NAPOLI - Vittoria strameritata del Napoli contro il Milan, nonostante la sofferenza nel finale di gara dopo un primo tempo sontuoso. Da un lato Sozza non ha per nulla aiutato la fluidità del gioco, fischiando falli a dir poco dubbi e concedendo un rigore per un incrocio Billing-Theo Hernandez ad alta velocità, dall'altro il Napoli fino al 60° minuto ha retto bene, salvo poi perdere in lucidità dopo la benzina che si è esaurita nelle gambe di Anguissa e Lobotka. Bisognava fare il terzo gol nel primo tempo, quando il Milan era in balìa delle onde azzurre, questo sì, ma non sempre si riesce ad ottenere tutto dalla vita. Con il 2-0, però, il risultato è rimasto aperto e per fortuna ci ha pensato Meret, con un guizzo felino, a lasciare la porta inviolata ancora per un po', ipnotizzando Gimenez ed indovinando l'angolo giusto in cui tuffarsi. Poco da fare invece sul tap-in di Jovic all'84° minuto, complice un calo di tensione (e di energie) evidente di tutta la linea difensiva, con il conseguente attacco all'arma bianca degli ospiti che pero' non ha sortito gli effetti sperati. Onestamente ho trovato eccessiva la richiesta di Conceicao di andare oltre i 10 minuti, anzichè i 5 concessi, nel recupero finale. Stuzzicato in sala stampa, il portoghese ha fatto intendere che anche 15 minuti sarebbero stati opportuni. In tutta sincerità, credo proprio di no. Il Napoli è stato bravo a non scomporsi, nonostante lo stress dell'ultimo quarto d'ora. Con ogni probabilità, quando le energie andavano esaurendosi, qualche cambio in piu' in anticipo non sarebbe stato male. In tal senso Conte, come pure, Conceicao, ha mostrato tutto il suo disappunto per le defezioni dell'ultimo minuto, che hanno stravolto i piani nell'immediato pre partita: con McTominay (colpito da stato febbrile) in campo non ci sarebbe stato Anguissa (non ancora al top dopo il riposo in Nazionale contro la Libia) e Raspadori avrebbe fatto da spalla a Lukaku, anzichè Neres. Il brasiliano, comunque, non mi è dispiaciuto, anche se avrei dato una ventina di minuti pure a Jack. Tornando però al primo tempo, va evidenziato che il 4-3-3 ha restituito imprevedibilità, ampiezza di gioco e pericolosità in zona gol ad una squadra che negli ultimi due mesi un bel po' di fatica l'aveva riscontrata. Pronti, via, bellissimo il lancio in profondità di Di Lorenzo per la stoccata mancina di Politano, come pure il sigillo di Lukaku, ben imbeccato da Gilmour (quest'ultimo tra alti e bassi, con alcuni palloni persi ed altri recuperati alla grande). Il Napoli è uscito dal Maradona tra gli applausi dopo aver ricordato il piccolo Diego scomparso prematuramente, con un minuto di silenzio, un mazzo di fiori e striscioni da brividi. Conte sostiene che questa squadra, con questi tre punti, ha allungato sulla quinta in classifica, iniziando a blindare il piazzamento Champions. Tutto molto bello, il distacco dalla Juventus, il fieno in cascina, il 10° posto dell'anno scorso, lo stop dell'Atalanta, ma io mi concentrerei, a otto giornate dal termine della stagione, piu' sulla prova di carattere mostrata dopo essere scesi in campo consci della vittoria dell'Inter sull'Udinese e che, se tra un impegno in Coppa Italia, uno in Champions e un raffreddore di qualche nerazzurro, si potrebbe riagganciare il primo posto che per tante giornate è stato occupato (è bene ricordarlo) dal Napoli, come già accaduto appena due anni fa. Proprio per questo motivo ad inizio stagione ero convinto che la squadra potesse lottare per il vertice, come poi si è verificato nonostante le grandi difficoltà che si sono presentate. Onore al gruppo, si resta avvinghiati alla vetta, a -3, con le unghie e con i denti, come vuole l'allenatore. Tentar non nuoce, con "anema e core", nella serata che è stata di Serena Brancale mista ad un pizzico di malinconia per gli abbracci riservati a Lavezzi, Careca ed Alemao, c'è stata la convinzione che può ancora succedere di tutto, avanti con un pizzico di sfrontatezza che non fa mai male.
