Mister Z
MISTER Z - Napoli, in campionato la questione è matematica
04.04.2023 10:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Con il Milan è finita 0-4 ma se la partita di domenica scorsa il Napoli l’avesse giocata con quasi tutte le altre squadre di serie A l’avrebbe persa ugualmente, forse solo con uno scarto inferiore. E se ci fosse stato Osimhen in campo sarebbe finita allo stesso modo. Un Napoli così non si era mai visto. Nelle altre due precedenti sconfitte (con l’Inter a San Siro e con la Lazio al Maradona) le cose andarono diversamente. Quelle erano due partite da classico pareggio che soltanto un episodio casuale fece girare in favore delle avversarie. Domenica scorsa invece il Napoli non è esistito. Deve essere accaduto qualcosa, non c’è niente da fare. Qualcosa del tipo di ciò che è successo a Jannick Sinner, il miglior tennista italiano che nella finale del torneo ATP 1000 di Miami ha perso con il russo Medvedev quasi senza lottare, sicuramente senza mai riuscire a mettere in discussione il risultato finale e nelle interviste del dopo gara ha confessato che al mattino si era svegliato senza un briciolo di forza addosso. I giocatori del Napoli camminavano e quelli in maglia rossonera correvano, questa è la differenza. Molto deve essere dipeso dagli impegni con le Nazionali che hanno svuotato di energie fisiche e psicologiche tutta la compagnia. E’ vero, anche 15 giocatori della rosa a disposizione di Pioli sono stati utilizzati dalle rispettive Nazionali. Ma il Napoli, si sa, soffre tradizionalmente queste convocazioni e ogni volta è la stessa storia: tra infortuni, affaticamenti e viaggi estenuanti la squadra perde i suoi punti di rifermento, si sballa completamente e i risultati sono quelli che sono. Poi in questo caso si sono aggiunti anche problemi di natura tattica, perché Pioli la sua squadra l’ha sistemata bene a centrocampo dove i rossoneri avevano una superiorità imbarazzante. Ma quante volte Anguissa, Lobotka e Zielinski sono stati capaci in questa stagione di mettere sotto reparti anche più accorsati di quello del Milan? E allora, visto che questo Napoli non può essere quello vero, ci dobbiamo preoccupare o dobbiamo continuare a essere fiduciosi? Dividiamo la questione in due parti, analizzando che cosa questa inopinata sconfitta potrà rappresentare per il futuro in Champions League e in campionato. Riguardo alla nuova, duplice sfida al Milan che ci apprestiamo a vivere nei prossimi 15 giorni, l’umiliazione subita domenica scorsa è da considerarsi benefica. Ciò che doveva accadere è già accaduto. Le sorprese sono finite in tutti i sensi, sia a livello atletico, sia a livello tattico. E’ chiaro che ora Spalletti riordinerà le idee, alla luce di quello che è successo e rimodellerà tatticamente la squadra, apportando i giusti correttivi. Per non parlare del feroce desiderio di rivalsa che animerà tutta la squadra. Il doppio confronto, anche per le motivazioni completamente diverse rispetto a quelle di domenica scorsa che ne sono alla base, sarà sicuramente