Mister Z
MR Z - Stop alle polemiche, iniziamo a pensare alla prossima stagione!
10.05.2022 23:07 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il campionato volge ormai decisamente al termine e con la vittoria a Torino il Napoli ha messo praticamente il sigillo sulla conquista del terzo posto in classifica. Si tratta, come è evidente, di un traguardo importante che la squadra, l’allenatore e la Società hanno raggiunto. Il terzo posto, infatti, consente la qualificazione alla Champions League del prossimo anno e consente anche di incamerare oltre 20 milioni di euro (che potranno servire per la campagna acquisti), cui si aggiungeranno ovviamente i contributi che l'Uefa dovrà poi versare al Napoli in base al percorso che la squadra sarà riuscita a tenere nella competizione continentale del prossimo anno. Altro aspetto importante, questo soprattutto per i tifosi, è aver messo la testa davanti alla Juventus, relegando i bianconeri in quarta posizione. E questo è un tema sempre molto sentito dai sostenitori azzurri. Insomma, per dirla alla Spalletti, il risultato che era stato prefissato a inizio stagione è stato sicuramente raggiunto. Tuttavia le reazioni dei tifosi a quanto è accaduto e le polemiche degli ultimi giorni hanno sicuramente un senso e vanno analizzate in profondità. I tifosi non sono improvvisamente impazziti. La contestazione avvenuta prima della partita con il Sassuolo e in parte anche durante il match con gli emiliani aveva una sua ragion d'essere. La gente si aspettava che la squadra avesse un rendimento migliore e soprattutto sperava che lo avesse fino in fondo, senza mollare sulla dirittura d’arrivo. Chiedeva che i giocatori consumassero con incontenibile rabbia agonistica, fino all'ultima stilla di sudore per contendere lo scudetto alle due milanesi. Questo, invece, non è avvenuto e in seguito alle sconfitte inopinate con la Fiorentina e con l'Empoli e il pareggio con la Roma, il Napoli ha visto svanire il sogno della società, della squadra e soprattutto dei tifosi. Quel che non mi è ben chiaro ancora oggi, è l'atteggiamento dell'allenatore su questo specifico tema. Spalletti, quando avrebbe potuto essere più cauto, è stato il primo a parlare della possibilità – anzi dell’obbligo - di lottare per il tricolore. Soltanto in un secondo momento il tecnico ha ‘rivelato’ che l'aver parlato di scudetto era semplicemente un modo per tenere sulla corda alla squadra ed evitare che ci fossero cadute di tensione. Sembra molto strano che nelle condizioni di classifica in cui il Napoli si era venuto a trovare, Spalletti non pensasse davvero che la partita per lo scudetto fosse ancora tutta da giocare. Quel che meraviglia ancor di più, però, è l'atteggiamento che il tecnico ha tenuto anche più di recente. Parlando di questo argomento anche dopo la vittoria con il Torino, infatti, ha detto: "A voi interessa se il prossimo anno si vince lo scudetto non se i giocatori vengono ad allenarsi anche quando hanno il giorno libero. No, quello non vi interessa". Spalletti faceva riferimento al fatto che disputandosi la partita con i granata di sabato, i suoi calciatori fossero stati chiamati in servizio a partire dal precedente lunedì, la giornata che normalmente – cioè quando si gioca di domenica - viene dedicata al riposo. Francamente le sue affermazioni mi sono sembrate quantomeno originali. Tutti dovremmo forse meravigliarci per questo extra impegno dei giocatori e ringraziarli per aver rinunciato al loro giorno di riposo? Raccontare questa storia ai giornalisti e ai tifosi, senza sottolineare che i calciatori sono una categoria di lavoratori molto ben retribuiti ai quali di tanto in tanto sembra più che lecito chiedere un piccolo sforzo in termini di impegno, è francamente un modo molto particolare – e poco condivisibile - di affrontare il problema. Peraltro Spalletti si è dimenticato di sottolineare che questa settimana, proprio perché la partita era stata giocata di sabato, alla squadra sono stati concessi non uno, bensì due giorni di riposo, la domenica e il lunedì. Quindi il lavoro in più svolto la scorsa settimana è stato fatto recuperare con un maggior riposo nella settimana successiva. E allora? Che cosa dovrebbero dire i tifosi? Si tratta di argomentazioni che francamente lasciano il tempo che trovano. Detto questo, sulla delusione per la mancata conquista dello scudetto effettivamente è ora il caso di porre una pietra sopra e cominciare tutti insieme a pensare alla prossima stagione. Di andare a cercare nuovi spunti polemici onestamente se ne può fare anche a meno. Da qualunque parte essi arrivino.

