Su Radio CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello”, è intervenuto il lavoratore della Funivia Faito, Massimo Amitrano: "Ieri all’inizio sembrava un turno normale di lavoro ed era tutto regolare. La Funivia era super funzionante come sempre. Se uno avesse anche solo un piccolo sentore noi ci lavoriamo sopra in prima persona. Siccome sembrava tutto regolare, abbiamo iniziato il nostro turno di lavoro. Non c’è niente da commentare. Noi abbiamo tutte le cose che dovevamo fare, abbiamo controllato tutto capillarmente come abbiamo fatto sempre ogni anno. Noi abbiamo iniziato alle 9.35 a lavorare, dopo aver fatto i dovuti controlli, abbiamo iniziato a camminare con i viaggiatori. Io e Carmine ci siamo divisi la vettura di competenza. Io sono andato nella vettura numero uno, mentre Carmine è andato nella vettura numero due, quella che poi è precipitata. Lui si chiamava Carmine Parlato e lo consideravo più mio fratello che un amico. Lui era molto simile a me caratterialmente poiché era molto altruista come me, stavamo sempre insieme. Dover aver lavorato tranquillamente come tutti i giorni, alle 17 io mi trovavo nella vettura uno mentre stavo scendendo da Faito con dei viaggiatori mentre Carmine tornava sù con l'altra vettura. Ad un certo a quaranta metri dalla stazione ho sentito un forte boato e poi sono scattati i freni della vettura. Nella vettura avevo una famiglia con dei bambini piccoli e due coppie di ragazzi, una francese e una tedesca e per non farli sbattere nelle parti rigide della vettura, siccome il movimento della vettura era enorme e quando scattano i freni si blocca tutto immediatamente nella portante, quindi si vola all’interno del veicolo. Mi sono buttato davanti ai viaggiatori per non fare in modo che non si facessero del male e tutto questo ha fatto in modo che mi cadessero addosso. Se penso a quella signora che si poteva fare male e che tutto è avvenuto in una frazione di secondo, i tempi di reazione sono molto brevi. Quando si è fermata la vettura, io li ho abbracciati per tenerli al sicuro e bloccati e mi sono assicurato che fosse tutto apposto. Ho sentito subito un dolore ma ho dovuto stringere i denti perché devi essere tu a soccorrere loro, non loro a te. Questo è il mio compito, ovvero quello di stare nella vettura e dare supporto, garanzia e sicurezza a chi viaggia con noi. Ho aperto la botola, prima di aver chiesto lumi alla stazione che guardavo da lontano, ci eravamo collegati visivamente con i colleghi che si trovavano giù e mi hanno detto di fare la manovra di soccorso. La prima cosa che ho chiesto io è di chiamare sopra alla vettura sù e sincerarsi che non fosse successo nulla a Carmine e ai viaggiatori che stavano con lui. Mi hanno detto di non preoccuparmi e mi hanno ordinato di far scendere i viaggiatori. Da lì, ho dovuto stringere i denti e ho aperto la botola per farli scendere tutti quanti dalla vettura come previsto dal regolamento. Abbiamo fatto scendere prima la signorina francese la quale ha detto che aveva già fatto una manovra di soccorso in montagna. Così le ho detto di scendere prima lei e di far vedere agli altri come si doveva fare. Lo abbiamo fatto con il sorriso, facendo vedere che era una cosa normale. Una signora aveva dei bambini piccoli e le ho detto di non preoccuparsi, facendole capire parlando i napoletani lì presenti quello che doveva fare. Quando è toccato a lei, è scesa con il figlio abbracciandolo con sé, prima che scendessero gli altri ragazzi tranquillamente. Io mi sono buttato per ultimo poiché il capitano abbandona la nave per ultimo. Ho fatto scendere prima tutti quanti e, siccome abbiamo un area particolare, la discesa è controllata quindi mi sono fatto il segno della croce e mi sono buttato giù. Sotto c’erano i colleghi e i vigili del fuoco, non rischiavamo niente di particolare. La discesa è controllata, nonostante si arrivi ad una velocità particolare. Abbiamo portato le persone giù e ci siamo assicurati che stessero bene. Io non riuscivo più a raddrizzarmi, quando sono arrivato giù avevo dolori da tutte le parti. Ho chiesto di essere portato in ospedale. Dopo di che, sono stato interrogato dagli inquirenti e abbiamo fatto tutte le cose che si devono fare in questi casi. Alla fine sono