Una tregua armata per il bene dell'Atalanta. Questa è la sintesi di quanto è successo ieri, nelle sale di Zingonia, dove è andato di scena un confronto fra Gian Piero Gasperini e Ademola Lookman, con Antonio Percassi nel ruolo di garante. Non c'è un accordo per una pace duratura, ma l'intenzione delle parti di superare questo momento e terminare con pazienza la stagione, cercando di puntare più in alto possibile. Un "fate i bravi" che è marchio di fabbrica del presidente nerazzurro, trasposto però verso tecnico e attaccante. Non è dato sapere se ci saranno ulteriori strascichi, ma è evidente come sarà un equilibrio molto delicato da conservare.

Perché i fari erano puntati anche su Gasperini dopo le parole su Lookman post Bruges. "Non doveva calciarlo lui, è uno dei peggiori rigoristi che abbia mai visto. I rigoristi erano De Ketelaere e Retegui, però evidentemente era euforico e c’è stato questo episodio. Potevamo sbagliarlo anche con qualcun altro, però non è stato un bel gesto. Lì la partita si è un po' smorzata". Dichiarazioni che avevano indispettito, per usare un eufemismo, la parte americana della proprietà, che vede in Lookman come uno straordinario ambasciatore del brand Atalanta nel mondo, situazione normale dopo i tre gol in finale di Europa League e il Pallone d'Oro africano, il punto più alto per un giocatore atalantino.

Così Antonio Percassi è riuscito a mantenere la calma, mediando una situazione che rischiava di diventare (molto) più esplosiva. Ora bisognerà capire come si comporterà Gasperini con Lookman: anni fa, dopo la discussione con Gomez, aveva deciso di metterlo in panchina contro l'Udinese - partita non giocata per la pioggia - poi inserirlo dal primo minuto contro l'Ajax, infine non convocarlo per Atalanta-Roma, in un'escalation poi impossibile da disinnescare. Probabile che qui la "pena" possa essere eventualmente più mite, forse addirittura non esserci. Possibile che con l'Empoli Lookman finisca in panchina, anche perché appena rientrato dopo l'infortunio, non solo per scelta tecnica. Una situazione che è comunque da monitorare, con le dovute differenze rispetto a quanto capitato con Gomez.