"Come aspetto il 9 aprile? Penso di fare quello che faccio: lavorare. Poi il 5 aprile è anche San Vincenzo, facciamo una lunga settimana di festa". Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, alla domanda su come trascorrerà il giorno in cui è attesa la decisione della Corte costituzionale sul ricorso del Governo alla legge regionale campana sul terzo mandato. "Invidio Zaia, che sta per finire il terzo mandato - ha detto De Luca, durante un evento del quotidiano La Repubblica a Scampia - che sta lavorando in un clima di tranquillità evangelica e perché viene rispettato. Il Governo non ha fatto nulla per il Piemonte, per il Veneto, ma per la Campania sì, - ha aggiunto, facendo riferimento all'impugnazione della legge - ed è vergognoso che un partito di opposizione di fronte al calpestamento del principio che la legge è uguale per tutti non dica una parola: miserabili. E' l'ennesima prova di ipocrisia di un gruppo dirigente che è arte povera". "A Roma - ha concluso il governatore - sono i nemici della Campania e del Sud e riconfermo che decideremo a Napoli e non a Roma il futuro della Campania, se lo mettano in testa".
di Napoli Magazine
27/03/2025 - 08:33
"Come aspetto il 9 aprile? Penso di fare quello che faccio: lavorare. Poi il 5 aprile è anche San Vincenzo, facciamo una lunga settimana di festa". Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, alla domanda su come trascorrerà il giorno in cui è attesa la decisione della Corte costituzionale sul ricorso del Governo alla legge regionale campana sul terzo mandato. "Invidio Zaia, che sta per finire il terzo mandato - ha detto De Luca, durante un evento del quotidiano La Repubblica a Scampia - che sta lavorando in un clima di tranquillità evangelica e perché viene rispettato. Il Governo non ha fatto nulla per il Piemonte, per il Veneto, ma per la Campania sì, - ha aggiunto, facendo riferimento all'impugnazione della legge - ed è vergognoso che un partito di opposizione di fronte al calpestamento del principio che la legge è uguale per tutti non dica una parola: miserabili. E' l'ennesima prova di ipocrisia di un gruppo dirigente che è arte povera". "A Roma - ha concluso il governatore - sono i nemici della Campania e del Sud e riconfermo che decideremo a Napoli e non a Roma il futuro della Campania, se lo mettano in testa".