equilibrato. Le due partite il Napoli potrà vincerle o perderle, ma quel che è certo è che lo farà con uno spirito nuovo e differente e sicuramente non finirà per mostrarsi come un’Armata Brancaleone senza capo né coda come è accaduto l’altro ieri. Riguardo al campionato, la questione è meramente di tipo matematico. Alla fine del campionato mancano ancora 10 partite che distribuiscono un massimo di 30 punti. Il Napoli ne ha 16 di vantaggio sulla seconda in classifica, la Lazio. Ammesso dunque che i biancocelesti le vincano tutte e dieci, agli azzurri basterà totalizzare ancora 15 punti per chiudere in testa. Quindici punti si realizzano con 5 vittorie (ed eventualmente anche con qualche pareggio). Guardando il calendario si può ipotizzare che tali successi possano agevolmente arrivare con Lecce, Verona, Salernitana, Monza e Sampdoria. Le altre cinque sfide (con Juventus, Udinese, Fiorentina, Inter e Bologna) diventerebbero a quel punto del tutto ininfluenti. Insomma non c’è da piangersi addosso e il problema si potrebbe creare solo se il Napoli dovesse giocare le prossime dieci gare con la stessa fiacca che si è vista domenica scorsa, cosa estremamente improbabile. C’è però da chiarire un altro aspetto: la sorte giudiziaria della Juventus. Il prossimo 19 aprile il Collegio di Garanzia del Coni deciderà sul ricorso presentato dalla Società bianconera contro la penalizzazione di 15 punti. Se il verdetto emesso a suo tempo dalla Corte Federale d’Appello della FIGC verrà ribaltato, la Juventus si ritroverà seconda in classifica a 12 lunghezze dal Napoli (che nel frattempo potrebbero ulteriormente aumentare o diminuire). E proprio la domenica successiva a Torino si giocherà Juventus-Napoli, con la possibilità dunque che il distacco scenda a 9 lunghezze quando alla fine del campionato mancheranno ancora sette partite. E’ pur vero che sul capo della Juventus pende anche il giudizio relativo al filone stipendi, derivante dall’inchiesta Prisma della giustizia ordinaria. Non si sa ovviamente come andrà a finire, ma è evidente che anche questo filone potrebbe portare all’emissione di una pena afflittiva, con punti di penalizzazione da scontare nel campionato in corso (se la giustizia sportiva farà in tempo a emettere un verdetto) o in quello del prossimo anno. In ogni caso, anche se il Collegio di Garanzia del Coni dovesse confermare i 15 punti di penalizzazione, sarebbe meglio che il titolo il Napoli riuscisse a conquistarselo concludendo il campionato con almeno 16 lunghezze di vantaggio sulla Juventus per evitare di sentirsi poi dire che sul campo lo scudetto lo hanno vinto i bianconeri e che il Napoli se lo è aggiudicato solo in un aula di giustizia. I presupposti perché ciò avvenga ci sono davvero tutti. E dopo un campionato condotto in maniera magistrale dagli azzurri, una cosa del genere sarebbe davvero insopportabile.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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MISTER Z - Napoli, in campionato la questione è matematica