di Napoli Magazine
31/03/2025 - 23:00
NAPOLI - Vittoria strameritata del Napoli contro il Milan, nonostante la sofferenza nel finale di gara dopo un primo tempo sontuoso. Da un lato Sozza non ha per nulla aiutato la fluidità del gioco, fischiando falli a dir poco dubbi e concedendo un rigore per un incrocio Billing-Theo Hernandez ad alta velocità, dall'altro il Napoli fino al 60° minuto ha retto bene, salvo poi perdere in lucidità dopo la benzina che si è esaurita nelle gambe di Anguissa e Lobotka. Bisognava fare il terzo gol nel primo tempo, quando il Milan era in balìa delle onde azzurre, questo sì, ma non sempre si riesce ad ottenere tutto dalla vita. Con il 2-0, però, il risultato è rimasto aperto e per fortuna ci ha pensato Meret, con un guizzo felino, a lasciare la porta inviolata ancora per un po', ipnotizzando Gimenez ed indovinando l'angolo giusto in cui tuffarsi. Poco da fare invece sul tap-in di Jovic all'84° minuto, complice un calo di tensione (e di energie) evidente di tutta la linea difensiva, con il conseguente attacco all'arma bianca degli ospiti che pero' non ha sortito gli effetti sperati. Onestamente ho trovato eccessiva la richiesta di Conceicao di andare oltre i 10 minuti, anzichè i 5 concessi, nel recupero finale. Stuzzicato in sala stampa, il portoghese ha fatto intendere che anche 15 minuti sarebbero stati opportuni. In tutta sincerità, credo proprio di no. Il Napoli è stato bravo a non scomporsi, nonostante lo stress dell'ultimo quarto d'ora. Con ogni probabilità, quando le energie andavano esaurendosi, qualche cambio in piu' in anticipo non sarebbe stato male. In tal senso Conte, come pure, Conceicao, ha mostrato tutto il suo disappunto per le defezioni dell'ultimo minuto, che hanno stravolto i piani nell'immediato pre partita: con McTominay (colpito da stato febbrile) in campo non ci sarebbe stato Anguissa (non ancora al top dopo il riposo in Nazionale contro la Libia) e Raspadori avrebbe fatto da spalla a Lukaku, anzichè Neres. Il brasiliano, comunque, non mi è dispiaciuto, anche se avrei dato una ventina di minuti pure a Jack. Tornando però al primo tempo, va evidenziato che il 4-3-3 ha restituito imprevedibilità, ampiezza di gioco e pericolosità in zona gol ad una squadra che negli ultimi due mesi un bel po' di fatica l'aveva riscontrata. Pronti, via, bellissimo il lancio in profondità di Di Lorenzo per la stoccata mancina di Politano, come pure il sigillo di Lukaku, ben imbeccato da Gilmour (quest'ultimo tra alti e bassi, con alcuni palloni persi ed altri recuperati alla grande). Il Napoli è uscito dal Maradona tra gli applausi dopo aver ricordato il piccolo Diego scomparso prematuramente, con un minuto di silenzio, un mazzo di fiori e striscioni da brividi. Conte sostiene che questa squadra, con questi tre punti, ha allungato sulla quinta in classifica, iniziando a blindare il piazzamento Champions. Tutto molto bello, il distacco dalla Juventus, il fieno in cascina, il 10° posto dell'anno scorso, lo stop dell'Atalanta, ma io mi concentrerei, a otto giornate dal termine della stagione, piu' sulla prova di carattere mostrata dopo essere scesi in campo consci della vittoria dell'Inter sull'Udinese e che, se tra un impegno in Coppa Italia, uno in Champions e un raffreddore di qualche nerazzurro, si potrebbe riagganciare il primo posto che per tante giornate è stato occupato (è bene ricordarlo) dal Napoli, come già accaduto appena due anni fa. Proprio per questo motivo ad inizio stagione ero convinto che la squadra potesse lottare per il vertice, come poi si è verificato nonostante le grandi difficoltà che si sono presentate. Onore al gruppo, si resta avvinghiati alla vetta, a -3, con le unghie e con i denti, come vuole l'allenatore. Tentar non nuoce, con "anema e core", nella serata che è stata di Serena Brancale mista ad un pizzico di malinconia per gli abbracci riservati a Lavezzi, Careca ed Alemao, c'è stata la convinzione che può ancora succedere di tutto, avanti con un pizzico di sfrontatezza che non fa mai male.