Mister Z
MISTER Z - Napoli, il gioco delle parti
28.03.2023 23:57 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il gioco delle parti. Ovvero: De Laurentiis chiama, Spalletti non risponde. Ma perché? Che cosa c’è dietro a questo silenzio dell’allenatore che sta guidando trionfalmente la squadra alla conquista del terzo… (la settimana scorsa scrissi che da allora in poi ne avrei parlato esplicitamente, alla faccia della scaramanzia) scudetto? Il giallo o presunto tale è di semplicissima lettura ed è un gioco da ragazzi chiarire i termini della questione. Il presidente è ovviamente convinto di dover far valere il diritto alla riconferma del tecnico, unilateralmente sancito nel contratto a suo tempo sottoscritto tra le parti. E come potrebbe pensarla in maniera diversa? Nei due anni alla guida della squadra Spalletti ha accettato senza batter ciglio il ridimensionamento del tetto degli ingaggi ai calciatori e con esso la diaspora di molti di quelli che, a dispetto dell’età avanzata, costituivano l’ossatura, la colonna vertebrale, l’asse portante della squadra. L’allenatore ha approvato la politica societaria coscientemente, sicuramente l’ha condivisa e probabilmente è stato perfino lui a caldeggiarla, visto che trattasi di un uomo che sa bene quando per giocatori un po’ stagionati sia venuto il momento di cambiare aria, se non addirittura di appendere gli scarpini al chiodo. In ogni caso, forte anche delle scelte tutte indovinate di Giuntoli ed evidentemente anche queste da lui sottoscritte, la rosa rivoluzionata in estate si è rivelata una macchina da guerra talmente forte e organizzata da stracciare tutta la concorrenza in campionato e fin qui perfino in Champions. E’ chiaro dunque che il presidente non voglia privarsi del suo allenatore. A parte l’interesse a farlo per motivi tecnici e organizzativi, ma chi andrebbe poi a spiegare la scelta di disfarsene a un pubblico di tifosi per il quale l’uomo del terzo scudetto è da mettere su un piedistallo d’oro perché rappresenta uno dei volti più amati nel contesto dell’intera storia della Società e della squadra? Se le ragioni di De Laurentiis sono chiare (tanto da averlo spinto a fare outing in un pubblico consesso, quasi certamente senza che Spalletti, che in quella circostanza non ha fatto una piega, ne fosse stato preventivamente informato) altrettanto comprensibili sono quelle che inducono (per il momento) il tecnico al silenzio. Perché è chiaro che dal rimanere sulla panchina del Napoli per una terza stagione consecutiva Spalletti ha tutto da perdere e ben poco (a parte l’ingaggio che potrebbe giustamente chiedere e ottenere che venga aumentato) da guadagnare. Come si può pensare, infatti, che il prossimo anno i risultati della squadra possano essere migliori di quelli della stagione che si avvia trionfalmente alla conclusione? Molto dunque dipenderà dal fatto che De Laurentiis sia disposto a prendersi con l’allenatore gli impegni che quest’ultimo gli chiederà. Soldi per se stesso? Anche. Ma non credo che il nodo della questione stia nell’ingaggio di Spalletti. Quel che conterà sarà invece la disponibilità del presidente a mantenere una rosa altamente competitiva. Se invece nel colloquio che prima o poi ci sarà, De Laurentiis dovesse ammettere la volontà di privarsi (in caso di offerte congrue che sicuramente arriveranno a pioggia da ogni parte d’Europa) di Osimhen – tanto per fare un nome – è chiaro che la voglia di rimanere seduto sulla panchina che certamente sul piano morale anima Spalletti finirebbe per raffreddarsi. Questo è sicuramente il motivo per il quale l’allenatore ha preso atto della volontà della Società di rinnovargli il contratto, ma ha fatto finta di non sentire. Tanto per cambiare il peso delle decisioni ricade dunque, come sempre, sulle spalle del presidente. La speranza è che De Laurentiis rimanga lucido e concreto e faccia come è giusto le sue scelte nell’interesse della Società ma anche nell’interesse dei tifosi.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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MISTER Z - Napoli, il gioco delle parti

