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MISTER Z - Napoli, da sempre nel calcio quel che conta è il risultato
22.10.2024 13:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ve lo dico subito, a scanso di equivoci: mi sono iscritto da tempo al “club di corto muso”. Vincere 1-0 grazie ad un rigore (peraltro evidentissimo e sacrosanto, perlomeno stando ai criteri di valutazione che si sono affermati da qualche anno, vale a dire da quando è attivo il Var) senza essere riusciti né a dominare l’avversario, né a creare (e a fallire) tante occasioni da gol, non solo mi sta bene, ma addirittura mi sta benissimo. Quel che nel calcio ha sempre contato è il risultato e fra qualche tempo (non ci vorranno anni e neppure mesi, ma soltanto giorni) ci saremo tutti dimenticati che l’Empoli nel primo tempo della partita di domenica scorsa ha giocato molto meglio del Napoli, anche se grazie alla ruvida forza della difesa di Conte, Caprile è stato costretto a fare soltanto due parate e neppure particolarmente miracolose. Si può criticare la squadra quanto si vuole, ma quel che conta è che il Napoli sia riuscito a portarsi a casa tre profumatissimi punti, cosa che da diversi anni non riusciva più a fare giocando al Castellani, uno stadio sul quale pareva incombere una specie di sortilegio, una vera e propria maledizione. Diverso, ovviamente, è il discorso che riguarda l’ormai troppo spesso ricorrente ‘regalo’ di 45 minuti che gli azzurri fanno ai loro avversari. Su questo aspetto, estremamente negativo, sicuramente l’allenatore starà lavorando per evitare che in futuro torni a ripetersi. E’ un atteggiamento psicologico, più che tecnico-tattico, assolutamente ingiustificato e sicuramente incomprensibile, difficile da spiegare. Ogni volta che accade c’è bisogno dell’intervento del tecnico nell’intervallo per riportare la squadra sulla retta via. Conte tra il primo e il secondo tempo usa parole dolci o ricorre a formidabili cazziatoni? Questo non è dato saperlo, sono segreti di spogliatoio, ma i risultati si vedono perché il Napoli torna in campo trasformato, animato dal giusto agonismo e con uno spirito battagliero. Certo a Empoli è cambiato anche il registro tattico con Conte che è passato a un 4-3-3 che ha reso più equilibrata la squadra e che ha di fatto interrotto il dominio dei toscani a centrocampo. Ma c’è e rimane comunque quel lato oscuro, quel misterioso blocco psicologico della squadra, al quale si dovrà prima o poi trovare un rimedio definitivo.

Mario Zaccaria

Napoli Magazine 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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22/10/2024 - 13:00

NAPOLI - Ve lo dico subito, a scanso di equivoci: mi sono iscritto da tempo al “club di corto muso”. Vincere 1-0 grazie ad un rigore (peraltro evidentissimo e sacrosanto, perlomeno stando ai criteri di valutazione che si sono affermati da qualche anno, vale a dire da quando è attivo il Var) senza essere riusciti né a dominare l’avversario, né a creare (e a fallire) tante occasioni da gol, non solo mi sta bene, ma addirittura mi sta benissimo. Quel che nel calcio ha sempre contato è il risultato e fra qualche tempo (non ci vorranno anni e neppure mesi, ma soltanto giorni) ci saremo tutti dimenticati che l’Empoli nel primo tempo della partita di domenica scorsa ha giocato molto meglio del Napoli, anche se grazie alla ruvida forza della difesa di Conte, Caprile è stato costretto a fare soltanto due parate e neppure particolarmente miracolose. Si può criticare la squadra quanto si vuole, ma quel che conta è che il Napoli sia riuscito a portarsi a casa tre profumatissimi punti, cosa che da diversi anni non riusciva più a fare giocando al Castellani, uno stadio sul quale pareva incombere una specie di sortilegio, una vera e propria maledizione. Diverso, ovviamente, è il discorso che riguarda l’ormai troppo spesso ricorrente ‘regalo’ di 45 minuti che gli azzurri fanno ai loro avversari. Su questo aspetto, estremamente negativo, sicuramente l’allenatore starà lavorando per evitare che in futuro torni a ripetersi. E’ un atteggiamento psicologico, più che tecnico-tattico, assolutamente ingiustificato e sicuramente incomprensibile, difficile da spiegare. Ogni volta che accade c’è bisogno dell’intervento del tecnico nell’intervallo per riportare la squadra sulla retta via. Conte tra il primo e il secondo tempo usa parole dolci o ricorre a formidabili cazziatoni? Questo non è dato saperlo, sono segreti di spogliatoio, ma i risultati si vedono perché il Napoli torna in campo trasformato, animato dal giusto agonismo e con uno spirito battagliero. Certo a Empoli è cambiato anche il registro tattico con Conte che è passato a un 4-3-3 che ha reso più equilibrata la squadra e che ha di fatto interrotto il dominio dei toscani a centrocampo. Ma c’è e rimane comunque quel lato oscuro, quel misterioso blocco psicologico della squadra, al quale si dovrà prima o poi trovare un rimedio definitivo.

Mario Zaccaria

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