NAPOLI - Mario Giuffredi, agente di Giovanni Di Lorenzo, Matteo Politano, Mario Rui, Gianluca Gaetano e Michael Folorunsho, calciatori del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in una conferenza stampa svoltasi al Gold Tower Lifestyle Hotel a Napoli. Ecco la video diretta di "Napoli Magazine".
Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Voglio fare chiarezza per i tifosi. Voglio che si abbia una idea chiara di Giovanni Di Lorenzo che non sia annebbiata da quanto accaduto. Vogliamo solo affrontare il cammino del campionato in serenità, senza che si ritorni su questa vicenda. E' stato un campionato difficile, dopo la vittoria dello scudetto Giovanni si è ritrovato con più cambi allenatori, un cambio dirigenziale perchè è andato via Giuntoli, soprattutto c'è stato un cambiamento del modus operandi con un presidente molto più presente nella vita della società. Nessuno si aspettava di arrivare al decimo posto, nessuno pensava da giocatore di dover affrontare un campionato così difficile. Giovanni coi suoi compagni pensava sempre di poter riuscire a mettere la squadra in corsa in un certo modo, ma passava il tempo e non ci riusciva, tutto questo portava frustrazione. Si sentiva inerme a poter risolvere il problema, la situazione andava a peggiorare, mai pensava Di Lorenzo di affrontare una annata del genere. Giovanni ha dovuto affrontare tanti problemi, si è un po' sostituito a tanti dirigenti, problemi non calcistici, problemi che possono esserci tra società e squadra, quando un giocatore da solo deve affrontare tantissimi problemi col presidente, i risultati non vengono, ci sono tanti cambi, arrivi alla frustrazione più totale e non hai nemmeno la forza di reagire. Tutte queste problematiche si sono portate fino alla fine del campionato e la situazione diventava sempre più pesante ma nonostante ciò, Giovanni che sento quotidianamente, nonostante fosse arrivato devastato al termine della stagione, mi ha sempre detto che se fosse arrivato Antonio Conte era l'unico allenatore per cui sarebbe rimasto, ma non perchè voleva lasciare il club o la barca in una situazione difficile, ma perchè aveva paura che un altro tipo di allenatore potesse fargli rivivere un'altra stagione simile alla ultima. Conte gli dava garanzie, sotto vari punti di vista, anche dal punto di vista personale. Poi sono successe due, tre situazioni che hanno fatto precipitare tutto e che hanno lasciato il segno. In una delle ultime partite di campionato, Di Lorenzo è in trasferta con la squadra, non va allo stadio, resta in camera perchè non stava benissimo, a fine partita il pullman passa a prendere Giovanni in albergo, non rispondeva, lo trovano collassato in stanza per lo stress. Il giorno dopo si trova scritto sul giornale che ha fatto finta di stare male e non ha giocato la partita perchè ha un accordo con la Juventus. E' stata una cosa molto ingenerosa. Ci è rimasto male perchè nonostante il club fosse a conoscenza di quanto accaduto, nessuno del club abbia fatto una smentita. Questo è uno dei tre episodi che hanno iniziato a far star male il ragazzo e a fargli pensare che forse era il momento di cambiare aria. Poi nell'ultima di campionato, in Napoli-Lecce, io faccio questo lavoro da 15 anni, non so se avete mai visto un capitano di una squadra contestata, io non ricordo un capitano che venga all'ultima partita di campionato sostituito negli ultimi 3 minuti della partita e prendersi i fischi di 50mila persone, una cosa è prendere i fischi con la squadra, è molto più doloroso prenderli da soli, ha un valore diverso. E' stato un altro episodio angosciante per il ragazzo. E' stato un episodio dovuto ad un allenatore, il presidente non c'entra niente ma il ragazzo si sarebbe aspettato anche due parole a sua difesa in quella situazione. Il ragazzo anche se angosciato, vive un campionato che nessuno si aspettava, vive episodi pesanti, ma continua a pensare di restare a Napoli anche se in quel momento non avevamo la certezza che sarebbe arrivato Conte, il Napoli stava parlando anche con altri allenatori, come Gasperini. Poi c'è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e non lo dico con polemica perchè stimo Manna che è un mio amico e saprà sostituire Giuntoli ai livelli in cui si è espresso Giuntoli. Mi dispiace che nei suoi primi mesi mi abbia dovuto sopportare perchè non sono stato collaborativo. Manna fa le lodi ai calciatori e dice che se fossero arrivate offerte su Di Lorenzo, il Napoli le avrebbe prese in considerazione e Giovanni pensa che sia il pensiero del presidente. Dieci giorni prima il presidente aveva detto che tutti sono sul mercato ma non l'avevamo presa come cosa personale, erano parole generiche. Se lo dice invece il direttore sportivo, ha un impatto diverso sul giocatore. Lì il giocatore ha iniziato a pensare di voler andare via. Mi ha chiamato il giorno dopo, mi ha espresso la volontà di cambiare aria, mettetevi nei panni di un ragazzo che si vede trattato in questo modo e la prende malissimo, è stato 5 anni a Napoli, ha fatto 200 partite e non ricordo che ne abbia sbagliato una. Dopo una stagione sbagliata viene messo in discussione questo gli fa molto male. Si è sentito abbandonato a se stesso, a quel punto dopo avermi comunicato la volontà di andare via, esce di scena Di Lorenzo ed entro io che vado a fare il mio lavoro. Io faccio l'agente, devo tutelare l'interesse del mio giocatore, non devo piacere ai tifosi e ai giornalisti, ho la fortuna di avere la fiducia dei miei giocatori ed è una cosa che non posso mai tradire, devo fare sempre gli interessi dei miei calciatori, vale per tutti i miei calciatori ma in particolare per Di Lorenzo, che ha scritto una pagina professionale molto bella. Tratto i miei giocatori come fratelli minori e da fratello maggiore cerco di tutelarli, di difenderli, di tutelarli da ogni problematica, se devo fare da parafulmine lo faccio senza problemi, fa parte del mio lavoro. Mi prendo gli insulti e vado avanti con le mie strategie. Non sono