NAPOLI – Non è vero ma ci credo: soprattutto nel calcio la scaramanzia è obbligata e nel caso specifico ancora di più. E il motivo c’è, giacchè il Napoli stasera si gioca realmente tutto: per quanto riguarda il campionato questa sfida contro l’Inter rappresenta una vera e propria finale. Insomma, se le cose stanno così, la sfida con la Beneamata è una delle partite che viene considerata “decisiva”. Decisiva perché gli azzurri hanno a portata di mano la possibilità di riaprire il campionato: o dentro o fuori, “dentro” nella mischia dell’altissima classifica, oppure “fuori” in un ruolo comprimario, necessario comunque per il piazzamento in Champions. Per il momento lasciamo stare la sfida con Madama: la sua valenza potrà averla soprattutto se Di Lorenzo e compagni riusciranno a mettere in crisi la squadra nerazzurra. Stasera insomma “o la va o la spacca” per rientrare nel ristretto gruppetto delle privilegiate, cioè tra le squadre che se le suoneranno di santa ragione per strappare al Napoli lo scudetto della strepitosa scorsa stagione. Le vicende le conosciamo benissimo, la scelta di Garcia da parte del Grande Capo (Aurelio De Laurentiis) ha stravolto tutti i piani rivolti alla creazione e proseguimento del ciclo azzurro: un errore che finora è costato caro al Napoli che stasera cercherà di recuperare il terreno perduto. Da ricordare che sotto la guida di Walter Mazzarri gli azzurri dei tre tenori (Lavezzi, Hamsik e Cavani) di cose molte belle ne ha fatte tantissime. Già, ma a questo punto che c'entra la scaramanzia?, beh, ci azzecca eccome. Il discorso è molto semplice e bisogna circoscriverlo nella sua brevità del problema, c’è un tabù da sciogliere e da risolvere: il Napoli non vince al “Maradona” dal 27 settembre scorso, quando la squadra del cuore regolò con quattro gol in campionato la sfida con l’Udinese. Dopodichè due pari e altrettante sconfitte. Insomma c’è una…maledizione da sfatare al “Maradona”: ci vorrà lo spirito di Diego ad aleggiare sullo stadio di Fuorigrotta per invertire il senso di marcia degli azzurri? Ritornando con i piedi per terra a Mazzarri tocca risolvere strettamente i problemi che accusa il Napoli sul terreno di gioco, problemi che tra l’altro gli azzurri hanno evidenziato a Madrid. Sì, la difesa innanzitutto che sulla fascia sinistra accusa le assenze di Olivera e di Mario Rui, soprattutto del mancino portoghese che con Kvara si è sempre ritrovato ad occhi chiusi: ma è sull’intera consistenza dell’ultima linea azzurra che Mazzarri dovrà intervenire a tambur battente: insomma Natan o Juan Jesus sulla fascia, così come va valutato l’inserimento di Ostigard accanto a Rrahmani. Intanto Meret non si tocca. L’errore di Madrid non dovrà provocare sconvolgimenti: Gollini resterà in panchina. A centrocampo qualche dubbio riguarda Zielinski, mentre Lobotka e Anguissa restano ai loro posti. La novità all’ordine del momento riguarda invece Osimhen: è lui l’arma vincente che rientra dall’inizio ed a tempo pieno tra Kvara e Politano. Il tutto per riaprire il campionato. Ecco perché per il Napoli lo scontro con l’Inter ha il sapore e – soprattutto - il valore di una vera e propria finale.
Gianfranco Lucariello
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
03/12/2023 - 19:00
NAPOLI – Non è vero ma ci credo: soprattutto nel calcio la scaramanzia è obbligata e nel caso specifico ancora di più. E il motivo c’è, giacchè il Napoli stasera si gioca realmente tutto: per quanto riguarda il campionato questa sfida contro l’Inter rappresenta una vera e propria finale. Insomma, se le cose stanno così, la sfida con la Beneamata è una delle partite che viene considerata “decisiva”. Decisiva perché gli azzurri hanno a portata di mano la possibilità di riaprire il campionato: o dentro o fuori, “dentro” nella mischia dell’altissima classifica, oppure “fuori” in un ruolo comprimario, necessario comunque per il piazzamento in Champions. Per il momento lasciamo stare la sfida con Madama: la sua valenza potrà averla soprattutto se Di Lorenzo e compagni riusciranno a mettere in crisi la squadra nerazzurra. Stasera insomma “o la va o la spacca” per rientrare nel ristretto gruppetto delle privilegiate, cioè tra le squadre che se le suoneranno di santa ragione per strappare al Napoli lo scudetto della strepitosa scorsa stagione. Le vicende le conosciamo benissimo, la scelta di Garcia da parte del Grande Capo (Aurelio De Laurentiis) ha stravolto tutti i piani rivolti alla creazione e proseguimento del ciclo azzurro: un errore che finora è costato caro al Napoli che stasera cercherà di recuperare il terreno perduto. Da ricordare che sotto la guida di Walter Mazzarri gli azzurri dei tre tenori (Lavezzi, Hamsik e Cavani) di cose molte belle ne ha fatte tantissime. Già, ma a questo punto che c'entra la scaramanzia?, beh, ci azzecca eccome. Il discorso è molto semplice e bisogna circoscriverlo nella sua brevità del problema, c’è un tabù da sciogliere e da risolvere: il Napoli non vince al “Maradona” dal 27 settembre scorso, quando la squadra del cuore regolò con quattro gol in campionato la sfida con l’Udinese. Dopodichè due pari e altrettante sconfitte. Insomma c’è una…maledizione da sfatare al “Maradona”: ci vorrà lo spirito di Diego ad aleggiare sullo stadio di Fuorigrotta per invertire il senso di marcia degli azzurri? Ritornando con i piedi per terra a Mazzarri tocca risolvere strettamente i problemi che accusa il Napoli sul terreno di gioco, problemi che tra l’altro gli azzurri hanno evidenziato a Madrid. Sì, la difesa innanzitutto che sulla fascia sinistra accusa le assenze di Olivera e di Mario Rui, soprattutto del mancino portoghese che con Kvara si è sempre ritrovato ad occhi chiusi: ma è sull’intera consistenza dell’ultima linea azzurra che Mazzarri dovrà intervenire a tambur battente: insomma Natan o Juan Jesus sulla fascia, così come va valutato l’inserimento di Ostigard accanto a Rrahmani. Intanto Meret non si tocca. L’errore di Madrid non dovrà provocare sconvolgimenti: Gollini resterà in panchina. A centrocampo qualche dubbio riguarda Zielinski, mentre Lobotka e Anguissa restano ai loro posti. La novità all’ordine del momento riguarda invece Osimhen: è lui l’arma vincente che rientra dall’inizio ed a tempo pieno tra Kvara e Politano. Il tutto per riaprire il campionato. Ecco perché per il Napoli lo scontro con l’Inter ha il sapore e – soprattutto - il valore di una vera e propria finale.
Gianfranco Lucariello
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