NAPOLI - Sarà contento Antonio Conte del mercato invernale? La domanda è retorica e la risposta è scontata: no! Non può fare salti di gioia l’allenatore se è vero, come è vero, che l’organico, rispetto a quello che aveva a disposizione alla fine del 2024 si è chiaramente e inequivocabilmente indebolito. Lui, invece, aveva chiesto alla Società che venisse sia pur moderatamente rinforzato visto che, almeno in teoria, ci sarebbe stata (e forse c’è ancora) quest’anno la possibilità di vincere lo scudetto, sfruttando le chiare difficoltà e le carenze di organico di alcune squadre (Juventus, Milan, Atalanta, soltanto per fare qualche nome) che il prossimo anno finiranno sicuramente per rinforzarsi e per rendere la vita più difficile a chi intendesse lottare per la conquista del tricolore. Ora l’unica avversaria da dover domare è l’Inter che però ha una rosa nettamente superiore a quella del Napoli e che dunque, alla luce di ciò che è accaduto nella campagna di compravendita invernale non può non considerarsi la grande favorita. Il Napoli ha perduto inopinatamente Kvaratskhelia, ha scambiato Caprile con Scuffet e si è disfatto di Zerbin e Folorunsho. Per riparare a queste perdite sono arrivati dapprima l’oggetto misterioso Billing e la giovane promessa Hasa e alla fine, come al solito sul filo di lana, Okafor che non gioca da quasi un mese per un infortunio a un polpaccio e che sicuramente avrà bisogno di altro tempo per recuperare una condizione atletica accettabile. Decisamente troppo poco. La rosa non solo non si è rinforzata ma si è addirittura oggettivamente indebolita. E poi c’è da considerare anche e soprattutto il mancato rafforzamento tanto auspicato di un reparto, la difesa, in cui il giovane Rafa Marin non è stato mai considerato dall’allenatore un potenziale titolare e dunque avrebbe dovuto essere sostituito con qualcuno che desse maggiori garanzie. Insomma il mercato invernale è stato pressoché fallimentare e ora il Napoli, nonostante i miracoli di rendimento cui ci ha abituati il suo allenatore, rischia di vanificare quanto di buono è stato fatto. Si potrà obiettare che a inizio stagione il traguardo prefissato era la qualificazione in Champions League e che questo obiettivo sarà sicuramente raggiunto. Ma è pur vero che l’occasione per agguantare il terzo scudetto sembrava (e sembra) talmente ghiotta che ci si sarebbe aspettato dalla Società ogni sforzo possibile per corrispondere alle richieste del tecnico, che ancora una volta ha confermato di essere uno dei migliori al mondo. Che cosa si chiedeva al Napoli? Semplicemente di spendere i soldi incassati dalla cessione di Kvaratskhelia, nient’altro. E lo si sarebbe dovuto fare pur sapendo di venir presi per il collo da qualche Società al corrente delle notevoli disponibilità economiche della Società. È evidente, ad esempio, che il reale valore di Comuzzo, un diciannovenne sicuramente destinato a una brillantissima carriera, non possa essere al momento quello fissato dal presidente della Fiorentina. Ma è altrettanto vero che nelle condizioni attuali c’è poco da fare i preziosi. D’altro canto l’essersi fatti soffiare la polpetta (Kvaratskhelia) dal piatto, un riscontro negativo avrebbe pur dovuto averlo. Che ripercussioni avrà tutto ciò sull’umore dell’allenatore e sulla sua voglia di rimanere alla guida del Napoli? Direbbe Lucio Battisti (anzi Mogol), lo scopriremo solo vivendo. Per ora affidiamoci a San Conte e speriamo che la tenuta atletica dei (pochi) titolarissimi di questa sorprendente squadra continui a… sorprenderci fino alla fine.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
04/02/2025 - 12:00
NAPOLI - Sarà contento Antonio Conte del mercato invernale? La domanda è retorica e la risposta è scontata: no! Non può fare salti di gioia l’allenatore se è vero, come è vero, che l’organico, rispetto a quello che aveva a disposizione alla fine del 2024 si è chiaramente e inequivocabilmente indebolito. Lui, invece, aveva chiesto alla Società che venisse sia pur moderatamente rinforzato visto che, almeno in teoria, ci sarebbe stata (e forse c’è ancora) quest’anno la possibilità di vincere lo scudetto, sfruttando le chiare difficoltà e le carenze di organico di alcune squadre (Juventus, Milan, Atalanta, soltanto per fare qualche nome) che il prossimo anno finiranno sicuramente per rinforzarsi e per rendere la vita più difficile a chi intendesse lottare per la conquista del tricolore. Ora l’unica avversaria da dover domare è l’Inter che però ha una rosa nettamente superiore a quella del Napoli e che dunque, alla luce di ciò che è accaduto nella campagna di compravendita invernale non può non considerarsi la grande favorita. Il Napoli ha perduto inopinatamente Kvaratskhelia, ha scambiato Caprile con Scuffet e si è disfatto di Zerbin e Folorunsho. Per riparare a queste perdite sono arrivati dapprima l’oggetto misterioso Billing e la giovane promessa Hasa e alla fine, come al solito sul filo di lana, Okafor che non gioca da quasi un mese per un infortunio a un polpaccio e che sicuramente avrà bisogno di altro tempo per recuperare una condizione atletica accettabile. Decisamente troppo poco. La rosa non solo non si è rinforzata ma si è addirittura oggettivamente indebolita. E poi c’è da considerare anche e soprattutto il mancato rafforzamento tanto auspicato di un reparto, la difesa, in cui il giovane Rafa Marin non è stato mai considerato dall’allenatore un potenziale titolare e dunque avrebbe dovuto essere sostituito con qualcuno che desse maggiori garanzie. Insomma il mercato invernale è stato pressoché fallimentare e ora il Napoli, nonostante i miracoli di rendimento cui ci ha abituati il suo allenatore, rischia di vanificare quanto di buono è stato fatto. Si potrà obiettare che a inizio stagione il traguardo prefissato era la qualificazione in Champions League e che questo obiettivo sarà sicuramente raggiunto. Ma è pur vero che l’occasione per agguantare il terzo scudetto sembrava (e sembra) talmente ghiotta che ci si sarebbe aspettato dalla Società ogni sforzo possibile per corrispondere alle richieste del tecnico, che ancora una volta ha confermato di essere uno dei migliori al mondo. Che cosa si chiedeva al Napoli? Semplicemente di spendere i soldi incassati dalla cessione di Kvaratskhelia, nient’altro. E lo si sarebbe dovuto fare pur sapendo di venir presi per il collo da qualche Società al corrente delle notevoli disponibilità economiche della Società. È evidente, ad esempio, che il reale valore di Comuzzo, un diciannovenne sicuramente destinato a una brillantissima carriera, non possa essere al momento quello fissato dal presidente della Fiorentina. Ma è altrettanto vero che nelle condizioni attuali c’è poco da fare i preziosi. D’altro canto l’essersi fatti soffiare la polpetta (Kvaratskhelia) dal piatto, un riscontro negativo avrebbe pur dovuto averlo. Che ripercussioni avrà tutto ciò sull’umore dell’allenatore e sulla sua voglia di rimanere alla guida del Napoli? Direbbe Lucio Battisti (anzi Mogol), lo scopriremo solo vivendo. Per ora affidiamoci a San Conte e speriamo che la tenuta atletica dei (pochi) titolarissimi di questa sorprendente squadra continui a… sorprenderci fino alla fine.
Mario Zaccaria
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