un pazzo che si alza la mattina e non sa cosa fare, se faccio determinate cose, le ho calcolate, ho le mie strategie, agli occhi delle persone possono sembrare incoerenti, da pazzo scatenato, non le faccio capire a nessuno, so dove voglio arrivare, non faccio capire a nessuno cosa ho in mente di fare. Quindi faccio una prima intervista in cui dico che il ciclo di Di Lorenzo a Napoli è chiuso e che vuole andare via, ce l'ho con Calzona per la sostituzione in Napoli-Lecce. Poi faccio un'altra intervista e in modo più duro tocco gli stessi argomenti, non ho interesse a sfidare nessuno, ma lo faccio perchè voglio due cose: avendo avuto un impatto mediatico così forte, mi aspetto da parte del club o che si arrivi al culmine e si dica 'basta, ci siamo stancati, deve andare via' e mi sarei tolto il pensiero. Oppure, la seconda reazione che poteva scaturire era che il club lo tenesse convincendoci al 100% che fosse non una situazione forzata ma veramente voluta. Sono stati questi i due punti che volevo toccare e nel frattempo ancora non c'era Conte e io andavo dritto per la mia strada. E quindi ogni volta che parlo con Manna ripeto che Di Lorenzo vuole andare via, non parlo più col presidente, solo con Manna che era il mio interlocutore. Poi arriva Antonio Conte, arriva l'allenatore per cui Giovanni avrebbe veramente deciso di rimanere a Napoli. Non potevamo cancellare tutto quello che era stato fatto e detto velocemente. Ho continuato a cercare di essere abbastanza pesante, a quel punto entra in scena il mister. Manna mi fissa un appuntamento con Conte che non conoscevo, ci sono andato e ho trovato una persona che è un campione come allenatore e come uomo, mi ha sopportato visto che per un'ora ho continuato a dirgli che Di Lorenzo voleva andare via elencandogli tutte le motivazioni. Il mister mi ha ascoltato per un'ora. Il mister non si è mai posto così netto nel farlo restare, non avrei mai accettato una situazione del genere e sarei andato in guerra fino alla morte. Il mister si è posto in un modo da campione, mi ha ascoltato, ha capito tutto quello che era successo, il nostro pensiero, ci ha dato ragione su determinati aspetti che abbiamo toccato. C'è stato un allenatore che si è affiancato a me e a Di Lorenzo e ha fatto di tutto per cercare di rimettere le cose a posto, si è messo nei nostri panni, nei panni di un giocatore che in un anno ne ha passate di cotte e di crude e ha dimostrato nei fatti di voler tenere Di Lorenzo, e ci ha aiutato a capire se era il caso davvero di rimanere a Napoli. Tengo a sottolineare che sentire dire "Conte ha detto che Di Lorenzo resta punto e basta" non mi piace, non è vero perchè Conte si è messo vicino a noi e ha cercato di risolvere i problemi. Sono stato pesante anche con lui ribadendo che Di Lorenzo voleva andare via. Ci ho parlato varie volte, scambiato messaggi, ci sono andato a cena e mi sono convinto e ho tranquillizzato Di Lorenzo sulla volontà del mister nei suoi confronti. Non avevo dubbi sulla volontà di Manna, che mi chiamava per portare Di Lorenzo alla Juve già prima che arrivasse Giuntoli. Appurata la stima e le certezze che volevamo da parte dell'allenatore e del direttore, avevamo l'ultimo ostacolo di capire la volontà della proprietà, perchè il presidente De Laurentiis rimane, mentre allenatore e dirigente possono andare via. Vado quindi all'appuntamento alla Filmauro, rivedo il presidente dopo tantissimi mesi, dalla partita Barcellona-Napoli, perchè come tutti provavo una frustrazione nel vedere il Napoli, e da quella gara non ho più visto una gara del Napoli perchè ero giù di morale, sono tifoso del Napoli. Vado dal presidente, sono stato 4-5 ore, il presidente è stato molto carino e gentile come sempre, ha ammesso le mancanze che il club aveva avuto nei confronti di Di Lorenzo, teniamo conto che il presidente è uno che prende in mano la situazione, ci mette tutti i soldi e la passione che ci deve mettere dopo l'addio di Spalletti e si trova in quella situazione. Il primo ad essere deluso era lui, non è facile contenere quella delusione, anche il presidente va giustificato se ha avuto qualche mancanza nei confronti di Di Lorenzo, gli ho detto in quattro ore sempre le stesse cose, e cioè che volevamo andare via, perchè dovevo scalare l'ultimo gradino, metttere alla prova la pazienza e capire se la voglia del presidente era quella di tenere Di Lorenzo. Vado via dicendo che saremmo andati via, il giorno dopo mi ha chiesto di rivederci, ho visto un presidente che non mollava la presa. Ha avuto la pazienza di richiamarmi, di volermi rivedere e siamo stati altre due, tre ore a parlare e dopo l'ultima chiacchierata ho avuto la certezza che il presidente voleva tenere Giovanni a Napoli e a quel punto, il giocatore stava facendo gli Europei, dovevo fare attenzione a farlo stare sereno, ho parlato con Giovanni, gli ho spiegato tutto quello che era stato questo percorso di incontri, di chiacchierate, di telefonate, di stuzzicare allenatore e presidente, di portare all'esasperazione e gli ho spiegato che alla fine questa mia strategia ha portato me stesso a dirgli che tutti lo volevano che quindi poteva tranquillamente restare a Napoli. Non decido io per lui, porto a termine il mio lavoro con la mia convinzione. Trasferisco il mio pensiero, i giocatori si fidano di me, ma lascio sempre la scelta a loro, soprattutto per Di Lorenzo era una scelta emotiva e importante. Ho aspettato che finisse gli Europei, abbiamo avuto un momento di stand by. Quando è finito l'Europeo e lui è rientrato in Italia, l'ho chiamato e gli ho chiesto cosa avesse deciso. Con lui ho scelto una stategia al contrario. Mi ha detto 'voglio restare a Napoli, non posso lasciare un ricordo così brutto, dopo una annata così tremenda verso città e presidente che mi hanno dato tutto, voglio continuare il mio percorso a Napoli'. Gli ho detto: 'secondo me devi andare via', volevo testarlo per capire se era condizionabile e lui sempre in modo fermo e deciso per due giorni mi ha detto 