di Napoli Magazine

28/03/2024 - 23:57

NAPOLI - Il gioco delle parti. Ovvero: De Laurentiis chiama, Spalletti non risponde. Ma perché? Che cosa c’è dietro a questo silenzio dell’allenatore che sta guidando trionfalmente la squadra alla conquista del terzo… (la settimana scorsa scrissi che da allora in poi ne avrei parlato esplicitamente, alla faccia della scaramanzia) scudetto? Il giallo o presunto tale è di semplicissima lettura ed è un gioco da ragazzi chiarire i termini della questione. Il presidente è ovviamente convinto di dover far valere il diritto alla riconferma del tecnico, unilateralmente sancito nel contratto a suo tempo sottoscritto tra le parti. E come potrebbe pensarla in maniera diversa? Nei due anni alla guida della squadra Spalletti ha accettato senza batter ciglio il ridimensionamento del tetto degli ingaggi ai calciatori e con esso la diaspora di molti di quelli che, a dispetto dell’età avanzata, costituivano l’ossatura, la colonna vertebrale, l’asse portante della squadra. L’allenatore ha approvato la politica societaria coscientemente, sicuramente l’ha condivisa e probabilmente è stato perfino lui a caldeggiarla, visto che trattasi di un uomo che sa bene quando per giocatori un po’ stagionati sia venuto il momento di cambiare aria, se non addirittura di appendere gli scarpini al chiodo. In ogni caso, forte anche delle scelte tutte indovinate di Giuntoli ed evidentemente anche queste da lui sottoscritte, la rosa rivoluzionata in estate si è rivelata una macchina da guerra talmente forte e organizzata da stracciare tutta la concorrenza in campionato e fin qui perfino in Champions. E’ chiaro dunque che il presidente non voglia privarsi del suo allenatore. A parte l’interesse a farlo per motivi tecnici e organizzativi, ma chi andrebbe poi a spiegare la scelta di disfarsene a un pubblico di tifosi per il quale l’uomo del terzo scudetto è da mettere su un piedistallo d’oro perché rappresenta uno dei volti più amati nel contesto dell’intera storia della Società e della squadra? Se le ragioni di De Laurentiis sono chiare (tanto da averlo spinto a fare outing in un pubblico consesso, quasi certamente senza che Spalletti, che in quella circostanza non ha fatto una piega, ne fosse stato preventivamente informato) altrettanto comprensibili sono quelle che inducono (per il momento) il tecnico al silenzio. Perché è chiaro che dal rimanere sulla panchina del Napoli per una terza stagione consecutiva Spalletti ha tutto da perdere e ben poco (a parte l’ingaggio che potrebbe giustamente chiedere e ottenere che venga aumentato) da guadagnare. Come si può pensare, infatti, che il prossimo anno i risultati della squadra possano essere migliori di quelli della stagione che si avvia trionfalmente alla conclusione? Molto dunque dipenderà dal fatto che De Laurentiis sia disposto a prendersi con l’allenatore gli impegni che quest’ultimo gli chiederà. Soldi per se stesso? Anche. Ma non credo che il nodo della questione stia nell’ingaggio di Spalletti. Quel che conterà sarà invece la disponibilità del presidente a mantenere una rosa altamente competitiva. Se invece nel colloquio che prima o poi ci sarà, De Laurentiis dovesse ammettere la volontà di privarsi (in caso di offerte congrue che sicuramente arriveranno a pioggia da ogni parte d’Europa) di Osimhen – tanto per fare un nome – è chiaro che la voglia di rimanere seduto sulla panchina che certamente sul piano morale anima Spalletti finirebbe per raffreddarsi. Questo è sicuramente il motivo per il quale l’allenatore ha preso atto della volontà della Società di rinnovargli il contratto, ma ha fatto finta di non sentire. Tanto per cambiare il peso delle decisioni ricade dunque, come sempre, sulle spalle del presidente. La speranza è che De Laurentiis rimanga lucido e concreto e faccia come è giusto le sue scelte nell’interesse della Società ma anche nell’interesse dei tifosi.

 

 

Mario Zaccaria

 

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