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MR Z - Il curioso caso del Napoli: forte con i forti e debole con le deboli
28.12.2021 23:40 di Napoli Magazine

NAPOLI - Forte con i forti e debole con i deboli. E’ una Napoli con il volto di una sfinge quello che ha appena concluso il girone d’andata del campionato e che si è qualificato per i play off, vale a dire i sedicesimi di finale, dell’Europa League, al termine di un girone di qualificazione anch’esso contraddittorio e pieno anche di delusioni. Dopo una fase iniziale della stagione vissuta a tutto gas la squadra, anche per una serie di sfortunatissimi infortuni che l’anno falcidiata, ha cominciato a rallentare e le maggiori evidenze di questo processo involutivo si sono viste proprio contro le squadre teoricamente meno dotate e in particolar modo nelle sfide disputate al Maradona, laddove gli azzurri avrebbero in teoria dovuto capitalizzare il vantaggio di giocare davanti a un pubblico entusiasta e fedele. E invece sono arrivati il pareggio con il Verona e poi, addirittura, le sconfitte consecutive con Empoli, Atalanta e Spezia. E’ vero che del senno del poi son piene le fosse, ma se in queste tre gare la squadra di Spalletti avesse realizzato quanto meno due vittorie e un pareggio, con sette punti in più in classifica, ora sarebbe in testa alla graduatoria assieme all’Inter. E a guardare questi risultati con attenzione e spirito critico sembra anche ridimensionarsi il ruolo negativo che sulle prestazioni della squadra ha sicuramente avuto l’ecatombe di titolari, determinata principalmente da infortuni di vario genere e in secondo luogo anche dall’accanirsi del Covid. Troppo superiore, in teoria, sul piano tecnico-tattico è la rosa di Spalletti rispetto ad avversarie come il Verona, l’Empoli e lo Spezia per pensare che con un atteggiamento adeguato non si sarebbero potute portare a casa vittorie importanti, indipendentemente dalle dolorose assenze. Insomma nel Napoli c’è qualcosa che non va, a prescindere dalla mala sorte. E’ un aspetto sul quale Spalletti al rientro dalle ferie dovrà lavorare con particolare cura e attenzione perché è soprattutto sulla testa dei suoi giocatori che sarà necessario intervenire. Quanto al resto non rimane che attendere che la sfortuna si giri da un'altra parte e che gli infortuni lascino un po’ in pace la squadra. Le prospettive per il futuro immediato, diciamoci la verità, non sono rosee. Il Napoli il giorno dell’Epifania dovrà andare a Torino ad affrontare la Juventus con una formazione che non potrà non essere rabberciata e indebolita. Le assenze ‘obbligate’ le conosciamo e sono tutte molto dolorose. Fanno rabbia tutte in ugual maniere queste assenze, sia quelle determinate da infortuni, sia (soprattutto?) quelle dovute allo svolgimento della Coppa d’Africa, una manifestazione che giunge in un momento delicatissimo della stagione e che i vertici del calcio internazionale avrebbero potuto evitare di piazzare in calendario. A volte, c’è da dire, i presidenti delle società che mettono in ballo capitali ingenti, hanno davvero ragione a dolersi delle decisioni che la politica del calcio cala dall’alto senza che nessuno si possa opporre. Chi risarcirà il Napoli che dovrà fare a meno chissà per quanto tempo di quattro pilastri della sua squadra come Koulibaly, Anguissa, Osimhen e Ounas? Non ci rimane che sperare che, come è già avvenuto in occasione della partita giocata e vinta a San Siro con il Milan, la squadra, nonostante le assenze, sappia compattarsi prima di tutto sul piano morale e sappia reagire alle avversità. Fino ad ora lo ha fatto soprattutto nelle sfide di vertice. E quella con la Juventus a Torino è da sempre per gli azzurri la madre di tutte le battaglie…

 


Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

28/12/2024 - 23:40

NAPOLI - Forte con i forti e debole con i deboli. E’ una Napoli con il volto di una sfinge quello che ha appena concluso il girone d’andata del campionato e che si è qualificato per i play off, vale a dire i sedicesimi di finale, dell’Europa League, al termine di un girone di qualificazione anch’esso contraddittorio e pieno anche di delusioni. Dopo una fase iniziale della stagione vissuta a tutto gas la squadra, anche per una serie di sfortunatissimi infortuni che l’anno falcidiata, ha cominciato a rallentare e le maggiori evidenze di questo processo involutivo si sono viste proprio contro le squadre teoricamente meno dotate e in particolar modo nelle sfide disputate al Maradona, laddove gli azzurri avrebbero in teoria dovuto capitalizzare il vantaggio di giocare davanti a un pubblico entusiasta e fedele. E invece sono arrivati il pareggio con il Verona e poi, addirittura, le sconfitte consecutive con Empoli, Atalanta e Spezia. E’ vero che del senno del poi son piene le fosse, ma se in queste tre gare la squadra di Spalletti avesse realizzato quanto meno due vittorie e un pareggio, con sette punti in più in classifica, ora sarebbe in testa alla graduatoria assieme all’Inter. E a guardare questi risultati con attenzione e spirito critico sembra anche ridimensionarsi il ruolo negativo che sulle prestazioni della squadra ha sicuramente avuto l’ecatombe di titolari, determinata principalmente da infortuni di vario genere e in secondo luogo anche dall’accanirsi del Covid. Troppo superiore, in teoria, sul piano tecnico-tattico è la rosa di Spalletti rispetto ad avversarie come il Verona, l’Empoli e lo Spezia per pensare che con un atteggiamento adeguato non si sarebbero potute portare a casa vittorie importanti, indipendentemente dalle dolorose assenze. Insomma nel Napoli c’è qualcosa che non va, a prescindere dalla mala sorte. E’ un aspetto sul quale Spalletti al rientro dalle ferie dovrà lavorare con particolare cura e attenzione perché è soprattutto sulla testa dei suoi giocatori che sarà necessario intervenire. Quanto al resto non rimane che attendere che la sfortuna si giri da un'altra parte e che gli infortuni lascino un po’ in pace la squadra. Le prospettive per il futuro immediato, diciamoci la verità, non sono rosee. Il Napoli il giorno dell’Epifania dovrà andare a Torino ad affrontare la Juventus con una formazione che non potrà non essere rabberciata e indebolita. Le assenze ‘obbligate’ le conosciamo e sono tutte molto dolorose. Fanno rabbia tutte in ugual maniere queste assenze, sia quelle determinate da infortuni, sia (soprattutto?) quelle dovute allo svolgimento della Coppa d’Africa, una manifestazione che giunge in un momento delicatissimo della stagione e che i vertici del calcio internazionale avrebbero potuto evitare di piazzare in calendario. A volte, c’è da dire, i presidenti delle società che mettono in ballo capitali ingenti, hanno davvero ragione a dolersi delle decisioni che la politica del calcio cala dall’alto senza che nessuno si possa opporre. Chi risarcirà il Napoli che dovrà fare a meno chissà per quanto tempo di quattro pilastri della sua squadra come Koulibaly, Anguissa, Osimhen e Ounas? Non ci rimane che sperare che, come è già avvenuto in occasione della partita giocata e vinta a San Siro con il Milan, la squadra, nonostante le assenze, sappia compattarsi prima di tutto sul piano morale e sappia reagire alle avversità. Fino ad ora lo ha fatto soprattutto nelle sfide di vertice. E quella con la Juventus a Torino è da sempre per gli azzurri la madre di tutte le battaglie…

 


Mario Zaccaria

 

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