NAPOLI - De Bruyne sempre presente. La sofferta vittoria con il Genoa ha evidenziato in modo definitivamente chiaro che se nella rosa a disposizione dell’allenatore c’è un solo top player, ebbene questo va utilizzato senza risparmio e senza troppe elucubrazioni di natura tattica. Io stesso, in un precedente intervento su NapoliMagazine.Com, avevo ipotizzato che il calo di rendimento di McTominay potesse derivare dalla sovrapposizione con De Bruyne. Il primo tempo di Napoli-Genoa, però, smentisce in maniera categorica questa interpretazione che rimane dunque una semplice suggestione. La verità è che lo scozzese non è in forma. Stop. Siamo fiduciosi che ritrovi presto la vena smarrita, ma la presenza in campo dell’unico vero, grande fuoriclasse di cui il Napoli dispone non può e non deve dipendere da altri fattori che non siano la sua disponibilità e la sua resistenza fisica agli impegni ricorrenti e alla fatica. Ma non basta chiudere definitivamente il discorso sulla presenza o meno di De Bruyne. Occorre anche chiarire in modo definitivo certi atteggiamenti dei giocatori che francamente lasciano perplessi. Mi riferisco, è evidente, alla squadra molle e senza motivazioni vista in campo nel primo tempo della sfida con i rossoblù di Vieira. Non è la prima volta che questo accade nella storia del Napoli guidato da Antonio Conte. Ricordo che anche nella passata stagione, quella culminata con la conquista dello scudetto, in varie circostanze l’allenatore era stato costretto (presumibilmente, perché il segreto dello spogliatoio è sacro) a intervenire a muso duro durante l’intervallo per far recuperare alla squadra concentrazione, applicazione agonistica, tensione emotiva che erano andati miseramente e misteriosamente smarriti nella prima frazione di gioco. Ci vuole dunque il lavoro di uno psicologo? Che cosa accade nella mente dei calciatori? Il problema è che non sempre le partite si riesce a ribaltarle come è accaduto con il Genoa. Andare sotto nel punteggio rappresenta un rischio troppo grosso, come anche concludere il primo tempo sullo 0-0. Perché soltanto nella ripresa gli azzurri sembravano assatanati e arrivavano sempre per primi sul pallone? Sono interrogativi ai quali è urgente che Conte e il suo staff riescano a dare una risposta per evitare che situazioni spiacevoli e angoscianti come quelle vissuta domenica scorsa possano ripetersi. Conoscendo le capacità, la professionalità e l’esperienza dell’allenatore c’è da stare tranquilli. Conte saprà lavorare anche su questo aspetto, come su quelli tecnici e tattici, per far si che i cali di tensione siano soltanto un ricordo destinato a sbiadirsi con il passare del tempo.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
07/10/2025 - 14:00
NAPOLI - De Bruyne sempre presente. La sofferta vittoria con il Genoa ha evidenziato in modo definitivamente chiaro che se nella rosa a disposizione dell’allenatore c’è un solo top player, ebbene questo va utilizzato senza risparmio e senza troppe elucubrazioni di natura tattica. Io stesso, in un precedente intervento su NapoliMagazine.Com, avevo ipotizzato che il calo di rendimento di McTominay potesse derivare dalla sovrapposizione con De Bruyne. Il primo tempo di Napoli-Genoa, però, smentisce in maniera categorica questa interpretazione che rimane dunque una semplice suggestione. La verità è che lo scozzese non è in forma. Stop. Siamo fiduciosi che ritrovi presto la vena smarrita, ma la presenza in campo dell’unico vero, grande fuoriclasse di cui il Napoli dispone non può e non deve dipendere da altri fattori che non siano la sua disponibilità e la sua resistenza fisica agli impegni ricorrenti e alla fatica. Ma non basta chiudere definitivamente il discorso sulla presenza o meno di De Bruyne. Occorre anche chiarire in modo definitivo certi atteggiamenti dei giocatori che francamente lasciano perplessi. Mi riferisco, è evidente, alla squadra molle e senza motivazioni vista in campo nel primo tempo della sfida con i rossoblù di Vieira. Non è la prima volta che questo accade nella storia del Napoli guidato da Antonio Conte. Ricordo che anche nella passata stagione, quella culminata con la conquista dello scudetto, in varie circostanze l’allenatore era stato costretto (presumibilmente, perché il segreto dello spogliatoio è sacro) a intervenire a muso duro durante l’intervallo per far recuperare alla squadra concentrazione, applicazione agonistica, tensione emotiva che erano andati miseramente e misteriosamente smarriti nella prima frazione di gioco. Ci vuole dunque il lavoro di uno psicologo? Che cosa accade nella mente dei calciatori? Il problema è che non sempre le partite si riesce a ribaltarle come è accaduto con il Genoa. Andare sotto nel punteggio rappresenta un rischio troppo grosso, come anche concludere il primo tempo sullo 0-0. Perché soltanto nella ripresa gli azzurri sembravano assatanati e arrivavano sempre per primi sul pallone? Sono interrogativi ai quali è urgente che Conte e il suo staff riescano a dare una risposta per evitare che situazioni spiacevoli e angoscianti come quelle vissuta domenica scorsa possano ripetersi. Conoscendo le capacità, la professionalità e l’esperienza dell’allenatore c’è da stare tranquilli. Conte saprà lavorare anche su questo aspetto, come su quelli tecnici e tattici, per far si che i cali di tensione siano soltanto un ricordo destinato a sbiadirsi con il passare del tempo.
Mario Zaccaria
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