'Mario, resto a Napoli punto e basta'. Quindi ho comunicato al club la decisione, Giovanni ha avuto colloqui con Conte, con Manna, anche col presidente, quindi si chiude il cerchio e Giovanni ha deciso di rimanere a Napoli. Voglio chiarire una cosa molto importante: sul discorso della Juve, ne ho sentite di cotte e di crude, quando faccio le due interviste le faccio anche con uno scopo, non chiamo un club e propongo Di Lorenzo, i club sono attenti, potevo mandare un segnale. Non ho mai trovato alcun accordo con la Juventus. La Juve come l'Inter, la Roma e l'Atletico Madrid mi hanno chiamato e detto semplicemente che se davvero c'era la possibilità che il Napoli lo lasciasse partire, ne avrebbero parlato volentieri. Chi mi conosce sa che se dò la parola, la mantengo, non ci sono più passi indietro che possa fare. Non sono mai andato oltre la frase di dire che se il Napoli l'avesse lasciato andare io ci sarei stato. Su Manna dico una cosa, è una persona troppo intelligente, anche lui ha chiamato il giocatore e ha sbagliato ad andargli a dire quelle cose, ma era arrivato da un giorno e dire 'no, presidente, non si può fare', ha fatto diverse telefonate a Di Lorenzo, dove ha ammesso l'errore fatto da lui. Non ho niente da aggiungere. Spero poi capiate e mi diate una mano a trasferire ai tifosi del Napoli quanto accaduto. Quante bugie ho detto in questa conferenza stampa? Le bugie le dico a trattative in corso, quando si mette un punto, sta alla mia onestà di uomo e di professionista fare chiarezza e in questa situazione di Di Lorenzo ho dato la massima chiarezza, bugie non ce ne sono. Costruire di nuovo il rapporto coi compagni di squadra? Giovanni non vuole fare il dirigente ma il calciatore, non vuole rivivere le situazioni della scorsa stagione, con i compagni penso che non debba chiarire niente con nessuno perchè ha un grande rapporto con la squadra. Il problema di Di Lorenzo non è mai stato economico ma di tutto quanto successo durante l'anno e di non riviverlo più, poi De Laurentiis ha sempre dimostrato a Giovanni di volergli bene anche da un punto di vista economico per quanto valeva. Fino ad oggi non è che Di Lorenzo non ha voluto parlare ma non l'ha fatto ancora perchè era in Nazionale, poi per parlare del club deve essere autorizzato dal club, credo che a Castel di Sangro terrà una conferenza stampa e ci metterà la faccia, i pensieri, le sensazioni. Per ricostruire i rapporti coi tifosi c'è un solo modo: fare grandi prestazioni e vincere. Il rapporto coi tifosi si mette a posto perchè il capitano parlerà in conferenza stampa e ci saranno le prestazioni a parlare. I film si giudicano alla fine, alla fine contano i fatti. Mario Rui dopo 7 anni sente la necessità di avvicinarsi alla famiglia in Portogallo, ma se non si dovesse creare l'occasione, Mario Rui resterà in Italia a combattere per il Napoli. Politano, Di Lorenzo, Folorunsho restano. Su Gaetano, se il mister non lo riterrà idoneo al suo gioco troveremo un'altra strada, mi dispiace che le persone giudichino prima di vedere la fine del film. Non posso stare a pensare a tutto quello che dice un giornalista, se Di Lorenzo ha voluto un aumento assolutamente non è vero, il presidente ha sempre rispettato Di Lorenzo, dovete chiederlo al presidente e vi dirà lui se è stato un fattore economico o altro. Non rispondo per ciò che dicono i giornalisti. De Laurentiis ha sempre riconosciuto il valore professionale del giocatore. Col presidente non abbiamo parlato di soldi. Non abbiamo fatto nessuna richiesta economica, ci premeva solo chiarire gli aspetti che avevano portato Di Lorenzo ad una situazione di negatività. I discorsi economici sono stati affrontati per altri giocatori, non per Di Lorenzo".
"La prima squadra a chiedermi di Di Lorenzo è stata l'Inter, poi ci doveva essere prima il pensiero di avere la certezza di portarlo via da Napoli. Poi altre squadre mi hanno chiesto informazioni. Giovanni non si è mai sentito abbandonato dai compagni, anche loro hanno avuto una annata disastrosa e hanno riscontrato di non avere la forza di reagire. Quando tutto va male, si scompone un po' il gruppo, non perchè c'è un cattivo ragazzo, ma perchè succede in modo naturale, le cose vanno male e nessuno riesce a reagire preso dalla disperazione, i compagni si sono tutti comportati in modo eccezionale con Di Lorenzo. Manna è una persona a cui voglio bene, ha passato due mesi con me non facili, non so come ha fatto a sopportarmi e gli chiedo scusa, il presidente mi ha sempre considerato uno di famiglia, mi ha sempre riconosciuto che so fare il mio mestiere e mi ha anche detto che quando mi si tappa la vena non capisco più niente, l'ho sentito anche stamattina perchè mi ha detto che non sono più andato a trovarlo, mi ritiene uno di famiglia. Penso che un altro presidente, per come sono io, che ho esasperato tutti, mi avrebbe potuto attaccare mediaticamente e invece non ha detto una parola fuori posto, ha detto 'l'agente fa il suo lavoro'. Lui riconosce in me la serietà e sa quanto voglio bene al Napoli, gli ho dimostato in trattative in cui non ho preso molti soldi e io e i miei calciatori non possiamo dimenticare quello che ci ha dato De Laurentiis, se non avessi avuto calciatori al Napoli non sarei divenuto importante, a lui posso dire solo grazie, ma ciò non vuol dire che non discuteremo in futuro, ognuno nel proprio ruolo deve tirare acqua al suo mulino. Ho forzato in tutti i modi Di Lorenzo a non restare per capire quanto veramente volesse restare a Napoli. Se la scelta la fai con convinzione, nei momenti negativi non cambi idea. I tifosi sono incazzati con me? Mi dispiacerebbe se lo fossero con Di Lorenzo, mi prendo le cose belle e brutte del mio lavoro, i tifosi hanno sempre ragione, ma devono capire che io devo fare il mio lavoro, mi dispiace che ce l'abbiano con me, ma sono convinto che quando Di Lorenzo e Folorunsho faranno grandi partite, torneranno a volermi bene. Con Folorunsho abbiamo trovato l'accordo, in ritiro firmerà i contratti".