arrivati i colleghi da Napoli insieme al Presidente dell’EAV De Gregorio e mi hanno portato in ospedale. La funivia è un fiore all’occhiello della nostra zona. Io ho persino lasciato i treni per vincere il concorso alla funivia. Lavoro alla funivia da 20 anni, avevo 40 anni quando ho iniziato e non ho mai avuto un incidente. In ospedale mi hanno fatto una radiografia ed è uscita una lesione al bacino e al coccige. Questa mattina ero ancora in ospedale, adesso sto tornando. Carmine ci ha lasciato la vita. La notizia l’ho saputa ieri sera poiché ho iniziato a leggere a vedere tutte le notizie. La vettura che stava sopra è quella dove è avvenuta la tragedia. Non riesco ancora a realizzare quello che è accaduto. Carmine era un persona solare, aveva una moglie e un figlio che è un ragazzo splendido. Carmine mi stava vicino da consigliere, poiché per lui la funivia era molto importante. Per me era come un fratello, abbiamo lavorato insieme al Monte Faito, abbiamo persino dormito e mangiato insieme. Ci siamo scambiati persino dei consigli sulla famiglia, sui figli e sul lavoro poiché lui aveva molti anni di esperienza in più. Con Carmine ho diviso gli ultimi anni della mia vita, stavamo sempre insieme. Ieri mattina siamo saliti insieme sulle vetture e ci siamo divisi le corse e lui mi ha detto: “Massimo, prenditi tu la numero uno, lascia a me la numero due”. Mi ha lasciato la vettura numero uno. Nella sua morte, lui mi ha salvato la vita. Non ho idea di come si sia rotto il cavo, secondo me non si poteva rompere. Ci sono inquirenti, sto cercando anch'io di capire cosa sia successo. Quei cavi sono indistruttibili. Sono anch'io curioso di capire cosa sia successo. Non ci possiamo permettere che ci siano delle incurie, noi siamo i primi che saliamo sopra. Noi diamo l’anima, la nostra professionalità, la nostra competenza e i nostri studi poiché facciamo tanti corsi di aggiornamento. Ho letto tante cose in giro. La gente parla quando non sa e si dicono tante stupidaggini. Io salverei la vita a tutti altre cento milioni di volte tanto che tornerei su quella funivia un’altra volta".
di Napoli Magazine
18/04/2025 - 14:36
Su Radio CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello”, è intervenuto il lavoratore della Funivia Faito, Massimo Amitrano: "Ieri all’inizio sembrava un turno normale di lavoro ed era tutto regolare. La Funivia era super funzionante come sempre. Se uno avesse anche solo un piccolo sentore noi ci lavoriamo sopra in prima persona. Siccome sembrava tutto regolare, abbiamo iniziato il nostro turno di lavoro. Non c’è niente da commentare. Noi abbiamo tutte le cose che dovevamo fare, abbiamo controllato tutto capillarmente come abbiamo fatto sempre ogni anno. Noi abbiamo iniziato alle 9.35 a lavorare, dopo aver fatto i dovuti controlli, abbiamo iniziato a camminare con i viaggiatori. Io e Carmine ci siamo divisi la vettura di competenza. Io sono andato nella vettura numero uno, mentre Carmine è andato nella vettura numero due, quella che poi è precipitata. Lui si chiamava Carmine Parlato e lo consideravo più mio fratello che un amico. Lui era molto simile a me caratterialmente poiché era molto altruista come me, stavamo sempre insieme. Dover aver lavorato tranquillamente come tutti i giorni, alle 17 io mi trovavo nella vettura uno mentre stavo scendendo da Faito con dei viaggiatori mentre Carmine tornava sù con l'altra vettura. Ad un certo a quaranta metri dalla stazione ho sentito un forte boato e poi sono scattati i freni della vettura. Nella vettura avevo una famiglia con dei bambini piccoli e due coppie di ragazzi, una francese e una tedesca e per non farli sbattere nelle parti rigide della vettura, siccome il movimento della vettura era enorme e quando scattano i freni si blocca tutto immediatamente nella portante, quindi si vola all’interno del veicolo. Mi sono buttato davanti ai viaggiatori per non fare in modo che non si facessero del male e tutto questo ha fatto in modo che mi cadessero addosso. Se penso a quella signora che si poteva fare male e che tutto è avvenuto in una frazione di secondo, i tempi di reazione sono molto brevi. Quando si è fermata la vettura, io li ho abbracciati per tenerli al sicuro e bloccati e mi sono assicurato che fosse tutto