di Napoli Magazine

04/04/2024 - 10:00

NAPOLI - Con il Milan è finita 0-4 ma se la partita di domenica scorsa il Napoli l’avesse giocata con quasi tutte le altre squadre di serie A l’avrebbe persa ugualmente, forse solo con uno scarto inferiore. E se ci fosse stato Osimhen in campo sarebbe finita allo stesso modo. Un Napoli così non si era mai visto. Nelle altre due precedenti sconfitte (con l’Inter a San Siro e con la Lazio al Maradona) le cose andarono diversamente. Quelle erano due partite da classico pareggio che soltanto un episodio casuale fece girare in favore delle avversarie. Domenica scorsa invece il Napoli non è esistito. Deve essere accaduto qualcosa, non c’è niente da fare. Qualcosa del tipo di ciò che è successo a Jannick Sinner, il miglior tennista italiano che nella finale del torneo ATP 1000 di Miami ha perso con il russo Medvedev quasi senza lottare, sicuramente senza mai riuscire a mettere in discussione il risultato finale e nelle interviste del dopo gara ha confessato che al mattino si era svegliato senza un briciolo di forza addosso. I giocatori del Napoli camminavano e quelli in maglia rossonera correvano, questa è la differenza. Molto deve essere dipeso dagli impegni con le Nazionali che hanno svuotato di energie fisiche e psicologiche tutta la compagnia. E’ vero, anche 15 giocatori della rosa a disposizione di Pioli sono stati utilizzati dalle rispettive Nazionali. Ma il Napoli, si sa, soffre tradizionalmente queste convocazioni e ogni volta è la stessa storia: tra infortuni, affaticamenti e viaggi estenuanti la squadra perde i suoi punti di rifermento, si sballa completamente e i risultati sono quelli che sono. Poi in questo caso si sono aggiunti anche problemi di natura tattica, perché Pioli la sua squadra l’ha sistemata bene a centrocampo dove i rossoneri avevano una superiorità imbarazzante. Ma quante volte Anguissa, Lobotka e Zielinski sono stati capaci in questa stagione di mettere sotto reparti anche più accorsati di quello del Milan? E allora, visto che questo Napoli non può essere quello vero, ci dobbiamo preoccupare o dobbiamo continuare a essere fiduciosi? Dividiamo la questione in due parti, analizzando che cosa questa inopinata sconfitta potrà rappresentare per il futuro in Champions League e in campionato. Riguardo alla nuova, duplice sfida al Milan che ci apprestiamo a vivere nei prossimi 15 giorni, l’umiliazione subita domenica scorsa è da considerarsi benefica. Ciò che doveva accadere è già accaduto. Le sorprese sono finite in tutti i sensi, sia a livello atletico, sia a livello tattico. E’ chiaro che ora Spalletti riordinerà le idee, alla luce di quello che è successo e rimodellerà tatticamente la squadra, apportando i giusti correttivi. Per non parlare del feroce desiderio di rivalsa che animerà tutta la squadra. Il doppio confronto, anche per le motivazioni completamente diverse rispetto a quelle di domenica scorsa che ne sono alla base, sarà sicuramente equilibrato. Le due partite il Napoli potrà vincerle o perderle, ma quel che è certo è che lo farà con uno spirito nuovo e differente e sicuramente non finirà per mostrarsi come un’Armata Brancaleone senza capo né coda come è accaduto l’altro ieri. Riguardo al campionato, la questione è meramente di tipo matematico. Alla fine del campionato mancano ancora 10 partite che distribuiscono un massimo di 30 punti. Il Napoli ne ha 16 di vantaggio sulla seconda in classifica, la Lazio. Ammesso dunque che i biancocelesti le vincano tutte e dieci, agli azzurri basterà totalizzare ancora 15 punti per chiudere in testa. Quindici punti si realizzano con 5 vittorie (ed eventualmente anche con qualche pareggio). Guardando il calendario si può ipotizzare che tali successi possano agevolmente arrivare con Lecce, Verona, Salernitana, Monza e Sampdoria. Le altre cinque sfide (con Juventus, Udinese, Fiorentina, Inter e Bologna) diventerebbero a quel punto del tutto ininfluenti. Insomma non c’è da piangersi addosso e il problema si potrebbe creare solo se il Napoli dovesse giocare le prossime dieci gare con la stessa fiacca che si è vista domenica scorsa, cosa estremamente improbabile. C’è però da chiarire un altro aspetto: la sorte giudiziaria della Juventus. Il prossimo 19 aprile il Collegio di Garanzia del Coni deciderà sul ricorso presentato dalla Società bianconera contro la penalizzazione di 15 punti. Se il verdetto emesso a suo tempo dalla Corte Federale d’Appello della FIGC verrà ribaltato, la Juventus si ritroverà seconda in classifica a 12 lunghezze dal Napoli (che nel frattempo potrebbero ulteriormente aumentare o diminuire). E proprio la domenica successiva a Torino si giocherà Juventus-Napoli, con la possibilità dunque che il distacco scenda a 9 lunghezze quando alla fine del campionato mancheranno ancora sette partite. E’ pur vero che sul capo della Juventus pende anche il giudizio relativo al filone stipendi, derivante dall’inchiesta Prisma della giustizia ordinaria. Non si sa ovviamente come andrà a finire, ma è evidente che anche questo filone potrebbe portare all’emissione di una pena afflittiva, con punti di penalizzazione da scontare nel campionato in corso (se la giustizia sportiva farà in tempo a emettere un verdetto) o in quello del prossimo anno. In ogni caso, anche se il Collegio di Garanzia del Coni dovesse confermare i 15 punti di penalizzazione, sarebbe meglio che il titolo il Napoli riuscisse a conquistarselo concludendo il campionato con almeno 16 lunghezze di vantaggio sulla Juventus per evitare di sentirsi poi dire che sul campo lo scudetto lo hanno vinto i bianconeri e che il Napoli se lo è aggiudicato solo in un aula di giustizia. I presupposti perché ciò avvenga ci sono davvero tutti. E dopo un campionato condotto in maniera magistrale dagli azzurri, una cosa del genere sarebbe davvero insopportabile.

 

 

Mario Zaccaria

 

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