbe essere lui un nome per la Juventus? 

“Gasperini è uno dei migliori allenatori italiani, in certi momenti addirittura il migliore. Conosce bene il calcio, conosce bene Torino, perché è cresciuto calcisticamente nella Juventus. Ha tutte le qualità per allenare una grande squadra, anche se ha qualche problema caratteriale: ogni tanto si lascia andare a dichiarazioni forti. Ma forse per lui è arrivato il momento di misurarsi con un club di livello superiore rispetto all’Atalanta. E attenzione, non voglio sminuire l’Atalanta: se le partite le vince, lo fa anche a livello internazionale.” 

Oggi c’è una nuova tendenza nel calcio italiano: quella dei consulenti. Mancini alla Sampdoria, Ranieri – che lo diventerà alla Roma – Ibrahimovic al Milan. Ma che ruolo hanno, in definitiva, queste figure? Che differenze ci sono con un direttore sportivo o generale? 

“Direi nessuna, se non quella di rafforzare la struttura della società. Ranieri, ad esempio, alla Roma è andato come allenatore pro tempore, non come consulente, perché lui vuole così. E i risultati si vedono. Sono persone preparate, che hanno raggiunto una certa soddisfazione professionale e forse vogliono anche vivere un calcio meno stressante. Possono offrire un contributo serio all’interno di una società. Mancini, nel caso della Sampdoria, credo svolga questo ruolo più per amore verso la squadra, nel ricordo suo e di Vialli, piuttosto che per motivi economici.” 

De Laurentiis è stato impeccabile, almeno sul piano della comunicazione? Abbiamo visto un De Laurentiis piuttosto calmo, che ha fatto da “pompiere” su alcune esternazioni del tecnico Antonio Conte. 

“Conte è andato un po’ oltre i limiti, francamente. E De Laurentiis si è trattenuto, facendo bene il suo mestiere di presidente. Non alimenta le polemiche e lascia che Conte dica la sua. Intanto guarda i risultati. Rispetto a una settimana fa, le probabilità del Napoli di vincere lo scudetto sono aumentate sensibilmente. Quindi, De Laurentiis è soddisfatto del lavoro di Conte, non interviene e lascia che le cose vadano.” 

Stili comunicativi diversi: Conte è diretto, polemico; De Laurentiis più moderato. Cinque giornate dalla fine, il Napoli è primo in classifica: quale dei due stili fa meglio al gruppo? 

“Forse messi insieme vanno bene. Conte dice quello che pensa con forza, mentre De Laurentiis non lo contraddice pubblicamente. Questo equilibrio evita un’escalation di dichiarazioni. De Laurentiis stima Conte e lo lascia lavorare.” 

Alla fine, Conte resterà al Napoli? 

“Se vince lo scudetto, direi di sì. Poi, tutto dipenderà anche dai contratti e dai progetti. Conte ha un contratto triennale, ma potrebbe essere sciolto per volontà sua. Se resta, chiederà sicuramente alla società di investire per fare una buona Champions League, quindi, di fatto, il club dovrebbe convincerlo a restare.” 

 

ULTIMISSIME IN EVIDENZA
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
IL COMMENTO - Cobolli Gigli: "De Laurentiis impeccabile, stima Conte e lo lascia lavorare"

di Napoli Magazine

24/04/2025 - 11:45

A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus. 

La sconfitta contro il Parma abbassa le possibilità della Juventus di arrivare in Champions? 

“Certamente, le probabilità diminuiscono, anche perché le altre squadre sono agguerrite. Il quarto posto sostanzialmente vede una lotta tra tre o quattro squadre, e questa partita col Parma avrebbe dovuto essere una di quelle da vincere per stare più tranquilli. È giusto guardare avanti, però non è facile spiegare la mancanza di grinta che si è notata ieri. Capisco il pareggio, capisco anche la sconfitta, ma sembra proprio che sia mancata la vera grinta.” 

Secondo lei, alla fine, Igor Tudor è un traghettatore o sarà l’allenatore della Juventus anche nella prossima stagione? 

“Tudor mi piace come modo di fare, anche perché ha un passato juventino che lui stesso ricorda con orgoglio. Tuttavia, è chiaro che se la Juventus non dovesse arrivare al quarto posto, è possibile, anzi probabile, che la società pensi di affidarsi a qualcun altro. Non qualificarsi significherebbe anche una rivoluzione interna, con un ridimensionamento generale e problematiche economiche non trascurabili.” 

La chiave di tutto potrebbe essere proprio lui, perché sull’Atalanta incombe l'incognita Gian Piero Gasperini. Potrebbe essere lui un nome per la Juventus? 

“Gasperini è uno dei migliori allenatori italiani, in certi momenti addirittura il migliore. Conosce bene il calcio, conosce bene Torino, perché è cresciuto calcisticamente nella Juventus. Ha tutte le qualità per allenare una grande squadra, anche se ha qualche problema caratteriale: ogni tanto si lascia andare a dichiarazioni forti. Ma forse per lui è arrivato il momento di misurarsi con un club di livello superiore rispetto all’Atalanta. E attenzione, non voglio sminuire l’Atalanta: se le partite le vince, lo fa anche a livello internazionale.” 

Oggi c’è una nuova tendenza nel calcio italiano: quella dei consulenti. Mancini alla Sampdoria, Ranieri – che lo diventerà alla Roma – Ibrahimovic al Milan. Ma che ruolo hanno, in definitiva, queste figure? Che differenze ci sono con un direttore sportivo o generale? 

“Direi nessuna, se non quella di rafforzare la struttura della società. Ranieri, ad esempio, alla Roma è andato come allenatore pro tempore, non come consulente, perché lui vuole così. E i risultati si vedono. Sono persone preparate, che hanno raggiunto una certa soddisfazione professionale e forse vogliono anche vivere un calcio meno stressante. Possono offrire un contributo serio all’interno di una società. Mancini, nel caso della Sampdoria, credo svolga questo ruolo più per amore verso la squadra, nel ricordo suo e di Vialli, piuttosto che per motivi economici.” 

De Laurentiis è stato impeccabile, almeno sul piano della comunicazione? Abbiamo visto un De Laurentiis piuttosto calmo, che ha fatto da “pompiere” su alcune esternazioni del tecnico Antonio Conte. 

“Conte è andato un po’ oltre i limiti, francamente. E De Laurentiis si è trattenuto, facendo bene il suo mestiere di presidente. Non alimenta le polemiche e lascia che Conte dica la sua. Intanto guarda i risultati. Rispetto a una settimana fa, le probabilità del Napoli di vincere lo scudetto sono aumentate sensibilmente. Quindi, De Laurentiis è soddisfatto del lavoro di Conte, non interviene e lascia che le cose vadano.” 

Stili comunicativi diversi: Conte è diretto, polemico; De Laurentiis più moderato. Cinque giornate dalla fine, il Napoli è primo in classifica: quale dei due stili fa meglio al gruppo? 

“Forse messi insieme vanno bene. Conte dice quello che pensa con forza, mentre De Laurentiis non lo contraddice pubblicamente. Questo equilibrio evita un’escalation di dichiarazioni. De Laurentiis stima Conte e lo lascia lavorare.” 

Alla fine, Conte resterà al Napoli? 

“Se vince lo scudetto, direi di sì. Poi, tutto dipenderà anche dai contratti e dai progetti. Conte ha un contratto triennale, ma potrebbe essere sciolto per volontà sua. Se resta, chiederà sicuramente alla società di investire per fare una buona Champions League, quindi, di fatto, il club dovrebbe convincerlo a restare.”