 


Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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10/05/2024 - 23:07

NAPOLI - Il campionato volge ormai decisamente al termine e con la vittoria a Torino il Napoli ha messo praticamente il sigillo sulla conquista del terzo posto in classifica. Si tratta, come è evidente, di un traguardo importante che la squadra, l’allenatore e la Società hanno raggiunto. Il terzo posto, infatti, consente la qualificazione alla Champions League del prossimo anno e consente anche di incamerare oltre 20 milioni di euro (che potranno servire per la campagna acquisti), cui si aggiungeranno ovviamente i contributi che l'Uefa dovrà poi versare al Napoli in base al percorso che la squadra sarà riuscita a tenere nella competizione continentale del prossimo anno. Altro aspetto importante, questo soprattutto per i tifosi, è aver messo la testa davanti alla Juventus, relegando i bianconeri in quarta posizione. E questo è un tema sempre molto sentito dai sostenitori azzurri. Insomma, per dirla alla Spalletti, il risultato che era stato prefissato a inizio stagione è stato sicuramente raggiunto. Tuttavia le reazioni dei tifosi a quanto è accaduto e le polemiche degli ultimi giorni hanno sicuramente un senso e vanno analizzate in profondità. I tifosi non sono improvvisamente impazziti. La contestazione avvenuta prima della partita con il Sassuolo e in parte anche durante il match con gli emiliani aveva una sua ragion d'essere. La gente si aspettava che la squadra avesse un rendimento migliore e soprattutto sperava che lo avesse fino in fondo, senza mollare sulla dirittura d’arrivo. Chiedeva che i giocatori consumassero con incontenibile rabbia agonistica, fino all'ultima stilla di sudore per contendere lo scudetto alle due milanesi. Questo, invece, non è avvenuto e in seguito alle sconfitte inopinate con la Fiorentina e con l'Empoli e il pareggio con la Roma, il Napoli ha visto svanire il sogno della società, della squadra e soprattutto dei tifosi. Quel che non mi è ben chiaro ancora oggi, è l'atteggiamento dell'allenatore su questo specifico tema. Spalletti, quando avrebbe potuto essere più cauto, è stato il primo a parlare della possibilità – anzi dell’obbligo - di lottare per il tricolore. Soltanto in un secondo momento il tecnico ha ‘rivelato’ che l'aver parlato di scudetto era semplicemente un modo per tenere sulla corda alla squadra ed evitare che ci fossero cadute di tensione. Sembra molto strano che nelle condizioni di classifica in cui il Napoli si era venuto a trovare, Spalletti non pensasse davvero che la partita per lo scudetto fosse ancora tutta da giocare. Quel che meraviglia ancor di più, però, è l'atteggiamento che il tecnico ha tenuto anche più di recente. Parlando di questo argomento anche dopo la vittoria con il Torino, infatti, ha detto: "A voi interessa se il prossimo anno si vince lo scudetto non se i giocatori vengono ad allenarsi anche quando hanno il giorno libero. No, quello non vi interessa". Spalletti faceva riferimento al fatto che disputandosi la partita con i granata di sabato, i suoi calciatori fossero stati chiamati in servizio a partire dal precedente lunedì, la giornata che normalmente – cioè quando si gioca di domenica - viene dedicata al riposo. Francamente le sue affermazioni mi sono sembrate quantomeno originali. Tutti dovremmo forse meravigliarci per questo extra impegno dei giocatori e ringraziarli per aver rinunciato al loro giorno di riposo? Raccontare questa storia ai giornalisti e ai tifosi, senza sottolineare che i calciatori sono una categoria di lavoratori molto ben retribuiti ai quali di tanto in tanto sembra più che lecito chiedere un piccolo sforzo in termini di impegno, è francamente un modo molto particolare – e poco condivisibile - di affrontare il problema. Peraltro Spalletti si è dimenticato di sottolineare che questa settimana, proprio perché la partita era stata giocata di sabato, alla squadra sono stati concessi non uno, bensì due giorni di riposo, la domenica e il lunedì. Quindi il lavoro in più svolto la scorsa settimana è stato fatto recuperare con un maggior riposo nella settimana successiva. E allora? Che cosa dovrebbero dire i tifosi? Si tratta di argomentazioni che francamente lasciano il tempo che trovano. Detto questo, sulla delusione per la mancata conquista dello scudetto effettivamente è ora il caso di porre una pietra sopra e cominciare tutti insieme a pensare alla prossima stagione. Di andare a cercare nuovi spunti polemici onestamente se ne può fare anche a meno. Da qualunque parte essi arrivino.

 


Mario Zaccaria

 

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