"Io e Di Lorenzo siamo due persone felici, perchè siamo convinti e sereni di aver fatto la scelta giusta. La conferenza stampa è slittata perchè in quella conferenza avrei voluto annunciare anche il rinnovo di Folorunsho, purtroppo l'abbiamo portata un po' per le lunghe e ho preferito slittare per poter dire che la trattativa è stata definita al 100%, prima la trattativa non era definita e non avrei potuto parlare di lui. Avrò avuto 3-4 incontri col mister, oltre a telefonate e messaggi, non c'è argomento su cui non ho concordato, è una persona che sposo in pieno in tutto, è una persona di grande umiltà, mi ha sopportato, mi ha fatto sfogare e si è messo lì con me per risolvere il problema. Ho un rapporto bellissimo con lui, è un grande e gli auguro di fare un bellissimo campionato. Lo striscione mi ha fatto male perchè i tifosi non sanno la verità e ho dovuto sopportare una situazione in cui i tifosi non conoscevano la verità, l'ho preso come un grande atto d'amore nei confronti di Di Lorenzo, sono stato visto come il cattivo che voleva portare via loro una persona cara, mi sarei preoccupato di più se la frase l'avessero usata per Di Lorenzo, avrei detto che sarebbe dovuto andare via da Napoli perchè i tifosi non lo volevano. Mi sono visto con la Curva A, ho chiarito tutto in modo amichevole, sono persone di grande intelligenza, hanno capito il mio punto di vista e la professione che svolgo, in due giorni ha questione è stata chiusa, è stata una dichiarazione d'amore nei confronti di Di Lorenzo. Sulla stagione ho sensazioni positive, vedo una società molto presente, agguerrita e che cura ogni particolare. Mi aspetto una grande annata, non che dobbiamo vincere lo scudetto, ma che andiamo nelle prime 4, partiamo, poi le cose vanno bene e l'appetito vien mangiando, che faccia un campionato importante, che vada in Champions credo che il Napoli abbia tutte le carte in regola per poterlo fare, sono molto ottimista. Ogni volta che parlo io ai tifosi non va niente bene, e lo metto in conto, ma concordo coi miei assistiti quasi tutto quello che faccio, se i tifosi hanno avuto un approccio nei confronti di Di Lorenzo negativo è solo per le prestazioni fatte in campionato e agli Europei. Ma Di Lorenzo fa parte del Napoli e tutta la squadra non mi pare abbia fatto un grande campionato, non solo Di Lorenzo. Anche in Nazionale era una nazionale con delle problematiche, c'era anche lì quasi una intera squadra al di sotto del proprio potenziale, non solo Di Lorenzo. I pnsieri negativi o positivi dei tifosi passano dalle prestazioni dei calciatori e della squadra. Di Lorenzo voleva avere la garanzia di avere un grande allenatore, di non dover gestire situazioni quasi da dirigente, se non ci fossero state queste situazioni sarebbe andato via da Napoli, anche il presidente ha detto che Di Lorenzo con Conte non deve avere dubbi".
Io procuratore ingombrante in questa vicenda? Il mondo sta cambiando, oggi nel fare il procuratore o l'agente, subentra una parte che 20 anni fa non esisteva ma la comunicazione è fondamentale. L'agente si è evoluto nel tempo, anche il mio modo di comunicare o di farlo in un modo troppo forte o troppo spesso, fa parte di questa evoluzione. Quando si è chiusa questa situazione, un gionalista mi ha fatto i complimenti per come la vicenda era stata gestita nell'insieme anche dal punto di vista della comunicazione. La mia figura non è mai stata ingombrante per Di Lorenzo, io mi metto davanti come parafulmine e i miei giocatori dietro, è il mio modo di lavorare. Io so sempre quello che faccio, per un giocatore l'agente diventa figura ingombrante se ha dubbi su quello che fa, io cerco di trasferire sempre grandissime certezze, senza far vedere mai momenti di incertezza e debolezza. Se un procuratore trasferisce certezza e li fa sentire sicuri non è ingombrante, se trasferisce incertezza e insicurezza, diventa ingombrante. Il presidente nella scorsa stagione ha strutturato il modus operandi in un certo modo, ma se le cose vanno male si genera confusione, la confusione c'è stata e ha influito anche sull'aspetto delle prestazioni di Di Lorenzo che ha speso tante energie mentali per risolvere tante problematiche. Se siamo arrabbiati per la fake news sul personale di Di Lorenzo? Passiamo avanti, non vale la pena rispondere a queste cose, alla fine sono sempre i fatti a smentire le chiacchiere. Nella vita contano solo i fatti. Quanto può incidere Di Lorenzo sul campionato del Napoli da 1 a 10? 11, perchè è un giocatore col dente avvelenato, ha il sangue agli occhi, sa i pensieri negativi che i tifosi e tutti quelli che seguono il Napoli hanno potuto avere su di lui dopo un anno di prestazioni, farà il campionato più bello della sua carriera".
