NAPOLI - L’ultima cena. Tra una portata e l’altra e guardandosi comunque negli occhi per fissare le nuove regole del gioco: cosa e come sarà il Nuovo Napoli con lo scudetto appuntato sul petto, e quali scontri dovrà sostenere sul fronte interno e su quello internazionale?, ma la discussione a tavola imbandita ha riguardato soprattutto i punti chiave sottolineati dal timoniere, maggiore protagonista della memorabile impresa del terzo scudetto guadagnato e conquistato in anticipo con numeri e cifre da record e da capogiro. Già, quali sono i punti e le condizioni fissati da Spalletti per continuare l’impegno che il club lo obbliga a rispettare attraverso la pec che gli è stata spedita e che al tecnico non ha gradito nelle forme? Viceversa il capitolo opposto. Quali le condizioni, gli obiettivi, la gestione della squadra e dell’organico nel programma del club? Di qui il grande problema che si è trasformato in un rompicapo, in un rebus, in un enigma di complicata soluzione. Per la pubblica opinione e per la Torcida azzurra perplessa e preoccupata, oggi resta ancora un mistero fitto attraverso cui i discorsi reciproci tra don Aurelio e Spalletti si intrecciano nelle diverse soluzioni interpretative. Fatto sta al momento attuale i due personaggi non hanno variato i loro atteggiamenti confermando finora astrattamente verso l’esterno i punti fermi finora identificabili: insomma il patron e il timoniere del terzo scudetto restano ancorati sulle loro posizioni espresse nella serata trascorsa a quattrocchi (anzi anche con quelli dell’a.d. Chiavelli) a ristorante nella scorsa settimana, rendendo problematiche verso l’esterno le rispettive motivazioni reciprocamente esposte tra loro e altrettanto reciprocamente respinte. Svariate le congetture architettate da chi ha cercato di capirci qualcosa e respinto qualsiasi tentativo di approfondimento della questione dai due personaggi abili a dribblare ogni argomento e ogni tentativo teso per svelare l’arcano, allo scopo di sciogliere un mistero che sta assumendo i contorni di un autentico giallo: frasi scambievolmente sibilline e di esclusiva competenza e comprensione del patron e del tecnico. Botta e risposta. Due i principi fondamentali che tuttavia sono stati espressi: Aurelio dice che “non tarpa le ali a nessuno” mentre Spalletti sostiene “di non avere le ali tarpate da chicchessia”, come dire che dall’esterno non ha nessun altro impegno o presunto tale con chiunque. Il mister filosofo conoscendo l’ambiente ha aggiunto che nel suo futuro non c’è la Juve, che non ha ricevuto altre offerte, che non deve pagare clausole rescissorie e che nell’ultima cena “ci siamo detti tutto”. E allora? La storia non finisce qua naturalmente, è una questione di giorni, è una questione di ore. D’altronde sul tappeto c’è il futuro del Napoli da disegnare. E non si può perdere troppo tempo. Spalletti ha tra l’altro negato che ci sia una questione di soldi. Quest’impuntatura lascia magari immaginare che la questione sia sull’organico e sugli obiettivi. Don Aurelio dice che vuole vincere la prossima Champions, bene, benissimo, anche Lucianone vuole vincerla ma senza toccare l’organico attuale e senza privarsi di Osimhen e di qualche altro big. Sarà così?...
Gianfranco Lucariello
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
21/05/2023 - 16:52
NAPOLI - L’ultima cena. Tra una portata e l’altra e guardandosi comunque negli occhi per fissare le nuove regole del gioco: cosa e come sarà il Nuovo Napoli con lo scudetto appuntato sul petto, e quali scontri dovrà sostenere sul fronte interno e su quello internazionale?, ma la discussione a tavola imbandita ha riguardato soprattutto i punti chiave sottolineati dal timoniere, maggiore protagonista della memorabile impresa del terzo scudetto guadagnato e conquistato in anticipo con numeri e cifre da record e da capogiro. Già, quali sono i punti e le condizioni fissati da Spalletti per continuare l’impegno che il club lo obbliga a rispettare attraverso la pec che gli è stata spedita e che al tecnico non ha gradito nelle forme? Viceversa il capitolo opposto. Quali le condizioni, gli obiettivi, la gestione della squadra e dell’organico nel programma del club? Di qui il grande problema che si è trasformato in un rompicapo, in un rebus, in un enigma di complicata soluzione. Per la pubblica opinione e per la Torcida azzurra perplessa e preoccupata, oggi resta ancora un mistero fitto attraverso cui i discorsi reciproci tra don Aurelio e Spalletti si intrecciano nelle diverse soluzioni interpretative. Fatto sta al momento attuale i due personaggi non hanno variato i loro atteggiamenti confermando finora astrattamente verso l’esterno i punti fermi finora identificabili: insomma il patron e il timoniere del terzo scudetto restano ancorati sulle loro posizioni espresse nella serata trascorsa a quattrocchi (anzi anche con quelli dell’a.d. Chiavelli) a ristorante nella scorsa settimana, rendendo problematiche verso l’esterno le rispettive motivazioni reciprocamente esposte tra loro e altrettanto reciprocamente respinte. Svariate le congetture architettate da chi ha cercato di capirci qualcosa e respinto qualsiasi tentativo di approfondimento della questione dai due personaggi abili a dribblare ogni argomento e ogni tentativo teso per svelare l’arcano, allo scopo di sciogliere un mistero che sta assumendo i contorni di un autentico giallo: frasi scambievolmente sibilline e di esclusiva competenza e comprensione del patron e del tecnico. Botta e risposta. Due i principi fondamentali che tuttavia sono stati espressi: Aurelio dice che “non tarpa le ali a nessuno” mentre Spalletti sostiene “di non avere le ali tarpate da chicchessia”, come dire che dall’esterno non ha nessun altro impegno o presunto tale con chiunque. Il mister filosofo conoscendo l’ambiente ha aggiunto che nel suo futuro non c’è la Juve, che non ha ricevuto altre offerte, che non deve pagare clausole rescissorie e che nell’ultima cena “ci siamo detti tutto”. E allora? La storia non finisce qua naturalmente, è una questione di giorni, è una questione di ore. D’altronde sul tappeto c’è il futuro del Napoli da disegnare. E non si può perdere troppo tempo. Spalletti ha tra l’altro negato che ci sia una questione di soldi. Quest’impuntatura lascia magari immaginare che la questione sia sull’organico e sugli obiettivi. Don Aurelio dice che vuole vincere la prossima Champions, bene, benissimo, anche Lucianone vuole vincerla ma senza toccare l’organico attuale e senza privarsi di Osimhen e di qualche altro big. Sarà così?...
Gianfranco Lucariello
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