Mister Z
MISTER Z - Napoli, è un miracolo
18.02.2025 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Non lo posso negare. Mi ha fatto un certo effetto, un certo non so che vedere e sentire Antonio Conte rivolgersi al suo secondo, Stellini e commentare sconsolato con l’espressione “E adesso a chi metto?” quando Mazzocchi gli ha chiesto il cambio. Come è possibile essersi ridotti in queste condizioni? Non vi dico l’avvilimento che mi ha sopraffatto quando il giorno dopo ho assistito ai cambi effettuati dai due allenatori durante il secondo tempo della sfida tra Juventus e Inter. Thiago Motta ha mandato in campo Yildiz, Locatelli e Cambiaso, tutta gente che giocherebbe titolare in qualsivoglia squadra d’Europa e ha lasciato a riposo un certo signor Vlahovic (per non parlare di Mbangula) e scusate se è poco. Vogliamo parlare dell’Inter? Parliamone. Simone Inzaghi ha fatto cinque sostituzioni. Sono entrati Carlos Augusto, Marcus Thuram, Zalewski, Correa e Zielinski. Indovinate un po’? Tutta gente che giocherebbe titolare in qualsivoglia squadra d’Europa… E chi è rimasto in panchina senza scendere in campo neppure per un minuto? Darmian, Arnautovic, Frattesi, De Vrij, Bisseck, Asllani. Mi metto nei panni di Conte. Ma come può l’allenatore del Napoli sopportare una simile situazione? Come può accettare che la sua rosa sia così tanto asfittica, smagrita, ridotta al lumicino da non poter fare neppure una sostituzione a cuor leggero, in un caso di emergenza, soltanto perché tre (appena tre) calciatori risultano infortunati? Lasciamo perdere per un momento i mancati arrivi nel mercato invernale e concentriamoci sulle cessioni. Era proprio così indispensabile disfarsi di Folorunsho per sostituirlo con l’oggetto misterioso Billing? E Zerbin? Quanto avrebbe potuto essere utile oggi sulla corsia sinistra del campo se non fosse stato allontanato a gennaio? Se la Società ha ritenuto di non dover spendere soldi, neppure i 75 milioni di euro o parte di essi ricavati dalla cessione di Kvaratskhelia, perlomeno si sarebbe potuta lasciare la rosa inalterata, almeno qualcuno da mandare in campo adesso ce lo saremmo ritrovato. In queste condizioni è davvero un miracolo (Conte ha perfettamente ragione quando ricorre a questa parola) ciò che è sotto i nostri occhi. Che una squadra ridotta ai minimi termini riesca ancor oggi a essere prima in classifica, con due punti di vantaggio sulla più vicina inseguitrice, ha veramente del clamoroso. Che cosa succederà nelle prossime settimane non possiamo saperlo, ci vorrebbe la zingara. Quel che sappiamo è che i sei punti persi nelle ultime tre partite finite con un pareggio, probabilmente avrebbero potuto essere nel carniere del Napoli se a gennaio ci fosse stato non dico un comportamento avventato, ma almeno si fosse mantenuta quasi inalterata la rosa, ferma restando la cessione di Kvara. Invece ora siamo tutti qui a mangiarci le mani. E a sperare che nonostante lo striminzito esercito di cui dispone, Antonio Conte riesca ancora a fare i miracoli assieme ai suoi ragazzi.

Mario Zaccaria

Napoli Magazine

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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18/02/2025 - 23:55

NAPOLI - Non lo posso negare. Mi ha fatto un certo effetto, un certo non so che vedere e sentire Antonio Conte rivolgersi al suo secondo, Stellini e commentare sconsolato con l’espressione “E adesso a chi metto?” quando Mazzocchi gli ha chiesto il cambio. Come è possibile essersi ridotti in queste condizioni? Non vi dico l’avvilimento che mi ha sopraffatto quando il giorno dopo ho assistito ai cambi effettuati dai due allenatori durante il secondo tempo della sfida tra Juventus e Inter. Thiago Motta ha mandato in campo Yildiz, Locatelli e Cambiaso, tutta gente che giocherebbe titolare in qualsivoglia squadra d’Europa e ha lasciato a riposo un certo signor Vlahovic (per non parlare di Mbangula) e scusate se è poco. Vogliamo parlare dell’Inter? Parliamone. Simone Inzaghi ha fatto cinque sostituzioni. Sono entrati Carlos Augusto, Marcus Thuram, Zalewski, Correa e Zielinski. Indovinate un po’? Tutta gente che giocherebbe titolare in qualsivoglia squadra d’Europa… E chi è rimasto in panchina senza scendere in campo neppure per un minuto? Darmian, Arnautovic, Frattesi, De Vrij, Bisseck, Asllani. Mi metto nei panni di Conte. Ma come può l’allenatore del Napoli sopportare una simile situazione? Come può accettare che la sua rosa sia così tanto asfittica, smagrita, ridotta al lumicino da non poter fare neppure una sostituzione a cuor leggero, in un caso di emergenza, soltanto perché tre (appena tre) calciatori risultano infortunati? Lasciamo perdere per un momento i mancati arrivi nel mercato invernale e concentriamoci sulle cessioni. Era proprio così indispensabile disfarsi di Folorunsho per sostituirlo con l’oggetto misterioso Billing? E Zerbin? Quanto avrebbe potuto essere utile oggi sulla corsia sinistra del campo se non fosse stato allontanato a gennaio? Se la Società ha ritenuto di non dover spendere soldi, neppure i 75 milioni di euro o parte di essi ricavati dalla cessione di Kvaratskhelia, perlomeno si sarebbe potuta lasciare la rosa inalterata, almeno qualcuno da mandare in campo adesso ce lo saremmo ritrovato. In queste condizioni è davvero un miracolo (Conte ha perfettamente ragione quando ricorre a questa parola) ciò che è sotto i nostri occhi. Che una squadra ridotta ai minimi termini riesca ancor oggi a essere prima in classifica, con due punti di vantaggio sulla più vicina inseguitrice, ha veramente del clamoroso. Che cosa succederà nelle prossime settimane non possiamo saperlo, ci vorrebbe la zingara. Quel che sappiamo è che i sei punti persi nelle ultime tre partite finite con un pareggio, probabilmente avrebbero potuto essere nel carniere del Napoli se a gennaio ci fosse stato non dico un comportamento avventato, ma almeno si fosse mantenuta quasi inalterata la rosa, ferma restando la cessione di Kvara. Invece ora siamo tutti qui a mangiarci le mani. E a sperare che nonostante lo striminzito esercito di cui dispone, Antonio Conte riesca ancora a fare i miracoli assieme ai suoi ragazzi.

Mario Zaccaria

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