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RADIO CRC - Napoli, Lukaku: "A Napoli senti l'amore della gente, Mertens me lo diceva, a Conte ho detto sì dopo un minuto! Scudetto? Affrontiamo ogni partita come fosse una finale"
27.03.2025 13:09 di Napoli Magazine

Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Radio Crc: "La napoletanità? Dopo un paio di giorni sai di rappresentare un popolo, ricordo l'arrivo in albergo e subito capii che il Napoli è tutto per la gente. Dries Mertens mi raccontava come viveva tutto questo, ero preparato ma viverlo è stato molto di più. Senti proprio l'amore della gente, la passione, e per i giocatori è una spinta incredibile per dare tutto in partita. Anche in trasferta tanti tifosi ci seguono, è una sensazione unica. Io sono molto focalizzato sul lavoro, ma quando vado a cenare in città con amici o famiglia. E' carino sentire l'amore della gente perchè dai tutto per la squadra: è una sensazione unica. Se credo nello scudetto? Non avevo visto la telecamera dopo la partita con il Belgio, ma tu giochi a calcio per un motivo: noi dobbiamo guardare partita dopo partita, provare a migliorare e dare la spinta in queste ultime partite. Poi vediamo dove arriviamo, ogni partita la affrontiamo come una finale già negli allenamenti. Gol numero 400 in carriera contro il Milan? Incredibile, ma è importante ciò che fa la squadra. Affrontiamo una squadra forte e di qualità, ma ci prepareremo bene e vedremo il risultato finale. Sono fiducioso, il mister sta facendo un ottimo lavoro per prepararci al meglio. Contro il Milan uno dei gol più belli della stagione? Può darsi, è un gol mio perchè attacco la profondità su un filtrante di Anguissa, il gol è stato bello ma anche la prestazione complessiva fu bella. Il mio arrivo al Napoli? Conte mi aveva chiamato molto tempo prima, io dopo un minuto gli ho detto sì. Io so cosa ho bisogno per me, e lui anche: non abbiamo bisogno di parlare tanto. Rapporto speciale? Non sono un privilegiato, con meè più duro perchè si aspetta di più da me. A me piace questa responsabilità, mi ha fatto crescere e mi ha dato una spinta in carriera. Su questa cosa lo ringrazierò sempre. Lotta scudetto con Atalanta e Inter? L'Inter è la favorita e lo dicono tutti, hanno la rosa più grande e hanno giocatori di qualità: siamo onesti. L'Atalanta sta facendo il passo per lottare per il campionato, lo scorso anno hanno vinto l'Europa League e questo può essere l'inizio di un ciclo. Noi possiamo parlare di rivincita, non è un problema mio la scorsa stagione ma nessuno pensava ci saremmo trovati qui. Adesso però siamo qui e dobbiamo lavorare ancora di più, per vedere dove arrivare. Per realizzare i sogni devi spingere ogni giorno ed essere pronto per ogni situazione. Quando arrivi in una situazione dove inizi un ciclo per vincere, chiedi di più a te stesso perchè gli altri migliorano. I tifosi vogliono sentire la sensazione di nuovo, vincere è bello e rivincere è ancora più bello. Il mister ogni volta da calciatore si godeva ogni vittoria sempre di più, vogliamo farlo noi e anche la città. Non ci sentiamo appagati. Se mi sento come Mertens un belga napoletano? Sì, Ogni giorno un po' di più, perchè inizia a conoscere un po' di gente. Ieri ho sentito anche Mertens sul fatto che quando lui smetterà di giocare tornerà qui a Napoli e abbiamo parlato di tante cose, grazie a lui ho incontrato belle persone e saranno rapporti che restano per la vita. Un futuro da allenatore? Credo di sì, una parte della mia testa lo dice. Un'altra parte dice ancora no. Alla fine della stagione farò un corso da allenatore UEFA A e UEFA B, poi avrò la sensazione sul mio futuro. L'emozione al primo gol al Maradona? Quando sono entrato durante il riscaldamento non ho mai sentito un calore così dai tifosi. Dopo la partita chiesi a Mertens se fosse sempre così, me lo confermò. L'urlo dei tifosi, sapevo che avremmo vinto la partita. Quando i tifosi ti spingono e gli avversari sono infastiditi, è finita: è una questione mentale, ti dà una carica in più. Quanto è importante la comunicazione tra attaccanti? Moltissimo, è fondamentale tra noi tutti. Raspadori ed io adesso, Simeone anche, dobbiamo parlarci sempre: ognuno ha qualità diverse, ma sappiamo giocare tutti insieme. Questo rende più facile anche le scelte per l'allenatore, se ci parliamo sempre e lavoriamo per la squadra, alla fine i risultati arrivano. Poi abbiamo un gruppo speciale, ogni martedì giochiamo ai videogiochi e facciamo i tornei di Call of Duty in 10-12: siamo veramente un gruppo dentro e fuori dal campo. Gioco ai videogiochi anche con i miei figli, ad esempio Fortnite e i videogiochi calcistici. Se lo vedo calciatore? Quest'anno è il suo secondo anno all'Anderlecht: si sta divertendo, ma vuole giocare in attacco e non in difesa. Sicuramente è più tecnico di me, all'Anderlecht lavorano tanto: io non parlo con gli allenatori, ovviamente. La Napoli di Lukaku? Mertens mi ha parlato di Posillipo, camminare guardando il mare mi dà pace. Non sono ancora andato sulle isole, con gli allenamenti è più  difficile. Però io sono uno che vive molto il calcio, staccare per qualche ora mi fa bene".