apposto. Ho sentito subito un dolore ma ho dovuto stringere i denti perché devi essere tu a soccorrere loro, non loro a te. Questo è il mio compito, ovvero quello di stare nella vettura e dare supporto, garanzia e sicurezza a chi viaggia con noi. Ho aperto la botola, prima di aver chiesto lumi alla stazione che guardavo da lontano, ci eravamo collegati visivamente con i colleghi che si trovavano giù e mi hanno detto di fare la manovra di soccorso. La prima cosa che ho chiesto io è di chiamare sopra alla vettura sù e sincerarsi che non fosse successo nulla a Carmine e ai viaggiatori che stavano con lui. Mi hanno detto di non preoccuparmi e mi hanno ordinato di far scendere i viaggiatori. Da lì, ho dovuto stringere i denti e ho aperto la botola per farli scendere tutti quanti dalla vettura come previsto dal regolamento. Abbiamo fatto scendere prima la signorina francese la quale ha detto che aveva già fatto una manovra di soccorso in montagna. Così le ho detto di scendere prima lei e di far vedere agli altri come si doveva fare. Lo abbiamo fatto con il sorriso, facendo vedere che era una cosa normale. Una signora aveva dei bambini piccoli e le ho detto di non preoccuparsi, facendole capire parlando i napoletani lì presenti quello che doveva fare. Quando è toccato a lei, è scesa con il figlio abbracciandolo con sé, prima che scendessero gli altri ragazzi tranquillamente. Io mi sono buttato per ultimo poiché il capitano abbandona la nave per ultimo. Ho fatto scendere prima tutti quanti e, siccome abbiamo un area particolare, la discesa è controllata quindi mi sono fatto il segno della croce e mi sono buttato giù. Sotto c’erano i colleghi e i vigili del fuoco, non rischiavamo niente di particolare. La discesa è controllata, nonostante si arrivi ad una velocità particolare. Abbiamo portato le persone giù e ci siamo assicurati che stessero bene. Io non riuscivo più a raddrizzarmi, quando sono arrivato giù avevo dolori da tutte le parti. Ho chiesto di essere portato in ospedale. Dopo di che, sono stato interrogato dagli inquirenti e abbiamo fatto tutte le cose che si devono fare in questi casi. Alla fine sono arrivati i colleghi da Napoli insieme al Presidente dell’EAV De Gregorio e mi hanno portato in ospedale. La funivia è un fiore all’occhiello della nostra zona. Io ho persino lasciato i treni per vincere il concorso alla funivia. Lavoro alla funivia da 20 anni, avevo 40 anni quando ho iniziato e non ho mai avuto un incidente. In ospedale mi hanno fatto una radiografia ed è uscita una lesione al bacino e al coccige. Questa mattina ero ancora in ospedale, adesso sto tornando. Carmine ci ha lasciato la vita. La notizia l’ho saputa ieri sera poiché ho iniziato a leggere a vedere tutte le notizie. La vettura che stava sopra è quella dove è avvenuta la tragedia. Non riesco ancora a realizzare quello che è accaduto. Carmine era un persona solare, aveva una moglie e un figlio che è un ragazzo splendido. Carmine mi stava vicino da consigliere, poiché per lui la funivia era molto importante. Per me era come un fratello, abbiamo lavorato insieme al Monte Faito, abbiamo persino dormito e mangiato insieme. Ci siamo scambiati persino dei consigli sulla famiglia, sui figli e sul lavoro poiché lui aveva molti anni di esperienza in più. Con Carmine ho diviso gli ultimi anni della mia vita, stavamo sempre insieme. Ieri mattina siamo saliti insieme sulle vetture e ci siamo divisi le corse e lui mi ha detto: “Massimo, prenditi tu la numero uno, lascia a me la numero due”. Mi ha lasciato la vettura numero uno. Nella sua morte, lui mi ha salvato la vita. Non ho idea di come si sia rotto il cavo, secondo me non si poteva rompere. Ci sono inquirenti, sto cercando anch'io di capire cosa sia successo. Quei cavi sono indistruttibili. Sono anch'io curioso di capire cosa sia successo. Non ci possiamo permettere che ci siano delle incurie, noi siamo i primi che saliamo sopra. Noi diamo l’anima, la nostra professionalità, la nostra competenza e i nostri studi poiché facciamo tanti corsi di aggiornamento. Ho letto tante cose in giro. La gente parla quando non sa e si dicono tante stupidaggini. Io salverei la vita a tutti altre cento milioni di volte tanto che tornerei su quella funivia un’altra volta".