Rosa Petrazzuolo
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
22/07/2024 - 16:40
NAPOLI - Mario Giuffredi, agente di Giovanni Di Lorenzo, Matteo Politano, Mario Rui, Gianluca Gaetano e Michael Folorunsho, calciatori del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in una conferenza stampa svoltasi al Gold Tower Lifestyle Hotel a Napoli. Ecco la video diretta di "Napoli Magazine".
Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Voglio fare chiarezza per i tifosi. Voglio che si abbia una idea chiara di Giovanni Di Lorenzo che non sia annebbiata da quanto accaduto. Vogliamo solo affrontare il cammino del campionato in serenità, senza che si ritorni su questa vicenda. E' stato un campionato difficile, dopo la vittoria dello scudetto Giovanni si è ritrovato con più cambi allenatori, un cambio dirigenziale perchè è andato via Giuntoli, soprattutto c'è stato un cambiamento del modus operandi con un presidente molto più presente nella vita della società. Nessuno si aspettava di arrivare al decimo posto, nessuno pensava da giocatore di dover affrontare un campionato così difficile. Giovanni coi suoi compagni pensava sempre di poter riuscire a mettere la squadra in corsa in un certo modo, ma passava il tempo e non ci riusciva, tutto questo portava frustrazione. Si sentiva inerme a poter risolvere il problema, la situazione andava a peggiorare, mai pensava Di Lorenzo di affrontare una annata del genere. Giovanni ha dovuto affrontare tanti problemi, si è un po' sostituito a tanti dirigenti, problemi non calcistici, problemi che possono esserci tra società e squadra, quando un giocatore da solo deve affrontare tantissimi problemi col presidente, i risultati non vengono, ci sono tanti cambi, arrivi alla frustrazione più totale e non hai nemmeno la forza di reagire. Tutte queste problematiche si sono portate fino alla fine del campionato e la situazione diventava sempre più pesante ma nonostante ciò, Giovanni che sento quotidianamente, nonostante fosse arrivato devastato al termine della stagione, mi ha sempre detto che se fosse arrivato Antonio Conte era l'unico allenatore per cui sarebbe rimasto, ma non perchè voleva lasciare il club o la barca in una situazione difficile, ma perchè aveva paura che un altro tipo di allenatore potesse fargli rivivere un'altra stagione simile alla ultima. Conte gli dava garanzie, sotto vari punti di vista, anche dal punto di vista personale. Poi sono successe due, tre situazioni che hanno fatto precipitare tutto e che hanno lasciato il segno. In una delle ultime partite di campionato, Di Lorenzo è in trasferta con la squadra, non va allo stadio, resta in camera perchè non stava benissimo, a fine partita il pullman passa a prendere Giovanni in albergo, non rispondeva, lo trovano collassato in stanza per lo stress. Il giorno dopo si trova scritto sul giornale che ha fatto finta di stare male e non ha giocato la partita perchè ha un accordo con la Juventus. E' stata una cosa molto ingenerosa. Ci è rimasto male perchè nonostante il club fosse a conoscenza di quanto accaduto, nessuno del club abbia fatto una smentita. Questo è uno dei tre episodi che hanno iniziato a far star male il ragazzo e a fargli pensare che forse era il momento di cambiare aria. Poi nell'ultima di campionato, in Napoli-Lecce, io faccio questo lavoro da 15 anni, non so se avete mai visto un capitano di una squadra contestata, io non ricordo un capitano che venga all'ultima partita di campionato sostituito negli ultimi 3 minuti della partita e prendersi i fischi di 50mila persone, una cosa è prendere i fischi con la squadra, è molto più doloroso prenderli da soli, ha un valore diverso. E' stato un altro episodio angosciante per il ragazzo. E' stato un episodio dovuto ad un allenatore, il presidente non c'entra niente ma il ragazzo si sarebbe aspettato anche due parole a sua difesa in quella situazione. Il ragazzo anche se angosciato, vive un campionato che nessuno si aspettava, vive episodi pesanti, ma continua a pensare di restare a Napoli anche se in quel momento non avevamo la certezza che sarebbe arrivato Conte, il Napoli stava parlando anche con altri allenatori, come Gasperini. Poi c'è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e non lo dico con polemica perchè stimo Manna che è un mio amico e saprà sostituire Giuntoli ai livelli in cui si è espresso Giuntoli. Mi dispiace che nei suoi primi mesi mi abbia dovuto sopportare perchè non sono stato collaborativo. Manna fa le lodi ai calciatori e dice che se fossero arrivate offerte su Di Lorenzo, il Napoli le avrebbe prese in considerazione e Giovanni pensa che sia il pensiero del presidente. Dieci giorni prima il presidente aveva detto che tutti sono sul mercato ma non l'avevamo presa come cosa personale, erano parole generiche. Se lo dice invece il direttore sportivo, ha un impatto diverso sul giocatore. Lì il giocatore ha iniziato a pensare di voler andare via. Mi ha chiamato il giorno dopo, mi ha espresso la volontà di cambiare aria, mettetevi nei panni di un ragazzo che si vede trattato in questo modo e la prende malissimo, è stato 5 anni a Napoli, ha fatto 200 partite e non ricordo che ne abbia sbagliato una. Dopo una stagione sbagliata viene messo in discussione questo gli fa molto male. Si è sentito abbandonato a se stesso, a quel punto dopo avermi comunicato la volontà di andare via, esce di scena Di Lorenzo ed entro io che vado a fare il mio lavoro. Io faccio l'agente, devo tutelare l'interesse del mio giocatore, non devo piacere ai tifosi e ai giornalisti, ho la fortuna di avere la fiducia dei miei giocatori ed è una cosa che non posso mai tradire, devo fare sempre gli interessi dei miei calciatori, vale per tutti i miei calciatori ma in particolare per Di Lorenzo, che ha scritto una pagina professionale molto bella. Tratto i miei giocatori come fratelli minori e da fratello maggiore cerco di tutelarli, di difenderli, di tutelarli da ogni problematica, se devo fare da parafulmine lo faccio senza problemi, fa parte del mio lavoro. Mi prendo