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27/03/2025 - 13:09

Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Radio Crc: "La napoletanità? Dopo un paio di giorni sai di rappresentare un popolo, ricordo l'arrivo in albergo e subito capii che il Napoli è tutto per la gente. Dries Mertens mi raccontava come viveva tutto questo, ero preparato ma viverlo è stato molto di più. Senti proprio l'amore della gente, la passione, e per i giocatori è una spinta incredibile per dare tutto in partita. Anche in trasferta tanti tifosi ci seguono, è una sensazione unica. Io sono molto focalizzato sul lavoro, ma quando vado a cenare in città con amici o famiglia. E' carino sentire l'amore della gente perchè dai tutto per la squadra: è una sensazione unica. Se credo nello scudetto? Non avevo visto la telecamera dopo la partita con il Belgio, ma tu giochi a calcio per un motivo: noi dobbiamo guardare partita dopo partita, provare a migliorare e dare la spinta in queste ultime partite. Poi vediamo dove arriviamo, ogni partita la affrontiamo come una finale già negli allenamenti. Gol numero 400 in carriera contro il Milan? Incredibile, ma è importante ciò che fa la squadra. Affrontiamo una squadra forte e di qualità, ma ci prepareremo bene e vedremo il risultato finale. Sono fiducioso, il mister sta facendo un ottimo lavoro per prepararci al meglio. Contro il Milan uno dei gol più belli della stagione? Può darsi, è un gol mio perchè attacco la profondità su un filtrante di Anguissa, il gol è stato bello ma anche la prestazione complessiva fu bella. Il mio arrivo al Napoli? Conte mi aveva chiamato molto tempo prima, io dopo un minuto gli ho detto sì. Io so cosa ho bisogno per me, e lui anche: non abbiamo bisogno di parlare tanto. Rapporto speciale? Non sono un privilegiato, con meè più duro perchè si aspetta di più da me. A me piace questa responsabilità, mi ha fatto crescere e mi ha dato una spinta in carriera. Su questa cosa lo ringrazierò sempre. Lotta scudetto con Atalanta e Inter? L'Inter è la favorita e lo dicono tutti, hanno la rosa più grande e hanno giocatori di qualità: siamo onesti. L'Atalanta sta facendo il passo per lottare per il campionato, lo scorso anno hanno vinto l'Europa League e questo può essere l'inizio di un ciclo. Noi possiamo parlare di rivincita, non è un problema mio la scorsa stagione ma nessuno pensava ci saremmo trovati qui. Adesso però siamo qui e dobbiamo lavorare ancora di più, per vedere dove arrivare. Per realizzare i sogni devi spingere ogni giorno ed essere pronto per ogni situazione. Quando arrivi in una situazione dove inizi un ciclo per vincere, chiedi di più a te stesso perchè gli altri migliorano. I tifosi vogliono sentire la sensazione di nuovo, vincere è bello e rivincere è ancora più bello. Il mister ogni volta da calciatore si godeva ogni vittoria sempre di più, vogliamo farlo noi e anche la città. Non ci sentiamo appagati. Se mi sento come Mertens un belga napoletano? Sì, Ogni giorno un po' di più, perchè inizia a conoscere un po' di gente. Ieri ho sentito anche Mertens sul fatto che quando lui smetterà di giocare tornerà qui a Napoli e abbiamo parlato di tante cose, grazie a lui ho incontrato belle persone e saranno rapporti che restano per la vita. Un futuro da allenatore? Credo di sì, una parte della mia testa lo dice. Un'altra parte dice ancora no. Alla fine della stagione farò un corso da allenatore UEFA A e UEFA B, poi avrò la sensazione sul mio futuro. L'emozione al primo gol al Maradona? Quando sono entrato durante il riscaldamento non ho mai sentito un calore così dai tifosi. Dopo la partita chiesi a Mertens se fosse sempre così, me lo confermò. L'urlo dei tifosi, sapevo che avremmo vinto la partita. Quando i tifosi ti spingono e gli avversari sono infastiditi, è finita: è una questione mentale, ti dà una carica in più. Quanto è importante la comunicazione tra attaccanti? Moltissimo, è fondamentale tra noi tutti. Raspadori ed io adesso, Simeone anche, dobbiamo parlarci sempre: ognuno ha qualità diverse, ma sappiamo giocare tutti insieme. Questo rende più facile anche le scelte per l'allenatore, se ci parliamo sempre e lavoriamo per la squadra, alla fine i risultati arrivano. Poi abbiamo un gruppo speciale, ogni martedì giochiamo ai videogiochi e facciamo i tornei di Call of Duty in 10-12: siamo veramente un gruppo dentro e fuori dal campo. Gioco ai videogiochi anche con i miei figli, ad esempio Fortnite e i videogiochi calcistici. Se lo vedo calciatore? Quest'anno è il suo secondo anno all'Anderlecht: si sta divertendo, ma vuole giocare in attacco e non in difesa. Sicuramente è più tecnico di me, all'Anderlecht lavorano tanto: io non parlo con gli allenatori, ovviamente. La Napoli di Lukaku? Mertens mi ha parlato di Posillipo, camminare guardando il mare mi dà pace. Non sono ancora andato sulle isole, con gli allenamenti è più  difficile. Però io sono uno che vive molto il calcio, staccare per qualche ora mi fa bene".