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MISTER Z - Napoli, ora Spalletti ha davvero l'imbarazzo della scelta
23.08.2022 23:07 di Napoli Magazine

NAPOLI - Tutti gli allenatori del mondo vorrebbero avere gli stessi problemi di Spalletti. Dubbi, incertezze, perplessità, titubanze dovute, indovinate un po’, a troppa grazia. Il Napoli visto nelle prime due giornate di campionato è stata una squadra quasi perfetta, da stropicciarsi gli occhi. Qualcuno, estremamente realista e anche un po’ filosofo, ha fatto notare che Verona e Monza sono soltanto due piccole squadre e che pertanto lo stress test non è del tutto attendibile. Forse, però, questo qualcuno si è dimenticato che lo scorso anno, contro molte avversarie dello stesso livello delle squadre affrontate nelle prime due giornate del campionato appena cominciato, il Napoli aveva fatto brutte figure, soprattutto in casa, andando incontro a passi falsi che alla fine, al momento di tirare le somme, avevano avuto un costo molto alto. L’allenatore del Napoli sarà chiamato nelle prossime settimane a lavorare molto con la fantasia (e non solo) per impiegare nel modo migliore, senza interrompere la continuità del momento magico che sta vivendo la squadra, tutte le pedine che gli sono state messe a disposizione dalla Società e che ancora non ha avuto il tempo di utilizzare. E non si tratta di risorse da poco! Qui stiamo parlando di gente del calibro di Ndombele, Raspadori e Simeone, calciatori che potrebbero cambiare in positivo i connotati del centrocampo e dell’attacco di qualsiasi squadra. E’ evidente che il ‘problema’ – chiamiamolo così – per Spalletti sarà quello di decidere se, quando e con quali forze modificare l’assetto tattico della squadra, passando dall’attuale 4-3-3 a un più offensivo 4-2-3-1, modulo che il tecnico di Certaldo ha sempre avuto nel cuore. Per quello che si è visto domenica al Maradona, rinunciare contemporaneamente a due pedine tra Anguissa, Lobotka e Zielinski, per lasciarne in campo una soltanto da affiancare a Ndombele, sembra vera follia. Ma in realtà non è così. D’altronde l’utilizzazione di Raspadori alle spalle di Osimhen non lascerebbe alternative, a meno che Spalletti non pensi di ‘emarginare’ l’ex Sassuolo su una delle due fasce laterali, rinunciando però a quel punto gioco forza a Lozano o (mi tremano le mani…) a Kvaratskhelia. Insomma l’abbondanza c’è e in qualche modo va gestita. Spalletti è un allenatore esperto e navigato e saprà bene come alternare le risorse e come cambiare la fisionomia della squadra a seconda dell’avversario che si troverà di fronte. Ritengo che avere una squadra tatticamente camaleontica, capace di cambiare modulo di gioco sia tra una partita e l’altra, sia all’interno di una stessa gara qualora se ne creassero i presupposti e ve ne fosse la necessità, sia un pregio, una caratteristica, perfino un lusso che non tutti possono permettersi. Rosa ampia e di qualità vuol dire maggiori opportunità e la consapevolezza che tutte e tre le competizioni nelle quali il Napoli sarà impegnato potranno essere affrontate senza paura e senza il rischio di rimanere con il fiato corto.

 


Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

23/08/2024 - 23:07

NAPOLI - Tutti gli allenatori del mondo vorrebbero avere gli stessi problemi di Spalletti. Dubbi, incertezze, perplessità, titubanze dovute, indovinate un po’, a troppa grazia. Il Napoli visto nelle prime due giornate di campionato è stata una squadra quasi perfetta, da stropicciarsi gli occhi. Qualcuno, estremamente realista e anche un po’ filosofo, ha fatto notare che Verona e Monza sono soltanto due piccole squadre e che pertanto lo stress test non è del tutto attendibile. Forse, però, questo qualcuno si è dimenticato che lo scorso anno, contro molte avversarie dello stesso livello delle squadre affrontate nelle prime due giornate del campionato appena cominciato, il Napoli aveva fatto brutte figure, soprattutto in casa, andando incontro a passi falsi che alla fine, al momento di tirare le somme, avevano avuto un costo molto alto. L’allenatore del Napoli sarà chiamato nelle prossime settimane a lavorare molto con la fantasia (e non solo) per impiegare nel modo migliore, senza interrompere la continuità del momento magico che sta vivendo la squadra, tutte le pedine che gli sono state messe a disposizione dalla Società e che ancora non ha avuto il tempo di utilizzare. E non si tratta di risorse da poco! Qui stiamo parlando di gente del calibro di Ndombele, Raspadori e Simeone, calciatori che potrebbero cambiare in positivo i connotati del centrocampo e dell’attacco di qualsiasi squadra. E’ evidente che il ‘problema’ – chiamiamolo così – per Spalletti sarà quello di decidere se, quando e con quali forze modificare l’assetto tattico della squadra, passando dall’attuale 4-3-3 a un più offensivo 4-2-3-1, modulo che il tecnico di Certaldo ha sempre avuto nel cuore. Per quello che si è visto domenica al Maradona, rinunciare contemporaneamente a due pedine tra Anguissa, Lobotka e Zielinski, per lasciarne in campo una soltanto da affiancare a Ndombele, sembra vera follia. Ma in realtà non è così. D’altronde l’utilizzazione di Raspadori alle spalle di Osimhen non lascerebbe alternative, a meno che Spalletti non pensi di ‘emarginare’ l’ex Sassuolo su una delle due fasce laterali, rinunciando però a quel punto gioco forza a Lozano o (mi tremano le mani…) a Kvaratskhelia. Insomma l’abbondanza c’è e in qualche modo va gestita. Spalletti è un allenatore esperto e navigato e saprà bene come alternare le risorse e come cambiare la fisionomia della squadra a seconda dell’avversario che si troverà di fronte. Ritengo che avere una squadra tatticamente camaleontica, capace di cambiare modulo di gioco sia tra una partita e l’altra, sia all’interno di una stessa gara qualora se ne creassero i presupposti e ve ne fosse la necessità, sia un pregio, una caratteristica, perfino un lusso che non tutti possono permettersi. Rosa ampia e di qualità vuol dire maggiori opportunità e la consapevolezza che tutte e tre le competizioni nelle quali il Napoli sarà impegnato potranno essere affrontate senza paura e senza il rischio di rimanere con il fiato corto.

 


Mario Zaccaria

 

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