gli insulti e vado avanti con le mie strategie. Non sono un pazzo che si alza la mattina e non sa cosa fare, se faccio determinate cose, le ho calcolate, ho le mie strategie, agli occhi delle persone possono sembrare incoerenti, da pazzo scatenato, non le faccio capire a nessuno, so dove voglio arrivare, non faccio capire a nessuno cosa ho in mente di fare. Quindi faccio una prima intervista in cui dico che il ciclo di Di Lorenzo a Napoli è chiuso e che vuole andare via, ce l'ho con Calzona per la sostituzione in Napoli-Lecce. Poi faccio un'altra intervista e in modo più duro tocco gli stessi argomenti, non ho interesse a sfidare nessuno, ma lo faccio perchè voglio due cose: avendo avuto un impatto mediatico così forte, mi aspetto da parte del club o che si arrivi al culmine e si dica 'basta, ci siamo stancati, deve andare via' e mi sarei tolto il pensiero. Oppure, la seconda reazione che poteva scaturire era che il club lo tenesse convincendoci al 100% che fosse non una situazione forzata ma veramente voluta. Sono stati questi i due punti che volevo toccare e nel frattempo ancora non c'era Conte e io andavo dritto per la mia strada. E quindi ogni volta che parlo con Manna ripeto che Di Lorenzo vuole andare via, non parlo più col presidente, solo con Manna che era il mio interlocutore. Poi arriva Antonio Conte, arriva l'allenatore per cui Giovanni avrebbe veramente deciso di rimanere a Napoli. Non potevamo cancellare tutto quello che era stato fatto e detto velocemente. Ho continuato a cercare di essere abbastanza pesante, a quel punto entra in scena il mister. Manna mi fissa un appuntamento con Conte che non conoscevo, ci sono andato e ho trovato una persona che è un campione come allenatore e come uomo, mi ha sopportato visto che per un'ora ho continuato a dirgli che Di Lorenzo voleva andare via elencandogli tutte le motivazioni. Il mister mi ha ascoltato per un'ora. Il mister non si è mai posto così netto nel farlo restare, non avrei mai accettato una situazione del genere e sarei andato in guerra fino alla morte. Il mister si è posto in un modo da campione, mi ha ascoltato, ha capito tutto quello che era successo, il nostro pensiero, ci ha dato ragione su determinati aspetti che abbiamo toccato. C'è stato un allenatore che si è affiancato a me e a Di Lorenzo e ha fatto di tutto per cercare di rimettere le cose a posto, si è messo nei nostri panni, nei panni di un giocatore che in un anno ne ha passate di cotte e di crude e ha dimostrato nei fatti di voler tenere Di Lorenzo, e ci ha aiutato a capire se era il caso davvero di rimanere a Napoli. Tengo a sottolineare che sentire dire "Conte ha detto che Di Lorenzo resta punto e basta" non mi piace, non è vero perchè Conte si è messo vicino a noi e ha cercato di risolvere i problemi. Sono stato pesante anche con lui ribadendo che Di Lorenzo voleva andare via. Ci ho parlato varie volte, scambiato messaggi, ci sono andato a cena e mi sono convinto e ho tranquillizzato Di Lorenzo sulla volontà del mister nei suoi confronti. Non avevo dubbi sulla volontà di Manna, che mi chiamava per portare Di Lorenzo alla Juve già prima che arrivasse Giuntoli. Appurata la stima e le certezze che volevamo da parte dell'allenatore e del direttore, avevamo l'ultimo ostacolo di capire la volontà della proprietà, perchè il presidente De Laurentiis rimane, mentre allenatore e dirigente possono andare via. Vado quindi all'appuntamento alla Filmauro, rivedo il presidente dopo tantissimi mesi, dalla partita Barcellona-Napoli, perchè come tutti provavo una frustrazione nel vedere il Napoli, e da quella gara non ho più visto una gara del Napoli perchè ero giù di morale, sono tifoso del Napoli. Vado dal presidente, sono stato 4-5 ore, il presidente è stato molto carino e gentile come sempre, ha ammesso le mancanze che il club aveva avuto nei confronti di Di Lorenzo, teniamo conto che il presidente è uno che prende in mano la situazione, ci mette tutti i soldi e la passione che ci deve mettere dopo l'addio di Spalletti e si trova in quella situazione. Il primo ad essere deluso era lui, non è facile contenere quella delusione, anche il presidente va giustificato se ha avuto qualche mancanza nei confronti di Di Lorenzo, gli ho detto in quattro ore sempre le stesse cose, e cioè che volevamo andare via, perchè dovevo scalare l'ultimo gradino, metttere alla prova la pazienza e capire se la voglia del presidente era quella di tenere Di Lorenzo. Vado via dicendo che saremmo andati via, il giorno dopo mi ha chiesto di rivederci, ho visto un presidente che non mollava la presa. Ha avuto la pazienza di richiamarmi, di volermi rivedere e siamo stati altre due, tre ore a parlare e dopo l'ultima chiacchierata ho avuto la certezza che il presidente voleva tenere Giovanni a Napoli e a quel punto, il giocatore stava facendo gli Europei, dovevo fare attenzione a farlo stare sereno, ho parlato con Giovanni, gli ho spiegato tutto quello che era stato questo percorso di incontri, di chiacchierate, di telefonate, di stuzzicare allenatore e presidente, di portare all'esasperazione e gli ho spiegato che alla fine questa mia strategia ha portato me stesso a dirgli che tutti lo volevano che quindi poteva tranquillamente restare a Napoli. Non decido io per lui, porto a termine il mio lavoro con la mia convinzione. Trasferisco il mio pensiero, i giocatori si fidano di me, ma lascio sempre la scelta a loro, soprattutto per Di Lorenzo era una scelta emotiva e importante. Ho aspettato che finisse gli Europei, abbiamo avuto un momento di stand by. Quando è finito l'Europeo e lui è rientrato in Italia, l'ho chiamato e gli ho chiesto cosa avesse deciso. Con lui ho scelto una stategia al contrario. Mi ha detto 'voglio restare a Napoli, non posso lasciare un ricordo così brutto, dopo una annata così tremenda verso città e presidente che mi hanno dato tutto, voglio continuare il mio percorso a Napoli'. Gli ho detto: 'secondo me devi andare via', volevo testarlo per capire se era condizionabile e lui sempre in modo fermo e deciso per due giorni mi ha detto 'Mario, resto a Napoli punto e basta'. Quindi ho comunicato al club la decisione, Giovanni ha avuto colloqui con Conte, con Manna, anche col presidente, quindi si chiude il cerchio e Giovanni ha deciso di rimanere a Napoli. Voglio chiarire una cosa molto importante: sul discorso della Juve, ne ho sentite di cotte e di crude, quando faccio le due interviste le faccio anche con uno scopo, non chiamo un club e propongo Di Lorenzo, i club sono attenti, potevo mandare un segnale. Non ho mai trovato alcun accordo con la Juventus. La Juve come l'Inter, la Roma e l'Atletico Madrid mi hanno chiamato e detto semplicemente che se davvero c'era la possibilità che il Napoli lo lasciasse partire, ne avrebbero parlato volentieri. Chi mi conosce sa che se dò la parola, la mantengo, non ci sono più passi indietro che possa fare. Non sono mai andato oltre la frase di dire che se il Napoli l'avesse lasciato andare io ci sarei stato. Su Manna dico una cosa, è una persona troppo intelligente, anche lui ha chiamato il giocatore e ha sbagliato ad andargli a dire quelle cose, ma era arrivato da un giorno e dire 'no, presidente, non si può fare', ha fatto diverse telefonate a Di Lorenzo, dove ha ammesso l'errore fatto da lui. Non ho niente da aggiungere. Spero poi capiate e mi diate una mano a trasferire ai tifosi del Napoli quanto accaduto. Quante bugie ho detto in questa conferenza stampa? Le bugie le dico a trattative in corso, quando si mette un punto, sta alla mia onestà di uomo e di professionista fare chiarezza e in questa situazione di Di Lorenzo ho dato la massima chiarezza, bugie non ce ne sono. Costruire di nuovo il rapporto coi compagni di squadra? Giovanni non vuole fare il dirigente ma il calciatore, non vuole rivivere le situazioni della scorsa stagione, con i compagni penso che non debba chiarire niente con nessuno perchè ha un grande rapporto con la squadra. Il problema di Di Lorenzo non è mai stato economico ma di tutto quanto successo durante l'anno e di non riviverlo più, poi De Laurentiis ha sempre dimostrato a Giovanni di volergli bene anche da un punto di vista economico per quanto valeva. Fino ad oggi non è che Di Lorenzo non ha voluto parlare ma non l'ha fatto ancora perchè era in Nazionale, poi per parlare del club deve essere autorizzato dal club, credo che a Castel di Sangro terrà una conferenza stampa e ci metterà la faccia, i pensieri, le sensazioni. Per ricostruire i rapporti coi tifosi c'è un solo modo: fare grandi prestazioni e vincere. Il rapporto coi tifosi si mette a posto perchè il capitano parlerà in conferenza stampa e ci saranno le prestazioni a parlare. I film si giudicano alla fine, alla fine contano i fatti. Mario Rui dopo 7 anni sente la necessità di avvicinarsi alla famiglia in Portogallo, ma se non si dovesse creare l'occasione, Mario Rui resterà in Italia a combattere per il Napoli. Politano, Di Lorenzo, Folorunsho restano. Su Gaetano, se il mister non lo riterrà idoneo al suo gioco troveremo un'altra strada, mi dispiace che le persone giudichino prima di vedere la fine del film. Non posso stare a pensare a tutto quello che dice un giornalista, se Di Lorenzo ha voluto un aumento assolutamente non è vero, il presidente ha sempre rispettato Di Lorenzo, dovete chiederlo al presidente e vi dirà lui se è stato un fattore economico o altro. Non rispondo per ciò che dicono i giornalisti. De Laurentiis ha sempre riconosciuto il valore professionale del giocatore. Col presidente non abbiamo parlato di soldi. Non abbiamo fatto nessuna richiesta economica, ci premeva solo chiarire gli aspetti che avevano portato Di Lorenzo ad una situazione di negatività. I discorsi economici sono stati affrontati per altri giocatori, non per Di Lorenzo".
"La prima squadra a chiedermi di Di Lorenzo è stata l'Inter, poi ci doveva essere prima il pensiero di avere la certezza di portarlo via da Napoli. Poi altre squadre mi hanno chiesto informazioni. Giovanni non si è mai sentito abbandonato dai compagni, anche loro hanno avuto una annata disastrosa e hanno riscontrato di non avere la forza di reagire. Quando tutto va male, si scompone un po' il gruppo, non perchè c'è un cattivo ragazzo, ma perchè succede in modo naturale, le cose vanno male e nessuno riesce a reagire preso dalla disperazione, i compagni si sono tutti comportati in modo eccezionale con Di Lorenzo. Manna è una persona a cui voglio bene, ha passato due mesi con me non facili, non so come ha fatto a sopportarmi e gli chiedo scusa, il presidente mi ha sempre considerato uno di famiglia, mi ha sempre riconosciuto che so fare il mio mestiere e mi ha anche detto che quando mi si tappa la vena non capisco più niente, l'ho sentito anche stamattina perchè mi ha detto che non sono più andato a trovarlo, mi ritiene uno di famiglia. Penso che un altro presidente, per come sono io, che ho esasperato tutti, mi avrebbe potuto attaccare mediaticamente e invece non ha detto una parola fuori posto, ha detto 'l'agente fa il suo lavoro'. Lui riconosce in me la serietà e sa quanto voglio bene al Napoli, gli ho dimostato in trattative in cui non ho preso molti soldi e io e i miei calciatori non possiamo dimenticare quello che ci ha dato De Laurentiis, se non avessi avuto calciatori al Napoli non sarei divenuto importante, a lui posso dire solo grazie, ma ciò non vuol dire che non discuteremo in futuro, ognuno nel proprio ruolo deve tirare acqua al suo mulino. Ho forzato in tutti i modi Di Lorenzo a non restare per capire quanto veramente volesse restare a Napoli. Se la scelta la fai con convinzione, nei momenti negativi non cambi idea. I tifosi sono incazzati con me? Mi dispiacerebbe se lo fossero con Di Lorenzo, mi prendo le cose belle e brutte del mio lavoro, i tifosi hanno sempre ragione, ma devono capire che io devo fare il mio lavoro, mi dispiace che ce l'abbiano con me, ma sono convinto che quando Di Lorenzo e Folorunsho faranno grandi partite, torneranno a volermi bene. Con Folorunsho abbiamo trovato l'accordo, in ritiro firmerà i contratti".
"Io e Di Lorenzo siamo due persone felici, perchè siamo convinti e sereni di aver fatto la scelta giusta. La conferenza stampa è slittata perchè in quella conferenza avrei voluto annunciare anche il rinnovo di Folorunsho, purtroppo l'abbiamo portata un po' per le lunghe e ho preferito slittare per poter dire che la trattativa è stata definita al 100%, prima la trattativa non era definita e non avrei potuto parlare di lui. Avrò avuto 3-4 incontri col mister, oltre a telefonate e messaggi, non c'è argomento su cui non ho concordato, è una persona che sposo in pieno in tutto, è una persona di grande umiltà, mi ha sopportato, mi ha fatto sfogare e si è messo lì con me per risolvere il problema. Ho un rapporto bellissimo con lui, è un grande e gli auguro di fare un bellissimo campionato. Lo striscione mi ha fatto male perchè i tifosi non sanno la verità e ho dovuto sopportare una situazione in cui i tifosi non conoscevano la verità, l'ho preso come un grande atto d'amore nei confronti di Di Lorenzo, sono stato visto come il cattivo che voleva portare via loro una persona cara, mi sarei preoccupato di più se la frase l'avessero usata per Di Lorenzo, avrei detto che sarebbe dovuto andare via da Napoli perchè i tifosi non lo volevano. Mi sono visto con la Curva A, ho chiarito tutto in modo amichevole, sono persone di grande intelligenza, hanno capito il mio punto di vista e la professione che svolgo, in due giorni ha questione è stata chiusa, è stata una dichiarazione d'amore nei confronti di Di Lorenzo. Sulla stagione ho sensazioni positive, vedo una società molto presente, agguerrita e che cura ogni particolare. Mi aspetto una grande annata, non che dobbiamo vincere lo scudetto, ma che andiamo nelle prime 4, partiamo, poi le cose vanno bene e l'appetito vien mangiando, che faccia un campionato importante, che vada in Champions credo che il Napoli abbia tutte le carte in regola per poterlo fare, sono molto ottimista. Ogni volta che parlo io ai tifosi non va niente bene, e lo metto in conto, ma concordo coi miei assistiti quasi tutto quello che faccio, se i tifosi hanno avuto un approccio nei confronti di Di Lorenzo negativo è solo per le prestazioni fatte in campionato e agli Europei. Ma Di Lorenzo fa parte del Napoli e tutta la squadra non mi pare abbia fatto un grande campionato, non solo Di Lorenzo. Anche in Nazionale era una nazionale con delle problematiche, c'era anche lì quasi una intera squadra al di sotto del proprio potenziale, non solo Di Lorenzo. I pnsieri negativi o positivi dei tifosi passano dalle prestazioni dei calciatori e della squadra. Di Lorenzo voleva avere la garanzia di avere un grande allenatore, di non dover gestire situazioni quasi da dirigente, se non ci fossero state queste situazioni sarebbe andato via da Napoli, anche il presidente ha detto che Di Lorenzo con Conte non deve avere dubbi".
Io procuratore ingombrante in questa vicenda? Il mondo sta cambiando, oggi nel fare il procuratore o l'agente, subentra una parte che 20 anni fa non esisteva ma la comunicazione è fondamentale. L'agente si è evoluto nel tempo, anche il mio modo di comunicare o di farlo in un modo troppo forte o troppo spesso, fa parte di questa evoluzione. Quando si è chiusa questa situazione, un gionalista mi ha fatto i complimenti per come la vicenda era stata gestita nell'insieme anche dal punto di vista della comunicazione. La mia figura non è mai stata ingombrante per Di Lorenzo, io mi metto davanti come parafulmine e i miei giocatori dietro, è il mio modo di lavorare. Io so sempre quello che faccio, per un giocatore l'agente diventa figura ingombrante se ha dubbi su quello che fa, io cerco di trasferire sempre grandissime certezze, senza far vedere mai momenti di incertezza e debolezza. Se un procuratore trasferisce certezza e li fa sentire sicuri non è ingombrante, se trasferisce incertezza e insicurezza, diventa ingombrante. Il presidente nella scorsa stagione ha strutturato il modus operandi in un certo modo, ma se le cose vanno male si genera confusione, la confusione c'è stata e ha influito anche sull'aspetto delle prestazioni di Di Lorenzo che ha speso tante energie mentali per risolvere tante problematiche. Se siamo arrabbiati per la fake news sul personale di Di Lorenzo? Passiamo avanti, non vale la pena rispondere a queste cose, alla fine sono sempre i fatti a smentire le chiacchiere. Nella vita contano solo i fatti. Quanto può incidere Di Lorenzo sul campionato del Napoli da 1 a 10? 11, perchè è un giocatore col dente avvelenato, ha il sangue agli occhi, sa i pensieri negativi che i tifosi e tutti quelli che seguono il Napoli hanno potuto avere su di lui dopo un anno di prestazioni, farà il campionato più bello della sua carriera".
Rosa Petrazzuolo
Napoli Magazine
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